vi potrebbe interessare uno dei miei tantissimi post sull'argomento in questione
Il 10 febbraio di ogni
anno, si celebra il Giorno del ricordo, dedicato alle vittime delle
foibe e a tutti gli esuli dalmati e istriani di origine italiana
costretti dal governo e dalle truppe jugoslave di Tito ad abbandonare le
proprie case alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Così come per la Giornata della memoria ,
al di là di ogni polemica e scontro ideologico, il Giorno del ricordo
serve ( o almeno cosi dovrebbe ) per non lasciare che si perda nell’oblio una
pagina nera della storia contemporanea, per far sì che le coscienze
rimangano vigili e attente e che si evitino i terribili errori del
passato. Il ricordo però va alimentato: ecco allora una bibliografia
ragionata a scoprire ( almeno per chi ancora non lo sa o ha
vaghe notizie ) come e perché migliaia di persone morirono o emigrarono dalle loro terre .Ma soprattutto a ricordare ed evitare che su tali tristi eventi e storie cali l'oblio o il ricordo sia solo di una parte come lo è stato causa silenzio imposto da Usa-Urss durantre la guerra fredda in quanto la ex jugoslavia se pur guidata da un dittatore sanguinario e comunista era uno stasto cuscinetto verso L'Urss ( ed in parte continua ad esserlo oggi ) fino all'istituzione alla sua istituzionalizzazione diventando strumentalizzazione ed ricordo a senso unico
La storia è come un processo: in tribunale si ascolta l'accusa e la difesa. La giuria deve sapere tutti i fatti se vuole emettere un verdetto "il meno sbagliato possibile".Ma soprattutto : << GLI INTERVENTI LI RIPORTIAMO "LIBERAMENTE", NON PER PARTITO PRESO O PER ATTRIBUIRE TORTI O RAGIONI.MA PERCHE' E' GIUSTO CERCARE DI CAPIRE - QUINDI LI OSPITIAMO ANCHE SE HANNO UNA TESI DIVERSA DAGLI ALTRI PRESENTI.OGNUNO DI NOI SA, CHE ESISTONO DIFFERENTI STORIOGRAFIE E DIFFERENTI INTERPRETAZIONI DEI FATTI STORICI. DIFFICILE FARLI CONDIVIDERE O TENTARE DI METTERE D'ACCORDO IMPORTANTE E' INFATTI SOSPETTARE, METTERE IN DUBBIO LE NOSTRE CONOSCENZE, SOPRATTUTTO QUANDO LA NOSTRA TRACCIA "DIDATTICA" E' IMPOSTA E IMPEDISCE DI FARE UN'ALTRA SCELTA; SCELTA CHE DOVREBBE ESSERE TESTIMONIANZA DI LIBERTA', IN CASO CONTRARIO SIGNIFICHEREBBE CHE "LA NOSTRA DEMOCRAZIA LIBERALE NON E' ANCORA COMPIUTA".E QUESTA NON E' UNA INTEPRETAZIONE !! Francomputer >> da http://cronologia.leonardo.it/mondo38y.htm ( un ottima ed obiettiva pagina su tali eventi )Se dopo gli approfonditi post ( vedere il più noto nell'url sopra ) vi aspettavate anche quest'anno un post di tale calibro vi sbagliate di grosso . Sul serio stavolta non ho niente di nuovo e d'altrettanto arguto da scrivere su tali eventi . se che le persone morte << (....) Sono state le vittime sacrificali di odi antichi fomentati da ideologie aberranti. >> ( das http://www.arenadipola.it/index.php?option=com_content&task=view&id=233&Itemid=2 ) Se non che essi sono un concentrato di atrocità e pulizia etnica \ genecidio ideologico \ nazionalista che riassume in se le brutture del secolo scorso Quindi vi lascio sia con la solita raccomandazione su come intendo il ricordo di tali eventi , sia con elenco di testi e di altri documenti per farvi un idea a 360° gradi ed evitare di cadere prigionieri delle balle e del ricordo a senso unico che ci propongo i media ufficiali . Infatti e quyi concludio rinviandovi ( oltre a quella dei miei post precedenti ) ad una coorposa biografia , ha ragione Franz Baraggino de il fatto quotidiano quando dice : << [--] Non ho mai letto sui libri di testo, a scuola, dei lager fascisti
nell’attuale Croazia. Non sapevo che l’Italia fascista contasse più
campi di concentramento della stessa Germania nazista, ignoravo che nel
campo di Rab, in Croazia (dove sono morti migliaia di Sloveni, in gran
parte deportati dai rastrellamenti di Ljubljana) la mortalità quotidiana
superasse quella di Dachau (dove trovò la morte il fratello di mio
nonno). Oggi lo so, ma non ho mai assistito alla celebrazione di quel ricordo, di quelle persone, all’ammissione di quelle colpe.
