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25.11.24

C'é bisogno di fare una differenza tra :ebreisionisti, e enbreinonsionsti questa differenza deve iniziare dagli ebrei stessi.

Non esistono popoli giusti e popoli sbagliati, esistono azioni giuste e azioni sbagliate e quelle sbagliate devono essere
punite ecco  spiegata   in sintesi  la   richiesta    d'arresto   del presiente  d'israele  . Chi mi dice  , come  al solito che  odio gli ebrei     cioè  sono antisemita   è  un ignorante  perchè  ignora  (  cit   il  trio comico   Aldo Giovanni  Giacomo  )  che   vede  gli ebrei  solo come sionisti  quando  esistono  ebrei non sionisti 
cioè Il movimento Satmar e il gruppo Neturei Karta ritengono ingiusta l'occupazione della Palestina sin dalle sue origini. Alla base della loro idea c'è l'interpretazione del Talmud .  qui  E nel   video sotto le  loro posizioni 







12.4.24

I Francesi, quelli della grandeur,e gli italiani si genuflettono davanti all’islam ? come risolvere il problema

 Secondo me   in parte  si .  Perchè  s'è vero che  l'italia  è ormai sempre  di più  sulla  via  dei  paesi   ex  coloniali come  francia ed  Inghilterra    o  come  gli Usa ,  sempre  più multietnica  , debba  per  forza  essere  solo  tu ad  accontentare  gli  altri  passivamente  cioè  tanto per  farlo  .   
Ciò non significa      che    sono  contro    sia  contro l'islam o  sia   tutto  a  un tratto      diventato    un  nazionalista  \  sovranista  . Ma è  perchè preferisco    la  convivenza   anzichè la  rinuncia .
 Ora  lo so che con questo post perderò degli amici e dei contatti ma  le  persone      che  non  tengono veramente  a me   da  non accettare  che  qualcuno  la  pensi  diversamente    da loro   se  ne   andranno  come  è  avvenuto in passato   da  sole . Non si  può piacere   a  tutti \ e  . D'altronde questo è il prezzo d'essere libero e non scendere ( o farlo il meno possibile ) a compromessi. Infatti va bene che ciascuno di noi debba ( tesi che non condivido perché preferisco la coesistenza tra di culture che una cultura che uccide le differenze ele diversità ) rinunciare alla propria cultura per  rispetto degli altri  . ma

                                 tacitus unione sarda 11.4.2024

 I Francesi, quelli della grandeur, si genuflettono davanti all’islam. In uno dei manifesti iconici delle prossime Olimpiadi, che si terranno a Parigi, fra gli altri luoghi simbolici della capitale c’è anche la cupola della cattedrale des Invalides. Che però, nella riproduzione [  VEDERE  FOTO SOPRA   A SINISTRA  ] , è stata privata della croce svettante sulla cupola. Al suo posto s’innalza una lancia: non è un messaggio di laicità bensì una dichiarazione di asservimento. Hanno detto, i difensori del secolarismo, figli tardivi della Rivoluzione e dei sanculotti, che i manifesti olimpici non devono avere simboli cristiani perché «gli islamici di prima, seconda e terza generazione che vivono in Francia vanno rispettati nei loro sentimenti religiosi». Come se esibire la carta d’identità della cultura d’appartenenza sia un’offesa. Quel manifesto è una dichiarazione di resa e di paura. L’islamica è religione di conquista e da sempre persegue il suo obiettivo. Ora ha trovato complici all’interno del fortilizio occidentale, fiancheggiatori che ne agevolano l’assalto: studenti e docenti di licei e università in Europa e in America, i cacasenno dell’Onu, gli strateghi da videogame dell’Unione europea, che come piano demografico propongono di farci invadere da torme di migranti. I quali, come sappiamo, sono prevalentemente islamici. Che mirano non a integrarsi ma a sopraffarci. Inshallah.


