4.2.15

poniamo fine alle ideologie sui morti ( foibe e olocausto ) e ricordiamo come sugerisce il sindaco Riccardo Borgonovo di Concorezzo ( Monza )




come   punto di partenza


Cercando   un incipit   per  non cadere nella solitra retorica  celebrativa   di tali eventi  ho trovato e  fatto mio   questa parte  di pensiero  di  http://goo.gl/y2BqZ0

 Sia chiaro, non propongo alcun giustificazionismo: stragi e persecuzioni sono sempre da condannare anche quando si pretendono in risposta a torti subiti. Vorrei invece si riflettesse sul fatto che è possibile rompere lo schema per cui ognuno ricorda i propri morti, alimentando il proprio odio contro il nemico. Sarebbe invece opportuno che le giornate del ricordo riguardassero i morti che abbiamo provocato noi ad altre popolazioni, uscendo da facili autoassoluzioni che portano a proiettare sugli altri le proprie parti oscure per salvare l'immagine di sé (noi siamo buoni; sono gli altri i cattivi!) 

  che    potrebbe essere   insieme alla  motizia   trovata   con gooogle  news    e  proveniente  dal sito del Comune    di  Concorezzo comune di 15.371 abitanti della provincia di Monza e Brianza )  un modo  per  ricordare senza  cadere  nella strumentalizzazione  politica \  ideologica   e  nella  distruzione reciproca  di   mostre    che descrivono gli orrori in Istria  - Dalmazia  ( fatta  dai fascisti   con gli ustasia e  con i nazisti  )  o di targhe , vie   ,  monumenti ,ecc  dedicati alle vittime dele foibe 

   da  http://www.concorezzo.org/cultura/shoah-e-foibe-insieme-il-sindaco-mette-fine-alle-ideologie-sui-morti-2123.html

