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14.2.24

non sai mai quando devi morire ., Bisogni in alta quota,. patenti fantastiche., matrioske occultate., animalisti sinceri., famiglie affettuose,. discipline estoni e truffe d’altri tempi

   da   https://www.msn.com/it-it/notizie/  23  ore  fa 


Una donna indiana che si credeva morta era invece viva e si è svegliata di nuovo pochi istanti prima di essere cremata. Bujji Aamma, 52 anni, di Berhampur, India, è rimasta gravemente ustionata in un incendio scoppiato nella sua casa il 1° febbraio. Portata in ospedale con ustioni che coprivano metà del corpo, è stata rimandata a casa in pessime condizioni. La famiglia non aveva soldi sufficienti per portarla in un altro ospedale. La donna non apriva più gli occhi e il marito Sibaram Palo, credeva che fosse morta e così fece in modo che fosse portata al luogo della cremazione su un carro funebre.

La credevano morta dopo un incendio
Al Times of India ha detto: “Abbiamo pensato che fosse morta e abbiamo informato altri nella zona di organizzare un furgone funebre per trasportare il corpo al luogo di cremazione”. Una donna chiamata K Chiranjibi ha visto Aamma aprire gli occhi e ha detto: “Inizialmente eravamo spaventati perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”. L’autista del carro funebre è stato richiamato per riprenderla, viva e vegeta, dal luogo della cremazione solo mezz’ora dopo ed è stata portata a casa con lo stesso carro funebre.
Fortunatamente eventi come questi sono molto rari ma questo non vuol dire che non sia la prima volta che accade. Ad esempio, una donna di 82 anni è stata dichiarata morta in una casa di cura di New York e in seguito è stata scoperta viva dal personale dell’impresa di pompe funebri. E una donna di 66 anni con demenza a esordio precoce è stata dichiarata morta da un’infermiera, solo per essere trovata senza fiato quando il personale dell’impresa di pompe funebri ha aperto la cerniera del sacco per il cadavere.
La pira per la cremazione era pronta
La donna che aveva accompagnato la vara nel carro funebre ha detto che era stato quasi completato il montaggio della pira funeraria. “Proprio in quel momento, Bujji ha aperto gli occhi e ha risposto alle nostre chiamate, cosa che ci ha scioccato”, ha detto Chiranjibi. “All’inizio eravamo spaventati, perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”, ha detto il 50enne Chiranjibi.
I vicini avevano raccolto i soldi per la cremazione
“Quando abbiamo avuto la conferma che era viva, abbiamo informato il direttore del reparto di inviare lo stesso veicolo per riportarla a casa”, ha aggiunto. Dato che Sibaram era molto povera e non poteva sostenere il costo del funerale, la gente del posto aveva donato dei soldi per la sua cremazione, ha detto. Khetrabash Sahu, l’autista del carro funebre, ha detto di aver portato via la donna da casa intorno alle 9 del mattino. Dopo circa mezz’ora gli è stato nuovamente chiesto di ritornare sul luogo della cremazione.“L’abbiamo riportata a casa con lo stesso veicolo”, ha detto. Una fonte del crematorio ha detto che la popolazione locale non ha bisogno del certificato di morte per il funerale di un membro della famiglia


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da  il fatto quotidiano del 12\2\2024

Nepal   “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro

Il titolo più intrigante della settimana è sul Post: “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro”. Quello dell’immondizia accumulata sulla vetta più alta del mondo è un problema noto, ma le deiezioni degli scalatori rappresentano una criticità molto specifica: “Sull’everest, data l’elevata altitudine e le basse temperature, la cacca non si decompone completamente: da anni il numero crescente di persone che scala la montagna, che pur richiedendo mezzi e grande preparazione è più accessibile di altre vette famose, ha causato un problema crescente di escrementi e di spazzatura”. La cacca, ha spiegato il sindaco di Khumbu Pasanglhamu, Mingma Sherpa, è ben visibile scalando la montagna: un fatto “inaccettabile” che “danneggia la nostra immagine”. Così ora chi punta alla cima dell’everest dovrà portare con sé dei sacchetti da acquistare al campo base, da cui partono le spedizioni verso la cima sul lato nepalese. I sacchetti, ha aggiunto il sindaco, “saranno controllati al ritorno”.




