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5.9.25

Quando un episodio di cronaca provoca grande indignazione e sentimenti vari, guardatevi bene dal seguire la vulgata ed apettate l'evolversi degli eventi . il caso del portiere picchoiato da un genitore della squadra avversaria






ha ragione il mio contatto

Ovviamente se prima il capro espiatorio era il padre aggressore, ora lo diventerà il ragazzo aggredito che però è a sua volta aggressore.
Dal che si deducono due cose:
a) quando si parla di aggressore e aggredito occorre sempre guardare all'intera catena causale (ogni riferimento è puramente voluto);
b) è sempre preferibile resistere all'impulso di sparare sentenze, e comunque non partecipare in nessun caso a quell'orrido rito collettivo che è la lapidazione.
Come dice saggiamente Alcinoo ad Ulisse "meglio avere in tutto misura".


Ecco quindi     che quando un episodio di cronaca provoca grande indignazione e sentimenti vari, guardatevi bene dal seguire la vulgata ed apettate l'evolversi degli eventi . Avete presente la storia del portiere selvaggiamente picchiato da un genitore, che ha ricevuto la solidarietà di tutti e pure di Dino Zoff ?
Ecco. Non giustifico il papà,  lo si condanni  va punito giustamente ( punire per educare come il caso di  Ma giustamente  anche   il portiere s'è beccato un anno di squalifica per aver picchiato un avversario. Quindi solidarietà, ma non è uno stinco di santo: "Ha innescato una rissa e ha colpito con manate e pugni il fianco e la schiena di un giocatore avversario, steso sul terreno di gioco". Qui il problema, e lo ripeterò allo sfinimento, è banalmente culturale: gli allenatori, l'ambiente, i dirigenti devono insegnare ai ragazzini che se osano protestare con l'arbitro non vedranno il campo per settimane e se sfiorano un avversario verranno cacciati dalla squadra. Lo sport deve educare, non far vincere i campionati  o altre  compertizioni  sportive  a
 genitori esaltati e dirigenti affamati. perchè

 

La vera vittoria non è battere l’avversario, ma diventare una versione migliore di te stesso dopo ogni caduta.

11.4.25

Rigore inesistente a favore, attaccante U.14 della San Martino Giovani, campionato veneto sbaglia apposta L'indicazione data dall'allenatrice, il capitano la segue



Una storia dalla quale gli allenatori e   calciatori professionisti dovrebbero imparare tenere  conto  .


Rigore inesistente a favore, attaccante U.14 sbaglia apposta L'indicazione data dall'allenatrice, il capitano la segue
IL rigore non c'era, una chiara svista dell'arbitro, e così, per non tradire lo spirito sportivo, l'attaccante della San Martino Giovani, campionato veneto under 14, lo ha calciato fuori apposta. A chiederlo al ragazzino è stata la stessa allenatrice che aveva avuto il penalty inesistente a favore. Il rigorista, e capitano della formazione, ha ascoltato le parole della tecnica, e l'ha buttato  a lato volontariamente. Un gesto di sportività - riferisce l'Arena - molto apprezzato anche dalla squadra avversaria, la Napoleonica, sul cui campo si svolgeva il match.
"Ho detto ai miei che il rigore andava sbagliato - ha detto al quotidiano Marina Venzo, l'allenatrice - e loro mi hanno ascoltata". In quel momento gli ospiti erano già sul 2-0, ma la gara era ancora aperta. La Napoleonica più tardi è infatti riuscita ad accorciare le distanze, mettendo il risultato sul 2-1, e nel finale la San Martino ha subito un'espulsione. Ma il punteggio non è cambiato, e la San Martino ha ottenuto i 3 punti 'con lode'.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...