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8.7.24

DIARIO DI BORDO N°60 ANNO II Maddalena Maciocco, il mondo su scala ridotta visto con gli occhi di un bambino? No di una nana - Chi è Clémentine Delait, la donna con la barba che sfidò il mondo e non volle diventare un fenomeno da baraccone




da  https://www.milleunadonna.it/

La storia di chi deve vivere con corpo che sin dall'infanzia deve fare i conti con le barriere imposte da una città costruita a misure standard e funzionali

di Fabio Marceddu
  vedi anche la sua intervista per la rubrica Non è teatro   su  Video Dailymotion
Non è stato facile e non è facile vivere in mondo di giganti, giganti relativi, al cospetto di un corpo che
sin dall'infanzia deve fare i conti con le barriere imposte da una città costruita a misure standard e funzionali, con barriere architettoniche dove i cosiddetti “nani” non sono neanche menzionati.
Per uscire fuori dal circo, il circo bisogna affrontarlo, smettere di essere oggetto di studio o derisione e educare agli altri, ai margini, a quelli come Lei, che solo alla soglia dei sessant'anni hanno rivendicato il diritto ad essere se stesse, e ad un mondo dove bisogna essere perfetti a tutti i costi. Essere nani e essere se stessi, essere nani e rivendicare il diritto ed il dovere ad essere felici, e a non essere bersaglio e non essere escluso, e soprattutto trovare i propri spazi in un mondo standardizzato a certe altezze o bassezze.
“Una volta ho visto delle signore che ridevano al mio passaggio sono tornata indietro e le ho detto ma lo sapete cosa significa vivere con la gente che ti ride alle spalle?" Da quel giorno Maddalena, non ha più taciuto o subito, ed ora porta avanti con dignità la sua statura a tutti i livelli




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Chi è Clémentine Delait, la donna con la barba che sfidò il mondo e non volle diventare un fenomeno da baraccone


Questa donna incredibile trasformò il suo problema ormonale in una fonte di guadagno, ma in modo libero, audace. E ora la sua storia diventa un film, "Rosalie", dal 30 maggio nelle sale