A Roè Volciano, in provincia di Brescia,Invece della patente, una 65enne esibisce una carta firmata col sangue secondo cui può guidare pure navi ed aerei


A Roè Volciano, in provincia di Brescia, un’allegra signora di 65 anni è stata fermata dalla polizia per un controllo. Non aveva la patente con sé e nemmeno riteneva di averne bisogno: ha esibito invece un “documento autocostruito”, che si era stampata in casa, con una sua fotografia e una dichiarazione sottoscritta dove si afferma che lei è “eterna essenza e fonte di valore”. Per attestare l’autenticità del documento, la signora l’aveva firmato, diciamo, con un’impronta digitale marchiata con il proprio sangue. “Secondo il medesimo documento ‘autoprodotto’ – si legge su Il Dolomiti – con tale titolo sarebbe autorizzata a guidare motoveicoli, autoveicoli, navi, aerei e affini”. Gli agenti hanno sanzionato la signora, appurato che fosse in buone condizioni di salute e l’ hanno lasciata andare: “Pare faccia parte di un’aggregazione internazionale (che in Italia è seguita da circa 10mila persone) che non riconosce nessun tipo di autorità statale e rifiuta ogni regola, leggi e tasse comprese”.



Como  Entra in pizzeria con un pitone al collo e due rottweiler, poi minaccia la cameriera “Dammi da bere o ti sparo in faccia”



Ogni proprietario di un locale sogna un cliente così: “Un pitone al collo, due rottweiler molto aggressivi al guinzaglio e una pistola puntata contro la cameriera”. Il sincero animalista è l’animatore della notizia che arriva dalla provincia di Como. La racconta Il Giorno: “Un pluripregiudicato di 48 anni si è presentato ubriaco fradicio alla pizzeria Mela rossa di Casnate con Bernate: attorno al collo aveva un pitone, mentre al guinzaglio teneva due rottweiler che continuavano ad abbaiare e ringhiare, terrorizzando i clienti”. Il gentile avventore voleva bere ancora, in qualche modo il proprietario e la cameriera sono riusciti a respingerlo. “Lui ha giurato che per vendetta avrebbe prima fatto esplodere loro la testa a colpi di pistola e poi avrebbe fatto saltare in aria il locale. Poco dopo infatti è tornato indietro brandendo una pistola che ha spianato contro la cameriera. Un cliente è riuscito a convincerlo ad andarsene di nuovo”. Era una pistola giocattolo, ma questo l’hanno scoperto solo i carabinieri. Il “pitonesso” è denunciato a piede libero.



Massa Carrara Si presenta in ospedale con una matrioska infilata nel retto: operato d’urgenza in anestesia totale


Ognuno ha diritto di cercare e trovare il piacere dove vuole, ma a volte serve prudenza. “Un uomo si è presentato al pronto soccorso del Noa – Nuovo Ospedale delle Apuane di Massa Carrara – lamentando forti dolori addominali”, scrive Fanpage. “Sottoposto a tac, i medici si sono accorti della presenza di un oggetto non meglio identificato e collocato all’interno del canale anale del retto del paziente: si trattava di una matrioska di circa 15 centimetri. L’uomo è stato operato d’urgenza, in anestesia totale”. Era una matrioska vuota? Non siamo sicuri che i medici abbiano voluto appurare. “La bambolina russa era finita in un punto in cui evidentemente non era possibile espellerla se non col ricorso al bisturi. Il pericolo principale è che durante l’intervento l’oggetto potesse rompersi, ma per fortuna, l’operazione è andata bene, non ci sono state complicazioni e il paziente dovrebbe subito poter tornare a condurre una vita normale”. Che poi, chi decide cosa è normale oppure no


VITERBO   non  vuole  moglie  e   figli a funerale    e   lo fa  scrivere nei manifesti  



A occhio e croce era una famiglia unita, piena di affetto. Così unita che prima di morire, il capostipite ha dato indicazioni molto specifiche sulla sua cerimonia d’addio: “Il defunto non gradisce al proprio funerale la presenza dei figli, del genero e della moglie”. Per essere sicuro che lo sapessero tutti, il morituro originario di Faleria (Viterbo) l’ha fatto scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri affissi nel paese. Ovviamente la circostanza non è passata inosservata. “I motivi alla base di una decisione così estrema non sono noti – scrive Today –. Il 74enne viveva ad Ardea (Roma) e prima di passare a miglior vita si è rivolto a un’agenzia funebre di Aprilia, in provincia di Latina. Dalla ditta trapela che l’uomo aveva organizzato il suo funerale nei minimi dettagli: dal manifesto funebre con tanto di dicitura particolare, che è stata una sua espressa volontà, al trasferimento a Faleria”. Soprattutto la dedica ai parenti: chissà che meraviglia che dovevano essere le loro cene di Natale.

