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7.10.25

diario di bordo n 150 anno III nonnni , musica classica e sinfonica , gaza e palestina

Oggi  la mia  rubrica  diario  di bordo      d'oggi  è  approfondimento di me,  della mia storia  ,  del mio  mondo  di  pensare      .    Esso  risponde  ad  alcune domande  che  mi  arrivano all'email del  sito .  Essi  sono  tutti colegati  fra  loro   nonostante.  le  diverse  domande  per  primo  ed  il  secondo  e indirettamente   il  terzo paragrafo . Andiamo ad  incominciare

   NONNI

leggendo  sui social   vari  post   social e  non   in  particolare    questo : « cosa è e perchè la si festeggia il 2 ottobre » di  https://www.eroicafenice.com/salotto-culturale/ mi è venuto    un barlume  di nostalgia   e   di ricordo    di   loro   ormai  scomparsi (  l'ultima  nonna  , quella  materna   ,è morta   15  anni  fa  a  96  anni  ) .  Dei  primi tre  ho  vaghi ricordi  (  avevo   11   e 21    quando morirono quelli  paterni  e  nonno  materno ,   34  quella  materna  ma  la  vedevo poco era   abitava   100  km  da me  )  . Nonostante   la  ifferenza  geografica   : Galluresi    quelli  paterni ,  Barbaricini   quelli materni     avevano entrambi  l culto del lavoro ( nonno   materno era  elettricista    e    quello  paterno  ragioniere  all  ex Inam  . Ma   essendo  figlio  di allevatori  di bestiame  , curava   anche  la  campagna  ,  allevava maiali e  galline     ed  faceva  l'orto     sia    da pensionato       che  nel  tempo   libero   . Entrambi , soprattutto   i  primi  a  cambiamenti   post  ani 60\70 in particolare quelli del 68 e del 77  , forse  perchè  formatesi   con un cattolicesimo  preconcilio vaticano II  o liberali conservatori  .  Unica  differenza    Chiusi totalmente i primi  ( Clerico fascisti  come  si  chiamavano un tempo  )   , un pò aperti  i  secondi  . Fur  quelli che accettano  facendo buon viso a  cattivo  gioco   ri.spetto a  quelli materni    che  i  miei  si  sposassero  in comune (  a mia  madre    serviva  la    residenza    a tempio   per  poter  insegnare  alla  medie    )   prima  di sposarsi in chiesa .  Infatti     ricordo ancora     che   mia  zia  materna  ed  loro  non vevano  battutro  ciglio s'era  candidata    come  indipendente  con il pci  (    catto comuisti  altra definizione    politico  culturale  tipica    della guerra  fredda  )  . Nonostante   le differenze    ho   ricevuto   d'entrambi  ,  è questa  l'eredita     che  mi  hanno  lasciato ,   valori     formativi  profondi   come  :  rispetto altrui ,onestà, chiedere scusa , a non sprecare , a non dire mai fa schifo  qjuando  una  pietanza  non mi piace   o  e  mal  cucinata   ,  a  mangiare  tutto e   non  lasciare  iente  nel  piatto  , a riparare prima di comprarla  di nuovo se   una cosa se rompeva  , a dare le   cose in più  o    che  non ti servono  più   a gli altri ,   ad usare gli abiti  che ha usato tuo. fratello ,   ad  apprezzare  i classici  ( letterari    e   artistici  )   mi sono apassionato     di musica  classica  non solo sinfonica   lo devo anche   loro .  

MUSICA  CLASSICA  \    SINFONICA  


 Infatti    ogni tanto  sorattutto quando  sono stanco  ascolto    musica  classica   e  sinfonica  . Alcuni  mi  dicono  : « musica    classica  vorrai dire  » . Hano la stessa matrice  storica  ma  sono due mondi che si intrecciano, ma non si sovrappongono del tutto. Ecco trovata   in  rete  (  vedere url a  fine post  per   ulteriori   approffodimenti   )    una distinzione chiara e affascinante e  comprensibile  anche  per i   profani  o chi  come  me  ha  una semplice  infarinatura  :

🌟 Musica Classica: il grande contenitore

  • Definizione: È un termine ampio che indica la musica “colta” dell’Occidente, composta tra il periodo barocco e il contemporaneo.

  • Epoche: Include Barocco (Bach), Classicismo (Mozart), Romanticismo (Chopin), fino al Novecento (Stravinskij).

  • Forme: Comprende sinfonie, concerti, sonate, quartetti, opere liriche, messe, ecc.

  • Strumenti: Usa l’orchestra, ma anche strumenti solisti (pianoforte, violino), cori, voci liriche.

  • Funzione: Spesso pensata per la contemplazione, la spiritualità, l’espressione artistica profonda.

Invece     quella  Sinfonica   

🎻 Musica Sinfonica: una forma dentro la classica

🧠 In sintesi

AspettoMusica ClassicaMusica Sinfonica
AmbitoAmpio, include vari generiSpecifico, solo opere orchestrali
StrumentiSolisti, cori, orchestraOrchestra sinfonica
StrutturaVariabileMovimenti codificati (forma-sonata)
PeriodoDal Barocco al contemporaneoDal Classicismo in poi
EsempiOpere, concerti, sonateSinfonie di Beethoven, Mahler, Brahms

   Se  non dovesse  essere     chiara   ecco un' ulteriore  metafora poetica che per distinguerle
🎶 La Musica Classica è un continente. La Musica Sinfonica, una cattedrale che vi sorge maestosa.Infatti  La musica classica è il paesaggio vasto e mutevole della cultura sonora occidentale: colline barocche, pianure romantiche, deserti moderni. Dentro questo territorio, la musica sinfonica è una costruzione monumentale—una cattedrale di suoni, eretta con pietre orchestrali, archi armonici e vetrate timbriche.Ogni sinfonia è un edificio che si attraversa in movimenti, come navate. Il primo è l’ingresso trionfale, il secondo una cappella meditativa, il terzo un cortile danzante, il quarto una cupola che si apre al cielo.  Infatti   il  cui ascolto insieme    a opere liriche  lo appreso  da nonni  (  soprattutto quelli paterni  )   e  poi  a mio  padre    mi   rilassa e  mi  emoziona  nella maggiorm parte  dei  casi  e  mi  fa  viaggiare  con la mente  ed evadere  dalla brutture  della  realtà  . Mia  nipote  (  in realtà  è la  figlia  di mio  cugino  )     che  definiva  anticaglie   , incuriosita      dalla  base  musicale   di questa  pubblicità

 




che riprende la parte del corale della nona di bethovven e Lezione ventuno è un film del 2008 scritto e diretto da Alessandro Baricco, al suo esordio nella regia cinematografica. mi ha chiesto consigli su come iniziare ascoltare la musica classica . Oltre a spiegargi le differenza tra classico e sinfonica , Per un primo ascolto di musica classica e sinfonica, gli ho un percorso graduale, poetico e accessibile, che rispetti la tua sensibilità e curiosità.