E' una storia incredibile quella che vogliamo raccontarvi. Siamo alla fine dell'800 e una adolescente di nome Clementina Delait accusa un grave disturbo ormonale. All'epoca ovviamente non c'erano cure efficace. L'unica soluzione era il rasoio. E sì perché a Clementina iniziò a crescere la barba come a un uomo. Siamo in un’epoca in cui i cosiddetti “fenomeni da baraccone” non solo erano molto richiesti per gli spettacoli al circo, ma erano anche l'unica a volte fonte di guadagno per gli stessi uomini o donne "mostri" che così potevano sostentarsi. Anche Clementina trasformò questo suo problema in una fonte di guadagno, ma in modo libero, audace. Assolutamente coraggioso per chiunque. Figuriamoci per una donna.
La storia della donna con la barba che al cinema si chiamerà Rosalie
Clémentine Delait nasce in Francia il 5 marzo 1865 e la sua vita non è stata semplice perché nell'età della pubertà ha dovuto affrontare la crescita della barba come fosse un ragazzo. Durante la gioventù ovviamente questa particolare condizione la faceva sentire a disagio. Infatti per tutta la prima parte della vita si è rasata meticolosamente ogni giorno. A un certo punto però ha deciso di abbracciare la sua diversità e di trasformarla in un simbolo di forza. La sua storia è la più straordinaria storia di auto accettazione. La decisione di lasciare crescere la barba è stato il modo con cui si è emancipata, come a dire: "Basta io sono questa, accettatemi come sono".
Già all'epoca la sua storia e scelta di autodeterminazione hanno attirato l'attenzione dei media e del pubblico. Perché Clémentine Delait inventò un diritto che ancora oggi fa fatica a imporsi: quello di essere di essere se stesse. Pensate agli interventi di chirurgia estetica a cui le donne si sottopongono per assomigliare a un unico modello di bellezza imposto dalla società maschile. Agli uomini non viene chiesto di avere le labbra carnose o il naso alla francese. L'uomo può essere bello in tutti i modi che vuole. Le donne più di un secolo dopo Clementine, ancora no. (Se vuoi approfondire leggi la storia dei peli in questo articolo). Per questo la sua esperienza- che oggi ispira un film in uscita in Italia il 30 maggio- è diventata un simbolo della lotta contro i pregiudizi di genere. Clémentine senza saperlo ancora ha promosso un concetto di identità di genere libero dagli stereotipi. Essere insomma uomini o donna non per come è il nostro corpo ma solo per la nostra esperienza interiore. Le venne chiesto di entrare in un circo in cambio di una somma di denaro enorme ma lei rifiutò, preferì mostrare la sua semplicità nella sua vita di tutti i giorni lavorando alla sua locanda. Arrivavano da tutta la Francia per vederla e alla fine si arricchì comunque ma senza, appunto, trasformarsi in una mostruosa attrazione.
L'attrice che la interpreta
La bravissima attrice Nadia Tereszkiewica in una intervista ha dichiarato che la: "Prima volta che mi sono guardata allo specchio nemmeno ricordo che cosa ho provato. Di sicuro non era vergogna. Quella è arrivata dopo, sul set. Un’onda violenta di imbarazzo, e di paura del giudizio degli altri. Improvvisamente stavo male nel mio corpo. Era una sensazione inquietante". Ogni mattina per tutto il tempo di riprese del film si è sottoposta a quattro ore di trucco per diventare Rosalie. Alla regista, l'attrice chiedeva: "Lasciami piangere, le dicevo. Ho bisogno che Rosalie pianga". Ma a certo punto, come accadde a Rosalie, che nella realtà si chiamava Clementina, Nadia ha cominciato ad accettare la barba: "La sfoggiavo in mensa". Di Tereszkiewicz sentiremo molto parlare, a soli 24 anni è in grado di interpretare personaggi come questo molto complessi, tra le più talentuose della sua generazione, ha già vinto il César nel 2023 come attrice rivelazione grazie alla parte di Stella in Forever Young - Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi. "Mi assegnano sempre ruoli che mi portano fuori dagli schemi: la pazza, la moglie che uccide tutti i suoi mariti, la babysitter a metà tra Lolita e Mary Poppins che ribalta i codici estetici. E la donna barbuta, certo".
Trama del film: nella Francia rurale del 1870, Rosalie sposa Benoît, gestore di un caffè pieno di debiti. Lei omette di confessargli il suo segreto radendosi regolarmente. Ma la verità viene a galla. La donna diventa una creatura da disprezzare, poi da esibire, infine da amare.

22.7.23

Riccardo Serra, 17 anni e un sogno «La vita affascinante del fachiro» Dai primi spettacoli casalinghi da bambino ai numeri nelle piazze di fronte alle famiglie

  da  la  nuova  sardegna del 22\7\2023
Olbia
 Forse in cuor suo lo sa, quando mette davanti quel largo sorriso candido, che ha fatto una scelta anacronistica ma anche tremendamente romantica. Riccardo Serra ha 17 anni, è originario di Arzachena, viene dalla minuscola frazione di Monticanaglia, e alla voce “sogni per il futuro” è deciso: «voglio fare il circo». In realtà è già un artista circense a tutto tondo.

