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26.6.16
Bufala Europei Calcio 2016: Magliette Nike Italia senza la Sardegna
lo so che avrei dovuto scoprire da solo e prima di condividere tale bufala \ panzana come ho fatto sulla mia bacheca di fb
*****con ***** e altre 11 persone.
15 giugno alle ore 22:00 ·
Scandaloso.. la nike vende questa maglia...
DOV'È FINITA LA SARDEGNA ?
UN OFFESA SENZA PRECEDENTI PER NOI SARDI....
SAREBBE BELLO BOICOTARE LA NIKE IN SARDEGNA....
VERGOGNA !!
CONDIVIDETE QUESTA VERGOGNA !!!!
ma se rietinei una persona affidabile da sdolo non sempre ci riesci subito . Infatti una delle cos e belle di fb oltre ala velocità con cui si diffondo o contrastano ( come in questo caso ) le balle \ panzane - bufale sono : la partecipazione e l'aiuto reciroco per smentirle . L'ho presa sul serio perchè a volte succede che a noi sardegna ci trattano di ..... .
A testimonianza che le news riportata precedente era una bufala leggete questo articolo di http://www.debunking.it/
Il 15 giugno 2016 una signora di nome Aurora ha pubblicato la fotografia di una maglietta azzurra, probabilmente della Nike, con la “cartina” dell’Italia priva della Sardegna: Il post di Aurora
Dopo Aurora anche un utente di nome Tiziano pubblicò la stessa foto: Il post di Tiziano
Parto subito con due punti abbastanza evidenti:
non è possibile che sia del 2016 per gli europei di Calcio siccome lo sponsor tecnico della nazionale attualmente è la Puma (la Nike lo è stato molti anni fa);
il logo presente sulla destra della scritta “Italia” risulta molto strano, sembra infatti quello della FIGC del 1974 modificato (non poteva assolutamente avere le 3 stelle perché all’epoca non avevamo vinto il terzo mondiale). Marchio FIGC 1974
Già questi due punti potrebbero far pensare ad un falso, probabilmente un fotomontaggio secondo alcuni. Per fare un esempio il simbolo della Nike potrebbe combaciare con quello che si trova via Google Images alla ricerca “logo nike giallo”: La ricerca del logo Nike giallo
Ecco un semplice confronto che tuttavia non potrebbe bastare per affermare che il tutto sia un fotomontaggio
Simulazione
La maglietta sarebbe stata fotografata presso Le Vele di Quartucciu, un centro commerciale cagliaritano, secondo quanto avrebbe dichiarato la signora Aurora nei commenti al suo post: Il riferimento al luogo del presunto scatto
Cercando ulteriormente online non si hanno altri riferimenti se non i post indicati, un account Twitter e un sito che ne parlavano successivamente alla pubblicazione di Aurora.
In seguito, durante le mie ricerche, incontro un ragazzo romano di nome Antonio afferma di esserne in possesso da anni (“almeno 8 anni fa” dice Antonio, ma all’epoca avevamo già Puma come sponsor tecnico) e di confermare la mancanza della Sardegna nella “cartina”: La chat con Antonio
Alla richiesta di fotografie me ne manda quattro, dove in due è visibile la cartina priva della Sardegna, che pubblico di seguito: Le foto inviate da Antonio
Vi riporto una delle foto che ho schiarito un po’ per renderla visibile: Foto schiarita per renderla visibile
L’etichetta della maglietta riporterebbe effettivamente il logo Nike, ma non contento provo a mettere in chiaro l’ultima foto che risulta abbastanza sbiadita:
L’etichetta resa più leggibile tramite appositi filtri
Ho inviato queste foto al servizio clienti della Nike riciedendone la veridicità (e citando il “made in Sri Lanka”), ricevendo la seguente celere risposta:
Ciao David,
Sono lieta di darti le informazioni richieste.
Per Nike, come per tutti i grandi marchi, non è possibile verificare l’etichetta poichè essa stessa , in caso di contraffazione, viene imitata.
Siamo al corrente dell’esistenza nel mercato di prodotti contraffatti e stiamo già duramente lavorando per risolvere tale problema.
Per quanto riguarda la maglia in foto, siamo a conoscenza della presenza sul mercato di una contraffazione molto contestata perchè non contiene l’immagine della Sardegna.
Non abbiamo notizie, invece, della stessa contraffazione del 2008.
Stando a quanto mi ha risposto sembrerebbe proprio che siamo di fronte ad una contraffazione (mi dispiace per Antonio). La maglietta è effettivamente circolata in Italia e che non vi sia traccia della Sardegna è confermato, visti i due episodi (quello della signora cagliaritana e quella del ragazzo romano). Almeno c’è il Molise!