🌟 Primo approccio: emozione prima della tecnica

Inizia con brani che parlano direttamente al cuore, senza bisogno di conoscenze teoriche:

  • Beethoven – Sinfonia n.9 (Inno alla gioia): potente, universale, perfetta per sentire la forza dell’orchestra.

  • Debussy – Clair de lune: un viaggio impressionista nel sogno, ideale per un ascolto intimo.

  • Mozart – Eine kleine Nachtmusik: brillante e giocosa, ti introduce alla grazia del periodo classico.

  • Bach – Concerti Brandeburghesi: equilibrio e bellezza barocca, con ritmi vivaci e strutture chiare.

🎧 Formati e modalità di ascolto

  • Ascolta con attenzione: dedica un momento solo alla musica, magari con cuffie o in una stanza tranquilla.

  • Versioni consigliate: direttori come KarajanAbbado o Barenboim offrono interpretazioni accessibili e coinvolgenti.

  • Playlist tematiche: cerca su Spotify o YouTube “Classical Essentials” o “Symphonic First Steps”.

📚 Per approfondire con grazia

Stessi consigli     per la  musica  classica   in  particolare

BranoIncipit poetico/apocrifoPerché ascoltarlo
Bach – Suite n.1 per violoncello solo“Ogni corda è una parola che non ha bisogno di voce.”Essenziale, meditativo, perfetto per ascoltare il respiro della forma.
Mozart – Sonata per pianoforte K.545“La semplicità è il lusso dei cuori sinceri.”Elegante e chiara, ideale per cogliere la grazia del classicismo.
Chopin – Notturno op.9 n.2“La notte non è silenzio, è confessione.”Romantico e malinconico, un invito all’introspezione.
Schubert – Ave Maria“Non serve credere per sentire il sacro.”Una melodia che trascende il testo, pura emozione.
Erik Satie – Gymnopédie n.1“Camminare piano, come se il tempo fosse liquido.”Minimalismo poetico, sospeso tra sogno e realtà.

  

GAZA E  PALESTINA  
 non  ci  sarebbe    niente    d'ggiungere    a  quantoi  ho   già    detto   nei  post  (  a  cui rimando la lettura  )    sul 7 ottobre  .  Se    non   rispondere    a    a  chi  coin il  suo  benaltrismo    replica  cosi ad  un  post  su una  manifestazione     contro i  bombardamenti ed  i  genocidio  israeliano     


Marcello Ranedda
Ma succede l'inverso voi siete convinti che palistinesi ci aiutano, pensiamo alla guerra che abbiamo noi in Italia che c'è gente morendo di fame, e voi aiutate gli stranieri
 
    contento  te    cher  ha  soldi  da  buttare  co le  tue  tasse  per  finanziare     con l'acquisto  delle  armi   e  l'invio     d'esse  a  israele  per  fare  poi  qiuello che  fa   . E  se  contento     che    per  trovare quei     soldi    e   far  quadrare  il bilancio dello stato tagliano  o  riducano le  spese  per  i  servizi essenziali  come  : sanità  , scuola  , ecc  . O    credi che la  generosità sia  aiutare  una  persona  solo per  avere  qualcosa  in cambio  . 


 APPRONDIMENTI 


26.6.25

israeliani e palestinesi non solo guerra ma prove di coesistenza e di solidarietà . la storia di Mussa Assaqra, palestinese di 18 mesi, in attesa di un trapianto di cuore che riceve l'organo da un bambino coetraneo israeliano

 Su  un account    fb  di uin amico     ho  trovato    che  Stefano Massini recupera dai quotidiani di 5


anni fa la storia di un bambino palestinese di 18 mesi, in attesa di un trapianto di cuore. Ed è una vicenda tutta da ascoltare,
che può diventare simbolo di un dialogo oggi all’apparenza impossibile.

 

"Allora. Corrado tutto vero, tutto indiscutibile. Le posizioni, le responsabilità, le colpe, le culture, religioni. Tutto vero. Poi però, per fortuna c'è anche quello che ti racconto io che qualcosa dovrà pur valere, no? Allora 2018 quanti ospedali ci sono al mondo? Migliaia.Quanti bambini nascono ogni anno al mondo? Milioni fra questi milioni di bambini che nascono al mondo, rra tutti questi ospedali che ci sono nel mondo, nel 2018 nasce un bambino.Questo bambino ha delle profonde complicazioni al cuore. I medici dicono probabilmente non sopravvive e invece sopravvive. Le settimane diventano mesi, è quasi attaccato a un respiratore, riesce ad arrivare al traguardo del primo anno, poi del primo anno e mezzo di età. All'età di 18 mesi i medici dicono o gli viene fatto un trapianto oppure muore.A quel punto accade qualcosa.

Accade che dentro all'ospedale c'è un altro bambino che ha 18 mesi pure lui e che per ragioni indipendenti muore.
Gli organi sono espinatabili, i genitori vengono chiamati e gli viene detto "Siete interessati? Siete disposti a dare il corpo di vostro figlio a un altro bambino che sta morendo? I genitori rispondono Sì.
Passano 24 ore.
I genitori vengono richiamati di nuovo dall'ospedale che gli dice: "Scusate, come Niente, dobbiamo fare, come non vi avessimo detto niente. C'è una complicazione, c'è una differenza fondamentale. La differenza sta nel fatto che vostro figlio è israeliano e quel bambino che avrebbe bisogno del suo cuore è nato a Ramallah, in Cisgiordania. È un palestinese."
I genitori dicono e "quindi il problema dove sarebbe?" E l'ospedale chiaramente risponde dicendo "il problema è che voi siete israeliani, non darete mai il cuore di vostro figlio perché batta dentro il petto di un palestinese."
E a questo punto i genitori di questo bambino danno una risposta una risposta che secondo me vale la pena stasera di essere ascoltata perché serve soprattutto a parlare di una cosa di cui non si parla che è la pace la pace che è qualcosa che, Corrado, in una serata come questa sembra sempre di venire qua e fare la parte del cretino.
Appena vieni qua e parli di pace sembra di fare la parte di quello che è buonista e retorico, che appende le bandierine fuori dalle scuole elementari, che fa i disegni dei bambini.
Ci prendiamo tutti in giro.
La pace, invece la pace è una cosa molto concreta.
Quei genitori dicono ai medici dell'ospedale: "Scusate, spiegateci il cuore di nostro figlio ha gli atri, ha i ventricoli, ed è un muscolo che pulsa sangue. Il cuore che batte dentro un bambino palestinese non ha gli atri, non ha i ventricoli, non è un muscolo che pulsa sangue? Fisiologicamente sono due cuori esatti, uguali, Identici", appunto, rispondono i genitori.
Vorrà dire che il cuore di nostro figlio batterà dentro il petto, in un palestinese.
E così è successo oggi Mussa Assaqra ha cinque anni di età e vive grazie al cuore di un israeliano.
Diceva Victor Hugo la pace e l'eguaglianza fra esseri umani, prima ancora di essere materia per chiacchiere, per parole e per retorica, è un'evidenza scientifica.
Ora Diceva "Victor Hugo" , l'eguaglianza fra esseri umani,prima ancora di essere materia per chiacchiere, per parole e per retorica, è un'evidenza scientifica. Infatti ci sono storie belle senza tempo visto che la notizia è del 2018 da raccontare, dove i giochi politici e i tornaconti personali lasciano spazio all’umanità e alla fratellanza. Questo episodio dà la possibilità di credere che la guerra non è un atto dovuto. Non è un qualcosa che debba rimanere inalterato, ma che può cambiare e permettere a due popoli di vivere in pace.

