in sottofondo With a little help from my friends- Joe Cocker(cover )
A volte basta poco per mettere in dubbio \ in discussione o anche ( ed è questomi caso del post d'oggi ) quello che dicevo qualche anno fa mi pare nel 2006\8 , non riesco a ritrovarlo nell'archivio del bog , non so se perso nel passaggio da splinder a blogspot , sul significato della libertà .
Infatti essa non è solo : lottare contro le ingiustizie o le gabbia . Ma soprattutto va al di là di partecipazione ⁕ ., cercare qualcosa che si è smarrità ⁕⁕, o qualcosa che ti fa amare anche la solitudine ⁕⁕⁕ ma anche il fatto che Essere liberi significa essere consapevoli dele proprie scelte e delle conseguenze che d'esse possono derivarne nel bene e nel male .
Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Dovremmo apprezzare le persone per ciò che sono e non per ciò che vogliamo che siano. Se una persona è diversa da noi e noi non siamo in grado di accettarlo, il problema è nostro, non loro. Non dobbiamo pretendere in tutti i modi di cambiarlo perchè rispecchi la persona che vogliamo. Cerchiamo piuttosto di essere sinceri con noi stessi e capire che non è la persona che cerchiamo. << [...] ciò che noi non siamo… è ciò che noi non vogliamo.>> - Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) di Vito Rorro e Mayda Guerzoni . Infatti la nostra libertà, così come la nostra felicità, è una decisione che siamo noi a prendere. Non dipende da nessun altro se non da noi. Siamo noi a darci le opportunità e siamo noi a negarcele
con questo è tutto .
COLONNA SONORA With a little help from my friends - Joe Cocker Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) - Vito Rorro e Mayda Guerzoni ⁕La libertà -Gaber ⁕⁕ la tua libertà -Guccini ⁕⁕⁕ Ma Liberté - George Moustaki | Ma Liberté - Serge Reggiani
dopo ogni femminicidio o orripilante delitto mi viene questa elucubrazione mentale la cui risposta la si trova nel vento . Come mai ci s'indigna della violenza di genere , dei femminicidi , degi orrendi \ macabri delitti di cronaca nera - Ma soprattutto per il modo morboso per come ne trattano i media . Ma poi l'odiens \ indici d'ascolto di programmi tv e lettura dei media (social compresi) dedicati a tali cronache è sempre alto . non sarà perchè
Cercando di mantenere quanto ho detto nel post : << [ Anteprima ] Io personalmente poi gli altri utenti facciano come credano non parlero o almeno ci provo dei mondiali di calcio del Qatar >> e nella prima giornatasenza mondiali ne approfitto per farmi un po' di auto analisi ed condividere con voi il mi dubbio espresso nel titolo di questo post . Inizialmente influenzato sia dai dischi : 1)Le radici e le ali dei Gang ., 2) radici di Guccini ed altre letture di libri e racconti familiari appartenenti alle ideologie della guerra fredda ( comunismo liberale e marxista , fascismo , cattolicesimo sia quello pre conclio vaticano II sia quello post concilio ) ma la ecisoione \ l'arrivo è stato autonmamente mio optai per le radici .Qualche anno dopo , non ricordo se un libro o intervista di Melissa Panariello ( la famosa di cento colpi di spazzolla prim di andare a dormire ) o qualche altro autore \ ice che dissero parlardo d'identità di sentirsi più semi che radici . e da questa Parabola : Il seme che cresce e porta frutto Ez 17,22-24; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34
comentata qui su https://www.paroladivita.org/ Entrai in crisi . Fin quando quando partecipai nel 2009\2010 alla presentazione del libro
2008, TAGLIATO PER L’ESILIO di Karim Metref, Ed. Mangrovie
Scritto tra l’Algeria e l’Italia, “Tagliato per l’esilio” è una raccolta di racconti. Il filo conduttore che lega questi racconti brevi molto diversi tra di loro è l’esilio. Ma l’esilio non è inteso soltanto come quello di chi prende, se ne va, e lascia la terra natia. L’esilio è raccontato in tutte le sue sfacettature. E’ innanzitutto di chi si sente in esilio a casa propria che si tratta. La prima parte -autobiografica- comincia con quest parole: “Il 25 novembre 1967 nascevo in esilio sulla terra dei miei avi. …” .
In cui chiesi all'autore , purtroppo il dialogo originale è andato perso nella formattazione del pc e nella perdita della scheda usb della video camera in cui avevo impresso tale risposta , ti senti più seme o radice ? Ricordo che mi disse , motivandole entrambe . Smisi alllora di farmi la domanda fin quando ieri ho letto su questa intervista ad andrea Pennacchi
in particolatre quando dice : [...] ma attenzione: la purezza delle radici è una balla colossale. Le radici sono sempre storte, al buio, si nutrono di putrefazione. Le hai, non le puoi rinnegare ma sei scemo se pensi che siano pure. Non mi si venga a raccontare la favoletta. Spero non sia questa l’idea di fondo. Oltre a essere falsa, porta a finali pessimi ».[....] .