Nel sito del Ministero dello Sviluppo economico sarebbero riportate in vademecum per il consumatore (PDF scaricabile) con tutte le informazioni per riconoscere eventuali falsi. Tra le “buone regole” abbiamo il controllo dell’etichetta:
Controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati (l’etichetta è la loro “carta d’identità”) e diffidare di quelli con scritte minuscole o poco chiare o privi delle indicazioni d’origine e del “marchio CE”; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione e caratteristiche.
Comunque sia, l’attuale sponsor tecnico della nazionale azzurra è la Puma e siccome siamo di venerdì 17 ecco il modo migliore per concludere l’articolo:
“Pumino” micioso
30.12.13
Roma, sequestrate 2000 false Hogan Finanza le regala ad alluvionati di Olbia .
finalmente qualcosa che sequestrato non finisce o al macero o in tasca di chi le sequestra. Alcuni non sono d'accordo ed affermano che : << si tratta comunque di un falso e vanno distrutte, non parliamo di cibo o altri beni di prima necessità >> . Io invece condivido quanto dice isbremis nel commento all'articolo all'unione sarda 30/12/2013 13:12 : << se rimuovono il marchio perchè distruggerle?Ogni oggetto che viene fabbricato nel pianeta consuma materie prime, toglie risorse ai nostri figli, inquina l'aria dei nostri nipoti. Non possiamo più permetterci di distruggere nulla...quello che dovevamo distruggere lo abbiamo già ridotto all'osso: la Terra! Evidentemente molti non hanno ancora ben chiaro questo concetto, che, per risolvere i gravi problemi (anche di crisi economica) dovrebbe essere al primo posto dei pensieri di tutti noi ogni giorno >>
unione sarda Lunedì 30 dicembre 2013 09:40
Sarebbero dovute finire sul ricco mercato della Capitale ed avrebbero potuto fruttare un discreto guadagno ai professionisti del “tarocco”. Questa volta il percorso di duemila paia di scarpe, con il falso marchio “Hogan”, è stato diverso: sequestrate dai finanzieri di Roma sono state consegnate, oggi, al Comune di Olbia, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Le calzature erano state sequestrate nel corso di una complessa indagine, portata avanti dal Gruppo di Fiumicino, su un importante centro di smistamento di prodotti contraffatti a Maddaloni, nella provincia di Caserta. Le
scarpe – prodotte nelle fabbriche clandestine dell’hinterland partenopeo – passavano di mano dai contraffattori campani ai grossisti cinesi che, a loro volta, nel giro di poche ore, le rivendevano ai dettaglianti magrebini, incaricati di collocarle sulla piazza romana.
L’intervento dei militari aveva permesso di intercettare un carico di 57.000 paia di scarpe, di noti marchi contraffatti, destinato a far fronte alle copiose richieste natalizie dei clienti capitolini. Il valore della merce sottratta al giro illecito era stato di 1,4 milioni di euro e le 2.000 paia di calzature a marchio “Hogan”, oggi donate, ne rappresentavano proprio l’articolo più costoso, meglio realizzato e, perciò, maggiormente ricercato.
Accogliendo la richiesta del Corpo, l’Autorità Giudiziaria ha concesso che le scarpe, previa rimozione del marchio, potessero essere devolute agli alluvionati della Sardegna. Ieri - grazie alla collaborazione tra il Comune di Olbia e la compagnia di navigazione Tirrenia - sono partiti dal porto di Civitavecchia due automezzi militari, carichi delle calzature da donare alle persone colpite dall’alluvione. Questa mattina, subito dopo lo sbarco nel porto di Olbia, nel corso di una sobria cerimonia, le false Hogan sono state donate ad un delegato del sindaco che ne provvederà immediatamente alla distribuzione ai suoi concittadini.
22.12.12
Svanhild la bambina che volo con l'aquila un esempio di bufala che diventa verità
Leggendo questo articolo preso da http://www.criptozoo.com/it/ mi chiedo come mai la gente a volte sottoscritto compreso creda a panzane del genere ma poi m'accorgo che mi sto facendo la consueta sega elucubrazione \ mentale perchè ho già la risposta che è ..... ( non ve la dico subito altrimenti che cavolo lo faccio a fare questo post , la trovate a fine post .
Le aquile rapitrici tra leggenda... e realtà? da Lorenzo Rossi 19.12.12
La prima fotografia conosciuta di un'aquila reale nell'atto di predare del bestiame
Photo: KETTS NEWS
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Ad ogni modo le foto dell'anonimo birdwatcher (di cui possiamo ammirare qui sotto un secondo scatto), risultano ad oggi le uniche immagini conosciute che documentano una predazione di un'aquila reale a del bestiame domestico.
