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18.4.25

DIARIO DI BORDO SPECIALE . Mamma coraggio pianta un campo di 30.000 tulipani per far felice la figlia di 5 anni operata al cervello per una malatttia rara ., carne si o no a pasqua che noia. scontro tra la bramilla e la codiretti , Il tour nell’isola dello chef giapponese Atsuyoshi Hanazawa : «A Tokyo vorrei portare il porcetto»

  da  cronache della sardegna   e non solo di  Maria Vittoria Dettoto



Mamma coraggio pianta un campo di 30.000 tulipani per far felice la figlia di 5 anni, dopo che la bambina viene operata al cervello a causa di una malattia rarissima.🌷🌷🌷


La storia commovente che riporto oggi è una storia d'amore, di sofferenza e di rinascita e parla della piccola, splendida, dolce Sofia.
Sofia è una bambina di cinque anni affetta da una malattia rarissima, della quale soffrono 27 persone in tutto il mondo . Poco tempo fa la bambina è stata sottoposta ad una delicata operazione al cervello per affrontare le continue crisi epilettiche dovute alla sua malattia, che comporta una mutazione del gene KYM2.L'operazione si era resa necessaria perché la bambina con il tempo era diventata farmaco resistente e per lei era l'unico modo per stare meglio. La bambina viene ricoverata all'ospedale Meyer di Firenze per affrontare l'intervento chirurgico. Accanto a Sofia ci sono sempre i suoi genitori che non la lasciano mai sola, né di giorno, né di notte.È proprio durante una notte passata in corsia che la madre di Sofia, la 28enne Greta Turrini, alza gli occhi verso il cielo e vede in una finestra dell'ospedale toscano il disegno di un tulipano su un vetro . . Promette alla figlia che se l"operazione al cervello andrà bene, le dedichera' un campo di tulipani.L'operazione riesce e Greta non ha più le crisi epilettiche



La madre ed il padre comprano 30.000 bulbi di tulipani dall'Olanda e li piantano in un terreno a Castelnuovo Rangone in provincia di Modena . Qui la famiglia riproduce tutte le storie che racconta nelle favole a Sofia, che grazie a questa iniziativa sta meglio ed è felice. Sua madre ogni giorno alle 16 si traveste da Peppa Pig, il personaggio dei cartoni preferito di Sofia e le racconta una nuova storia
.Ogni giorno che passa è per questa bambina e la sua famiglia un nuovo giorno, una nuova lotta alla malattia. Un simbolo di resistenza che si rinnova e rifiorisce, come quei tulipani che si sbagliato colorati e profumati verso il cielo. La vita che cresce e si rinnova. L'azienda di tulipani, la Tulip Wonderland che porta il nome di Sofia aperta il 30 marzo, è stata presa d'assalto da tutti coloro che si sono affezionati al progetto, a Sofia ed ai suoi genitori







La madre ha voluto dedicare a sua figlia queste emozionanti parole che toccano il cuore di tutti/e noi, a corredo di una foto di Sofia in braccio alla mamma nel campo di tulipani.
"A te io dedico tutto questo.
Incredibile come in quattro anni sei riuscita a stravolgere completamente la mia vita!
Tu che così piccolina mi hai sempre insegnato il vero significato della parola " lottare " Io invece ti insegno a credere sempre nei tuoi sogni!".

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leggendo   la   news  

Brambilla: «Stop strage di agnelli» Cualbu: «Mangiarli è tradizione»  Polemica di Pasqua tra la presidente della Lega difesa degli.animali e Coldiretti  L'onorevole: «Passate adieta vegetariana». Il presidente: «Comprate carne locale»

Mi  girano .....   tanto da    non riportare  rispetto a  secondo articolo  del giornale   locale  (  la  nuova  sardegna  )  ma     solo il titolo  . Soprattutto quyando  chi conduce  tale  battaglia  lo fa   ipocritamente  . Infatti  La deputata Michela Vittoria Brambilla chiede a noi di non mangiare agnelli e capretti a Pasqua, una "strage di cuccioli strappati alle madri", e   fin qui niente  eccezionale ci starebbe perchè  chi non condivide le   campagne  contro l'abbandono degli aimali  il maltrattamento degli animali, chiede l'abolizione della sperimentazione animale, della caccia, dei circhi con animali, degli zoo, dell'uccisione di animali da pelliccia, della macellazione rituale e dell'allevamento intensivo. Il problema  è la coerenza   visto   che ha   ed  è <<  sotto processo per i suoi rapporti con aziende che commerciano salmoni e gamberetti.[73][74][75][76][77]  >>( wikipedia  )   .
Ma  però 
Chissà se penserà lo stesso anche dei cuccioli di salmoni e gamberetti. Vedetevi la puntata di Report sulla signora Brambilla. Ve la consiglio.Eccovi il link  : << Report 2024/25 - Dalla parte di (quasi) tutti gli animali - Video - RaiPlay >>Ora  dopo questa  deviazione   riprendendo   il  discorso  Visto      che    ad    ogni  festività  natalizia   o  pasquale   vengono dette  sempre  le  stesse  cose   d'entrambi gli schieramenti    la  stessa polemica  e contrapposizione  inutile  . ogni  uno   faccia  come crede ,  ma non   rompete  . prendete esempio  da quanto ha detto Papa  francesco tempo  fa  <<  Mangiate quello che volete a Pasqua, il sacrificio non è nello stomaco, ma nel cuore. Si astengono dal mangiare carne, ma non parlano con i loro fratelli o familiari >> e  non ci rompete  

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  veniamo alla  seconda    storia  sarda . 