Come ricordare in modo maturo e sereno le vittime delle foibe? Come non
dire che quel naturale fenomeno carsico – una grotta verticale – venne
utilizzato dagli stessi fascisti, che per primi lo utilizzarono nei
territori di Istria e Dalmazia per uccidere e occultare corpi,
dedicando alla foiba addirittura una canzone dove questa compare come
musa ispiratrice? Come ritrovare un equilibrio nella memoria che
rispetti i corpi di Basovizza e tutti gli altri, se tuttora vengono
USATI per dei distinguo che, a oltre settant’anni da quei giorni,
dovrebbero essere messi da parte per restituire a questo Paese e a
quelle terre la verità storica che meritano.L’unico studio portato avanti da una commissione di professori
universitari italiani, sloveni e croati, che ovviamente restituì colpe a
entrambe le parti, venne chiuso in un cassetto anche dall’Italia,
perché dava fastidio a destra e a sinistra. Gli esuli, e quanti rimasero
per continuare ad abitare la loro casa, furono vittime innanzitutto
dell’odio che gli italiani avevano seminato in quelle terre. Il
carteggio del responsabile di Mussolini per quelle terre con lo stesso
Duce parla di “esigenza di pulizia etnica”. E così fecero: persone
rastrellate mentre erano al lavoro nei campi, donne e bambini presi e
divisi per sempre. Gente uccisa sul posto. I campi di
concentramento dislocati anche sul territorio italiano li conoscono in
pochi. Pochissimi sanno cosa accadde al loro interno.
Fu mio padre a consigliarmi la lettura di quel libro, che tutt’ora consiglio a quanti sentono l’esigenza di sapere. Mio padre me lo fece leggere perché sapessi, per poter capire meglio, per distribuire colpe, se mai fosse necessario per la mia generazione, in modo più rispettoso della verità che tanti morti aveva causato. Mio padre, che è nato a Montona d’Istria (oggi Croazia) nel 1942, che a meno di due anni lasciò la casa materna con tutta la famiglia. Mio padre, che sposò una ragazza della minoranza slovena di Trieste, che non cercò mai la verità nella ricomposizione strumentale di mezze verità. Ai morti e alle vittime di una guerra e delle sue conseguenze, prima di tutto, si deve l’amore per la verità. Coltivato poco e male in questo Paese, sempre parziale. Mai nella ricostruzione ufficiale della storia di quelle terre. >> ( qui l'articolo integrale http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/10/foibe-un-ricordo-sempre-al-netto-delle-colpe/875917/ )
Biografia e documenti vari
- Rossana Mondoni e Luciano Garibaldi FOIBE: UN CONTO APERTO Il testamento di Licia Cossetto Edizioni Solfanelli Pagine . 56
- AESPI ITALIA, CONFINE ORIENTALE E FOIBE Atti del Convegno AESPI - Rete Scuole Superiori Milano, 5 maggio 2011Edizioni SolfanelliPagg. 152
- Luciano Garibaldi e Rossana Mondoni NEL NOME DI NORMA Norma Cossetto, la tragedia dell'Istriae altre vicende a Trieste e sul confine orientale italiano Presentazione di Renzo Codarin Edizioni Solfanelli Pagg. 152
- Rossana Mondoni SOPRAVVISSUTO ALLE FOIBE La vicenda di Graziano Udovisi,combattente italiano al confine orientale,infoibato dai titini, miracolosamente sopravvissuto Presentazione di Luciano Garibaldi Edizioni Solfanelli Pagg. 126