 almeno nella prima parte ha ragione .  Infatti  tale decisione è solo il classico ed ipocrita politicamente corretto o falsa laicità.  Infatti  definizione di laicità La legge sulla laicità in Francia, nota come "laïcité", è un principio fondamentale dell'ordinamento francese che separa le istituzioni statali dalla religione e garantisce la neutralità dello stato rispetto alle questioni religiose. La proposta di legge "Confortant le respect des principes de la République" (Legge che conferma il rispetto dei principi della Repubblica), spesso chiamata "loi sur le séparatisme", ha suscitato dibattiti e polemiche 
La legge è composta da 51 articoli e mira a prevenire la formazione di comunità religiose autonome e separate dal resto della società¹. Include misure per promuovere la neutralità e la laicità nel servizio pubblico, combattere i cosiddetti "certificati di verginità", la poligamia, i matrimoni forzati, i crimini d'odio online, e rafforzare il controllo delle associazioni religiose.
Le critiche alla legge riguardano principalmente la sua interpretazione e applicazione, che alcuni ritengono troppo rigida e potenzialmente limitante per le minoranze religiose². La legge è vista come una risposta legislativa agli atti terroristici di matrice islamica avvenuti in Francia negli ultimi anni, ma è importante notare che la maggioranza dei cittadini di religione islamica in Francia non sono associati al radicalismo.


per approfondire 

  1.  Laïcité. Le origini della proposta di legge che spacca in due la Francia. https://confronti.net/2021/02/laicite-le-origini-della-proposta-di-legge-che-spacca-in-due-la-francia/.
  2.  Il dibattito sul principio di laicità in Francia. https://www.inpressmagazine.com/il-dibattito-sul-principio-di-laicita-in-francia/.
  3. La laicità in Francia: un principio giuridico operativo.. http://www.europeanrights.eu/public/commenti/Commento_Guazzarotti.pdf.
  4.  Francia e Italia, due modelli di laicità alla prova dei fatti. https://vulcanostatale.it/2021/07/francia-e-italia-due-modelli-di-laicita-alla-prova-dei-fatti/.
  5. (PDF) Oltre la laicità. Letture critiche della legge contro i segni .... https://www.academia.edu/6115102/Oltre_la_laicit%C3%A0_Letture_critiche_della_legge_contro_i_segni_religiosi_nella_scuola_pubblica_in_Francia.

 per  quanto   riguarda  i  fatti delle   tre    tre sedi produttive venete 
dell'azienda toscana Tre Zeta Group a Fossò nel Veneziano e a Vigonza ed Arzergrande nel Padovano. e la scuola di Piotello nel milanese . E' vero che come " l'integrazione "inizia a scuola   ( o nelle fabbriche) luogo  dove   si crea una consolidazione tra di loro, per loro non esistono distinzioni, si sentono tutti uguali, tutti cittadini – ha detto il presidente dell'associazione famiglie islamiche, Mohamed Pietro Danova - è meglio cercare occasioni per unirci e rafforzare il nostro rapporto, per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese".Ma  ciò puo' essere  fatto in altro modo   da  evitare polemiche e tensioni  .  Come  ?   creando  una  giornata   dove i bambini  o  i genitori  islamici     spieghino  ai noi occidentali    il significato ed il rito  del  ramadam  .Questa  può essere  come     richiestoi  da  molti    esponenti di  destra   come esempio Silvia Sardone. L’eurodeputata leghista ha commentato così la chiusura dell’istituto: “Quello che contesto è una scelta asseritamene per ragioni didattiche, quando in realtà sono legate a una festività islamica senza nessun tipo di accordo con lo Stato. Deve esserci una comunità islamica che si siede a un tavolo, e fare un accordo con lo Stato che prevederebbero anche una trasparenza sui fondi per le costruzioni delle moschee. Anni fa sia Regione Lombardia che il Governo avevano tentato di mettere dei paletti, come l'albo degli Iman, o che le prediche fossero fatte in italiano quindi io auspico un accordo tra lo Stato e la comunità islamica. Fino ad oggi si sono succeduti governi di centrodestra e centrosinistra e nessuno è mai riuscito a farlo >> Seguendo questa logica, per correttezza nei confronti di tutte le altre religioni, bisognerà chiudere gli istituti scolastici anche in occasione dello Yom kippur, della Pasqua Ebraica e Ortodossa, dell'Induismo e della festa di inizio anno cinese. In questo modo, si andrebbe incontro a una situazione nella quale gli studenti rimarrebbero a casa, durante l'anno scolastico, un numero di giorni superiore a quello delle lezioni previste. E  quindi   come  fare  ?   fare    come  il compendio (   qui la  notizia  ) dedicato ai comportamenti adeguati da tenere nei confronti degli studenti musulmani dell'istituto "G. Bertesi" durante il Ramadan.Poi  per opportunismo  e  paura  di ritorsioni   ed  insulti  come    quelle di cui sono state  vittime  gli insegnanti  e il preside  di Piotello o paura    d'essere  accusata     dai più estremisti  di islamizzazione  







