dalla nuova sardegna del 23 marzo 2019
IL VIETNAM
delle ragazze rock
L’atterraggio all’aeroporto Tan So Nhut avviene in mezzo a bombardieri, caccia e torrette imbottite di sacchi di sabbia con soldati di vedetta. C’è la guerra in Vietnam. È l’inizio di novembre del 1968
L’atterraggio all’aeroporto Tan So Nhut avviene in mezzo a bombardieri, caccia e torrette imbottite di sacchi di sabbia con soldati di vedetta. C’è la guerra in Vietnam. È l’inizio di novembre del 1968 e quello è proprio il periodo in cui gli americani impegnano il maggior numero di forze militari nel Sud-est asiatico. Le Stars, band tutta al femminile formata da cinque ragazze toscane, sbarcano così a Saigon. Sanno che si tratta soltanto di una breve tappa di una tournée in altri Paesi dell’Estremo Oriente. In realtà non è così. Arrivate lì scoprono che il contratto parla di ben tre mesi in Vietnam. Suoneranno nelle basi americane, mentre intorno infuria la guerra, prima di tornare in Italia. Pochi anni dopo, nel 1974, quando il gruppo si era già sciolto, la vita porterà la tastierista Daniela Santerini in Sardegna. A lungo ha combattuto per far conoscere questa storia. Ci ha scritto anche un libro, ‘Choi-oi!’ (Oh mio Dio in sudvietnamita), basato sul diario tenuto all’epoca, che ha ispirato il recente documentario ‘Arrivederci Saigon’, diretto da Wilma Labate e presentato alla Mostra del cinema di Venezia. Contattata telefonicamente, Daniela Santerini ci invita subito a casa sua. In zona Monte Oro, a Sassari. “Venga che è meglio parlare di persona”. La cadenza toscana è ancora marcata, nonostante gli anni passati in Sardegna, tanto che lei stessa si definisce ormai sarda d’adozione. Tra libri e foto, apre il cassetto dei ricordi. Il racconto non può che iniziare dal momento in cui entra a far parte di una band e la sua vita cambia: nel 1967. Nata a Pontedera, ha 19 anni ed è una ragazza timida e solitaria. Cresciuta dalla sola madre che è impiegata alla Piaggio. L’aria di rivoluzione che inizia a soffiare forte in quel periodo
non l’avverte proprio. «Ero davvero ingenua, per mentalità ancora una bambina». In quel momento studia pianoforte, ed è pronta a dare l’esame dell’ottavo anno, quando bussano a casa sua delle ragazze in cerca di una nuova musicista per il loro complesso.
Tal vicenda È l’inizio di un’incredibile avventura che Daniela Santerini racconterà diversi anni dopo nel libro citato e che Wilma Labate ha ripreso nel suo film Arrivederci Saigon (sotto il promo e qui maggiori notizie )
offrendo anche un quadro più generale dell'epoca . Un documentario fra i cinque candidati per i premio di david di donatello 2019
La storia di tale evento è nata per caso . Infatti --- sempre secondo il giornale ---- “Sono venute a cercarmi – racconta – ma io sono ancora convinta che gli avessero segnalato un’altra Daniela che viveva vicino a me. Anche lei suonava. Ho accettato di entrare nel complesso e quel giorno la mia vita ha preso una direzione diversa. Era giugno e io dovevo dare l’esame a settembre. Pensavo di farlo lo stesso e invece non l’ho più dato. Avevano la base a Piombino, sono andata con loro e diventata un membro delle Stars”. Una band femminile, una rarità nell’Italia dell’epoca: Rossella Canaccini (cantante), Viviana Tacchella (chitarrista), Franca Deni (bassista), Manuela Bernardeschi (batterista). Daniela Santerini, che all’organo completava la formazione, le chiama ancora bimbe. Come allora. Hanno tutte intorno ai vent’anni, Rossella la cantante è ancora minorenne, quando iniziano a suonare insieme. Il loro repertorio è decisamente moderno. ‘‘ Soul e rhythm and blues. Quindi James Brown, Wilson Pickett, Aretha Franklin. Cose che io non avevo mai sentito, la mia era una formazione classica: Bach, Mozart, Chopin. Comunque mi hanno messo davanti a fare degli accordi e mi sono data fare. Non ero certo Brian Auger, però ho ricevuto anche molti complimenti”. Le Stars dimostrano di cavarsela bene e si guadagnano presto i locali più in voga del tempo in tutta Italia. Si esibiscono con i Pooh agli inizi, aprono concerti di cantanti già affermati come Patty Pravo, finché nell’autunno del 1968 ricevono l’offerta di una tournée in Estremo Oriente. Potrebbe essere la grande occasione che stanno aspettando. Si parte verso l’Asia. Prima tappa Manila, nelle Filippine. Due giorni dopo, è il primo novembre, un altro volo. Per Saigon. Non sanno però che per una clausola del contratto dovranno restare nel Vietnam in guerra sino alla fine di gennaio. Quasi tre mesi. “Ne abbiamo passato di tutti i colori – sottolinea la musicista – e sono stati giorni che non dimenticherò mai. La guerra si avvertiva, eccome. Ho sofferto la fame, si mangiava poco e male. E poi gli spari, i bombardamenti. Una volta mi hanno caricato un mitra davanti a un posto di blocco. In quella occasione ho davvero creduto di morire”. Un’immagine che Daniela Santerini continua ad avere in testa come fosse successo ieri. Così come non può dimenticare quell’odore marcio che ha continuato a sentire a lungo, come una persecuzione, anche dopo il rientro a casa: un misto di sudore, vomito, carogne putrefatte, escrementi. Così lo definisce nel suo libro. Ma l’avventura nel Sud-est asiatico le ha lasciato anche ricordi molto belli. ‘‘ Ci siamo esibite tanto nelle basi