Non vuole moglie e figli al suo funerale: per esserne sicuro lo fa scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri



In Estonia mille persone provenienti da 15 paesi hanno partecipato alla “Maratona della Sauna


La piccola Estonia non ha una grandissima tradizione sportiva, ma i suoi cittadini sono devoti di una disciplina peculiare: la maratona della sauna. “Lo scorso sabato pomeriggio – fa sapere la Reuters – quasi 1.000 amanti della sauna hanno corso per la piccola cittadina estone di Otepaa”. L’obiettivo era frequentare il più alto numero possibile di saune in un tempo limitato. “Squadre di quattro persone hanno ricevuto una mappa delle saune della città e hanno dovuto correre da una all’altra, trascorrendo almeno tre minuti in ciascuna, con un bonus per aver visitato vasche idromassaggio e piscine ghiacciate”. Per l’organizzatore Ago Arro la Sauna Marathon è un pretesto per “vestirsi bene e anche fare festa”. L’abbigliamento dei partecipanti è in realtà discutibile: “Molti di loro indossavano costumi stravaganti anche all’interno delle saune”. Hanno gareggiato persone provenienti da 15 paesi e tra le varie saune ce n’era anche una acrobatica, “sospesa in aria con una gru”.


Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze


Sembra un’italia d’altri tempi, una commedia con Loren e Mastroianni, invece è una notizia di cronaca di tre giorni fa. “Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze”. Scrive Repubblica: “Le mani attorno ai fianchi, un cuscino sotto al vestito per simulare la gravidanza, la camminata un po’ affaticata di chi si trova al sesto mese, in piena estate”. Barbara Ioele è riuscita a far credere ai suoi datori di lavoro – e soprattutto allo Stato italiano – di aver messo al mondo cinque figli tra il 2015 e il 2019. Nessuno ovviamente li ha mai visti, eppure hanno i documenti in regola. Possibile? “Ioele, come la più esperta delle falsarie, ha compilato certificati di malattia, ha copiato le firme dei medici, ha rubato i timbri del policlinico Umberto I, ha creato documenti poi portati all’asl che, per anni, ha validato tutto senza porsi troppi interrogativi per poi rigirarli al datore di lavoro e all’inps”. Barbara però ha esagerato, destato sospetti e infine s’è fatta scoprire: è stata condannata a un anno e 8 mesi. Un paio di gravidanze.

Usa un cuscino per simulare il pancione e riesce a truffare l’inps per anni fingendo cinque gravidanze

31.10.18

la morte non fa sconti



leggendo questo articolo di questo nuovo network  wwww.estremeconseguenze.it

 ho  scoperto  che  :  
  1. in Italia è boom di #cremazioni. Nella sola #Milano l'80% delle salme viene incenerito. La tendenza segue il fenomeno in grande espansione delle Case Funerarie. Un business, quello del "caro estinto", che nel nostro paese coinvolge 6.500 imprese del settore e oltre 20 mila addetti #ognissanti
  2. vista  la blanda  opposizione    della  chiesa  cattolica  (  le altre religioni non saprei  )

   non  ne  lncoia  più folippiche   nè  il ponteficde  nè   i cattolici più tradizionalisti e   se lo fanno vedere    foto  sopra   sono sempre   meno 
 
 dev'essere  un  argomento  tabù che stai  venendo meno    visto  che  La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile  e  quasi inesistente 
  come  riporta  l'articolo    di   estremeconseguenze ,it 


LA MORTE NON FA SCONTI
La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile. Record a Milano: ormai l’80% dei defunti viene incenerito.





