Il carabiniere del Pci che salvò Emilio Lussu


In Sardegna. Per punizione. Colpa di un ritardo dopo una libera uscita. Giovanni Chabert, sottufficiale dei Carabinieri reali, fu spedito ad Armungia nel '17 con una missione ufficiale e un'altra più riservata: inaugurare la caserma in quel paese del Gerrei e controllare un intellettuale che aveva fatto parlare di sé, Emilio Lussu. Arrivò da solo in sella a una bici, requisì una stalla, la elevò al rango di sede dell'Arma e si accorse che lì l'italiano era lingua straniera. Riuscì a ricevere a stento la prima denuncia: mi è sparito un paiolo di rame, forse me l'hanno rubato i Lussu . Niente male come battesimo: una perquisizione nella casa della famiglia più in vista di Armungia.Chabert non trovò la preziosa pentola, era una calunnia. Il suo sguardo incrociò quello di Maria, vedova del fratello di Emilio Lussu, Peppino, morto di tisi in un campo di prigionia. Fu amore. Il maresciallo che doveva controllare il fondatore del Psd'Az ne divenne parente, amico, complice: gli fece persino arrivare denaro durante la latitanza parigina.Questa storia d'amore e politica non compare sui libri di storia. Fa bella mostra nei ricordi di una famiglia che ancora oggi ha una casa in pietra ad Armungia. Sì, proprio quella costruita dal maresciallo piemontese che arrivò nel Gerrei per punizione e ci rimase per sempre. Così benvoluto che alla caduta del fascismo fu nominato sindaco pro tempore in quota Partito comunista.

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