1.12.23

diario di bordo n 22 anno I . oriente ed occidente , fede , femminismo

  <<    al di là delle faglie che hanno prodotto profonde fratture nell’occidente, è possibile un futuro multipolare di “convivenza tra identità diverse”, come auspica Daniele Segre? O “nessun nuovo ordine oggi è possibile”, come conclude pessimisticamente Lucio Caracciolo ?  >> .   secondo me    ancora  risposta non  c'è  .  Almeno     finche  si  continuerà    con questa   ormai  anacronistrica   contrapposizione   fra    oriente   ed  occidente   . Quindi   la     domanda  che   viene  spontanea  dopo   la  lettura     di  quest  articolo      su il Fatto Quotidiano  del  30\11\2023   


.QUANDO I BARBARI. .ERANO ALL’OVEST.

“Buoni” e “cattivi” I conflitti tra Greci e Persiani sono il fondamento narrativo della superiorità occidentale


Oriente e Occidente sono poli opposti nel mondo globale, ma stranamente anche l’america si autodefinisce Occidente e considera l’asia Estremo Oriente. Da dove si è originata tale polarizzazione unidirezionale? Gli Assiri per primi introdussero la distinzione tra Ereb o Irib, terra del sole che 

scompare dall’orizzonte, e Asia, Asu, “terra del sole che nasce”. Ma era solo un’indicazione di labili confini, non di reali frontiere in un continente che non aveva separazioni naturali. Anche il testo biblico dei Salmi (103, 12.20) si limitava a indicare la vastità del mondo da Oriente a
Occidente come paradigma simbolico dell’immensa misericordia divina. Sono stati per primi i Greci e lo storico Erodoto, in particolare, a chiedersi che cosa divideva l’europa, la terra d’occidente, dai popoli selvaggi e servili dell’est e a inaugurare tale visione asimmetrica e monocentrica con un asse portante privilegiato. La storia millenaria del mondo che noi ci rappresentiamo è stata segnata fin dall’origine dallo scontro di civiltà tra Greci e barbari che ha visto l’occidente rivendicare la sua superiorità sull’oriente. Una superiorità attribuita alla costituzione politica, all’ordine, all’intelligenza, contro l’autocrazia, il disordine e il caos informe dell’‘altro’. La storia dello scontro ideologico tra due sistemi di valori è cominciata e si è snodata sulle rive dell’ellesponto dalla guerra di Troia alle guerre persiane, rappresentate per la prima volta nella tragedia I Persiani di Eschilo. Ed è continuata come perpetua inimicizia nei secoli fino al trionfo di Alessandro e ancora dopo nello scontro che perdura tuttora tra mondo ebraico-cristiano e mondo islamico. Ma la sconfitta di Serse, presentata come vittoria della democrazia contro l’autocrazia, rivelava una lettura pregiudiziale dell’altro. Gli imperatori persiani, tra cui Ciro il grande, rappresentato anche nella Bibbia come liberatore degli Ebrei e tollerante nei confronti dei popoli vinti, e il popolo persiano non potevano essere solo autocrati dominatori su una massa amorfa di schiavi. Le fonti restituite, comprese le iscrizioni, l’arte e le recenti scoperte archeologiche in Iran dello studioso Lloyd Llewellyn-jones potranno aiutare la ricerca della verità e dar corpo a un’autentica “versione persiana” di questo straordinario primo impero dell’antichità.

