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8.9.23

La figlia si sposa e gli anziani genitori muoiono poche ore dopo il matrimonio: l’addio di Nerviano a Luigi Bina e Angela Benecchi


da  la Repubblica edizione  di Milano

Avevano trascorso tutta la vita insieme, a casa e sul lavoro, e se ne sono andati a poche ore di distanza l’uno dall’altra, proprio in concomitanza con un momento di grande gioia per l’intera famiglia: Luigi Bina, 90enne di Nerviano (nell’hinterland milanese), è morto lunedì 4 settembre subito dopo il matrimonio della figlia Annamaria e la moglie Angela Benecchi, di 84 anni, l’ha seguito il giorno dopo.
Entrambi erano molto noti in città per aver gestito un negozio di calzature nel paese. La coppia lascia quattro figli: oltre ad Annamaria (a sua volta conosciuta per la sua attività di insegnante alla scuola
primaria), i fratelli Marco, Paolo e Carlo.
“Nerviano è più povera con la perdita di un altro pezzo della propria storia. Angela e Luigi erano esempi di gentilezza, educazione e rispetto unici – commenta l’ex sindaco Massimo Cozzi – Non servono parole in questi casi, ora sono ancora uniti in paradiso”.
Entrambi erano ammalati da tempo e la signora Angela se n’è andata mentre i figli stavano organizzando il funerale del marito: così hanno ricevuto insieme anche l’ultimo saluto delle tante persone che volevano loro bene, giovedì 7 settembre nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
Molto attivo in parrocchia, Luigi Bina era stato catechista e faceva parte del coro. In passato era stato anche presidente dell’associazione di volontariato Collage, che collabora con i missionari per sostenere le popolazioni bisognose di Costa d’Avorio, Burundi, India e di altri Paesi africani, sudamericani e asiatici.
L’associazione ha reso omaggio a “Luigi, amante della musica classica” con un video postato su Facebook e la frase: “La vita non ci restituisce le persone perdute, le parole che non abbiamo detto e le emozioni che non abbiamo vissuto. Nulla torna indietro, ma tutte le cose più belle di questa vita le teniamo chiuse dentro i ricordi che porteremo dentro di noi, in quel piccolo posto speciale chiamato cuore”.

I volontari di Collage parlano di Luigi Bina come di “un padre, un fratello maggiore e un amico. Sentiremo la tua mancanza, ma ci piace pensare che hai preso per mano la tua amata Angela, per varcare insieme la soglia della speranza”.

I coniugi Bina “erano una coppia dolcissima. Ricordo ancora quando la mattina venivano insieme al bar a fare colazione” è il messaggio affettuoso di un’abitante di Nerviano, mentre un’altra sottolinea che “non hanno voluto separarsi nemmeno per compiere l’ultimo viaggio”.

In tanti parlano di “una storia d’amore preziosa da conservare nella memoria” perché “un’altra generazione come la loro non nascerà più”.

29.1.17

Palestinian family saves Israeli lives in nighttime bus crash

finalmente  anche sui media  ufficiali una bella  notizia  in una terra martoriata (  oancora adesso )  da guerre , rappresaglie  , occupazioni , ecc che  durano   d  quasio  80 anni  . Una notizia incoraggiante. Una famiglia palestinese presta soccorso ai feriti israeliani in un incidente stradale nei territori occupati.Al di là di quello che sostengono gli estremisti antisionisti e gli estremisti di destra sionisti, un accordo fra i duo popoli è possibile.

 dalla pagina facebook sinistra per israele-italia 
 che riprende www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4913959,00.html


Palestinian family saves Israeli lives in nighttime bus crash
A Palestinian family notices an upturned bus nearby a West Bank settlement, and immediately heads out under the pouring rain assist those hurt in the accident; 'They didn't hesitate or stop to weigh things out. They saw that human lives were on the line,' says Capt. Sivan Raviv, who arrived on the scene.
It's nighttime in the Binyamin region. A Palestinian family from the village of Al-Lubban ash-Sharqiya notices an upturned bus that had rolled downhill from the nearby road leading to the West Bank settlement of Ma'ale Levona. Without a moment to lose, the family heads out while still in their pajamas, and under the pouring rain assist those hurt in the accident, where two people had lost their lives.