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borgonovo_riccardo.jpgCare alunne e cari alunni,
Quest’anno, in occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, e del Giorno delle Foibe, il 10 febbraio, ho pensato di scrivervi questa lettera, immaginando di parlare direttamente con ciascuno di voi perché credo sia importante condividere qualche riflessione su quegli eventi così gravi della storia del nostro Paese e dell’Europa e sul significato di ricordarli solennemente.
Il 27 gennaio di 70 anni fa, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa varcarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, liberando i pochi superstiti. Attraverso quei soldati fu il mondo, incredulo e inorridito, a spalancare gli occhi sull’atroce realtà dello sterminio nazista del popolo ebraico, perpetrato e attuato con metodo e con crudeltà disumana. Questa data in tutto il mondo ebraico celebra appunto il ricordo  dell’olocausto ebraico. Il 10 febbraio è la data scelta dallo Stato Italiano per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra della complessa vicenda del confine orientale.
Perché ricordare tutto ciò? Perché conservare memoria di due storie così diverse e però simili per la violenza, l’ingiustizia, l’intolleranza che ne sono state cause e sostanza? Perché valga da monito, perché tutto questo non ritorni mai più. Perché noi tutti, e voi giovani per primi, dobbiamo tenere alta la guardia contro ogni germe di sopruso e sopraffazione, esercitare ogni giorno senso di giustizia e libertà, denunciare le sopraffazioni e combatterle con ogni mezzo. Non dovete rinunciare mai a pensare con la vostra testa, anche quando può apparire più semplice o più comodo reprimere la propria coscienza e accodarsi con vigliaccheria al richiamo di prepotenti e fanatici.
Per avere memoria bisogna però conoscere, e per conoscere bisogna leggere, vedere, raccogliere testimonianze, informarsi, ascoltare il passato per poter guardare con lucidità e consapevolezza il presente.
Immagino che nelle vostre aule queste ricorrenze rappresentino appunto momenti di conoscenza del passato e di riflessione che i vostri insegnanti vi aiutano a costruire e a sviluppare.
Ecco, il mio invito è a proseguire sulla strada di questa conoscenza, a soffermarvi su queste ricorrenze con profondità e con curiosità, a condividere anche con le vostre famiglie un’esperienza di ricordo e di riflessione rivolta anche al presente, purtroppo funestato nel mondo e anche in Europa dalla violenza e dal ritorno di terribili fantasmi che paiono non essere ancora sconfitti.
Concludo dunque ringraziandovi per l’attenzione e ricordandovi che, come ogni anno in occasione di queste giornate, presso la biblioteca comunale di via De Capitani potrete trovare un’ampia bibliografia sull’Olocausto e sul dramma delle Foibe alla quale attingere per coltivare la memoria di questo nostro passato doloroso e mai sufficientemente ripensato.
                                          Il sindaco    
                                      Riccardo Borgonovo
 Ora   Speriamo  che    questa  vicenda     non sia    1) solo  tentativo   revisionista estremo   , ma  sopratutto  comparativo   di  equiparare    due  tragedie   distinte  della storia   frutto   guasto  dalle ideologie  XIX e  XX  secolo  .,  2 )   di  mettere    da  parte  il  vittimismo italiano  nel non volere    fare i conti con il proprio passato  e  non ricordare  a  360 °  gradi  tali abberranti eventi    ma  solo quello  che   gli pare  
das  http://goo.gl/5VyFQi
Infatti  come   ho  già detto    nel  post  precedente  e  in altri post  del  blog  in occasione di tale  giornata    le  foibe  e   l'esodo  delle popolazioni dalmate  \  istriane    vanno ricordate  non   a senso unico   cioè ad  uso e  consumo ideologico . Ma  nella  sua interezza fra  ciò che   c'è  stato prima  La composizione etnica della Venezia Giulia e Dalmazia.,  la  Grande Guerra e annessione all'Italia ,Il biennio rosso e il "fascismo di confine" , L'italianizzazione fascista , L'invasione della Jugoslavia ,La nascita della resistenza jugoslava , Repressione, conflitti etnici e crimini contro i civili,le stragi  dell'esercito   italiano stragi e repressioni, a saccheggi e a brutalità. In particolare, è da ricordare il ruolo della II Armata Italiana, sotto il comando del generale Roatta con la  collaborazione  e  il supporto  di   Ante Pavelic, la  gestione e  la creazione  i leger di Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar,  Rab. Furono creati campi anche in Italia, per esempio a Gonars (Udine), a Monigo (Treviso)Renicci di Anghiari (Arezzo) e a Padova degli itraliani le  vendette   personali   dopo   il 25 luglio  e  l'8 settembre  1943 , l'armistizio e prime esecuzioni , I ritrovamenti dell'autunno 1943 ,L'armistizio in Dalmazia,  i campi  di transito  e  i lager   tedeschi  non dimentichiamo  che  primo levi prima  di andare in germania  era passato da  Fossoli )  
) e  quello  che   ci fu dopo (  Gli eccidi contro la popolazione italiana , L'occupazione tedesca della Venezia Giulia e l'Ozak, Autunno 1944: Ritiro dei tedeschi dalla Dalmazia,Primavera 1945: l'occupazione della Venezia Giulia  da parte  dei  comunisti , Gli eccidi a Trieste ed in Istria,situazione  di Gorizia e provincia,  Fiume )  
 Tutte  situazioni specie  le  ultime   che portano   all'esodo  popolazioni  istriane   E   per     finire  la  guerra  fredda   tra  Usa  e  Urss      che fece cadere  il  silenzio   salvo  che  i nazionaisti   italiani  )  su tali  argomenti   . fino alla istituzione della  giornata del ricordo
Ma    vedendone  l'altro alto della  medaglia potrebbe     anche essere  un tentativo  di   guardare  avanti    oltre  il dualismo ideologico  che  ha caratterizzato  (  e caraterizza  )    queste   due  date  senza    per  questo  dimenticare   ciò  che  essi  sono stati  .
 Solo cosi eviteremo o  almeno  ridurremo   drasticamente   fenomeni  come    :
  • scontro tra ideologie
  •  strumentalizzazioni   ed uso politico  d'avvenimenti  tristi e ddolori   come questi 
  •  ragazzi\e  liceai   che   intorno al 27 gennaio di ogni anno, da qualche tempo a questa parte, masse di giovani pseudo-studenti, provenienti dalle scuole di tutta Italia, blaterano per stradao  su i social  , dicendo: «aeh, mi devo sciroppare un’altra volta la pippa sugli Ebrei  \  o sugli infoibati ?». Opeggio  fare  "  filone "  a scuola  quandi  si celbreranno il 27  gennaio e il  10 febbraio ., o andranno  a  visitare con lke  ascuole  i  campi  di cncentramento   solo per farsi una gita  



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