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21.8.25

Dentro il gruppo Facebook “Mia Moglie”.la feccia d'insospettabili Medici, professori, poliziotti: chi c’era tra gli iscritti alla pagina chiusa dalla postale

confermo quanto dicevo in : << non ci basta più solo guardare . il caso ‘Mia moglie’ , grupppo ora chiuso di Facebox in cui si scambiavano foto intime di mogli e figlie e commenti osceni >> post ad accesso limitato perchè per blogger \ blogpot : << Questo post sarà preceduto da un avviso per i lettori in quanto include contenuti sensibili come riportato nelle Norme della community di Blogger >>quindi se volete leggerlo cliccate si sul blocco . Non riesco a dire altro se no che siamo in piena emergenza educativa . Infatti è dal 2019 segnalazioni e denunce (un’inferenza, per ora non ce n’è traccia) e solo nel 2025, grazie a un'attivista, una ONG, una denuncia collettiva e la copertura mediatica, si formalizza e si
riesce finalmente a chiudere la pagina. Mah! . Purtroppo per ossessione del gender e della famiglia tradizionale e della sessuofobia i certe persone che fungono da gruppi di pressione e sono dentro la stanza dei bottoni non se ne può parlare in maniera completa nelle scuole almeno che on lo si faccia seguendo l'anacronistica morale democristriana e clericale pre 68\77 e  che   ancora   come  un  fenomeno  carsico   riaffiora   ,  nostante   il nuovo  concordato  del 1985 e  la  primavera  del  1989\1992  (  la fine  della  guerra   fredda  ) ,     dal 11  settembre  2001  .



Dopo che è emerso lo scandalo del gruppo Facebook “Mia Moglie” – che in seguito alla valanga di segnalazioni alla polizia postale è stato chiuso – in cui oltre 32 mila iscritti, principalmente uomini, postavano foto intime delle proprie mogli, compagne, zie a loro insaputa, commentandole come fossero merce di scambio, ci siamo chiesti chi fossero i frequentatori del gruppo. Ebbene – come denuncia anche l’attivista Biancamaria Furci – tra quei pochi temerari (o ingenui?) che si sono iscritti alla pagina con nome e cognome e non come “partecipanti anonimi”, ci sono coloro che dovrebbero curarci, istruirci, difenderci per le strade e nei tribunali, coloro che servono il nostro stesso Paese e anche chi magari insegna a leggere e scrivere ai nostri figli. In una parola: gli “insospettabili“. Che sono anche mariti e (spesso) padri di famiglia.
Chi erano gli iscritti al gruppo
Spulciando tra i profili ancora aperti e non anonimi, abbiamo trovato poliziotti, medici, avvocati, dirigenti sanitari. E ancora: militari, direttori di banca, insegnanti, docenti universitari. Ma con grande probabilità non è tutto. Non solo perché non li abbiamo vagliati tutti e 32 mila, evidentemente, ma anche perché di gruppi di questo genere ne esistono diversi. Pubblici e privati. Su Facebook e soprattutto sul più “discreto” Telegram. Se si prova a scrivere “mia moglie” nella barra di ricerca di Facebook e si va nella sezione gruppi, ne compaiono altri come “Io e la mia ca**o di moglie”, “I fan di mia moglie”, “Vi presento mia moglie”, “Le amiche di mia moglie”.
I commenti di alcuni utenti
In molti poi, va detto, si sono iscritti alla pagina unicamente per commentare con indignazione, ricordando che quello che avveniva lì dentro costituiva un reato. E c’è anche chi ha affermato di aver contattato mogli e figli dei frequentatori di quel luogo virtuale per metterli in guardia. Dopo le segnalazioni alla polizia postale questo gruppo è stato chiuso. Ora restano da individuare gli altri.



Sempre che si si riesca e che fb collabori visto che adesso stra fececcia di gruppo è diventato privato o peggio si sarà trasferito nell'altro sfogatoio che è telegram . Succede quando, a fare le censure \  moderazioni , sono gli algoritmi e non la coscienza delle persone

8.4.25

l'emergenza femminicidi non è solo quella del linguaggio e della narrazione che ne fanno i media e i social ma anche l'aiuto delle madri dei due assassini di Sara Campanella ed Ilaria Sula.

l'emergenza femminicidi non è solo quella del linguaggio e e della narrazione che ne fanno i media e i social o certi gesti ( ne ho parlato nel post precedente ) come le scritte d'elogio a Turetta nei bagni di una scuola ma anche l'aiuto delle madri dei due assassini di Sara Campanella ed Ilaria Sula.
Stefano Argentino dopo aver ucciso Sara Campanella chiama la madre per salutarla per l'ultima volta. La donna capisce che il giovane voleva uccidersi e lo raggiunge a Messina in macchina con il marito. Secondo gli inquirenti la donna avrebbe aiutato il figlio a nascondersi nel b&b della famiglia a Noto ed a occultare l'arma con la quale poche ore prima Stefano aveva ucciso Sara."Non mangia e non beve da quattro giorni" continua a giustificarlo la madre. "Vuole solo morire". Peccato che Sara non mangera' ne' berra' più per il resto della sua vita spezzata a 22 anni per mano del figlio.Poi abbiamo la madre del killer della ventiduenne Ilaria Sula, Mark Antony Samson, da questo pomeriggio iscritta nel registro degli indagati per averlo aiutato a nascondere il corpo senza vita della studentessa ventiduenne.Qui non ci troviamo solo di fronte a due assassini, ma anche di fronte a chi quei due assassini ha continuato e continua a difenderli piuttosto che condannarli. Follia pura. A questo siamo arrivati? È agghiacciante.
sono i bamboccioni ,prima ha ucciso perche' non accetta un rifiuto ..e dopo chiama mammina per proteggerlo .Questo è uno spaccato dei giovani di oggi .vivono con i videogiochi serviti e riveriti con genitori inadeguati,che li difendono a prescindere dagli abomini che combinano ...  « possono definirmi snaturata ma io mi dimenticherei di avere un figlio ..ha fatto una cosa troppo grave !! » (  Mari Condorelli  ) 

25.11.23

Giovanna e Vera, mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"






 Concludo i miie post    sulla settimana  contro la  violenza di genere  \  femminicidio   contrapponendo  al silenzio  ed  indifferenza    ed  una legge   solo repressiva   ed  peraltro piena  di buchi   secondo alcuni  giuristi\e    come le  grida  manzoniane  

con le storie di Giovanna e Vera.mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"  Vite parallele di due donne che patiscono  tale  “l’ergastolo del dolore”. Una pena diversa da quella dei loro carnefici perché “se ti comporti bene in carcere puoi essere premiato” dicono condividendo le stesse paure. Giovanna Zizzo è la mamma di Lauretta Russo uccisa dal padre il 21 agosto 2014 a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, mentre dormiva tenendosi stretta alla sorella Marika rimasta gravemente ferita. Vera Squadrito è invece la mamma di Giordana Di Stefano uccisa il 7 ottobre 2015 dall’ex compagno con 48 coltellate a Nicolosi, sempre nel Catanese. A sostenerle c’è padre Giovanni La Rosa, sacerdote anglicano della chiesa di Randazzo. Insieme raccontano il loro dolore.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...