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25.7.20

una donna pasqua zau diede via allle rivolte del su connottu




A Nuoro, la mattina del 26 aprile del 1868, scoppiò una grande rivolta nota con il nome di “Su Connottu” (il conosciuto) contro la decisione di messa in vendita del salto di “Sa Serra” e dei terreni comunali che prima venivano utilizzati dalla comunità liberamente.

L'immagine può contenere: 1 persona, sta camminando e spazio all'aperto
Donna di Nuoro, in Corso Garibaldi, fine 800.
Foto di Antonio Ballero, collezione Illlisso.

I Nuoresi in rivolta, guidati da una donna coraggiosa di nome Paskedda Zau, si diressero verso il palazzo comunale, le porte vennero abbattute e la folla si impadronì dei fucili della Guardia Nazionale. Iniziò così il saccheggio del municipio: i rivoltosi diedero fuoco a buona parte dell’arredamento e ai documenti dell’archivio dove, nero su bianco, giacevano i piani di lottizzazione e i registri dello Stato Civile, pensando di distruggere insieme agli atti, anche la decisione di messa all'asta dei terreni. Ma così non fu. Vennero uccise 8 donne e Paskedda Zau venne arrestata.
editto delle chiudende
“A su connottu” era il motto dei manifestanti, che chiedevano appunto, un ritorno alle consuetudini, a ciò che avevano sempre conosciuto, un codice mai scritto ma riconosciuto e rigorosamente rispettato dai Sardi, ossia al ripristino dell’antico sistema di gestione comunitaria dei terreni.
Quei tempi felici, de su "Connottu", non tornarono mai più.






I Nuoresi in rivolta, guidati da una donna coraggiosa di nome Paskedda Zau, si diressero verso il palazzo comunale, le porte vennero abbattute e la folla si impadronì dei fucili della Guardia Nazionale. Iniziò così il saccheggio del municipio: i rivoltosi diedero fuoco a buona parte dell’arredamento e ai documenti dell’archivio dove, nero su bianco, giacevano i piani di lottizzazione e i registri dello Stato Civile, pensando di distruggere insieme agli atti, anche la decisione di messa all'asta dei terreni. Ma così non fu. Vennero uccise 8 donne e Paskedda Zau venne arrestata.
“A su connottu” era il motto dei manifestanti, che chiedevano appunto, un ritorno alle consuetudini, a ciò che avevano sempre conosciuto, un codice mai scritto ma riconosciuto e rigorosamente rispettato dai Sardi, ossia al ripristino dell’antico sistema di gestione comunitaria dei terreni.
Quei tempi felici, de su "Connottu", non tornarono mai più.

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