 Da qualche anno, infatti, ha conosciuto la famiglia di Priamo Casu, ultimi eredi della dinastia del circo sardo, e ha chiesto di diventarne allievo. Oggi, Riccardo è il fachiro della piccola carovana che gira le piazze dell’isola La fascinazione per i numeri in scena nasce da piccolo, quando Riccardo era uno dei
tanti bambini che sedevano di fronte al tappeto rosso e alla scenografia di strada degli spettacoli di 
Priamo, della moglie Paola e della figlia Shamira. Rimaneva incantato ogni volta, poi tornava a casa, si vestiva con colori accesi e provava a imitare i suoi idoli davanti ai genitori. Da qui la decisione di passare dall’altra parte, dalla platea al buio al centro della scena illuminato dai fari. «Ho conosciuto Priamo e la sua famiglia quattro anni fa – racconta Riccardo divertito –. Volevo mi insegnassero qualcosa». Affare fatto: diventaa tutti gli effetti un allievo del circo sardo, comincia come assistente del clown, che poi era il capofamiglia col nome di “Pompelmo”. Chiedete ai bambini di oggi e di ieri, riconosceranno subito il  divertente personaggio. Aspirante fachiro «Purtroppo o per fortuna, imparare l’arte circense richiede disciplina e volontà – dice Casu – ma Riccardo in questo è un caso eccezionale». Sì, il giovane ora è praticamente il jolly del gruppo, che si è arricchito anche della presenza di Eric, fidanzato di Shamira. «Da piccolo osservavo i numeri da mangiafuoco di Paola ed è una delle prime cose che ho voluto imparare. Ora ci riesco: passo il fuoco sulla pelle, in bocca, è una tecnica che va allenata». Niente trucchi con aghi, carboni ardenti o altre prove di resistenza: è pur sempre un circo che allieta i più piccoli. «Che bella vita» Nelle espressioni e nella voce di Riccardo, mentre si racconta, c’è incredibile garbo, entusiasmo, purezza d’animo.Di sicuro, è una personalità che colpisce subito, a primo impatto. Prima faceva avanti indietro da casa per andare a lezione dalla famiglia circense, che vive a Olbia nella frazione di Putzolu. Ora passa molto più tempo da loro, il suo alloggio è una roulotte e Priamo e Paola li chiama «zii». 

 

Alla domanda su che vita stia vivendo, risponde pronto: «affascinante. Ci vuole tempo e fatica per imparare a fare tutto, però poi quando vai in scena e la gente ti applaude, è la sensazione più bella di tutte». La storia e il futuro La storia del circo sardo, più che una storia, è un’epopea. Nato negli anni ’50 del secolo scorso dalla famiglia di Priamo Casu, il padre Piero varcò i confini isolani e finì persino in tv sulla Rai. In tempi recenti, la compagnia famigliare ha vissuto tra alti e bassi, questi ultimi acuiti nel periodo del covid e dello stop agli spettacoli dal vivo. Questa estate è fitta di appuntamenti, ma anche qui spicca l’episodio di lunedì scorso, quando i circensi sono stati mandati via dalla piazza di San Pantaleo dai vigili e con i bambini già seduti che si sono messi a piangere. Parentesi meno bella, ma anche questa è vita da circo. 
Riccardo e la mamma Patrizia Poma posano con un pitone dopo uno spettacolo

Si vive di precarietà, o meglio: di avventura. È un salto nel vuoto ed è meglio tenersi pronti, «vorrei imparare gli esercizi al trapezio».
Va bene, i genitori sonosempre di parte, ma loro giurano: «non è questo il caso. Quando diciamo che Riccardo è un ragazzo speciale è perché praticamente da sempre ce lo sentiamo dire da chi lo conosce.
Chi guarda gli spettacoli, chi lo frequenta a San Pantaleo, chi lo vede per la prima volta». Mamma e papà sono fieri: di più, sono fiduciosi che la scelta giusta sia far seguire a Riccardo il proprio istinto e la propria indole artistica. Willer Serra la prende larga, non si limita al lato circense: «è proprio un creativo in tutto. Ha tantissime passioni e tanta curiosità, pensa – ricorda, e lo racconta come fosse una delle cose più normali del mondo – che durante il covid gli è venuta voglia di imparare a fare il formaggio e gli ho comprato una capra. In generale, ha sempre ammaestrato e giocato con tutti gli animali in casa, dagli uccellini ai conigli». La mamma, Patriza Poma, ricorda quando anni fa portava i figli, Riccardo, il fratello più grande e la sorellina, agli spettacoli del circo. «Poi a casa Riccardo li
imitava. In particolare Shamira con gli hul hoop – così lei – e nella tavernetta ci chiamava per assistere ai suoi spettacoli». Ora i genitori sono quasi sempre in prima fila. «Ieri sera hanno fatto tappa a Cugnana, attorno a me la gente non sapeva chi fossimo eppure i commenti erano bellissimi. Che emozione». I genitori ci tengono al futuro: «vediamo grandi cose per lui, ma prima di tutto non deve mollare la scuola. Lo sosteniamo e siamo pronti a sostenerlo anche se volesse andare a studiare fuori, in una grande scuola di circo». Per ora il pubblico di locali e turisti in giro per il nord dell’isola sta imparando a conoscerlo, tra una fiammata che esce dalle labbra e un numero di musica

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Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...