17.6.25

Diario di bordo n 129 anno III Bambino di 2 anni "ruba" la pistola al papà e uccide la mamma, la scena ripresa dalle telecamere: «Erano in giardino» ., Tra la Pianura Padana e Appennini c'è il mappamondo dell'umanità., La meravigliosa zia Angheledda a 90 anni coglie le olive in sedia a rotelle.

  e  poi questa  destra     e  non  solo vuole   come negli Usa     rendere  libere  le  armi . La  notizia    non è avvenuta in italia   , ma  può  essere  da  esempioe da   detterdente   per  coloro   che  a prescindere    dall'appartenenza      politica   volglio  la libera  circolazione delle armi  . 

da leggo.it


Bambino di 2 anni "ruba" la pistola al papà e uccide la mamma, la scena ripresa dalle telecamere: «Erano in giardino»


Una tragedia ha colpito una famiglia nello Stato brasiliano di Minas Gerais, dove un bambino di appena 2 anni ha accidentalmente ucciso la madre, di 27 anni, dopo aver preso la pistola lasciata incustodita dal padre. Tutta la dinamica degli avvenimenti è stata immortalata dalle telecamere di sicurezza dell'abitazione.
La morte della mamma
Secondo quanto riferito dalla polizia ai media locali, la famiglia si trovava in giardino quando il piccolo ha raggiunto l'arma – una pistola 9 mm legalmente registrata – appoggiata su un tavolo. Senza che i genitori se ne accorgessero, il piccolo ha puntato la pistola verso la madre e ha premuto il grilletto. Il proiettile ha colpito la donna al braccio e al torace. Trasportata d'urgenza in ospedale, è deceduta poco dopo.
Il papà indagato
Il padre, un produttore rurale, è stato ascoltato dalla polizia e sarà indagato per omessa custodia dell'arma e omicidio colposo. Dopo il primo interrogatorio, è stato rilasciato. La pistola, insieme a munizioni e caricatore, è stata sequestrata. Il bambino resterà con la famiglia, ma sarà seguito dai servizi sociali


