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30.5.22

Le troppe straordinarie “coincidenze” nella storia del professore laureato al posto del suo omonimo e Roma, opera senza la laurea e lascia il paziente invalido. Si è finto medico lavorando per 15 anni in ospedale

di cosa stiamo parlando 


Le troppe straordinarie “coincidenze” nella storia del professore laureato al posto del suo omonimo
28 MAGGIO 2022 - 14:14
di OPEN





Le coincidenze fanno parte della vita di tutti: pensi a una persona che non vedi da tanto tempo e un minuto dopo la incroci per strada, oppure vinci un viaggio a Tirana e scopri che la tua squadra del cuore giocherà proprio là la partita della stagione. Ma la vagonata di coincidenze grazie a cui il professor Sergio Barile, ordinario di economia e gestione delle imprese all’università La Sapienza di Roma, si è preso una seconda laurea in fisica supera qualsiasi immaginazione, e sarebbe troppo grossa per qualsiasi Guinness dei primati, oltre che improponibile per qualsiasi trattato di statistica.
I fatti: Barile si è laureato in fisica un anno fa senza aver fatto un solo esame. Nessuno. Secondo la sua versione, lo ha potuto fare grazie a un qui pro quo della segreteria di quella facoltà, che lo aveva scambiato per un suo omonimo. Ciò è sembrato poco credibile perfino per i vertici della sua stessa università, tant’è che il professore è stato rinviato a giudizio per falso ideologico. La storia è finita sui giornali un paio di giorni fa, e il docente ha provato a spiegarsi incalzato da Daniele Autieri di Repubblica, così: “Lo scambio di persona è avvenuto non solo perché abbiamo lo stesso nome e perché siamo nati nello stesso giorno, ma il mio omonimo si è iscritto fuori corso nello stesso giorno in cui io mi sono iscritto al corso di laurea in Fisica. Non solo: proprio in quei mesi il cervellone della Sapienza è migrato da un sistema informatico a un altro. È una situazione kafkiana, capisce?”.
Certo, kafkiana, se fosse vero. Ma è difficile da credere: nello stesso giorno del 2003 si sarebbero iscritti alla stessa facoltà di fisica della stessa università due omomimi, Sergio Barile, nati nello stesso giorno, aspetto non banale, perché a differenza delle altre matricole i due Barile non erano dei freschi maturati: i gemelli omonimi avevano 47 anni, essendo entrambi nati il 23 maggio del 1956. Il Barile che conosciamo aveva peraltro una certa dimestichezza con i meccanismi accademici, visto che proprio in quel fatidico 2003 sedeva, stando al suo curriculum, nella commissione Dottorati di Ricerca del Miur, Ministero dell’università.
Nessuno quel giorno negli uffici di segreteria della facoltà si accorse di quell’incredibile serie di coincidenze, nonostante uno dei due gemelli diversi fosse già di casa nell’ateneo. Né poté accorgersene in seguito, visto che solo l’altro Barile, il fantasma, sostenne la mole di esami che poi avrebbe permesso al più autorevole omonimo di laurearsi al suo posto. Ecco, ora tutti si chiedono se davvero il professor Barile non si è reso conto, come lui sostiene, che ci fosse qualcosa di strano nel poter accedere all’esame di laurea senza aver passato un solo esame di fisica prima, e solo grazie al riscatto degli esami coincidenti con la sua lontana laurea in economia. Dice il prof.Barile che si tempi del lockdown c’era una tale confusione che tutto sembrava possibile. E sia.
Ma noi ci chiediamo un’altra cosa: che fine ha fatto l’altro Sergio Barile? Perché alle soglie dei 50 anni si è fatto tutti quegli esami di fisica – non una passeggiata- per poi mollare tutto a beneficio del suo omonimo? E quegli esami sono stati fatti? E soprattutto: Sergio Barile 2, perché non si manifesta? E, insomma, esiste davvero?

proprio mentre    finsco  d'incollare  l'articolo   delle righe  precedenti   mi   ritorna alla mente  i primoi  versi di   l'italia  dei cacchi e  di quest'altra  news    di qualche    giorno  fa   




Roma, opera senza la laurea e lascia il paziente invalido. Si è finto medico lavorando per 15 anni in ospedale

Ha operato senza laurea in medicina e ha lasciato un paziente invalido. Non solo. Il falso falso medico ha lavorato all'ospedale San Giacomo di Roma per 15 anni. La notizia l'ha riportata il Messaggero in un articolo firmato da Michela Allegri.

Roma, opera senza la laurea e lascia il paziente invalido. Si è finto medico lavorando per 15 anni in ospedale
© Redazione

Il finto medico, che si è autodenunciato ai carabinieri dopo un intervento finito male, è stato condannato a pagare parte del risarcimento al paziente e 128mila euro alla Asl Roma 1 per averla raggirata. L'episodio che ha smascherato l'impostore - riporta sempre il Messaggero - si riferisce ad un uomo che si era affidato alle sue cure: sottoposto ad una delicata operazione chirurgica per una frattura, ne è uscito con la mano paralizzata. A seguito della vicenda la compagnia assicuratrice ha svolto degli accertamenti e dopo l'autodenuncia, il falso dottore è finito in causa.L'impostore ai carabinieri ha raccontato di aver lavorato come ortopedico senza la laurea. I fatti risalgono al 2015. Il tribunale ha emesso sentenza di "colpa grave" all'imputato. Il falso medico infatti, come scrivono i giudici, agiva per guadagnare lo stipendio di medico ospedaliero, era consapevole che il suo operato abusivo avrebbe recato danni ai pazienti e se ne assumeva il rischio ogni volta che entrava in sala operatoria. Non hanno invece nessuna responsabilità i due componenti dell'equipe che erano con lui in sala operatoria durante l'intervento finito male. 

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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