Allargando lo sguardo alla vastità dell’oriente, le coordinate si perdono e la cultura greca, presentata nel corso dell’ottocento come “un miracolo”, non appare più come un unicum. Certamente la filosofia greca diede un contributo importante allo sviluppo del Logos nella storia occidentale, ma che cosa la distingue dalla saggezza orientale? Gli stessi filosofi greci si riconoscevano debitori di una civiltà millenaria più antica. Si può parlare allora di “comune lascito dell’“età assiale” o di “miracolo greco”? Di età assiale ha parlato per primo nel 1949 Karl Jaspers e da qualche decennio se ne discute: un arco di tempo che va dall’800 al 200 a.c., in cui sono sorte contemporaneamente diverse tradizioni religiose e filosofiche: in Cina con Confucio, in India con Buddha, in Iran con Zaratustra, nel contesto ebraico con Geremia, Isaia ed Elia, per non parlare dei greci. Perciò in questo quadro sfaccettato anche la storia non appare diretta linearmente, ma sembra ruotare intorno al medesimo asse. Accanto alla discussione sulla filosofia greca si possono quindi considerare aspetti di questa saggezza orientale, entrata tangenzialmente in Occidente, come gli editti del principe indiano Ashoka, scritti in pracrito, aramaico e greco, ritrovati incisi su pilastri, massi e caverne in Afghanistan, Bangladesh, India, Nepal e Pakistan, precetti ispirati al buddismo. O il manuale sull’arte della guerra o meglio del conflitto di Sunzi, un classico di strategia militare, la più importante opera dell’antichità cinese, che è anche uno dei più raffinati e influenti manuali di strategia politica e sociale, di attualità sconcertante. Ma per lo più quel mondo del “sole che sorge” restava avvolto nella leggenda, alimentando il mito o il pregiudizio dell’autoctonia della città simbolo della Grecia: Atene; un modo per autocelebrarsi e rafforzare la contrapposizione tra se stessi e i barbaroi. E la barbarie era soprattutto rappresentata nell’ethos tragico delle donne, che si manifesta in alcune tragedie di Eschilo e di Euripide.

Ma nella rappresentazione dell’altro come barbaro, forma onomatopeica che mima la balbuzie, c’è una certa arroganza che trascura millenni di civiltà orientale, come quella indiana e cinese, coltivata senza ambizioni di espansione militare. Un mondo che resterà lontano e si aprirà lentamente allo sguardo dell’occidente soprattutto attraverso le vie del commercio di un prodotto raffinatissimo e prezioso come la seta, veicolo di incontri di culture. Un reale incontro tra culture fu invece il risultato del sogno ambizioso di Alessandro Magno, il sogno di unire Oriente e Occidente, risolto rapidamente col taglio del nodo di Gordio, ma diventato realtà duratura soprattutto con la nascita della cultura ellenistica in cui la lingua greca, divenuta koiné, veicolò le varie culture del vicino Oriente. La nuova città Alessandria in Egitto e la sua Biblioteca furono al centro di incontri, ma anche di scontri tra culture e religioni dell’oriente. Fu in quei luoghi che iniziò la traduzione in greco dell’antico Testamento scritto in ebraico, che divenne nota come “Bibbia dei Settanta”; ma Alessandria fu anche teatro del primo pogrom della storia, testimoniato con parole toccanti dall’ebreo Filone. E in Alessandria si consumò il femminicidio di Ipazia, vittima del fanatismo e dell’invidia, di cui ha ricostruito “la vera storia” Silvia Ronchey. Ma le categorie di Oriente e Occidente sono diventate sempre più vaghe e ambivalenti da quando una religione d’oriente come quella cristiana è diventata valore identitario in Occidente. Scontro o incontro? “Che cos’hanno in comune Atene e Gerusalemme?”: a questa domanda provocatoria di Tertulliano risponderanno il cardinale Gianfranco Ravasi e Ivano Dionigi sabato al teatro Carignano nel corso del festival di Torino. La religione cristiana, assimilando anche la cultura greco-romana, si impose in Occidente con Costantino che spostò la capitale dell’impero romano a Costantinopoli, su quelle rive dell’ellesponto che costituivano l’avamposto dell’oriente. E lì, dopo Teodosio e la divisione dell’impero di Roma, si affermò quell’impero romano che sarebbe sopravvissuto mille anni di più dell’impero romano d’occidente. E che avrebbe mantenuto quella raffinata cultura greco-romana, che in Occidente si era perduta e trasformata nei regni romano-germanici fino alla nascita del Sacro romano impero carolingio. Maometto e Carlo Magno era il titolo del libro di Pirenne dedicato alla storia del primo incontro/scontro tra Islam e Impero carolingio. Quell’incontro ebbe momenti di pacifica convivenza, produttiva di risultati culturali importanti, come il ritorno in Occidente del pensiero di Aristotele mediato dalla cultura araba, ma col tempo ripropose il cliché dello scontro di civiltà iniziato con le Crociate. Uno scontro che riuscì anche a rimescolare le carte nei rapporti tra Oriente e Occidente, come quando la quarta crociata, promossa dalla piccola nobiltà franca e da Venezia, fece apparire i crociati come veri barbari agli occhi della coltissima principessa bizantina Anna Comnena. Al punto che si poté dire in seguito, a proposito della successiva caduta di Costantinopoli a opera dei Turchi ottomani: “Meglio il turbante turco che la tiara latina”. Un vero capovolgimento dell’immagine tradizionale dell’oriente e dell’occidente, due categorie ambigue e ambivalenti che riflettono le faglie dell’europa, su cui si interrogheranno nel festival anche politologi e analisti, affrontando il “tema della “deriva dell’occidente”, la prospettiva di “una tempesta perfetta” nello scontro bipolare o quella di “un futuro asiatico”. Ma, al di là delle faglie che hanno prodotto profonde fratture nell’occidente, è possibile un futuro multipolare di “convivenza tra identità diverse”, come auspica Daniele Segre? O “nessun nuovo ordine oggi è possibile”, come conclude pessimisticamente Lucio Caracciolo?


