da https://www.caffeinamagazine.it/italia/ 12 febbraio 2019/
È stato attratto da alcuni vecchi documenti nella spazzatura vicino a un cassonetto, e ha controllato. È stato così che Gaetano Cannavò, 83enne di Belpasso e residente a Messina, ha scoperto un tesoro in buoni fruttiferi emessi negli anni Trenta e Quaranta. Buoni del valore di 5mila lire ciascuno. L’uomo, dopo aver denunciato il ritrovamento, non ha avuto riscontro dagli eredi ed è così diventato titolare dei buoni. Cannavò si è così ritrovato titolare di un patrimonio che, ha detto ad Askanews, gli servirà per una vecchiaia serena, oltre che per fare un po’ di beneficenza.Il pensionato si è già messo in contatto con due avvocati, Sara Gitto e Ilaria Napolitano del Foro di Roma, che tuteleranno i suoi interessi. A loro ha dato mandato di agire per recuperare la somma presso Poste italiane e ministero delle Finanze, obbligati in solido a “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica italiana.
Sono i due enti, infatti, a rispondere in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la Repubblica Italiana, ma anche ai tempi del Regno d’Italia. L’udienza per Gaetano Cannavò è stata fissata davanti al Tribunale civile di Roma il 23 maggio. In Italia sono circa 10 milioni i titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) ancora in circolazione, e relativamente ad essi c’è molta disinformazione, spiega il dottor Luigino Ingrosso, dello studio legale referente del signor Cannavò. Anche da parte degli Enti preposti al pagamento.
I buoni fruttiferi postali sono titoli che garantiscono ai risparmiatori la possibilità di riottenere in ogni momento il capitale versato, maggiorato degli interessi che maturano e aumentano anno dopo anno. Sono prodotti esclusivamente da Poste Italiane e sono garantiti direttamente dallo Stato italiano. Si tratta di una delle tipologie di prodotti finanziari più diffusi e longevi tra quelli proposti da Poste Italiane. Sono sul mercato in Italia da quasi cent’anni, cioè dal 1924.
La sottoscrizione dei buoni fruttiferi postali può essere fatta sia recandosi presso un qualsiasi ufficio postale che, in alcuni casi, attraverso internet. La loro forma è duplice: cartacea o dematerializzata. I buoni fruttiferi postali cartacei possono cadere in prescrizione, a 10 anni dalla data di scadenza del titolo. La trasformazione in Società per Azioni della Cassa Depositi e Prestiti, nel 2003, ha determinato il trasferimento di tutti i buoni fruttiferi postali emessi fino alla data del 13 aprile 2001 al Ministero dell’Economia e delle Finanze e la loro equiparazione ai titoli del debito pubblico.
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