- Luciano Garibaldi e Rossana Mondoni VENTI DI BUFERA SUL CONFINE ORIENTALE Edizioni Solfanelli Pagg. 152
- Esuli. Dalle foibe ai campi profughi: la tragedia degli italiani di Istria, Fiume, Dalmazia – Gianni Oliva
- I testimoni muti. Le foibe, l'esodo, i pregiudizi – Diego Zanadel
Si tratta di un romanzo in cui la voce narrante è quella di un bambino nato in uno dei campi profughispuntati durante l’esodo giuliano-dalmata. Il suo incontro con un uomo, un testimone muto della catastrofe, sarà l’occasione per raggiungere una nuova consapevolezza della propria storia e delle proprie radici. Come il protagonista, anche l’autore è nato in un campo profughi, quello di Servigliano , da genitori fiumani.
- Comunisti ai confini orientali. Guerra, resistenza, scontri politici e foibe in Venezia Giulia e Istria 1941-1947 – Leonardo Raito
Un altro saggio che aiuta a capire le dinamiche politiche e ideologiche dietro le vicende istriane e che tenta un’analisi del complesso ruolo giocato dai comunisti italiani in quella terra di confine. Nel secondo dopoguerra, mentre si andava delineando lo scenario della guerra fredda, le missioni dei delegati italiani e sloveni si scontravano sulle divergenze politiche e militari, sulle questioni resistenziali e sul massacro delle foibe.
Lorenzo Goretti vuole scoprire il passato di suo padre, il capitano Carlo Goretti, morto ormai da 15 anni e decorato con la Croce di guerra. Inizia così una difficile ricerca che lo porta al confine orientale, nelle terre dei combattimenti contro i partigiani di Tito e davanti alle bocche oscure delle foibe.
- Foibe. L'ultimo testimone – Graziano Udovisi
Si tratta di una testimonianza diretta di chi ha vissuto in prima persona l’attimo del “salto” nella foiba. 14 maggio 1945 l’ufficiale istriano Graziano Udovisi deve scegliere in un secondo se rimanere fermo ed essere falciato dalla mitragliatrice, oppure buttarsi nel baratro e morire cadendo. La sua storia è quella di un miracolato, che salvò se stesso e un commilitone, riuscendo a risalire in superficie da trenta metri di profondità. Udovisi ricorda in questo libro gli orrori della guerra e del carcere, delle torture e dei tragici momenti sull’orlo della foiba.
I "foibologi"
Molti dei presunti esperti di foibe e di infoibamenti, autori di testi e articoli spesso utilizzati come fonte anche da esponenti della sinistra italiana, non sono altro che fascisti od ex-fascisti.:
- Luigi Papo:
Autore di molti testi sulla questione delle foibe, pubblicati con la casa editrice fascista Settimo sigillo, Luigi Papo, che si firma “Luigi Papo de Montona”, è da sempre stato un fascista che durante la guerra si rese responsabile di rastrellamenti, esecuzioni sommarie e rappresaglie in Istria «Luigi Papo ex ufficiale della Milizia fascista al servizio dei tedeschi in Istria, il più fecondo "storico" delle foibe di estrema destra, è arrivato a scrivere che gli "eccidi" portarono alla "eliminazione del 5 per cento degli Italiani"! Insomma, si sono toccati livelli incredibili di esagerazioni e di falsificazioni.»