fonte  avvenire 

Tra Pianura Padana e Appennini c'è il mappamondo dell'umanità



Da Milano a Roma, in un viaggio povero, lento e condiviso, lungo la Via Francigena, per raggiungere piazza San Pietro e consegnare una lettera al Papa. È il Cammino della Pace che ha visto protagonisti i ragazzi delle scuole Penny Wirton, una rete di 65 associazioni i cui docenti volontari insegnano gratuitamente italiano ai migranti. Eraldo Affinati, scrittore e fondatore nel 2008 con la moglie Anna Luce Lenzi della prima Penny Wirton romana, racconta ogni settimana una tappa di questo cammino.
La pace non basta invocarla, bisogna costruirla: giorno per giorno, ora per ora. In questo nostro cammino verso Roma vedo le luci insieme alle ombre. La buona volontà degli esseri umani è spesso resa vana dalle storture amministrative, dai ritardi burocratici, dalla deresponsabilizzazione che scaturisce dalla mera esecuzione dei mansionari, se non dalla colpevole ignavia di chi dovrebbe sovraintendere alle operazioni. Nella Parma opulenta e sofisticata dell’Italia più florida, fiore all’occhiello del Nord produttivo e pulsante, per ciò stesso meta privilegiata dell’immigrazione proveniente dal Sud del pianeta, verifico tutto lo scarto fra i sogni e la realtà, l’esigenza concreta che nasce dalle vere necessità e l’inconcludenza dei protocolli d’intesa. Nei pressi della stazione ferroviaria il tunnel di vetro e acciaio del Ponte Europa, centro polivalente progettato dall’architetto Vittorio Guasti, costato venticinque milioni di euro, concluso nel 2012, sorta di attardata Bauhaus in mezzo alla pianura emiliana, non è mai entrato in funzione. Di volta in volta occupato da qualche disperato in cerca di riparo e liberato dalle forze dell’ordine, resta tutt’oggi ai margini del ruscello sottostante come un’opera inutilizzata, triste monumento all’ignavia delle istituzioni. E sì che ci sarebbe estremo bisogno di quegli spazi vuoti, precocemente degradati e quindi ormai da ripristinare!
Me ne rendo ben conto varcando l’ingresso del “Centro di accoglienza straordinaria provvisorio”, Strada Barghetto 9/A, alla periferia della città, a Martorano, ex magazzino di pomodori trasformato in luogo di ricovero e soccorso per immigrati adulti, per la grande maggioranza appena arrivati nel nostro Paese. Non ci sono collegamenti con il centro urbano, il che costringe i residenti a camminare sul ciglio della strada, in mezzo alla campagna, per raggiungere qualche fermata di autobus. Chi sono quegli individui in tuta da ginnastica che procedono lungo i fossi, rischiando di venire travolti dai Tir e dalle automobili? Fra poco li conoscerò. Entriamo all’interno dell’unità mentre comincia a piovere. Sulla destra ci sono una dozzina di container improvvisati: sei lettini a castello accanto ai servizi igienici. Nel grande piazzale di cemento è poggiata una tensostruttura dove gli ospiti, centinaia di uomini, quasi tutti bengalesi o pachistani, stanno facendo colazione. In fondo ai tavoli spuntano un paio di lavagne con diversi quaderni sbrindellati e un paio di penne a biro. Appena ci vedono, i migranti ci salutano mettendosi la mano sul cuore. Hanno sorrisi luminosi, occhi freschi, modi gentili: molti provengono direttamente da Lampedusa. Dovrebbero restare pochi mesi. Parlo con due responsabili di questo centro che dipende dalla Prefettura: un’indiana e una camerunense, uniche donne.
Mi si avvicina un ragazzino dall’apparente età di sedici anni. Ho lavorato una vita con gli adolescenti come lui: non mi posso sbagliare. Se fosse vero, non dovrebbe essere qui. Mi mostra gli esercizi appena fatti: io sono, tu sei, egli è; io vado, tu vai, noi andiamo. Non parla italiano, vorrebbe che lo interrogassi, come un gattino in cerca di una carezza, me lo fa capire a gesti, chissà, forse ha intuito che sono un insegnante. Sento aria di casa. Di più: avrei voglia di buttarmi in mezzo a tutti gli altri che in questo momento ci guardano. Datemi un gessetto e un’altra lavagna più grande: avanti ragazzi, impariamo nomi e verbi. Venite qui riuniti intorno a me. La classe perfetta, impossibile da trovare nella realtà: attenti, motivati, concentrati, assorti, volenterosi. Percepisco nel loro silenzio una qualità speciale, asiatica, non occidentale, cresciuta fuori dall’individualismo umanistico, e questo mi elettrizza. Nei suoi romanzi Joseph Conrad lasciò trapelare un sentimento simile: siccome li lessi da giovane, adesso è come se tornassi a riparlare con me stesso. Analfabeti nella lingua madre si mischiano a universitari; ce n’è uno, seduto più in là, che sta discutendo in inglese con Piero, il quale mi dice che nella sua patria ha conseguito un master in storia dell’arte. La comune condizione di esiliati riunisce persone molto diverse. Ci fanno vedere sul cellulare le immagini dei campi libici da cui provengono. Qui, a Martorano, sento il profumo intenso della pace e capisco le ragioni profonde del nostro cammino.
E' un’esperienza di umanità spumeggiante. Profughi di Dacca, Karachi, Peshawar, Lahore... Nomi che possiamo avere letto sui libri di Kipling, bardo dell’imperialismo britannico. Due ospiti stanno finendo la colazione all’aperto, davanti a una saracinesca arrugginita. Facciamo questo percorso innanzitutto per loro e ho l’impressione che l’abbiano inteso. Altrimenti non avrebbero scambiato con noi un po’ di sé stessi. Sarà così anche un paio di ore dopo, nei boschi di Collecchio, dove incontrerò Hamid e altri ragazzi come lui. Quante frontiere hai attraversato? Per rispondere alla domanda, prova a contarle sulle punte delle dita, come ripassando le tabelline: Camerun, Niger, Nigeria, Algeria, Libia, Tunisia, Italia, poi Svizzera, Francia, Germania, di nuovo Italia. In quale lingua sogni? Cosa vuoi fare nella vita? Il volto carico di speranza parla da solo.
Siamo stati anche in una casa famiglia per minorenni non accompagnati, pochi ragazzi dentro un appartamento in una zona di villette, con turni di cucina e riordino mensile segnati sul tabellone, il seminterrato trasformato in palestra, le stanze simili a quelle dove vivono i nostri figli: la faccia bella dell’accoglienza nei modi in cui dovrebbe essere. Come l’incontro organizzato al Centro Servizi per il Volontariato, in via Bandini 6, animato tutti i giorni da molteplici attività didattiche grazie all’iniziativa di tante persone pronte a mettersi in gioco spesso in modo assolutamente gratuito: resta incisa nei miei occhi la fila delle carrozzine coi bambini vocianti in uno dei corridoi antistante la sala dove abbiamo raccolte le parole da consegnare a Roma. Un vocabolario di democrazia e cittadinanza, misericordia e umanità in cammino, rispetto e solidarietà, equità e futuro, gratitudine e amore, istruzione e salute, commercio e opportunità, conoscenza e umiltà, sicurezza e vita migliore: pezzettini di pane da spartire gli uni con gli altri, sapendo che ciò che regali oggi ti ritornerà decuplicato domani da chi non ti aspetti e ciò che sottrai agli altri lo rubi anche a te stesso. P oi siamo andati nella piccola stazione di Vicofertile, invasa dal fogliame rigoglioso dell’incipiente primavera, a prendere il trenino per Berceto: era stato proclamato uno sciopero ferroviario, ma dopo un po’ il convoglio si presenta, annunciato dal campanello lungo i binari. Una vecchia Italia di pozzanghere secche, case cantoniere, cartelloni semicancellati, nuvole che vanno e vengono, attese e ritardi verso il groviglio degli Appennini che già s’intravedono, oltre l’autostrada della Cisa, nell’ultimo superstite azzurro di questa giornata- mappamondo.

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  da  cronaca della  sardegna  e non solo




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20.4.25

assurda e fanatica La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»

 


non sono  o  . Ma se tu sei o vieni,indipendentemente dalla tua o a vivere in un paese che ha usi diversi dai tuoi ne rispetti le comprese quelle etico\ morali . Non imponi le tue . Stesso discorso se io vengo nel tuo paese. quindi no a richieste assurde e come questa



da msn.it 

La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»



La richiesta è che la propria figlia potesse andare a scuola con il niqab, velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. A portarla avanti i genitori di una ragazzina pakistana residente a Modena che si sono rivolti all’avvocato modenese Elisa Fangareggi, presidente di Time4Life, associazione che tra le altre cose offre consulenze legali gratuite per le famiglie. [...] 

25.11.24

C'é bisogno di fare una differenza tra :ebreisionisti, e enbreinonsionsti questa differenza deve iniziare dagli ebrei stessi.

Non esistono popoli giusti e popoli sbagliati, esistono azioni giuste e azioni sbagliate e quelle sbagliate devono essere
punite ecco  spiegata   in sintesi  la   richiesta    d'arresto   del presiente  d'israele  . Chi mi dice  , come  al solito che  odio gli ebrei     cioè  sono antisemita   è  un ignorante  perchè  ignora  (  cit   il  trio comico   Aldo Giovanni  Giacomo  )  che   vede  gli ebrei  solo come sionisti  quando  esistono  ebrei non sionisti 
cioè Il movimento Satmar e il gruppo Neturei Karta ritengono ingiusta l'occupazione della Palestina sin dalle sue origini. Alla base della loro idea c'è l'interpretazione del Talmud .  qui  E nel   video sotto le  loro posizioni 







12.4.24

I Francesi, quelli della grandeur,e gli italiani si genuflettono davanti all’islam ? come risolvere il problema