statunitensi e facendo musica nera, che soprattutto i soldati della comunità afroamericana apprezzavano, abbiamo imparato veramente cosa fosse il soul. E poi mi ero anche innamorata di un tecnico tedesco”. Il 27 gennaio del 1969 è il giorno dell’addio al Vietnam. Il ritorno a casa non porta la svolta sperata, anzi da alcune parti il gruppo viene anche criticato per essere stato al soldo degli americani. Le Stars continuano comunque il loro percorso e una nuova occasione si presenta quando vengono messe sotto contratto dalla Rca. Il sogno, però, dura poco. “Siamo state un anno alla Rca, ma poi il direttore Ennio Melis, di origine sarda, ci ha detto che voleva solo la cantante. Insomma il gruppo là si è sciolto. Avevamo anche registrato dei brani, ma nessuno sa che fine abbiano fatto”. È il 1972, la storia delle Stars si conclude. Due anni dopo la vita porta Daniela Santerini in Sardegna. “Il mio primo marito, quando eravamo fidanzati, aveva fatto la scuola ufficiali ad Ascoli e poi lo avevano spedito nell’isola, al Car di Sassari. Fu io a insistere perché ci sposassimo e venni quindi ad abitare qui. Prima in via Dolcetta, poi a Ottava e Luna e Sole. In seguito ci trasferimmo per questioni legate al suo lavoro a Domusnovas e dopo a Carbonia. Qui fondai il centro artistico Le Muse dove si insegnava musica, ma anche danza, pittura e recitazione. ‘‘ Ma le cose con mio marito non andavano bene. Nel 1989 se ne andò e tornai, con i miei due figli, per un periodo a Pontedera. In seguito venne a trovarmi un conoscente sassarese che mi riportò qui, ma le cose andarono ancora peggio. Per fortuna conobbi un altro uomo che è diventato il mio secondo marito. Un toscano che aveva una casa ad Alghero”. Oggi vive con lui a Monte Oro, dove continua a fare lezioni di piano e ogni tanto a scrivere, altra sua passione. Ha pubblicato diversi libri, in particolare legati alla musica. Tutti con Youcanprint, come la nuova edizione di ‘Choi-oi!’ che racchiude il suo diario dal Vietnam. Da libro al film. ‘Arrivederci Saigon’ nasce quando lo scrittore Giampaolo Simi, venuto a conoscenza dell’incredibile storia delle Stars dal diario di Daniela Santerini, ne parla con la regista Wilma Labate, autrice tra l’altro di ‘La mia generazione’ e ‘Un altro mondo è possibile’. Da lì l’incontro con la musicista-scrittrice, l’opzione sul libro, il lungo lavoro di pre-produzione e finalmente la realizzazione del film presentato alla 75esima edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia e candidato ai David di Donatello 2019. Nel documentario sono presenti le testimonianze dirette di quattro delle protagoniste. Manca infatti la batterista Manuela Bernardeschi che non ha voluto partecipare a questo viaggio nel passato, racconto non solo della particolare vicenda di cinque ragazze toscane, ma attraverso materiale di repertorio anche di un’epoca. Daniela Santerini non è mai tornata in Vietnam. “Ci ho pensato, ma voglio tenere nella mente e nel cuore quello che ho conosciuto cinquant’anni fa”. Per un lungo periodo a dire il vero l’ha voluto anche dimenticare, come le sue compagne, finché un giorno quell’incredibile esperienza si è ripresentata davanti a lei. ‘‘ Nel 1978, quando erano passati una decina d’anni, un giorno per caso mi ricapita tra le mani il diario. Non quello originale, ma una copia che mia madre aveva ribattuto a macchina in ufficio. Inizio a sfogliare quelle pagine, a leggere e scoppio a piangere. Il Vietnam mi era ripiombato addosso. Decisi che quella storia doveva essere conosciuta”. Daniela Santerini si sbatte, però, contro i no delle case editrici. Di pubblicarla nessuno ne vuole sapere. Consegna allora il manoscritto all’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Soltanto molto tempo dopo riuscirà a pubblicare ‘Choi-oi!’ con Youcanprint, edizione ancora in commercio. Nel libro-diario sono presenti anche lettere, sempre dell’epoca, della chitarrista Viviana Tacchella e alcuni brani del diario di Rossella Canaccini, la cantante che era la più giovane del complesso. Quest’ultima, dopo lo scioglimento delle Stars, è stata l’unica a portare avanti per un certo periodo la carriera da solista raggiungendo una certa notorietà con alcuni brani. ‘‘ Il titolo viene dal lamento di un vietcong ferito che ho sentito in un ospedale e non ho mai dimenticato. Anche se ho saputo cosa significasse, ‘Oh mio Dio’, solo diversi anni dopo da un sacrestano vietnamita incontrato a Lucca”.
Anche se Daniela a differenza di Rossella non ha continuato la carriera di nel mondo della musica è quella che ha riscosso più successo infatti
Oltre a “Choi-oi!” sulla storia del complesso femminile Le Stars nel Vietnam del 1968, Daniela Santerini ha pubblicato altri libri. Tutti di diverso genere. “Il cerotto” contiene racconti che segnano l’inizio della passione per la scrittura, sfogo e d una delle ultime liriche presenti nel volume, intensa e a tratti dolorosa ma non priva di speranza. Quella speranza che affiora sempre anche nelle poesie che ne sembrano pririve del tutto. “Limus Il linguaggio musicale” spiega un nuovo metodo per imparare a suonare in modo consapevole. Un orientamento didattico sperimentale messoa punto da Daniela Santerini per le sue lezioni di pianoforte.
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