La mafia mi ripugna, parola di Caruana jr
Leonardo proviene da una famiglia mafiosa, ma ci tiene a far sapere che si distingue dai suoi congiunti. Lavora infatti nei terreni confiscati proprio ai clan.
domenica 3 marzo 2013 17:05
di Tancredi Omodei
Leonardo Caruana è figlio del boss Gerlando, conosciuto come Gigi, a sua volta figlio di Leonardo, morto assassinato. Nonno Leonardo era l'esponente di spicco della famiglia mafiosa. I Caruana e i Cuntrera, due famiglie storiche della vecchia mafia, a cavallo tra la terra d'origine, il Canada e il Sud America.
Una multinazionale, con solidi collegamenti politici sia in Nord America (un gran business, e tanti soldi) che in Sicilia.
Ora, la notizia è che il giovane Leonardo, nella Siculiana del padre e del nonno, paese a due passi di Agrigento, dove la famiglia non ha mai strappato le radici; il giovane Leonardo - dicevamo - trova lavoro presso una villa confiscata al padre nel 2000 e consegnata al Comune. Era stato il Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo a gestire la gara per l'aggiudicazione della villa. Gara vinta dal Wwf.
E Leonardo Caruana tre mesi fa è assunto proprio da questa associazione. Ed è su quest'assunzione che i carabinieri vogliono vederci chiaro, per diradare eventuali ombre. Un dossier è già stato inviato alla Dda. Altre due associazioni ambientaliste, Legambiente ("una leggerezza, quella del Wwf") e Mare vivo hanno subito smentito di avere alcun tipo di rapporto con Caruana e negato un qualsiasi coinvolgimento nell'assunzione del giovane Caruana. Come dire, chiedete al Wwf.
Puntuali escontati i sospetti, inevitabili le polemiche. La vecchia storia dei padri e dei figli. Così è stato anche per Riina padre e Riina junior. Ma il tema è delicato: il percorso dei beni confiscati, l'esigenza di controllare che il giro lungo non si vada ad arenare sulla spiaggia dalla quale si era partiti, ma anche il rispetto dei diritti di chi non può pagare solo per il nome. Il giovane Caruana non ci sta, e si fa sentire. Lo fa con una lettera inviata alle massime autorità dello Stato, soprattutto alla Procura della Repubblica. Si indaghi pure su di lui, non ha niente da nascondere, vuole solo cogliere n'occasione di lavoro. E se le indagini dovessero dare il risultato che il giovane Caruana rivendica, la richiesta è di essere lasciato in pace. A questo punto, a buon diritto.
"Io sottoscritto Leonardo Caruana - scrive il giovane - con disappunto e rammarico... al centro di una vicenda riportata dagli organi di informazione laddove si adombra il sospetto che l'assunzione del sottoscritto da parte del Wwf possa celare "un interesse della famiglia Caruana alla gestione di quella villa che una volta era di loro proprietà". Ricordando le polemiche di stampa, Leonardo Caruama scrive: "Nella società della comunicazione... si dimentica... di ascoltare la versione del cittadino che si ritrova come soggetto compromesso nell' immagine e nella legittima aspettativa di una vita dignitosa, ovvero occupata nel lavoro..." Il mio rapporto con Wwf - è il senso della ricostruzione fatta dalla lettera di Caruana - non è di oggi e non è legata alla villa che fu dei miei. Con il Wwf ho un vecchio rapporto, fatto di volontariato non retribuito.
Impegno "apprezzato, profuso in silenzio e senza padrini politici".Caruana junior non ci sta ad essere additato come "il figlio di boss impiegato presso il Wwf con celati intenti mafiosi" Per Leonardo Caruana, il lavoro in Wwf "è il naturale sbocco di una attività decennale". "Ognuno di noi - scrive il giovane Caruana - ha diritto all'identità, all'immagine, valori protetti dalla Costituzione Italiana che si intendono violati quando, sulla scorta di un garantismo manicheo, si indica un volontario "figlio di boss.".
"La legge naturale di Maritan che regola i rapporti di padre e figlio - si legge nella lettera - è diversa dal diritto positivo che regola il diritto al lavoro e la tutela della persona. Il sottoscritto non è mafioso, non è sottoposto a misure di prevenzione personale, ha una condotta di vita specchiata, non frequenta pregiudicati, è incensurato, rispetta la Legge, ripugna la mafia, ha scelto di vivere onestamente e quindi, consapevole delle difficoltà inerenti il cognome, si è costruito un percorso di vita modesto ma limpido e nonostante tutto è penalizzato con considerazioni fuori di luogo che ledono l'immagine e compromettono la legittima aspettativa di avere il rinnovo dell'incarico presso il Wwf.
Ragione per la quale - è la conclusione di Leonardo Caruana - se a causa delle polemiche montate sulla stampa, con sospetto tempismo e dal sapore politico, il sottoscritto non dovesse riavere il rinnovo sarebbe violato il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge oltre il diritto di avere una vita dignitosa e una retribuzione adeguata". Come dire, fate tutti gli accertamenti che volete, ma se sono pulito, tacete per sempre.