è  arriveremo mai  a  ciò    a  

traduzione  in italiano  di Immagine  di J.lennon  


  proprio la canzone   di Lennon mi      riporta  alla mente una  discussione   avuta   con  un amica   femminista  su  film  Il film, intitolato Il Vangelo secondo Maria, prende spunto dall'omonimo testo di Barbara Alberti, in  cui   secondo  IL  GIORNALE    mi pare  di  martedi  o  mercoledi  : << Sarà una Maria di Nazareth "pagana, ladra, selvaggia e femminista", come la descrive l'Ansa, quella che verrà proiettata al Torino film festival. Una Madonna che non è per niente felice del progetto che Dio ha per Lei e che, quasi provocatoriamente, Gli chiede: "Perché proprio a me?". Come se non volesse accogliere in Sé il Figlio di Dio. Come se quella gravidanza fosse un peso e non un dono per l'umanità intera. Il film, intitolato Il Vangelo secondo Maria, prende spunto dall'omonimo testo di Barbara Alberti, la quale, intervistata dall'Ansa, afferma: "Ho scritto questo libro nel 1979 al solo scopo di far sorridere la Madonna. Viene sempre rappresentata come una serva assoluta che per destino dovrà solo piangere e partorire senza conoscere uomo. Insomma, l'indicazione che veniva data alle donne era piangere. Credo che noi donne possiamo essere qualcosa di più di una figurina del dolore". [...]>>.   

  IO 

da Una Maria di Nazareth pagana, selvaggia e femminista: ecco il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca (unionesarda.it del 26\11\2023 )

Una Maria di Nazareth pagana, selvaggia e femminista: ecco il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca

Ad interpretarla Benedetta Porcaroli: Alessandro Gassman sarà Giuseppe
Una foto di scena del film \"Vangelo secondo Maria\" di Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann (foto Ansa)
Una foto di scena del film "Vangelo secondo Maria" di Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann (foto Ansa)