Capt. Sivan Raviv, a medical officer in the Binyamin Division, told Ynet that the family was the first to call emergency services late Friday night, and that their quick thinking saved lives. "They didn't hesitate or stop to weigh things out. They saw that human lives were on the line. When we arrived at the site we saw the family members already trying to extract the injured parties and offer them treatment."

צילום: חגי דקל
Emergency services rush to the site of the accident


The upturned bus (Photo: Judea and Samaria Fire Fighting and Rescue Unit)
The upturned bus (Photo: Judea and Samaria Fire Fighting and Rescue Unit)

An emergency services ambulance arrives on the scene
An emergency services ambulance arrives on the scene

At that very moment, the region's complex reality was underscored when a few kilometers away from the accident infantry soldiers from the Kfir Brigade were in hot pursuit of an armed terrorist near the Palestinian village of Aboud, where two shooting attacks had taken place with a 24-hour period. When word of the accident reached them, the soldiers divided into two groups—one to continue the chase after the terrorist, and the other to go tend to those hurt in the accident. Once arriving on the scene, they worked together with members of the Palestinian family to help rescue the injured parties.


Capt. Raviv
Capt. Raviv


Photo: TPS
Photo: TPS


Emergency services divise a rescue plan (Photo: Judea and Samaria Fire Fighting and Rescue Unit)
Emergency services divise a rescue plan (Photo: Judea and Samaria Fire Fighting and Rescue Unit)

Shortly after the family called to report the accident, Magen David Adom, a fire fighting unit, residents from Ma'ale Levona and additional medical teams arrived, and together they managed to evacuate those injured to several hospitals within an hour and a half. "We didn't give up," said Sivan. "It was hard to carry those injured on gurneys through the mud, while we fell down, got back up and lifted them once more, until reaching the ambulances and the two helicopters belonging to Unit 669 (the IDF Combat Search and Rescue unit—ed) that were waiting for us nearby."

Photo: TPS
Photo: TPS

"We realized this wasn't a regular occurrence," recalled Raviv. "The bus was turned over and completely destroyed. We couldn't afford to miss any one. The bus was totally crushed. We weren't thinking of anything but their quick extraction."


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23.11.14

Si possono conciliare valori e profitto? Ce lo svela l’imprenditore che produce Fernet-Branca

Rispondo alle  domande     che   sorgeranno da  chi  : 1) si basa  solo  sul titolo ., 2)  legge  l'articolo se  gli interessa il tiutolo riprendo l'argomento  tratto  nel precedente  post  ( è la  terza  storia ) .  
 Ecco   che una delle risposte potrebbe  venire  da   questo articolo  pubblicato  dal portale   BuoneNotizie.it  il  21 novembre 2014   
                    
Se avessi affrontato alla vecchia maniera le sfide che il mondo mi ha proposto, sono sicuro che non ce l’avrei fatta”. Lo afferma Niccolò Branca, imprenditore illuminato, presidente e amministratore delegato delle distillerie Branca (produttrice del noto Fernet-Branca), che durante un lungo viaggio in Indonesia ha trovato nella meditazione la sua teoria, quella “dell’economia della consapevolezza”. La soluzione alla crisi è possibile infatti anche percorrendo strade inconsuete. Lo spiega nel suo libro “Per fare un manager ci vuole un fiore” dove l’autore sfida il dogma occidentale del profitto infinito, senza sostituirlo con altri obiettivi utopici di tipo spirituale. In una società complessa come la nostra la sfida sta proprio nel riuscire ad applicare la consapevolezza, sviluppata grazie alla meditazione, per creare sì un profitto, ma che abbia come suo fondamento e corollario la felicità e il miglioramento delle condizioni di vita di tutte le persone coinvolte nel processo produttivo.
Niccolò Branca è alla presidenza dell’azienda dal 1999 ed è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui quello di Professore Onorario alla Universidad del Salvador di Buenos Aires, dove tiene lezioni di Economia. Pratica meditazione da 24 anni, dopo aver seguito maestri internazionali.