La notizia non tardò a fare il giro del mondo e ben presto molti si domandarono se anche ben altri tipi di predazioni, saltuariamente attribuite a questo grande uccello, potessero avere delle fondamenta reali: gli attacchi in cui le vittime sono dei bambini.
Racconti del genere, soprattutto risalenti al passato, sono in effetti abbastanza impressionanti e hanno molto colpito l'immaginazione umana. Uno dei casi più tristemente famoso è quello che si dice avvenne nel 1838 presso la regione di Valais, nelle Alpi Svizzere, quando una bambina di 5 anni, Marie Delex, sarebbe stata portata via da un'aquila gigantesca mentre era intenta a giocare con un amico presso un crinale. Le grida del bambino superstite, sebbene ignorante dall'imponente predatore, furono udite da alcuni pastori che accorsi sul posto non trovarono altro che una scarpa di Marie ai bordi del precipizio. Il suo corpo, orrendamente mutilato e giacente su di una roccia distante circa 1 km dal luogo del rapimento, fu ritrovato due mesi dopo da un pastore.
Un altro caso sorprendente, che .... ( continua qui )
Mi ha lasciato incredulo \ meravigliato , forse perchè sono abituato ai bla bla bla fra i complottisti e gli anti complottisti che per porre fine al dibattito che si era scatenato sulla rete, tra gli esperti di computer grafica che avevano già "fiutato" il falso e chi, invece, riteneva possibile l'attacco testimoniato dal video. ci sia voluta un'ammissione di "colpa" in piena regola da parte degli stessi autori . Quattro ragazzi ventenni che l'hanno ideato: Normand Archambault, Loic Mireault, Antoine Seigle e Felix Marquis-Poulin. Tutti quanti studenti di animazione 3D al NAD Center di Montreal. Il loro professore gli aveva dato un compito: "Create un falso video in grado di diventare reale". E loro, grazie all'esperienza nella computer grafica, lo hanno svolto alla perfezione. "Siamo senza parole - affermano i ragazzi all'indomani del fake che ha tratto in inganno i media di tutto il mondo - Non pensavamo che potesse accadere tutto questo". E rivelano, poi, come è nata l'idea del filmato: "Abbiamo analizzato YouTube e ci siamo accorti che gli animali e i bambini sono i protagonisti dei video più cliccati". Il portavoce del NAD Center in cui studiano i ragazzi aggiunge: "Sia l'aquila sia il bambino sono stati creati con l'animazione in 3D e solo successivamente sono stati inseriti nel filmato originale".Ma soprattutto il fatto che Nessuno, però, aveva fornito le prove necessarie per definirlo con certezza un falso per porre fine al dibattito che si era scatenato ieri sulla rete, tra gli esperti di computer grafica che avevano già "fiutato" il falso e chi, invece, riteneva possibile l'attacco testimoniato dal video. Nessuno, però, aveva fornito le prove necessarie per definirlo con certezza un falso. E intanto il filmato dell'aquila continua a "volare" su YouTube, dove ha superato i 16 milioni di visualizzazioni.
Quindi si può desumere come l'ornitologia moderna ..... L'ORNITOLOGIA moderna è in concorrenza con la mitologia * e di come evadere e basta anzichè cercare u compromesso fra fuga \ fantasia e realtà si preferisce credere alle bufale
da repubblica online
La fortuna dei falsi sul webL'ultimo episodio è il video di un rapace che prende un bimbo: subito milioni di contatti ma era un fake. Dagli spot per prodotti inesistenti agli scoop-burla, ecco che ricorre a internet per i suoi scherzi globali
di VITTORIO ZUCCONI
ERA il 1984 quando il mondo rise della "beffa di Modigliani", le tre teste false ripescate da un canale di Livorno. Lo scherzo, si direbbe oggi, diventò "virale", fece il giro del mondo, generò scandalo e possibili arresti. E fu ben poca cosa, in fondo una burla di provincia, rispetto all'alluvione di falsi, di "fake", che oggi, trent'anni dopo, galleggia sull'oceano di Internet.