Piomba sul Torino Film Festival una Maria di Nazareth mai vista prima, pagana, ladra, selvaggia e femminista e soprattutto una donna che non è affatto contenta del suo destino e non manca a dire a Dio in persona: «Perché proprio a me?».
È “Vangelo secondo Maria”, il nuovo film del regista cagliaritano Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, tratto dall'omonimo romanzo di Barbara Alberti, che lo ha anche sceneggiato assieme a Paolo Zucca e ad Amedeo Pagani. «Ho scritto questo libro nel 1979 al solo scopo di far sorridere la Madonna. Viene sempre rappresentata come una serva assoluta che per destino dovrà solo piangere e partorire senza conoscere uomo. Insomma, l'indicazione che veniva data alle donne era piangere. Credo che noi donne possiamo essere qualcosa di più di una figurina del dolore», spiega oggi Barbara Alberti.Il film Sky Original, prodotto da La Luna, Indigo Film, Vision Distribution, mette in campo una Maria ragazzina a Nazareth dove tutto le è proibito, anche imparare a leggere e scrivere, un vero inferno per lei che sogna di scappare quanto prima su un asino come fanno i profeti per andare alla scoperta del mondo. Dopo aver messo a tappeto ogni pretendente trova in Giuseppe (Alessandro Gassmann) un maestro di saggezza, ma il loro matrimonio è casto, mentre lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga. Ma ecco un ostacolo imprevisto: Maria e Giuseppe si innamorano. Stanno per abbandonarsi alla passione, quando l'angelo dell'annunciazione rovina tutto. [...] 
io  in verde    lei  in bianco  


cerco l'originale e poi ne faccio una mia interpretazione . Per il femminismo io distinguo tra femminismo conservatore e femminismo progressista \ pluraree . Ciò no vuole dire che il patriacato non esiste anzi esiste sotto nuove forme Come dice Nando della chiesa su il Fatto Quotidiano d'oggi


Dopo le manifestazioni per Giulia di sabato scorso vale la pena continuare a riflettere su quanto è accaduto. Perché una causa cruciale è certo il patriarcato. Ma ce ne sono anche altre, che la travalicano.Vissi con ammirazione e i dovuti sensi di colpa la rivoluzione femminista, che entrò nella mia giovane casa con dolcezza pari all’intransigenza. Il mondo “progressista” la fece formalmente sua. Ma negli anni Ottanta accadde una cosa che doveva pur allarmare. I settimanali impegnati e progressisti iniziarono a fare a gara a mettere in copertina donne nude, provocanti, ammiccanti, con ogni pretesto. In alcune riunioni di redazione si chiedeva addirittura, come fosse l’asso da poker, “ma abbiamo la f… in copertina?”. Rientrò così dalla finestra la donna-oggetto. Perché “vendeva”. Il fatto non apparve grave ma piuttosto “libertario”. Erano stati o no quei settimanali in prima fila per i diritti della donna, a partire dal divorzio? Con quell’alibi, e la concorrenza delle tivù commerciali appena nate, tornò in forma nuova il vecchio mondo, che l’ingresso delle donne in alcune carriere rendeva meno visibile. Al punto che con Gianni Barbacetto pubblicammo nel 1988 un numero speciale del mensile Società Civile (“Sbatti il nudo in prima pagina”) per denunciare quanto accadeva, ripubblicando pagine e pagine di quelle copertine. Pura testimonianza.PERCHÉ L’ONDATA politico-ideologica successiva restituì piena dignità a quel mondo. Non era solo patriarcato. Era qualcosa di diverso. E il nostro Parlamento nato dalla Costituzione più bella del mondo ne fu invaso. “La Lega ce l’ ha duro” di Bossi alla senatrice Boniver, il “taci gallina” in aula alla senatrice Acciarini, gli insulti irriferibili del suo schieramento alla ministra Prestigiacomo proprio sui diritti. E le ironie su Rosy Bindi “più bella che intelligente”. E le alleanze internazionali nutrite dalla offerta di grazie femminili ai potenti in visita in Italia, come neanche le schiave nell’iliade. Non persone, appunto, ma oggetti. Da anni la donna fa notizia solo se vittima di stupro (quanto siamo indignati) o se sale ai vertici di qualcosa (quanto siamo civili). Le sue fatiche più nobili e dure, la sua stessa storia civile viene ignorata. Decine di migliaia di insegnanti hanno tenuto in piedi non la scuola ma anche le istituzioni nei periodi più duri della storia nazionale, da Palermo a Milano, e non glielo ha mai riconosciuto nessuno.I girotondi dei primi anni duemila furono inventati e alimentati soprattutto da donne ma sono stati raccontati al maschile. Le donne sono da quarant’anni la spina dorsale del movimento antimafia ma, non solo per l’immagine incombente dei grandi eroi, la narrazione che se ne fa le tiene accuratamente sullo sfondo, salve alcune familiari di vittime. La sinistra ha eletto a cuore della sua battaglia per i diritti l’“orientamento sessuale”, quando la questione delle questioni era d ra m m at i c a m e n t e l’“appartenenza di genere”, ossia l’altra metà del cielo. Come una Maria Antonietta repubblicana che sventoli le brioches (il “politicamente corretto”) quando il popolo non ha il pane. Spesso facendo dei celebri asterischi il simulacro della modernità. Incapace di vedere che mentre il numero degli omicidi scendeva a precipizio aumentava invece quello dei femminicidi, quasi che la società avesse gradualmente ma implacabilmente selezionato il bersaglio del suo potenziale di violenza. Non la violenza di una pistola, si badi; ma quella più efferata del coltello, del bastone o dello strangolamento (“Ma lei sa quanto ci vuole per strangolare una persona?”, chiese una volta un collaboratore di giustizia al giudice che lo interrogava).emblematica fu la vicenda di Lea Garofalo. Uccisa, fatta a pezzi, bruciata, sotterramento delle ossa in campagna. Per avere tradito lo speciale patriarcato mafioso, fuggendo con la figlia Denise a cui voleva dare un futuro libero. Ci vollero anni perché il suo processo trovasse ascolto. Quando arrivò il cronista di un grande quotidiano in aula e mi chiese di che cosa si trattasse, avendolo saputo mi rispose “Ah, una mafiata”. Alzò le spalle e se ne andò.Oggi decine di donne del sud sono sotto protezione, in luoghi lontani, addirittura con nome diverso, per la stessa ragione. Non è forse un grande problema sociale? Il fatto è che dietro Giulia c’è un mondo immenso fatto anche della nostra ipocrisia, del nostro narcisismo politico, della irresponsabilità delle istituzioni. Un mondo fatto della nostra indolenza, perché “accorrere a un grido” chiede corsa, ossia fatica. Per questo nel 2007 Marianna Manduca fu uccisa a Palagonia dopo avere denunciato l’ex marito dodici (12!) volte. C’è, se possibile, qualcosa di più grande del patriarcato. La mattanza ha molti padri. E anche qualche madre.