 Secondo me   in parte  si .  Perchè  s'è vero che  l'italia  è ormai sempre  di più  sulla  via  dei  paesi   ex  coloniali come  francia ed  Inghilterra    o  come  gli Usa ,  sempre  più multietnica  , debba  per  forza  essere  solo  tu ad  accontentare  gli  altri  passivamente  cioè  tanto per  farlo  .   
Ciò non significa      che    sono  contro    sia  contro l'islam o  sia   tutto  a  un tratto      diventato    un  nazionalista  \  sovranista  . Ma è  perchè preferisco    la  convivenza   anzichè la  rinuncia .
 Ora  lo so che con questo post perderò degli amici e dei contatti ma  le  persone      che  non  tengono veramente  a me   da  non accettare  che  qualcuno  la  pensi  diversamente    da loro   se  ne   andranno  come  è  avvenuto in passato   da  sole . Non si  può piacere   a  tutti \ e  . D'altronde questo è il prezzo d'essere libero e non scendere ( o farlo il meno possibile ) a compromessi. Infatti va bene che ciascuno di noi debba ( tesi che non condivido perché preferisco la coesistenza tra di culture che una cultura che uccide le differenze ele diversità ) rinunciare alla propria cultura per  rispetto degli altri  . ma

                                 tacitus unione sarda 11.4.2024

 I Francesi, quelli della grandeur, si genuflettono davanti all’islam. In uno dei manifesti iconici delle prossime Olimpiadi, che si terranno a Parigi, fra gli altri luoghi simbolici della capitale c’è anche la cupola della cattedrale des Invalides. Che però, nella riproduzione [  VEDERE  FOTO SOPRA   A SINISTRA  ] , è stata privata della croce svettante sulla cupola. Al suo posto s’innalza una lancia: non è un messaggio di laicità bensì una dichiarazione di asservimento. Hanno detto, i difensori del secolarismo, figli tardivi della Rivoluzione e dei sanculotti, che i manifesti olimpici non devono avere simboli cristiani perché «gli islamici di prima, seconda e terza generazione che vivono in Francia vanno rispettati nei loro sentimenti religiosi». Come se esibire la carta d’identità della cultura d’appartenenza sia un’offesa. Quel manifesto è una dichiarazione di resa e di paura. L’islamica è religione di conquista e da sempre persegue il suo obiettivo. Ora ha trovato complici all’interno del fortilizio occidentale, fiancheggiatori che ne agevolano l’assalto: studenti e docenti di licei e università in Europa e in America, i cacasenno dell’Onu, gli strateghi da videogame dell’Unione europea, che come piano demografico propongono di farci invadere da torme di migranti. I quali, come sappiamo, sono prevalentemente islamici. Che mirano non a integrarsi ma a sopraffarci. Inshallah.


 almeno nella prima parte ha ragione .  Infatti  tale decisione è solo il classico ed ipocrita politicamente corretto o falsa laicità.  Infatti  definizione di laicità La legge sulla laicità in Francia, nota come "laïcité", è un principio fondamentale dell'ordinamento francese che separa le istituzioni statali dalla religione e garantisce la neutralità dello stato rispetto alle questioni religiose. La proposta di legge "Confortant le respect des principes de la République" (Legge che conferma il rispetto dei principi della Repubblica), spesso chiamata "loi sur le séparatisme", ha suscitato dibattiti e polemiche 
La legge è composta da 51 articoli e mira a prevenire la formazione di comunità religiose autonome e separate dal resto della società¹. Include misure per promuovere la neutralità e la laicità nel servizio pubblico, combattere i cosiddetti "certificati di verginità", la poligamia, i matrimoni forzati, i crimini d'odio online, e rafforzare il controllo delle associazioni religiose.
Le critiche alla legge riguardano principalmente la sua interpretazione e applicazione, che alcuni ritengono troppo rigida e potenzialmente limitante per le minoranze religiose². La legge è vista come una risposta legislativa agli atti terroristici di matrice islamica avvenuti in Francia negli ultimi anni, ma è importante notare che la maggioranza dei cittadini di religione islamica in Francia non sono associati al radicalismo.


per approfondire 

  1.  Laïcité. Le origini della proposta di legge che spacca in due la Francia. https://confronti.net/2021/02/laicite-le-origini-della-proposta-di-legge-che-spacca-in-due-la-francia/.
  2.  Il dibattito sul principio di laicità in Francia. https://www.inpressmagazine.com/il-dibattito-sul-principio-di-laicita-in-francia/.
  3. La laicità in Francia: un principio giuridico operativo.. http://www.europeanrights.eu/public/commenti/Commento_Guazzarotti.pdf.
  4.  Francia e Italia, due modelli di laicità alla prova dei fatti. https://vulcanostatale.it/2021/07/francia-e-italia-due-modelli-di-laicita-alla-prova-dei-fatti/.
  5. (PDF) Oltre la laicità. Letture critiche della legge contro i segni .... https://www.academia.edu/6115102/Oltre_la_laicit%C3%A0_Letture_critiche_della_legge_contro_i_segni_religiosi_nella_scuola_pubblica_in_Francia.

 per  quanto   riguarda  i  fatti delle   tre    tre sedi produttive venete 
dell'azienda toscana Tre Zeta Group a Fossò nel Veneziano e a Vigonza ed Arzergrande nel Padovano. e la scuola di Piotello nel milanese . E' vero che come " l'integrazione "inizia a scuola   ( o nelle fabbriche) luogo  dove   si crea una consolidazione tra di loro, per loro non esistono distinzioni, si sentono tutti uguali, tutti cittadini – ha detto il presidente dell'associazione famiglie islamiche, Mohamed Pietro Danova - è meglio cercare occasioni per unirci e rafforzare il nostro rapporto, per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese".Ma  ciò puo' essere  fatto in altro modo   da  evitare polemiche e tensioni  .  Come  ?   creando  una  giornata   dove i bambini  o  i genitori  islamici     spieghino  ai noi occidentali    il significato ed il rito  del  ramadam  .Questa  può essere  come     richiestoi  da  molti    esponenti di  destra   come esempio Silvia Sardone. L’eurodeputata leghista ha commentato così la chiusura dell’istituto: “Quello che contesto è una scelta asseritamene per ragioni didattiche, quando in realtà sono legate a una festività islamica senza nessun tipo di accordo con lo Stato. Deve esserci una comunità islamica che si siede a un tavolo, e fare un accordo con lo Stato che prevederebbero anche una trasparenza sui fondi per le costruzioni delle moschee. Anni fa sia Regione Lombardia che il Governo avevano tentato di mettere dei paletti, come l'albo degli Iman, o che le prediche fossero fatte in italiano quindi io auspico un accordo tra lo Stato e la comunità islamica. Fino ad oggi si sono succeduti governi di centrodestra e centrosinistra e nessuno è mai riuscito a farlo >> Seguendo questa logica, per correttezza nei confronti di tutte le altre religioni, bisognerà chiudere gli istituti scolastici anche in occasione dello Yom kippur, della Pasqua Ebraica e Ortodossa, dell'Induismo e della festa di inizio anno cinese. In questo modo, si andrebbe incontro a una situazione nella quale gli studenti rimarrebbero a casa, durante l'anno scolastico, un numero di giorni superiore a quello delle lezioni previste. E  quindi   come  fare  ?   fare    come  il compendio (   qui la  notizia  ) dedicato ai comportamenti adeguati da tenere nei confronti degli studenti musulmani dell'istituto "G. Bertesi" durante il Ramadan.Poi  per opportunismo  e  paura  di ritorsioni   ed  insulti  come    quelle di cui sono state  vittime  gli insegnanti  e il preside  di Piotello o paura    d'essere  accusata     dai più estremisti  di islamizzazione  