Daniele De Luca Giornalista
SCRIVI ALL'AUTORE | PUBBLICATO IL 31 OTTOBRE 2018


“Anche quest’anno ricorrono i morti. Speriamo vinca mio nonno”: recitava una consumata freddura di basso cabaret. Se è vero che il culto dei morti è lo specchio fedele di una civiltà, la ricorrenza della commemorazione dei defunti 2018 restituisce una fotografia precisa dell’Italia di oggi. Anche se nei prossimi giorni tanta gente andrà a salutare la tomba di un proprio caro, i cimiteri italiani stanno morendo. La morte non è più un fatto sociale, com’è stato per secoli, o perlomeno lo è ancora solo in alcune zone del Belpaese e in particolare al Sud.
La morte oggi è un fatto sempre più privato. E non solo perché ormai Facebook è il più grande cimitero al mondo (entro il 2098 gli utenti deceduti saranno più di quelli vivi. In Italia si contano circa 240 mila account che muoiono ogni anno, per decesso dell’utente o per abbandono delle attività, in media si parla di circa 600-700 profili al giorno, con la possibilità di nominare un proprio erede virtuale) ma perché sono in aumento esponenziale le persone che rinunciano alla tomba, alla lapide, per essere cremate e conservate quindi, in casa. A Milano ormai l’80% dei defunti viene cremato. È una tendenza in atto in tutta Italia, soprattutto al Nord ma in netta espansione ovunque. Il dato nazionale delle cremazioni è intorno al 30% ma gli indicatori stimano una crescita esponenziale nei prossimi anni. Non è solo una questione economica, la cremazione comporta ovviamente un risparmio rispetto a un loculo o a una tomba, ma anche culturale.

“Il ricordo è sempre più privato e sempre meno sociale” dice a EC Giovanni Caciolli, segretario nazionale di Federcofit ”I cimiteri sono cambiati. Se la morte resta una livella che non guarda in faccia al ricco o al povero ma mette tutti sullo stesso piano non è così per il ricordo: i ricchi possono permettersi un ricordo più duraturo, visibile, a volte anche monumentale. I poveri no, non possono permetterselo più. I cimiteri stanno cambiando. Si ampliano le aree dedicate ai non cattolici, come per esempio quelli per la comunità musulmana. Che però ha esigenze diverse. Innanzitutto devono essere inumati, e devono esserlo non in una cassa, ma in un lenzuolo e rivolti verso la Mecca. La convivenza tra confessioni religiose nei cimiteri italiani non è un fatto nuovo ed è assolutamente fattibile. Il problema si porrà tra qualche anno quando probabilmente la seconda e terza generazione di musulmani italiani si farà inumare mentre molti altri preferiranno sempre di più la cremazione. Lo spazio nei cimiteri è quello che è…”. Ma è la stessa percezione della morte ad essere cambiata. Sempre meno un fatto naturale, un passaggio della vita, sempre più una sconfitta. Perché si vive sempre più a lungo, perché i progressi della medicina hanno reso la terza età come la fase più lunga della vita, una seconda giovinezza. Almeno questa è l’immagine che passa attraverso il mainstream.