- Marco Pirina:
Nato nel 1943 da un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana (Francesco Pirina), ucciso dai partigiani nel luglio del ‘44, fu militante e poi presidente del FUAN romano. Pirina Entrò a far parte del Fronte Delta, che nel tentato golpe Borghese avrebbe dovuto avere un ruolo di primo piano. Negli anni 80 militò nella Lega Nord, poi passò a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. A Pordenone fondò il Centro Studi Silentes Loquimur [29]. Claudia Cernigli ha più volte denunciato le falsità storiche riportate dal Pirina in molti suoi testi (es. l'inserimento nella lista degli infoibati anche di partigiani uccisi dai nazifascisti o di caduti in altre circostanze). Per il suo libro Genocidiò nel gennaio 2010 ha subito una condanna per diffamazione poiché il suo testo non forniva prove sulle accuse rivolte a tre partigiani sulla loro partecipazione agli infoibamenti [30]
- Augusto Sinagra:
Legale di Licio Gelli, membro della loggia p2 e legale del governo turco all'epoca del “caso Ocalan, recentemente ha affermato «Ha anche detto che le foibe sono il prodotto di "una barbarie antica che viene da lontano" perché i popoli "slavi" sono privi di civiltà, come s'é visto poi anche con le vicende della Bosnia.» [31]
- Padre Flaminio Rocchi:
Pseudonimo di Anton Sokolic, di padre croato, in seguito cambiò il suo nome originale nell'italiano Flaminio Rocchi. Divenne francescano all'età di 14 anni e fu cappellano militare durante la guerra, poi dirigente dell'Unione degli Istriani, esponente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di chiara tendenza nazifascista, Rocchi fu anche vicepresidente della “Lega istriana” . Il suo libro L'esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati, secondo Claudia Cernigoi, è infarcito di molti errori marchiani, in particolare sulla cosiddetta “foiba” di Basovizza. [32]
- Giorgio Rustia:
Triestino, si è avvicinato negli anni '90 a Forza Nuova dopo aver fondato un “Comitato spontaneo di triestini che non parlano lo sloveno”. Laureato in scienze biologiche si spaccia per storico; ha stretti contatti con le varie associazioni combattentistiche comprese quelle dei reduci della Repubblica di Salò, unite nell'Associazione Grigioverde.
o Altri "esperti di foibe" non fascisti:ma vicino anticomunisti
- Gianni Bartoli:
Democristiano, esule istriano e sindaco di Trieste negli anni ‘50. Nel suo Martirologio delle genti adriatiche cita 4.000 nomi di infoibati per tutta la “Venezia Giulia” (le attuali province di Trieste e Gorizia, ed il retroterra di queste che si trova oggi in Slovenia), l'Istria, Fiume e la Dalmazia, in riferimento al periodo che va dal 1943 all'estate del 1945. Secondo Foibe e mito vi sarebbero molti errori di trascrizione, nomi duplicati e addirittura di persone che non morirono affatto e rientrarono dalla prigionia.
- Gianni Oliva:
Laureato in lettere, è anche studioso ed insegnante di Storia delle istituzioni militari alla Scuola di applicazione d'arma di Torino. Pubblica libri per la Mondadori
- il documentario in 4 parti ( qui su raistoria ) per comprendere la storia del confine orientale d’Italia e sfatare il mito dello “italiano? brava gente!”, 4 episodi tratti da un documentario presentato ai festival di Pessac e Biarritz in Francia e Bra nel Montenegro, ma ancora inedito in Italia. Una storia che inizia il 4 novembre del 1918, con l’annessione all’Italia del Friuli e di Trieste, poi la II guerra mondiale e l’occupazione della Slovenia, le foibe, gli esuli sino alla scomparsa del confine secondo il trattato di Maastricht.
- http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/guerre-di-confine/24107/default.aspx
- il libro e l'opera teatrale di Cristicchi Magazzino 18
- Federico Tenca Montini Fenomenologia di un martirologio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta a oggi (KappaVu, 2014)
- il pamphlet Critica della vittima di Daniele Giglioli (Nottetempo )
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