1.12.23

diario di bordo n 22 anno I . oriente ed occidente , fede , femminismo

  <<    al di là delle faglie che hanno prodotto profonde fratture nell’occidente, è possibile un futuro multipolare di “convivenza tra identità diverse”, come auspica Daniele Segre? O “nessun nuovo ordine oggi è possibile”, come conclude pessimisticamente Lucio Caracciolo ?  >> .   secondo me    ancora  risposta non  c'è  .  Almeno     finche  si  continuerà    con questa   ormai  anacronistrica   contrapposizione   fra    oriente   ed  occidente   . Quindi   la     domanda  che   viene  spontanea  dopo   la  lettura     di  quest  articolo      su il Fatto Quotidiano  del  30\11\2023   


.QUANDO I BARBARI. .ERANO ALL’OVEST.

“Buoni” e “cattivi” I conflitti tra Greci e Persiani sono il fondamento narrativo della superiorità occidentale


Oriente e Occidente sono poli opposti nel mondo globale, ma stranamente anche l’america si autodefinisce Occidente e considera l’asia Estremo Oriente. Da dove si è originata tale polarizzazione unidirezionale? Gli Assiri per primi introdussero la distinzione tra Ereb o Irib, terra del sole che 

scompare dall’orizzonte, e Asia, Asu, “terra del sole che nasce”. Ma era solo un’indicazione di labili confini, non di reali frontiere in un continente che non aveva separazioni naturali. Anche il testo biblico dei Salmi (103, 12.20) si limitava a indicare la vastità del mondo da Oriente a
Occidente come paradigma simbolico dell’immensa misericordia divina. Sono stati per primi i Greci e lo storico Erodoto, in particolare, a chiedersi che cosa divideva l’europa, la terra d’occidente, dai popoli selvaggi e servili dell’est e a inaugurare tale visione asimmetrica e monocentrica con un asse portante privilegiato. La storia millenaria del mondo che noi ci rappresentiamo è stata segnata fin dall’origine dallo scontro di civiltà tra Greci e barbari che ha visto l’occidente rivendicare la sua superiorità sull’oriente. Una superiorità attribuita alla costituzione politica, all’ordine, all’intelligenza, contro l’autocrazia, il disordine e il caos informe dell’‘altro’. La storia dello scontro ideologico tra due sistemi di valori è cominciata e si è snodata sulle rive dell’ellesponto dalla guerra di Troia alle guerre persiane, rappresentate per la prima volta nella tragedia I Persiani di Eschilo. Ed è continuata come perpetua inimicizia nei secoli fino al trionfo di Alessandro e ancora dopo nello scontro che perdura tuttora tra mondo ebraico-cristiano e mondo islamico. Ma la sconfitta di Serse, presentata come vittoria della democrazia contro l’autocrazia, rivelava una lettura pregiudiziale dell’altro. Gli imperatori persiani, tra cui Ciro il grande, rappresentato anche nella Bibbia come liberatore degli Ebrei e tollerante nei confronti dei popoli vinti, e il popolo persiano non potevano essere solo autocrati dominatori su una massa amorfa di schiavi. Le fonti restituite, comprese le iscrizioni, l’arte e le recenti scoperte archeologiche in Iran dello studioso Lloyd Llewellyn-jones potranno aiutare la ricerca della verità e dar corpo a un’autentica “versione persiana” di questo straordinario primo impero dell’antichità.

Allargando lo sguardo alla vastità dell’oriente, le coordinate si perdono e la cultura greca, presentata nel corso dell’ottocento come “un miracolo”, non appare più come un unicum. Certamente la filosofia greca diede un contributo importante allo sviluppo del Logos nella storia occidentale, ma che cosa la distingue dalla saggezza orientale? Gli stessi filosofi greci si riconoscevano debitori di una civiltà millenaria più antica. Si può parlare allora di “comune lascito dell’“età assiale” o di “miracolo greco”? Di età assiale ha parlato per primo nel 1949 Karl Jaspers e da qualche decennio se ne discute: un arco di tempo che va dall’800 al 200 a.c., in cui sono sorte contemporaneamente diverse tradizioni religiose e filosofiche: in Cina con Confucio, in India con Buddha, in Iran con Zaratustra, nel contesto ebraico con Geremia, Isaia ed Elia, per non parlare dei greci. Perciò in questo quadro sfaccettato anche la storia non appare diretta linearmente, ma sembra ruotare intorno al medesimo asse. Accanto alla discussione sulla filosofia greca si possono quindi considerare aspetti di questa saggezza orientale, entrata tangenzialmente in Occidente, come gli editti del principe indiano Ashoka, scritti in pracrito, aramaico e greco, ritrovati incisi su pilastri, massi e caverne in Afghanistan, Bangladesh, India, Nepal e Pakistan, precetti ispirati al buddismo. O il manuale sull’arte della guerra o meglio del conflitto di Sunzi, un classico di strategia militare, la più importante opera dell’antichità cinese, che è anche uno dei più raffinati e influenti manuali di strategia politica e sociale, di attualità sconcertante. Ma per lo più quel mondo del “sole che sorge” restava avvolto nella leggenda, alimentando il mito o il pregiudizio dell’autoctonia della città simbolo della Grecia: Atene; un modo per autocelebrarsi e rafforzare la contrapposizione tra se stessi e i barbaroi. E la barbarie era soprattutto rappresentata nell’ethos tragico delle donne, che si manifesta in alcune tragedie di Eschilo e di Euripide.

