23.8.12

Due morti eccellenti Joe Kubert e Sergio Toppi


Morto Joe Kubert: ecco alcune immagini per ricordarlo

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Il 12 agosto, all'età di 86 anni, è venuto a mancare Joe Kubert, uno dei grandi del fumetto statunitense e mondiale. Nato nel 1926 da genitori polacchi, Kubert inizia a lavorare nel campo dei fumetti appena undicenne come apprendista. Diventato professionista lavorerà a lungo per la DC Comics disegnando numerose storie di BatmanSuperman Hawkman.
Tra le altre testate che l'anno reso celebre non si possono dimenticare TorTarzan e il Punitore.
Negli anni novanta realizza il graphic novel Fax from Sarajevo e nel 2003 bissa il genere bellico con Yossel. Nel 2001 viene pubblicato il suo Texone intitolato  Il cavaliere solitario: 230 pagine di grande fumetto, pubblicato in Italia da Sergo Bonelli e negli Stati Uniti (in parte) da Dark Horse.
Oltre al suo lavoro come fumettista, Kubert lascia un segno nella storia del fumetto avendo fondato la Joe Kubert School, una delle più importanti scuole di fumetto del mondo. Tra gli studenti più brillanti i suoi figli, Adam e Andy Kubert, entrami oggi fumettisti di livello internazionale.
Per omaggarie l'arte di Joe Kubert ecco una breve gallery con alcuni suoi disegni.

  • Omaggio a Joe Kubert
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  • Omaggio a Joe Kubert
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Sergio Toppi è morto, lutto nel mondo dei fumetti
Sergio Toppi è morto, lutto nel mondo dei fumetti
Sergio Toppi è morto all'età di 79 anni a Milano, la sua città. Il grande fumettista e illustratore milanese soffriva già da qualche anno a causa di un tumore. I suoi inizi risalgono a quando, giovanissimo, faceva l'illustratore per l’Utet, e per alcuni anni collaborò anche nella realizzazione dei cartoni dei Pagot, di Calimero e Grisù. Con il Corriere dei Piccoli Toppi arriva al fumetto a 35 anni. Realizza opere per le pagine di Linus, Alter Alter, Corto Maltese, L'Eternatuta, e soprattutto le tantissime riduzioni a fumetti dei classici della letteratura de Il Giornalino, il cui direttore, padre Stefano Gorla, lo ricorda così: "Toppi era un signore, un uomo gentile che con il suo tratto mai incerto sapeva definire ed evocare insieme: una rarità, un privilegio concesso a pochi. Lo ricorderemo presto con una ristampa del suo Il richiamo della foresta, di Jack London"



Pubblicato il 22 Ago 2012

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