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Lo stile unico della sua leadership hanno portato l’azienda ad un ventennio di successi, fatti di valori che oggi l’imprenditore ha voluto racchiudere nel nuovo spot dell’amaro più famoso del mondo. L’amore, l’amicizia, l’impegno e la libertà sono i valori profondi raccontati nella nuova campagna di Fernet-Branca con quattro suggestive storie che ripercorrono le tappe importanti della vita: brevi frammenti che fanno parte dell’esistenza di ognuno, sensazioni che, almeno una volta, tutti abbiamo provato.

O ne ricordiamo   i  famosi spot



Inoltre sempre   buonenotizie  it   La storica azienda (è nata nel 1845 a Milano), ancora tutta italiana dopo oltre un secolo e mezzo, è leader nel settore degli spirits ed è presente in oltre 160 mercati con prodotti famosissimi come BrancaMenta, Punt E Mes, Caffè Borghetti e altri.
Vi invitiamo a visitare il sito di Fernet-Branca e le pagine social di Youtube, Facebook e Instagram.

7.7.14

soddisfazioni

Leggendo  sulla  destra del mio  blog   la sezioni  post  più popolari   (  ne  trovate  sotto  un copia-incolla  ) 

19.10.13

c'è amore più grande? Si sposano in chiesa dopo 80 anni di convivenza. Lui ha 103 anni, lei 99: che tenerezza .finchè morte non vi separi ?

finchè  morte non vi separi  ?  da www.oggi.it


se il  video non si vede    andate  qui
 http://www.oggi.it/video/curiosita/2013/10/17/si-sposano-in-chiesa-dopo-80-anni-di-convivenza-lui-ha-103-anni-lei-99-che-tenerezza/


Una storia d’amore vero e tenerezza che arriva dal Paraguay. Lui si chiama Jose Manuel Riella e ha 103 anni, lei Martina Lopez e di anni ne ha 99. E dopo ben 80 anni di convivenza (e 40 di matrimonio civile), hanno deciso di sposarsi anche con rito religioso, con tanto di abito bianco per lei. La coppia ha già otto figli e ben 50 nipoti, tutti presenti alla cerimonia a Santa Rosa. Un evento, in effetti, imperdibile (lapresse) Aggiornato al 17 ottobre 2013

11.1.13

numero chiuso università incostituzionale ?, i gay posso addottare ? . coprte europea richiama l'italia per le torrure di bolzaneto \ genova g8 20012

 finalmente delle buone  news  da  rainews del  11\1\2013

la prima  , perchè  nonostante  sia  ancora  un po' incerto  su tale argomento , è un segnale  che i tempi stanno cambiando   anche dai  noi 



Roma, 11-01-2013

Per la Cassazione non è altro che un "mero pregiudizio" sostenere che "sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". In particolare, la Prima sezione civile (sentenza 601) si è così espressa affrontando il caso di affidamento tra un uomo di religione islamica che aveva avuto un figlio con una donna italiana, residente a Brescia, che successivamente era andata a convivere con una donna. 