Esplode il fenomeno delle Case Funerarie, luoghi dove il defunto viene trasferito e vegliato in un ambiente elegante, intimo, quasi domestico. “Perché gli obitori e le camere mortuarie spesso sono fatiscenti, con regole stringenti e rigide, orari poco flessibili, condizioni di affollamento” dice a EC Alessandro Bosi di Feniof, “Mentre la casa funeraria permette un congedo dal defunto più umano, più rispettoso e più privato. Ormai in Italia sono più di 300 e in costante aumento e, le imprese di onoranze funebri che hanno sviluppato questi progetti, vedono oggi un ritorno economico soddisfacente”.
Onoranze funebri. Qual è oggi la situazione di questo settore?
600mila (circa) decessi all’anno in Italia, 6.500 imprese, 20mila lavoratori assunti più altri 10mila a chiamata, un fatturato di circa 1,5 miliardi di euro che però arriva quasi a 5 con l’indotto. Le leggi regionali degli ultimi anni hanno dato contorni precisi a questa attività, a parte il caso di Lazio e Sicilia che ancora non hanno legiferato in materia. In teoria oggi un ospedale di Roma o di Palermo può affidare tramite bando a una società privata di onoranze funebri la gestione di una camera mortuaria. Un affare da centinaia di migliaia di euro. Ma una sentenza del Consiglio di Stato ha bloccato i primi tentativi, sostenendo che non si piò affidare ad un monopolio privato la gestione di una camera mortuaria pubblica. In queste due regioni siamo ancora, è il caso di dirlo, in un limbo legislativo con una gestione quotidiana e arbitraria.
L’attività funebre in Italia è attività libera imprenditoriale. È bene ricordarlo: non possono esistere per legge cimiteri privati, se non quelli già esistenti di enti religiosi o congregazionali. I cimiteri in Italia sono 13mila. Il settore delle attività funebri è articolato in Italia in tre comparti:
Imprese funebri private
Attualmente risultano attive circa 6500 imprese, ma va tenuto presente che in tale numero vi sono anche le eventuali sedi secondarie facenti capo ad un’impresa principale. Circa la metà è operante autonomamente ed imprenditorialmente, vale a dire con proprie strutture, mezzi, magazzini, laboratori, personale regolarmente inquadrato. L’altra metà opera sostanzialmente con funzioni d’agenzia, o comunque, utilizzando dei terzisti (centri servizi), quindi operando con soli uffici senza strutture imprenditoriali. Solo il 5% delle imprese svolge servizi superiore alle 500 unità (tra queste vi sono alcune S.p.A.); circa il 75% delle sono tendenzialmente attorno ai 200 annui; le altre sono sotto i 100 servizi e, tendenzialmente, attorno ai 50.
Aziende a carattere pubblico o a Capitale prevalentemente Pubblico
Trattasi di attività parziali o totali direttamente o indirettamente gestite dai Comuni. Si tratta mediamente di aziende operanti nelle grandi città e con numeri elevati in termini di servizi funebri svolti. Spesso, i comuni o le aziende comunali, esercitano sia l’attività funebre che l’attività cimiteriale e, in altri casi, operano nell’ambito dei servizi necroscopici (camere mortuarie ed ospedali). A riguardo l’Antitrust si è espressa denunciando simili commistioni ritenendole atte a creare forti turbative di mercato a danno degli operatori locali, nonché invitando i comuni a circoscrivere il loro intervento nella mera sfera dei servizi pubblici seguendo i principi di sussidiarietà e non offrendo servizi commerciali di onoranze funebri soprattutto quando le imprese comunali godono di benefici e privilegi in grado di avvantaggiarle sul mercato privato.
Associazioni no-profit
Si tratta di circa 200 fra enti morali, laici o religiosi, per la quasi totalità operanti con propri servizi funebri completi ed una cinquantina di essi con propri cimiteri. La loro operatività è rilevante in Toscana (Misericordie e Pubbliche Assistenze) e in zona napoletana (Congreghe). Sono inoltre attive una settantina di società di cremazione che curano unicamente tale rito e, quasi tutte, gestrici di forni crematori di proprietà comunale.
Quanto costa un funerale?
Si può indicare in circa € 2.600 medi per ogni servizio funebre, svolto in ambito comunale e fornito da un’impresa privata specializzata. Sulla base di 600.000 servizi utili, al costo di € 2.600 medi cadauno, si ha un giro d’affari di circa € 1.560.000.000 (un miliardo, 560 milioni). Resta escluso un indotto (su cui l’impresa funebre non ha alcuna incidenza) di oltre € 2.800.000.000 (due miliardi, 800 milioni) e riferito agli interventi cimiteriali, di cui, all’incirca:

• € 1.300.000.000 per marmi e monumenti funebri

• € 1.100.000.00 per vari diritti comunali e/o sanitari;

• € 400.000.000 per intervento di fioristi, giardinieri, manutentori, ecc.

È da valutare, inoltre, che dopo anni di gratuità, la cremazione è stata di recente posta a carico dell’utenza, per importi che si aggirano attorno ai € 600, con un conseguente onere sulla famiglia in lutto di circa € 700 se si aggiungono le eventuali spese connesse ( IVA, documentazioni, bolli, etc.)