Ma nella rappresentazione dell’altro come barbaro, forma onomatopeica che mima la balbuzie, c’è una certa arroganza che trascura millenni di civiltà orientale, come quella indiana e cinese, coltivata senza ambizioni di espansione militare. Un mondo che resterà lontano e si aprirà lentamente allo sguardo dell’occidente soprattutto attraverso le vie del commercio di un prodotto raffinatissimo e prezioso come la seta, veicolo di incontri di culture. Un reale incontro tra culture fu invece il risultato del sogno ambizioso di Alessandro Magno, il sogno di unire Oriente e Occidente, risolto rapidamente col taglio del nodo di Gordio, ma diventato realtà duratura soprattutto con la nascita della cultura ellenistica in cui la lingua greca, divenuta koiné, veicolò le varie culture del vicino Oriente. La nuova città Alessandria in Egitto e la sua Biblioteca furono al centro di incontri, ma anche di scontri tra culture e religioni dell’oriente. Fu in quei luoghi che iniziò la traduzione in greco dell’antico Testamento scritto in ebraico, che divenne nota come “Bibbia dei Settanta”; ma Alessandria fu anche teatro del primo pogrom della storia, testimoniato con parole toccanti dall’ebreo Filone. E in Alessandria si consumò il femminicidio di Ipazia, vittima del fanatismo e dell’invidia, di cui ha ricostruito “la vera storia” Silvia Ronchey. Ma le categorie di Oriente e Occidente sono diventate sempre più vaghe e ambivalenti da quando una religione d’oriente come quella cristiana è diventata valore identitario in Occidente. Scontro o incontro? “Che cos’hanno in comune Atene e Gerusalemme?”: a questa domanda provocatoria di Tertulliano risponderanno il cardinale Gianfranco Ravasi e Ivano Dionigi sabato al teatro Carignano nel corso del festival di Torino. La religione cristiana, assimilando anche la cultura greco-romana, si impose in Occidente con Costantino che spostò la capitale dell’impero romano a Costantinopoli, su quelle rive dell’ellesponto che costituivano l’avamposto dell’oriente. E lì, dopo Teodosio e la divisione dell’impero di Roma, si affermò quell’impero romano che sarebbe sopravvissuto mille anni di più dell’impero romano d’occidente. E che avrebbe mantenuto quella raffinata cultura greco-romana, che in Occidente si era perduta e trasformata nei regni romano-germanici fino alla nascita del Sacro romano impero carolingio. Maometto e Carlo Magno era il titolo del libro di Pirenne dedicato alla storia del primo incontro/scontro tra Islam e Impero carolingio. Quell’incontro ebbe momenti di pacifica convivenza, produttiva di risultati culturali importanti, come il ritorno in Occidente del pensiero di Aristotele mediato dalla cultura araba, ma col tempo ripropose il cliché dello scontro di civiltà iniziato con le Crociate. Uno scontro che riuscì anche a rimescolare le carte nei rapporti tra Oriente e Occidente, come quando la quarta crociata, promossa dalla piccola nobiltà franca e da Venezia, fece apparire i crociati come veri barbari agli occhi della coltissima principessa bizantina Anna Comnena. Al punto che si poté dire in seguito, a proposito della successiva caduta di Costantinopoli a opera dei Turchi ottomani: “Meglio il turbante turco che la tiara latina”. Un vero capovolgimento dell’immagine tradizionale dell’oriente e dell’occidente, due categorie ambigue e ambivalenti che riflettono le faglie dell’europa, su cui si interrogheranno nel festival anche politologi e analisti, affrontando il “tema della “deriva dell’occidente”, la prospettiva di “una tempesta perfetta” nello scontro bipolare o quella di “un futuro asiatico”. Ma, al di là delle faglie che hanno prodotto profonde fratture nell’occidente, è possibile un futuro multipolare di “convivenza tra identità diverse”, come auspica Daniele Segre? O “nessun nuovo ordine oggi è possibile”, come conclude pessimisticamente Lucio Caracciolo?


è  arriveremo mai  a  ciò    a  

traduzione  in italiano  di Immagine  di J.lennon  


  proprio la canzone   di Lennon mi      riporta  alla mente una  discussione   avuta   con  un amica   femminista  su  film  Il film, intitolato Il Vangelo secondo Maria, prende spunto dall'omonimo testo di Barbara Alberti, in  cui   secondo  IL  GIORNALE    mi pare  di  martedi  o  mercoledi  : << Sarà una Maria di Nazareth "pagana, ladra, selvaggia e femminista", come la descrive l'Ansa, quella che verrà proiettata al Torino film festival. Una Madonna che non è per niente felice del progetto che Dio ha per Lei e che, quasi provocatoriamente, Gli chiede: "Perché proprio a me?". Come se non volesse accogliere in Sé il Figlio di Dio. Come se quella gravidanza fosse un peso e non un dono per l'umanità intera. Il film, intitolato Il Vangelo secondo Maria, prende spunto dall'omonimo testo di Barbara Alberti, la quale, intervistata dall'Ansa, afferma: "Ho scritto questo libro nel 1979 al solo scopo di far sorridere la Madonna. Viene sempre rappresentata come una serva assoluta che per destino dovrà solo piangere e partorire senza conoscere uomo. Insomma, l'indicazione che veniva data alle donne era piangere. Credo che noi donne possiamo essere qualcosa di più di una figurina del dolore". [...]>>.   

  IO 

da Una Maria di Nazareth pagana, selvaggia e femminista: ecco il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca (unionesarda.it del 26\11\2023 )

Una Maria di Nazareth pagana, selvaggia e femminista: ecco il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca

Ad interpretarla Benedetta Porcaroli: Alessandro Gassman sarà Giuseppe
Una foto di scena del film \"Vangelo secondo Maria\" di Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann (foto Ansa)
Una foto di scena del film "Vangelo secondo Maria" di Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann (foto Ansa)



Piomba sul Torino Film Festival una Maria di Nazareth mai vista prima, pagana, ladra, selvaggia e femminista e soprattutto una donna che non è affatto contenta del suo destino e non manca a dire a Dio in persona: «Perché proprio a me?».
È “Vangelo secondo Maria”, il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, tratto dall'omonimo romanzo di Barbara Alberti, che lo ha anche sceneggiato assieme a Paolo Zucca e ad Amedeo Pagani. «Ho scritto questo libro nel 1979 al solo scopo di far sorridere la Madonna. Viene sempre rappresentata come una serva assoluta che per destino dovrà solo piangere e partorire senza conoscere uomo. Insomma, l'indicazione che veniva data alle donne era piangere. Credo che noi donne possiamo essere qualcosa di più di una figurina del dolore», spiega oggi Barbara Alberti.Il film Sky Original, prodotto da La Luna, Indigo Film, Vision Distribution, mette in campo una Maria ragazzina a Nazareth dove tutto le è proibito, anche imparare a leggere e scrivere, un vero inferno per lei che sogna di scappare quanto prima su un asino come fanno i profeti per andare alla scoperta del mondo. Dopo aver messo a tappeto ogni pretendente trova in Giuseppe (Alessandro Gassmann) un maestro di saggezza, ma il loro matrimonio è casto, mentre lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga. Ma ecco un ostacolo imprevisto: Maria e Giuseppe si innamorano. Stanno per abbandonarsi alla passione, quando l'angelo dell'annunciazione rovina tutto. [...] 
io  in verde    lei  in bianco  


cerco l'originale e poi ne faccio una mia interpretazione . Per il femminismo io distinguo tra femminismo conservatore e femminismo progressista \ pluraree . Ciò no vuole dire che il patriacato non esiste anzi esiste sotto nuove forme Come dice Nando della chiesa su il Fatto Quotidiano d'oggi