Unica osservazioe che  mi sento di fare  ,  da profano non  da  cuoco  ( so   malapena farmi un uovo soo o una  pasta  a  burro ) , è   che  può fare la stessa  ricetta    sarda   con il maiali nostrani on  è  per  forza necessario che  lo  debba importare  . 

   dala nuova  sardegna     del 18\4\2025
                                      

                                    di Rachele Falchi

Il tour nell’isola dello chef giapponese  Atsuyoshi Hanazawa: «A Tokyo vorrei portare il porcetto» Nella capitale nipponica ha un locale di cucina sarda. A Mores la prima puntata del viaggio a tema «seada»

                              


Mores Fa un certo effetto riconoscere quel legame tipico sardo verso la propria terra, quello che infiamma viscere e pensiero, che tu sia dentro o fuori dall’isola. La Sardegna, quando le appartieni, diventa un meraviglioso tormento. Atsuyoshi Hanazawa dall’isola si è fatto travolgere, all’isola si è abbandonato.

Classe 1960, giapponese doc nato e cresciuto a Tokyo, Hanazawa nella sua vita è sempre stato un artista, muralista per la precisione. Una carriera ricca di collaborazioni molto importanti, uno studio di pittura aperto nel cuore della capitale, nell’elegante quartiere di Jiyugaoka. Circa quindici anni fa la cosiddetta “folgorazione sulla via di Damasco”: galeotto fu un lavoro commissionatogli da un ristorante sardo a Tokyo e il primo incontro con la seada. Quell’esplosione di sapori lo ha inebriato e tramortito, talmente tanto da stravolgere per sempre il corso della vita.

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In questi giorni era a Mores, primo giorno del suo ottavo viaggio in Sardegna, insieme a una piccola comitiva di amici e clienti giapponesi che lo hanno voluto accompagnare in questo nuovo pellegrinaggio. Si perché ormai la Sardegna è cosa sacra per lui. «Tutto è cominciato da quell’assaggio – racconta Hanazawa, da una panchina di legno in un piccolo angolo di Mores, che guarda al campanile antonelliano – volevo sapere tutto su questo dolce e sulla Sardegna; così, grazie ad alcuni amici comuni, ho conosciuto Marco Sulas di Galusè e gli ho chiesto di creare per me un viaggio su misura, tutto a tema seada». Non cercava solo una ricetta: voleva capire, entrare nella cultura che l’aveva generata, scoprirne i segreti, i gesti, le mani, le storie. «Quella che poteva sembrare apparentemente una follia – ricorda Marco Sulas, ormai amico fraterno e punto di riferimento di Hanazawa in Sardegna – si è tramutata per tutti in una favolosa occasione: per noi di cimentarci in un progetto estremamente sfidante grazie al quale abbiamo compreso meglio come raccontare e promuovere la nostra terra, mentre per Hanazawa questa straordinaria esplosione di passione verso il nostro popolo, le tradizioni, i luoghi e ovviamente l’enogastronomia ha permesso di trasformare un’idea bizzarra in realtà in meno di sei mesi».

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Nel 2013 apre il Seadas flower caffè, nel cuore di Jiyugaoka, non un semplice ristorante ma un angolo autentico di Sardegna in Giappone che Hanazawa gestisce personalmente, insieme ad Akiko Okabe, dividendosi tra fornelli e colori. Un luogo che non solo serve piatti sardi, ma racconta la Sardegna, ogni giorno, tutto l’anno. Un’impresa vera, cresciuta con dedizione, passione e rispetto. Lì tutto parla di Sardegna: le pareti sono decorate con maschere tradizionali, tappeti, ceramiche, fotografie. La cucina è un omaggio sincero: gnocchetti, culurgiones, pane carasau, vini sardi e naturalmente le seadas, vero simbolo del locale.

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«Siamo diventati piuttosto bravi e fedeli all’isola, realizzando i suoi piatti tipici, ma purtroppo soltanto uno mi è impossibile da replicare in Giappone: il porcetto. Nel mio Paese è molto complicato reperire il maialino da latte – ci spiega Hanazawa – e così resta ancora un desiderio inespresso, far provare ai miei amici e clienti giapponesi questa prelibatezza unica. Ne andrebbero matti». Non è solo un ristorante, però. Il Seadas Flower Caffè è anche la sede dell’Associazione Isola Sardegna Giappone, punto di riferimento per i sardi residenti nel paese del Sol Levante e per chi, incuriosito da un piatto, finisce per innamorarsi di un’intera cultura. Il locale è diventato un piccolo ambasciatore d’isola: racconta storie, tradizioni, promuove esperienze, scambia emozioni. Il legame con la Sardegna è diventato per Hanazawa una missione personale. Non si limita a riprodurre piatti o vendere souvenir: racconta l’anima dell’isola a chi non la conosce, la traduce con sensibilità, la restituisce con cura. Ogni volta che torna in Sardegna, come questa volta, è un ritorno a casa, ogni visita un’occasione per imparare, scoprire e raccontare.La sua mappa affettiva si allunga ogni anno: Tonara, Aritzo, Nuoro, Alghero, Castelsardo, Cagliari, ogni luogo lascia un segno e si riflette poi in un dettaglio del suo ristorante, in un ingrediente, in un ricordo condiviso con i clienti. In questi giorni, accompagnato da Marco Sulas, il gruppo sta vivendo un viaggio esperienziale alla scoperta di una nuova parte dell’isola autentica: da Usini a Mores, dalle coste di Orosei alle strade della Barbagia, tra Bitti, Nuoro e Dorgali, fino alla Marmilla. Un itinerario disegnato per toccare luoghi, sapori e persone, la Sardegna meno patinata, che si concluderà il 23 aprile proprio come tutto è cominciato: nel 2013 a Tonara, questa volta a San Gavino Monreale, Hanazawa realizzerà come omaggio per l’isola un murale a testimonianza di questo incredibile legame con la terra sarda.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...