Indotto:

• 80 fabbriche di cofani, delle quali una ventina a livello di industria medio alta;

• 15 officine meccaniche specializzate per la trasformazione delle auto in autofunebri;

• 30 laboratori per la fabbricazione di apparati tessili (imbottiture, veli coprisalme, arredi);

• 10 produttori di articoli igienico-sanitari (valvole depuratrici, liquidi di conservazione, bare frigorifere, ecc.);

• 15 fonderie per la produzione degli accessori metallici alle casse;

• 40 per ulteriori produzioni (cofani in zinco, fotoceramiche, stamperie per manifesti, computeristica, ecc).

Particolare rilievo hanno i costruttori di cofani, i quali, oltre a produrre l’intero fabbisogno nazionale, sviluppano anche un’interessante esportazione. Questo settore si sta gradualmente spostando sulle urne cinerarie. Si punta a modelli di ‘moda’: per esempio modelli di urna realizzati imitando le opere di Modigliani. La tendenza è di creare un soprammobile elegante e duraturo che possa stare elegantemente in salotto o in camera da letto.

Il ‘campo’ dei funerali

Circa 600 mila morti all’anno (poco meno dell’1% della popolazione), di cui:

• 20.000 sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni riferendosi a decessi di persone non abbienti o sconosciute;

• 65.000 coperti dai servizi comunali o dalle Istituzioni morali;

• 515.000 di competenza dell’imprenditoria funebre privata;

Dei 600 mila decessi:

• Il 75% avviene in ambiti ospedalieri

• Il 22% avviene in abitazioni private

• Il 3% in luogo pubblico diverso

Inoltre, sempre dei 600 mila decessi:

• il 33% è destinato all’inumazione (sepoltura in terra)

• il 41% è destinato alla tumulazione (tomba);

• il 26 % è destinato alla cremazione (con forte tendenza all’incremento).

La totalità delle salme trova sede obbligatoriamente e indipendentemente che siano inumate, sepolte o cremate, nei cimiteri pubblici (circa 13.000 in Italia) o nei pochissimi privati (una centinaio o poco più) gestiti principalmente da Congreghe religiose ed Enti morali.