Io sono per un femminismo plurale ed aperto Il femminismo almeno quello vecchio stile non è legato al passato mi ero spiegasto male . Però è poco attento ai cambiamenti . Maschio in crisi d'identità ed assueffatto ( salvo alcuni ) alla cultura della donna oggetto vedere articolo di Dalla chiesa Infatti vede solo ( tranne poche ) il femminicidio come frutto \ derivazione del patriarcato , almeno da discorsi che ho sentito ., e non come una sua crisi . Non tiene in considerazione che cin sono anche uomini chge lottano , soffrono ed hanno bisogno d'aiuto per liberarsi di tali cose . ed li esclude Ok sei contro la fecondazione eterologa ed gravidanza per gli altri ( cosa diversa dall'abberrante pratica dell'utero in affitto ) ma manch di rispetto e insulti chi la fa . Io ho sentito ed letto , magari come ti ho già detto mi sto avvicinando a tali tematiche , che si critica solo gli uomini che fi fanno ricorso mentre se sono due donne viene accettatao assa in secondo piano . si considera una donna che sceglie d'essere oggetto la si attacca . vedi  questa  discussione





 qua  per  i commenti  che   essa   ha  suscitato   .  Io   la penso come pina e con aldo . ma visto il post di maria ho seri dubbi e credo che la rimetterò in discussione. Ma  soprattutto  provare   a dialogare   fra   I membri del Cum  (  centri uomini maltrattati )  e  concordare un'azione comune con i centri antiviolenza sulle donne  delle iniziative  contro la  violeza  di genere   e una maggiore apertura al dialogo e l'adozione di punti di vista alternativi capaci di relativizzare la contraddizione esistente fra i due sessi in un'ottica di mutua comprensione. 