un estratto dal video |
- APPROFONDIMENTI
E che il caso dell'"Aquila e del bambino" ha riproposto. Quando tre ragazzi del Centro di Montreal per l'animazione cinematografica in 3D hanno prima diffuso su YouTube la clip di un'aquila che ghermisce un bambino in un parco e poi hanno ammesso di averlo creato in studio, l'intera e immensa videoteca globale è tornata sotto accusa e sospetta. Anche se esperti di "Cgi", di animazione computerizzata e di effetti speciali hanno impiegato poche ore per smascherare il falso, magari semplicemente notando che quella specie di aquila non vive nella zona di Montreal e che le ombre erano sbagliate, almeno venti milioni di persone lo hanno visto e milioni di madri hanno rabbrividito. Non è accaduto, non potrebbe neppure accadere, ha comunicato il Centro di Montreal, ma la discussione si è subito spostata dal rischio dei bambini attaccati dai rapaci al rischio di essere ghermiti dai falsi e dagli inganni visivi che infestano la Rete. Siamo tutti bambini, di fronte all'aquila del falso video.Non è stata certamente Internet a scoprire e sfruttare le infinite possibilità della falsificazione e dell'illusione ottica e la professione del falsario è antica. Ma il caso dell'"Aquila e del bambino" ha ripetuto quello che molti utenti e frequentatori della Rete preferiscono ignorare: che Internet è egualmente fonte di ogni possibile verità e di ogni possibile menzogna. Tutto ciò che è visibile è falsificabile. Qualsiasi studente di computer graphic può organizzare la propria Beffa Modigliani grazie alla velocità e alla potenza del più umile pc di oggi.Ci sono interi siti porno costruiti sulla sovrapposizione di volti celebri sulle spalle di protagonisti veri di acrobazie erotiche e oscenità assortite. Video con Ufo e alieni sono tra i prediletti e alcuni, come quello costruito nel cielo di Haiti, sono specialmente "autentici". Divenne celebre la sequenza di una madre che esplode colpi contro il figlio in un passeggino, protetto da una lastra antiproiettile che non esisteva altro che nella finzione video. E abbondano sequenze "girate" in luoghi ultrasegreti, come la sempre ghiotta "Area 51" nel Nevada. Pattugliare i siti, vegliare su YouTube che riceve 70 minuti di nuove clip ogni minuto richiederebbe, qualcuno ha osato calcolare, tra i quattro e cinquecento anni di tempo, secolo più secolo meno e comunque l'utilizzatore finale è generalmente disarmato di fronte al possibile falso. Il meccanismo psicologico difensivo della "sospensione della incredulità" che scatta quando entriamo in un cinema o guardiamo uno spettacolo televisivo o teatrale sapendo benissimo che né vampiri, né zombie, né hobbit o maghetti esistono, fatica a proteggerci dalla illusione che quei filmati siano autentici, come fu il primo, ingenuo pezzettino di Jawed Karim, uno dei creatori di YouTube oggi inghiottita da Google, nello zoo di San Diego.I media tradizionali, i cosiddetti mainstream, nella loro ricerca di pubblico contribuiscono alla confusione e accreditano il falso. Dal "Gattino Bonsai", infelice e inesistente felino allevato in bottiglia per miniaturizzarlo, alle "Scie Chimiche", panzane, scherzi, invenzioni rigurgitano anche sotto le bandiere di media rispettabili, che abdicano alla propria funzione di filtro per avere contatti. Avviene anche di peggio, come nel caso della Fox News di Murdoch o della augusta Cnn sorprese a mandare in onda immagini di violenza e di sommosse di strada girate in un Paese e attribuite a un altro, per "effetto".Sono la rapidità e la diffusione offerte dai nuovi strumenti a dare una qualità nuova a questo genere di fake, di invenzioni. La potenza del "Visto con i miei occhi" oltrepassa la diffidenza verso la parola scritta e conduce a effetti perversi. Un'università britannica ha dimostrato che soggetti cavia chiamati a raccontare un evento che hanno vissuto in prima persona cambiano la loro versione dopo avere visto un filmato dello stesso avvenimento falsato e ricostruito ad arte.In molti, quando uscì il devastante video di Mitt Romney che irrideva al 47 per cento di americani, si chiesero subito se quella ripresa amatoriale, attribuita a un cameriere, fosse un altro, un ennesimo falso. Non lo era. Ma le possibilità di inganni sono infinitamente superiori alla capacità del pubblico di vedere il trucco. Il mondo della politica, come da tempo quello della pubblicità, non può essere molto lontano dal capirlo e dallo sfruttarlo. Sesso, bugie, potere e YouTube.
con esiti più o meno disastrosi ( vedere le dittature del novecento ) e mandare il cervello in cassa integrazione e rifugiarsi nell'illusione e nella fantasia . Insomma un ritorno al medioevo proprio come evidenza lo studioso esperto del medioevo Jacques Le Goff sia in questa recente intervista sull'ultimo venerdì di repubblica : << (....) << in tutte le società e in tutte le epoche l'umanità ha bisogno di mantenere un contatto fra il reale e l'immaginario .Veda il più recente successo della fantascienza non solo fra gli sprovveduti (...) >> e in uno dei suoi libri più noti ed importanti Le Moyen Âge aujourd'hui, Léopard d'Or, 1998
*
http://digilander.libero.it/nordfriul/miti/dizionario.html ( La voce Svanhild )
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