Dopo le manifestazioni per Giulia di sabato scorso vale la pena continuare a riflettere su quanto è accaduto. Perché una causa cruciale è certo il patriarcato. Ma ce ne sono anche altre, che la travalicano.Vissi con ammirazione e i dovuti sensi di colpa la rivoluzione femminista, che entrò nella mia giovane casa con dolcezza pari all’intransigenza. Il mondo “progressista” la fece formalmente sua. Ma negli anni Ottanta accadde una cosa che doveva pur allarmare. I settimanali impegnati e progressisti iniziarono a fare a gara a mettere in copertina donne nude, provocanti, ammiccanti, con ogni pretesto. In alcune riunioni di redazione si chiedeva addirittura, come fosse l’asso da poker, “ma abbiamo la f… in copertina?”. Rientrò così dalla finestra la donna-oggetto. Perché “vendeva”. Il fatto non apparve grave ma piuttosto “libertario”. Erano stati o no quei settimanali in prima fila per i diritti della donna, a partire dal divorzio? Con quell’alibi, e la concorrenza delle tivù commerciali appena nate, tornò in forma nuova il vecchio mondo, che l’ingresso delle donne in alcune carriere rendeva meno visibile. Al punto che con Gianni Barbacetto pubblicammo nel 1988 un numero speciale del mensile Società Civile (“Sbatti il nudo in prima pagina”) per denunciare quanto accadeva, ripubblicando pagine e pagine di quelle copertine. Pura testimonianza.PERCHÉ L’ONDATA politico-ideologica successiva restituì piena dignità a quel mondo. Non era solo patriarcato. Era qualcosa di diverso. E il nostro Parlamento nato dalla Costituzione più bella del mondo ne fu invaso. “La Lega ce l’ ha duro” di Bossi alla senatrice Boniver, il “taci gallina” in aula alla senatrice Acciarini, gli insulti irriferibili del suo schieramento alla ministra Prestigiacomo proprio sui diritti. E le ironie su Rosy Bindi “più bella che intelligente”. E le alleanze internazionali nutrite dalla offerta di grazie femminili ai potenti in visita in Italia, come neanche le schiave nell’iliade. Non persone, appunto, ma oggetti. Da anni la donna fa notizia solo se vittima di stupro (quanto siamo indignati) o se sale ai vertici di qualcosa (quanto siamo civili). Le sue fatiche più nobili e dure, la sua stessa storia civile viene ignorata. Decine di migliaia di insegnanti hanno tenuto in piedi non la scuola ma anche le istituzioni nei periodi più duri della storia nazionale, da Palermo a Milano, e non glielo ha mai riconosciuto nessuno.I girotondi dei primi anni duemila furono inventati e alimentati soprattutto da donne ma sono stati raccontati al maschile. Le donne sono da quarant’anni la spina dorsale del movimento antimafia ma, non solo per l’immagine incombente dei grandi eroi, la narrazione che se ne fa le tiene accuratamente sullo sfondo, salve alcune familiari di vittime. La sinistra ha eletto a cuore della sua battaglia per i diritti l’“orientamento sessuale”, quando la questione delle questioni era d ra m m at i c a m e n t e l’“appartenenza di genere”, ossia l’altra metà del cielo. Come una Maria Antonietta repubblicana che sventoli le brioches (il “politicamente corretto”) quando il popolo non ha il pane. Spesso facendo dei celebri asterischi il simulacro della modernità. Incapace di vedere che mentre il numero degli omicidi scendeva a precipizio aumentava invece quello dei femminicidi, quasi che la società avesse gradualmente ma implacabilmente selezionato il bersaglio del suo potenziale di violenza. Non la violenza di una pistola, si badi; ma quella più efferata del coltello, del bastone o dello strangolamento (“Ma lei sa quanto ci vuole per strangolare una persona?”, chiese una volta un collaboratore di giustizia al giudice che lo interrogava).emblematica fu la vicenda di Lea Garofalo. Uccisa, fatta a pezzi, bruciata, sotterramento delle ossa in campagna. Per avere tradito lo speciale patriarcato mafioso, fuggendo con la figlia Denise a cui voleva dare un futuro libero. Ci vollero anni perché il suo processo trovasse ascolto. Quando arrivò il cronista di un grande quotidiano in aula e mi chiese di che cosa si trattasse, avendolo saputo mi rispose “Ah, una mafiata”. Alzò le spalle e se ne andò.Oggi decine di donne del sud sono sotto protezione, in luoghi lontani, addirittura con nome diverso, per la stessa ragione. Non è forse un grande problema sociale? Il fatto è che dietro Giulia c’è un mondo immenso fatto anche della nostra ipocrisia, del nostro narcisismo politico, della irresponsabilità delle istituzioni. Un mondo fatto della nostra indolenza, perché “accorrere a un grido” chiede corsa, ossia fatica. Per questo nel 2007 Marianna Manduca fu uccisa a Palagonia dopo avere denunciato l’ex marito dodici (12!) volte. C’è, se possibile, qualcosa di più grande del patriarcato. La mattanza ha molti padri. E anche qualche madre.


Io sono per un femminismo plurale ed aperto Il femminismo almeno quello vecchio stile non è legato al passato mi ero spiegasto male . Però è poco attento ai cambiamenti . Maschio in crisi d'identità ed assueffatto ( salvo alcuni ) alla cultura della donna oggetto vedere articolo di Dalla chiesa Infatti vede solo ( tranne poche ) il femminicidio come frutto \ derivazione del patriarcato , almeno da discorsi che ho sentito ., e non come una sua crisi . Non tiene in considerazione che cin sono anche uomini chge lottano , soffrono ed hanno bisogno d'aiuto per liberarsi di tali cose . ed li esclude Ok sei contro la fecondazione eterologa ed gravidanza per gli altri ( cosa diversa dall'abberrante pratica dell'utero in affitto ) ma manch di rispetto e insulti chi la fa . Io ho sentito ed letto , magari come ti ho già detto mi sto avvicinando a tali tematiche , che si critica solo gli uomini che fi fanno ricorso mentre se sono due donne viene accettatao assa in secondo piano . si considera una donna che sceglie d'essere oggetto la si attacca . vedi  questa  discussione





 qua  per  i commenti  che   essa   ha  suscitato   .  Io   la penso come pina e con aldo . ma visto il post di maria ho seri dubbi e credo che la rimetterò in discussione. Ma  soprattutto  provare   a dialogare   fra   I membri del Cum  (  centri uomini maltrattati )  e  concordare un'azione comune con i centri antiviolenza sulle donne  delle iniziative  contro la  violeza  di genere   e una maggiore apertura al dialogo e l'adozione di punti di vista alternativi capaci di relativizzare la contraddizione esistente fra i due sessi in un'ottica di mutua comprensione. 

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...