L'uomo, in Cassazione, ha contestato l'esclusivo affidamento del figlio accordato alla madre dalla Corte d'appello di Brescia (26 luglio 2011), sulla base del fatto che il bimbo era inserito in una famiglia gay per cui avrebero potuto esserci "ripercussioni negative sul bambino". A suffragio di questa tesi, la difesa ha citato l'art.29 della Costituzione sui 'diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio'. 
La Cassazione ha respinto il ricorso e ha evidenziato che alla base delle lamentele "non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". 
In questo modo, annota ancora la Prima sezione civile presieduta da Maria Gabriella Luccioli, "si da' per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che comunque correttamente la Corte d'appello ha preteso fosse specificamente argomentata". 
Il Tribunale per i minorenni di Brescia aveva già disposto l'affidamento esclusivo del figlio minorenne alla madre con incarico ai servizi sociali di regolamentare gli incontri del minore con il padre, da tenersi "con cadenza almeno quindicinale".
Paola Concia plaude alla sentenza "La Cassazione giustamente afferma che non ci sono certezze scientifiche a questi preconcetti - dice Concia - In realtà, ci sono tanti studi provenienti anche da Oltreoceano che dimostrano come l'orientamento sessuale all'interno di una coppia non condiziona in alcun modo la crescita di un bambino che ha necessita' di amore e affetto". Paola Concia ricorda che il centrosinistra ha inserito nel suo programma "il riconoscimento dell'omogenitorialita'". Quanto alla posizione contraria della Chiesa, Paola Concia dice: "la Chiesa rappresenta uno scoglio? Può essere sconfitto da una politica autorevole". La concia evidenzia come "la Prima sezione civile della Cassazione si dimostra ancora una volta una sezione all'avanguardia. Si sa che le sentenze fanno giurisprudenza. In questo caso è stato applicato il buon senso".
Arcigay: una sentenza storica 
Una "sentenza storica, i candidati agiscano di conseguenza". E' il commento di Arcigay alla sentenza della Cassazione sui figli affidati a famiglie gay. ''Ancora una volta - afferma Flavio Romani, presidente Arcigay - un tribunale italiano da' ragione alla famiglia composta da persone dello stesso sesso. Non solo, negli anni scorsi, la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione hanno dichiarato il matrimonio omosessuale perfettamente compatibile con la nostra Costituzione, ora la Corte di Cassazione ribadisce quello che ripetevamo da tempo e cioè che un bambino cresce in una famiglia di mamma e mamma o di papà e papà esattamente allo stesso modo di un bambino che cresce in una famiglia uomo-donna. E' l'amore che cresce un figlio o una figlia, non l'orientamento sessuale dei genitori. Quello di oggi è un pronunciamento istituzionale storico che da un assist formidabile alla futura maggioranza per legiferare finalmente per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie''. ''Ricordiamo che gia' oggi in Italia - aggiunge - esistono migliaia di figli e figlie di coppie omosessuali che sono discriminati per legge: e' un orrore sociale e legislativo che va rapidamente superato. I partiti politici prendano finalmente atto di questa sentenza e adeguino i loro programmi e le loro prospettive ad una realta' che ormai non puo' essere lasciata senza tutele e normative. Basta quindi con la corsa ai distinguo e alle mezze misure sui diritti civili e la dignita' delle persone, l'uguaglianza sostanziale che i tribunali e la societa' gia' ci riconoscono, e che solo la politica si ostina a voler ignorare, va riconosciuta per Legge'', conclude Arcigay.


la seconda     perchè  finalmente   qualcuno  mette  dei dubbi costituzionali  al numnero chiuso nelle università

Roma, 11-01-2013

Il Tar del Lazio, in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sulla costituzionalità del 'numero chiuso' nelle università, ha ammesso con riserva decine di studenti (tutti appartenenti all'Unione degli Universitari) esclusi per non aver raggiunto il punteggio minimo previsto dal concorso di ammissione. "E' la fine del numero chiuso italiano", commenta il coordinatore Udu, Michele Orezzi.


 L'ultima   è  sintomo  della  figuraccia  del nostro paese in ambito di diritti umani

La Corte Europa dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha giudicato ammissibili i ricorsi presentati da 20 cittadini italiani e europei per i maltrattamenti subiti alla caserma di Bolzaneto, durante il G8 di Genova del luglio 2001.

qui  maggiori  news  su  quello che fu  il  G8  del 2001  e quindi anche su Bolzaneto 



Lo ha comunicato l'avvocato Riccardo Passeggi del foro genovese che, insieme ad alcuni colleghi e al professor Valerio Onida e Barbara Randazzo, aveva presentato ricorso. La Corte ha comunicato la pendenza al Governo italiano che ha tre mesi per presentare informazioni sull'accaduto e pene comminate.               La Corte ha quindi chiesto al governo italiano di fornire informazioni dettagliate sull'accaduto, sull'inchiesta, sui processi e sull'adeguatezza delle pene comminate ai responsabili. La Corte ha inoltre dato carattere di urgenza al ricorso e comunicato la pendenza del ricorso stesso al Governo italiano, assegnandogli il termine di tre mesi per controdedurre per iscritto.
Il ricorso alla Corte di Strasburgo per le violenze subite dai manifestanti fermati all'interno della caserma di Bolzaneto era stata presentato circa un anno fa da un gruppo di avvocati genovesi e milanesi, insieme al professore universitario e costituzionalista Valerio Onida che aveva partecipato alla sua stesura.

