nonostante sia no lontani anni luce con quanto dice il mio compaesano Danilo Atzori La politica si opporrà... il miglior modo per governare e far subire il popolo è tenerlo ignorante... strano che ancora ci sia dopo oltre due anni...
Siamo nel periodo dell’anno che, ormai, anche mia nonna Tita (nata, appunto, il giorno del varo del Titanic) chiama back-to-school. Un irrinunciabile appuntamento della grande tradizione italiana come Halloween, i muffin o l’happy hour. Così -al rientro dalle ferie- con del blando esplosivo, libero la mia buca delle lettere dai quintali di giornalini degli ipermercati, nei quali innocenti prezzi di listino sono mutilati dal machete di un nemico impietoso: lo sconto. Corro all’ ipermercato, entro, mi piego in due per un leggerissimo crampo allo stomaco (me lo fa, a passare da +41° a -2°) e inizio. Compro zaini con ruote, per trasportare il necessario: libri, quaderni, carta igienica e presto – dato il livello di finanziamenti alla scuola – banco e sedia. Compro 60 pilots friction laser ultimate edition: cioè penne, una parte che scrive e una che cancella, che gli scolari usano come spuntino (a giudicare dalla velocità con la quale finiscono). Compro 16,2 kg di libri, sui quali c’è scritto che l’Amazzonia è in pericolo e che se io –piccola egoista!- non riciclo lo scontrino, ho la responsabilità della catastrofe globale.Compro tutto quello che è nella lista, lunga quanto la Torah. Il fatto che io non abbia figli è ininfluente. Una Moglie Modello non si tira mai indietro e volentieri sostituisco amiche e conoscenti, che possono così concedersi uno smalto alle unghie, un libro, un idraulico. Tra quaderni e astucci di supereroi, mi sento anch’io un’eroina.Anche se mai come Antonio La Cava. Un distinto signore che gira le piazze della Basilicata su un’Ape con finestre, tetto e comignolo. Al suo arrivo, i bambini lo aspettano felici. Ma Antonio La Cava non distribuisce gelati o nachos. È un maestro in pensione e distribuisce libri. L’Ape è un Bibliomotocarro, con a bordo 700 libri. I ragazzi li prendono in prestito e si mettono su un gradino a sfogliarli. Non solo. Possono anche contribuire con impressioni e storie a un libro aperto che altri bambini completeranno. Tutto gratis, tutto per abituare i ragazzi alla lettura.E come finisce la favola? Non finisce. Se tra quei bambini uno scriverà meglio di altri o s’innamorerà della fisica o si metterà in testa che deve fermare lo scioglimento dei Poli, la favola è appena iniziata. E Antonio avrà proseguito la missione degli insegnanti: plasmare futuri.