16.11.23

The dialogue for peace. Il dialogo per la pace. Di Laura Tussi [ nè con hamas nè con Israele reprise ]

canzoni consigliate oltre quella del video di istangram citato


Nei  giorni scorsi   ho ricevuto     solo critiche    ed  insulti perchè    ho   elogiato    la presa  di  posizione  degli ultras  del  Lecce   avvenuta      con     con l'esposizione  delllo  striscione      avvenuta   durante la  partita  con  il Milan     denunciavano  il  massacro   (  sia  che   si cola  di  Hamas      come  dicono i  filo  israeliani sia    che   sia   colpa di Israele  come  dicono i  filo  palestinesi  ed  altre  fonti indipendenti  )    che  sta   avvenndo  a  Gaza  .     

 [....  ]

Tu stai dalla parte di questi maiali...
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Giuseppe Scano
Guglielmo Spada io non sto dalla parte di nessuno cioè ne con l'esercito israeliano ne con hamas ⁕
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Guglielmo Spada
Giuseppe Scano quelli che non si schierano sono peggio dei nazi-radicalchic che lo fanno.
Non si può dire: non sto né con Hitler né con gli ebrei!
Significa essere degli a orali e complico dei terroristi!
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Giuseppe Scano
Guglielmo Spada nel senso che condanno tutti e due . Sono per la pace ed la coesistenza tra i due popoli
E per i due Stati. Ritorniamo ai confini del 1967
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Guglielmo Spada
Giuseppe Scano Vallo a dire ai palestinesi.
Israele lo ha accettato ben2 volte, i palestinesi (i loro "politici" ultramiliardari) hanno risposto che l'unica soluzione è l'annientamento di Israele l'uccisione ditutti gli ebrei.
Tu stai da quella parte e non te ne vergogni...
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Giuseppe Scano
Guglielmo Spada veramente non confondiamo hamas con tutto.il popolo palestinese. No.io sto e ci sono quelle associazioni.miste israeliane e palestinesi che dialogano e privano a coesistere . Hamas e e simili sono Dei Criminali
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Giuseppe Scano
Willy Perugino ok grazie dell'informazione . sempre una bruttura ed insensatezza della guerra è. israele poteva condurla conla prevenzione e l'intelligence cosi si dovrebbe fare la loro al terrorismo non bombardando la gente A PRESCINDERE CHE SIA ISRAELE O ALTRI CHE LA COMBATTANO .
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Willy Perugino
Giuseppe Scano dillo ai macellai del 7 ottobre
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Giuseppe Scano
Willy Perugino lo dico ad entrambe le parti in causa
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Giuseppe Scano
Guglielmo Spada perché ridi ? Uno può anche essere per la pace e per risolvere il conflitto in maniera pacifica
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Guglielmo Spada
Giuseppe Scano non si può stare con Hitler e con gli ebrei...
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Giuseppe Scano
Guglielmo Spada mi spiace ma non concordo il tuo : << con noi o contro di noi >> .






⁕ ho già spiegato in questi due post ( parte I Parte II ) la mia posizione confermata dall'articolo che trovate nel post d'oggi


“Popoli da sempre in conflitto, hanno ragione tutti e due, non potranno mai andare d’accordo ormai dopo tutto quello che si sono fatti”. Le abbiamo sentite tutti parole simili a queste quando si parla di Israele e Palestina, no? O forse le abbiamo addirittura pronunciate. Niente di più falso, è solo quello che
viene più facile credere. C’è un villaggio, a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, una comunità intenzionale di famiglie – l’unica, in Israele – metà ebree e metà palestinesi, tutte di cittadinanza israeliana, che hanno scelto di abitare e far studiare i propri figli insieme dando vita a un modello concreto di coesistenza alla pari. Voi, che credete che la realtà sia ben più ampia di quel quadretto che ci raccontano ogni giorno i principali mass media, leggete qui: https://www.italiachecambia.org


 





  spero   un  a  vota  per  tutte d'essere stato  chiaro  e  di  non dover  riprendere  l'argomento   .  

P.s
se  ancora  non si  dovesse   aver capito per  israele   intendo   governo non popolo   o  lo stato ebraico  

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...