20.9.12

fiocco rosa a LASHKAR-GAH Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency


Nel Centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency a Lashkar-gah (  foto  al centro   )   unica struttura sanitaria gratuita e di qualità disponibile in tutta la regione di Helmand, a cui fanno riferimento primo soccorso dei villaggi di Grishk, Garmsir e Sangin.epicentro della guerra afgana.Esso è stato aperto da Emergency nel 2004; gli ambiti di intervento sono la chirurgia per vittime di guerra e la traumatologia. Un luogo di dolore , quindi , dove Il 60% dei pazienti ricoverati è curato per ferite di guerra causate da bombe, mine antiuomo, pallottole. Oltre un terzo dei pazienti ha meno di 14 anni.IL Centro chirurgico è dedicato al giornalista e uomo di pace Tiziano Terzani.


Ed proprio qui che in una giornata come tante , in zona di guerra , avvenuto il lieto evento . Lascio che a raccontarlo sia la Newsletters di Emergency 


Oggetto: Fiocco rosa a Lashkar-gah - Newsletter di EMERGENCY                                                   Data: Thu, 20 Sep 2012 17:50:55 +0200
Mittente: EMERGENCY - Allistante
Rispondi-a: allistante@emergency.it
A: redbeppe@gmail.com


Si chiama Ridigul, ha trent’anni ed è stata ferita dall’esplosione di una mina nel distretto di Grishk. Il marito l’ha trasportata subito al nostro Posto di primo soccorso, dove i nostri infermieri l’hanno stabilizzata e trasferita in ambulanza al Centro chirurgico per vittime di guerra di Lashkar-gah
Fin qui sembra la cronaca di una "normale" giornata di lavoro a Lashkar-gah. Ma Ridigul è incinta di otto mesi e una delle tante schegge che l’hanno colpita si trova a pochi centimetri dal bambino.
Le facciamo un’ecografia prima di entrare in sala operatoria: il bambino è vivo.
Giorgia  e il nostro staff medico  
I nostri chirurghi si preparano per una laparotomia e, inaspettatamente – questo è un Centro di chirurgia di guerra – un parto cesareo. 
Durante l’operazione, in sala come in tutto l’ospedale, regna il silenzio: temiamo che il bambino abbia riportato dei danni. C’è anche un po’ di ansia: può sembrare strano, ma quando sei abituato a curare vittime di guerra tutti i giorni, un parto diventa un evento straordinario, quasi spiazzante. 
A un certo punto, sentiamo un pianto percorrere i corridoi fino alle cucine. Non è un pianto di dolore, come spesso siamo abituati ad ascoltare in queste corsie, ma quello di una nuova vita.
Giorgia, come l’ha chiamata affettuosamente il nostro personale, sta bene ed è già attaccata al seno della sua mamma. 

Lorenzo, logista di Emergency in Afghanistan 

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4.9.12

IL FISCO TASSA UN ORFANA DI PADRE [ AGGIORNAMENTO ] MA POI LA GRAZIA

Nel  post precedente  avevo  parlato   dell'ottusità'  di equitalia  che era  arrivata  a tassare  una bambina di sette  anni orfana di padre . Ebbbene   ci sono  ulteriori  aggiornamenti in meglio .  sempre  dall'unione  Gallura  del 4\9\2012 

Il nonno della piccola incontra il direttore dell'Agenzia delle entrate

Il fisco “grazia” l'orfana

Bimba tassata: via ai controlli sull'imposta

Per la Direzione centrale dell'Agenzia delle entrate, la cartella è stata inviata per errore. Ma la richiesta di pagamento resta.

