26.9.06

Senza titolo 1458

Eutanasia, ecco il kit fai da te


OGGI IN In Olanda e Belgio il kit per la "dolce morte", l'eutanasia, si vende in farmacia, costa 60 euro, non rimborsabili dalla mutua, lo possono acquistare i medici di base. In Olanda l'eutansia, in questo è stato il primo paese al mondo, è prevista dalla legge del 10 aprile 2001, in Belgio del 28 maggio 2002. In Belgio il kit, una scatolina con cinque fiale, qualche siringa usa e getta e un foglietto per le istruzioni, si trova in 250 farmacie del Paese, tutte quella della catena "Multipharma". Nel cofanetto ci sono tre ampolle da 20 ml di Pentothal, potente barbiturico da somministrare, due fiale da 10 milligrammi di Norcuron, paralizzante da tenere come farmaco di riserva e qualche dose di sonnifero.



Eutanasia/ Movimento per la Vita, una follia dibattere sull'onda dell'emotività



Su materie come l'eutanasia o il testamento biologico "non c'è nulla di peggio dell'avviare dibattiti sotto l'effetto di un'onda emotiva". Lo afferma il Movimento per la Vita che in una nota, a firma del presidente Carlo Casini, sottolinea che "sarebbe folle arrivare in Parlamento avendo negli occhi le immagini di Piergiorgio Welby che le televisioni hanno profuso in questi giorni". Casini ribadisce il "no secco ed incondizionato ad ogni forma di
eutanasia", chiarendo che "non è questione religiosa, ancora una volta è in gioco la ragione". 


"La presentazione di un caso particolarmente coinvolgente e capace di commuovere l'opinione pubblica - spiega la nota - è un metodo di azione Radicale ben noto e ripetutamente sperimentato in cui è presente una venatura di violenza perché intende cancellare con il fascino dell'emozione la
lucidità della ragione". Secondo il Movimento per la Vita, "un dibattito serio e costruttivo non può non prendere le mosse dal lavoro fatto dal Comitato nazionale di bioetica che più volte si è pronunciato in materia di eutanasia attiva e passiva. Molto recentemente esso ha valutato la proposta di riconoscimento del cosiddetto testamento biologico, riconoscendone un senso solo nella misura in cui esso consente la continuazione del dialogo medico-paziente senza vincolare scienza e coscienza del medico anche quando il paziente diviene incapace di intendere e di volere". 


"A questo documento - conclude Casini - occorre fare riferimento escludendo che la decisione di farsi uccidere sia un atto di libertà. La libertà infatti suppone la vita e come nessuno può rendersi schiavo vendendo la propria libertà così nessuno può disporre della propria vita se non quando si
tratti di salvare vite altrui".


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