Tassazioni

Su ogni funerale, come detto, gravano anche forme di tassazione generalmente fisse e riferite a diritti di competenza comunale, sanitaria e di polizia mortuaria. Si può calcolare un’imposizione di circa 500€. E qui vengono le dolenti note. In Italia la deducibilità di un funerale è poca cosa: il 19% su 1.500 euro, quindi circa 400 euro per famiglia. Una deducibilità così bassa non aiuta le famiglie che spesso puntano al risparmio affidandosi così a chi propone sconti oppure pagamenti ‘in nero’ (involontaria battuta…). Il fatto di non poter scalare dalle tasse i costi del funerale se non in piccola parte e di doversi sobbarcare l’intera spesa per i loculi, che spesso hanno prezzi d’appartamento, di doversi sobbarcare le concessioni cimiteriali favorisce sia la cremazione sia il mercato del sommerso. L’ultima finanziaria non ha cambiato il quadro: in altri paesi il rimborso statale è molto più elevato. Si può invece, mentre si è in vita, indicare il proprio servizio funebre e pagarlo anche a rate in prima persona, in modo da non lasciare la questione ai parenti una volta che non ci saremo più. All’estero è possibile scegliere la propria tomba (fisicamente prenotando uno spazio in un cimitero) e iniziare a pagarlo mentre si è in vita, in Italia non si può.
‘Funerali in Nero’
Una delle principali storture del settore è da sempre l’illecita intermediazione ed il procacciamento di affari. Indagini della Magistratura hanno evidenziato come il procacciamento d’affare e l’intermediazione spesso nasca dalle segnalazioni di avvenuti decessi da personale sanitario/medico ad imprese funebri conniventi, affinchè queste ultime possano proporsi, per prime, ai parenti del defunto offrendosi di occuparsi del funerale. Proponendo anche sconti con pagamento cash. Le normative regionali hanno introdotto incompatibilità tra le imprese funebri e le gestioni di obitori o attività sanitarie ma ci sono ancora aree del Paese ove tali incompatibilità non sussistono, come detto in particolare in Lazio e Sicilia. Manca ancora una legge nazionale in materia.
Come difendersi? Sentiamo ancora Alessandro Bosi: “È importante seguire alcune buone regole. La prima è avere bene a mente che scegliere l’impresa funebre a cui rivolgersi è un diritto del cittadino. Bisogna sempre diffidare di impresari funebri, infermieri o personale sanitario che si propongono -spesso con veemenza- suggerendo di rivolgersi a questa o a quest’altra impresa funebre. Tali comportamenti sono vietati dalla legge e configurano attività illecite che vanno senza esitazione segnalate alla direzione sanitaria ed alle autorità. Il cittadino deve inoltre tenere presente che nessun ospedale, casa di cura, istituto assistenziale, etc ha esclusive con specifiche imprese funebri per lo svolgimento dei funerali dei soggetti deceduti all’interno della struttura sanitaria: i parenti del defunto sono sempre liberi di rivolgersi all’impresa funebre che vogliono senza pressioni o obblighi di sorta. Tenete sempre presente che chi si permette di avanzare tali suggerimenti ha sempre un proprio interesse particolare che, in definitiva, fa lievitare il costo del funerale. Fidatevi quindi di quelle imprese che non vengono a cercarvi. Al verificarsi dell’evento-morte incaricate dell’organizzazione il parente meno coinvolto emotivamente. Evitate i ‘comparatori’ di funerali, stile tripadvisor”.
RIP-advisor
Già. Perché negli ultimi anni sul web e sui social si sta assistendo alla nascita incontrollata di siti di “comparatori di funerali” (come accade ad esempio per gli hotel o per i voli aerei). La maggior parte di questi siti pubblica i listini delle imprese funebri, comparando così i prezzi dei servizi offerti dalle varie imprese funebri. Il problema è che delle circa 6500 imprese funebri italiane quasi nessuna ha aderito a tali siti fornendo i propri listini né autorizzando tali siti ad inserire la propria azienda nel sistema; vengono così pubblicati importi inventati che non hanno alcuna relazione con la realtà. Si aggiunga il fatto che, a differenza degli hotel e dei voli aerei, il funerale è composto da una pluralità di servizi e forniture molto diversi l’uno dall’altro; un funerale può avere al proprio interno delle forniture e servizi (bara, imbottitura, carro funebre, servizi di necroforato, etc) diversi e diventa impossibile fare una seria correlazione senza conoscere i dettagli dello stesso.
Per questo sono state multate e diffidate una pluralità di imprese funebri che proponevano pubblicità con diciture quali “Funerale completo a partire da €…” senza fornire un adeguato dettaglio in ordine a cosa componeva il servizio funebre. Ugualmente, anche in presenza di una dettagliata esposizione di cosa c’è e non c’è compreso nel prezzo, è necessario conoscere anche la qualità delle forniture perché la forbice di prezzo (ad esempio sulla bara) è in grado di spostare sensibilmente in più ed in meno, il totale del costo del servizio.
Non fidatevi.

Esistono invece recensioni accurate e interessanti di alcuni cimiteri italiani e non solo. La rubrica si chiama proprio ripadvisor e la trovate qui: http://www.ctrlmagazine.it/category/ripadvisor/

Un sito specializzato nel necroturismo: http://www.necroturismo.it e molti altri ancora.

Pubblicizzare la morte: scelti per voi

È un aspetto particolare e curioso, da non sottovalutare. Come si può fare pubblicità a una ditta di onoranze funebri? Oggettivamente, pubblicizzare la morte non è esattamente la comunicazione più facile del mondo… vi sarà capitato di imbattervi in qualche manifesto, annuncio sui giornali o altro. EstremeConseguenze vi propone una serie di campagne pubblicitarie e spot televisivi da far morire… nel bene e nel male. Ironiche, professionali, trash, in dialetto. Buona visione

https://youtu.be/xyYAa4xfxVU – Taffo Funeral Service

https://youtu.be/RZ7keS_loys – Nunzio Trinca

https://youtu.be/q3k_qhUrlPE – Casa Funeraria San Siro

https://youtu.be/_MeOof-D-qk – macabro Lugano

https://youtu.be/8IA23G8hrwQ – ‘nessuno è mai tornato indietro a lamentarsi’

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – aulica

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – pragmatica

https://youtu.be/lqCf28cMt_U – alla sarda

https://youtu.be/mGm0YJ7C6zY – professional

https://youtu.be/c3jJv8n-9ec – cartone animato

E infine la scelta di EC https://youtu.be/eBP9QDSr0HI






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