Adesso la cartella esattoriale notificata a una bambina olbiese di sette anni (orfana di padre), non ha più un mittente. Infatti, per la Direzione centrale dell'Agenzia delle entrate si tratta di un errore materiale e i vertici del fisco non aggiungono molto altro per spiegare il caso. Ma sempre ieri, il nonno della piccola ha incontrato il direttore dell'Agenzia delle entrate olbiese, che gli ha confermato l'avvio di una verifica interna sulla richiesta di pagamento di 170 euro indirizzata alla minore.
CONTI DA RIFARE Dunque, la cartella potrebbe essere anche il risultato di un errore. Ma, intanto, resta in piedi il procedimento del fisco, avviato nei confronti della madre della bimba, per il recupero dei 170 euro. È questo l'altro aspetto interessante della vicenda, perché, ieri, è stato spiegato a Giuseppe Rossi (nonno della piccola destinataria della cartella esattoriale) che la storia della riscossione coattiva per poche centinaia di euro deve essere ancora chiarita. Insomma, neanche gli specialisti del fisco, per ora, possono mettere la parola fine al caso, poco edificante, di una diffida indirizzata a un minore.
IL DRAMMA Ieri mattina, Giuseppe Rossi è stato ricevuto dal direttore dell'Agenzia delle entrate di Olbia. Il responsabile della sede gallurese del fisco ha fornito, nei limiti del possibile, tutte le spiegazioni utili per chiarire la vicenda.. Per cercare di capire, bisogna fare qualche passo indietro. Il padre della bambina olbiese, finita nell'elenco dei debitori di Equitalia, è morto nel maggio del 2008 in un pauroso incidente stradale. Franco Diana viaggiava con i fratelli Mauro e Paolo a bordo di un'utilitaria, l'auto venne travolta da un camion e per i tre uomini non ci fu niente da fare. L'autista alla guida dell'autoarticolato è stato condannato a cinque anni di carcere, la sentenza è stata appellata e a breve inizierà il processo di secondo grado. Franco Diana era un dipendente della De Vizia, l'azienda che si occupa di raccolta dei rifiuti in città. La vedova dell'operaio (e la figlia) hanno ricevuto una striminzita liquidazione. Il problema riguarda proprio il trattamento di fine rapporto.
LIQUIDAZIONE “GONFIATA” Giuseppe Rossi ieri ha scoperto che le tasse richieste alla figlia e alla nipotina, sono state calcolate sulla base di una liquidazione vicina ai 10mila euro. Ma i familiari di Franco Deiana hanno ricevuto una somma che non arriva ai duemila euro. Per questa ragione Agenzia delle entrate e la De Vizia, dovranno rifare i conti. Poi si vedrà. Forse, però, la cartella per bimbi sarà buttata nel cestino.
Andrea Busia

22.8.12

Chernobyl diventerà una centrale a energie rinnovabi

da http://gogreen.virgilio.it/news/index.html
grazie  a Daniela  Tuscano   e al  gruppo di facebook   in volo.    ricevo questa news

L'Ucraina volta pagina, vuole sfruttare il suolo radioattivo e inabitabile per la posa di impianti fotovoltaici ed eolici. Ben 18mila km quadrati di terreni agricoli contaminati dall'esplosione della centrale nucleare nel 1986. Una scelta eclatante che già sta avendo molta eco. L'idea sarebbe di aggiungere anche impianti di cogenerazione e interventi di rimboschimento. Il Governo ha fatto approvare la legge lo scorso 18 luglio e presto inizieranno i primi lavori. La politica energetica dell'Ucraina punta ad coprire entro il 2015 il 10% del fabbisogno da rinnovabili, e a raddoppiare la percentuale entro il 2030.
Il paese può vantare già 3000 MW di eolico e 1000MW di fotovoltaico in preparazione. Un buon inizio tenendo conto che la Emirates New Agency stima che le rinnovabili, grazie alle caratteristiche geografiche dell'Ucraina, potrebbero coprire il 50% del fabbisogno elettrico nazionale.
Procedono intanto, seppur a rilento, i lavori per la realizzazione del nuovo “sarcofago”, iniziati in occasione del 26esimo anniversario lo scorso 26 aprile. La costruzione della seconda struttura protettiva per quel che resta del gigante nucleare è stata proposta nel 1997, ma si è dovuto attendere fino al 2004 per vedere il progetto finito e fino alla scorsa primavera per avviare i lavori.
Una corsa contro il tempo, considerando che le stime parlano di circa 5 anni come tempistica necessaria per l’ultimazione dei lavori. Nel frattempo l’attuale “sarcofago” si sta rapidamente deteriorando, lasciando sempre più spazio al rischio di una nuova nube radioattiva equivalente a circa 5 tonnellate di polveri contaminate. Riguardo la struttura del reattore 4, quello esploso nel 1986, lo smantellamento è cominciato nei mesi scorsi e richiederà per la realizzazione un periodo compreso tra i 10 e i 50 anni.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...