da repubblica del 15\3\2025
sono imbarcati in un’impresa enorme in una Sardegna piena di animali di nessuno, in un Paese pieno dianimali di nessuno. Ma in questa sala d’aspetto c’è la fila, «i proprietari sono orgogliosi di contribuire alle cure di chi non ha padrone, venendo da noi». E una volta che «la camera operatoria è aperta, la Tac accesa…», che ci entri un cane solo o di famiglia, cosa cambia, nello spirito francescano (mai parola più centrata, come per la cagnara) che si respira qui dentro, oltre all’odore di disinfettante e anche di pelo bagnato. E li dicono eroi, «ma siamo solo veterinari, e lo facciamo anche per noi stessi, in questa clinica ai confini dell’impero…», perché «gli animali sono salvifici, e angelici, in quanto privi di qualsiasi malizia». Indifesi, Monica lo ha capito da bambina «quando ho visto un cane ustionato, e il suo padrone, un servo pastore che piangeva disperato per lui» E questa? Una tartaruga randagia (gravi problemi respiratori). Il gattone rosso Puzzle («occhi fuori dalle orbite, trauma cranico»), e Vincenza («a tutti diamo subito un nome») schiacciata da un’auto, «incinta di 5 gattini». Un grosso micio nero «Fuggitivo», con le convulsioni. La piccola palla di pelo ringhiante, «varie fratture e scuoiamento, finito nel motore di un’auto». C’è un catalogo di orrori, nelle cartelle cliniche attaccate alle molte gabbie dei casi gravi (altri veterinari avrebbero prontamente soppresso). «Alcune storie le mettiamo sulla pagina Fb, Effetto Palla Onlus. Non siamo mai splatter, vogliamo solo che qualcuno si innamori dei nostri “rottami”, e li adotti». Cinquemila, da quando il mondo ha scoperto Palla. Un povero cane mostruoso, e quindi scacciato da tutti. Scheletro di cane, con una testa enorme, rotonda. «Ce lo portò Nicola Pianu, l’acchiappacani dell’Ats. Uomo di grande esperienza, quella volta era sconvolto». Era colpa di un umano (è sempre colpa degli umani) aveva stretto una fascetta di plastica al collo della allora cucciola. È cresciuta con quel laccio strangolante, stava morendo. Non è morta. Infatti ronfa sul divano di casa, ed è star di tivù e social. Intorno, un paio di gatti Sphynx, di recupero, due cagnetti, un gatto nero. Sul balcone, una cinghialina abbandonata nel bosco, da svezzare e liberare. In cortile, 3 cerve reduci dall’incendio di Montiferru, 23 luglio 2021, il più grande rogo d’Italia, «cominciarono a portarci cinghiali, cervi, uccelli, tutti orrendamente ustionati, ma vivi», comprese le due volpi. Molti chiedono di poter visitare la clinica, ma adesso c’è il film e se qualcuno dice «ah no, mi impressiono troppo», ma per favore.