Ed ecco che rincomincio con un' altra auto analisi . Attraverso la quale ho fatto la scelto , almeno spero quella definitiva perchè non si può andare sempre avanti ed indietro finsce che ti blocchi e in concludi niente , di entrambe . Infatti mi sento SEME in quanto si ha ho qualcosa da dare o lasciare agli altri ( non solo figli e nipoti ) . RADICE .perchè ripensando alla ai miei nonni e ai miei prozii\e ( almebno quelli che ho conoscoiuto in prima persona ) suoi nonni gli considero fulcro dei miei valori : onesta , rispetto , coerenza mi rivolgo come Giuccini nel'omonimo album esponendoli i miei dubbi, poiché : « ha visto nascere e morire gli antenati miei/ lentamente, giorno dopo giorno ». Ma poi, intuendo che non potro avere una risposta definitiva alle mie domande ( tòpos comune di chi s'auto analizza e si mette indiscussione e fa autocritica ed nel cd di Guggini citato ) capisce che la « casa è come un punto di memoria/le tue radici danno la saggezza/e proprio questa è forse la risposta/e provi un grande senso di dolcezza ». Infatti nella vita o creazione d'opera d'arte non si può sempre stare ad elucubrare o cercare certezze . Ma bisogna avere , anche se non sempre è possibile visto che come ho già detto : << la vita è anche trasfornazione perchè “Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma” >> avere un centro di gravità permanente per dirla come l'omonima canzone di Battiato ma soprattutto perchè nella vita niente è per sempre come anch'essa amonima canzone di Danilo sacco contenuta nell'albumMinoranza Rumorosa
che ho usato nella colonna sonora e di cui si sentono nell'aria le prime note .
Molti mi dicono leggendo il vecchio archivio del blog ( ex cdv.splinder per chi ancora non lo avesse capito ) che parlo di sconfitte anziché nascondermi e sotterrarmi ,
Ma io non ci sto a fare , almeno non sempre , ciò che sembra normale cioè a nascondere le nostre figure \ figuracce o le nostre sconfitte perché più una cosa la tieni dentro più essa ti amcera e più t'impedisce d'andare avanti . Dovremo ovviamente senza darci addosso portarle come una medaglia ed essere orgogliosi ( ovviamente di quelle che non intacchino l'amor proprio e la propria dignità ) . Infatti non c'è niente di male a cadere o come il titolo a una mia vecchia ( chi segue anche il mio flicker dovrebbe già conoscere ) foto che trovate sotto , mi piego ma non mi spezzo
o come altre foto in particolare la prima prese da google immagini cercando mi piego ma non mi spezzo
Non c'è nulla di male a cadere ( specie se vuoi fare di testa tua cioè senza seguire quello che ti dicono gli altri \e ) l'importante è sapersi rialzare e riprendere il cammino . Ma soprattutto perché per vincere dobbiamo imparare anche a perdere e poi non perdere mai significa non averci mai provato e io ci ho nella maggior parte delle volte provato e riprovato cadendo e rialzandomi .
Certo << queste sono soddisfazioni . Ma non posso adagiarmi sugli allori >> e sempre rendendo spunto da tale storia sul n 2996 lo trovate in edicola di topolino ( foto sopra e al lato prese da foto www.topoinfo.org ) concludo chiedendovi quale delle mie figuracce , posso raccontarvi le prossime volte ? potete farmelo sapere all'email del blog o contattandomi su facebook o plusgoogle e sarete ovviamente nel limite del possibile accontentati
Dopo aver letto l'introduzione dell'agenda del 2013 di giorni non violenti mi ritorna alla mente : questa citazione
« Il mare non fa mai doni, se non duri colpi, e, qualche volta, un'occasione di sentirsi forti. Ora io non so molto del mare, ma so che qui è così. E quanto importi nella vita, non già di esser forti, ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa. »> ( racconto La carne dell'orso di Primo Levi, edito nella collana ET di Einaudi all'interno di Primo Levi - Tutti i racconti )
Ma a spronarmi e a bloccare questo mio viaggio interiore è questo pezzo jazz
Nel mio rimettermi in discussione \ autocritica ho deciso di fare , come suggerisce l'agenda giorni non violenti 2013 , una serie di post sulla fragilità e il suo aspetto positivo ( non solo quello negativo vedi il caso di Carolina picchio , ne ho parlato quisu queste pagine ) o meglio l'elogio d'essa . Infatti è già dal riflusso degli anni 80 ( ) ed ora sempre peggiore ed anche economica .
La bibbia ( Samuele 1 17 38-39 ) ci fa capire di come « La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza... »(Carine Mc Candless ) e di come essa possa avere un valore costruttivo come dice anche questa canzone
che funge insieme al pezzo di jazz citato nelle righe precedenti e ad : Amico fragile di Fabrizio de Andrè e The Ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen (qui una traduzione in italiano ) da colonna sonora del post d'oggi . Ora la fragilità se aiutata ed allenata .Infatti ciò può essere << un invito ad alleggerirci , ed a ritrovare la nostra fragilità se vogliamo vincere le nostre battaglie della vita >> .Essa può essere anche un valore inestimabile e non una menomazione .Infatti ( e qui mi ricollego alla vicenda di Carolina P e a fatti del genere ) è proprio da essa che che scaturisce una forte dose di sensibilità \ leggerezza . semplicità , tenerezza qualità sempre più rare in un mondo pieno di merda ... fango ... ma che vanno recuperate ed integrate con la virtù ( da non creare situazioni di disagio ) se vogliamo rendere più vivibile la nostra vita e la nostra opera d'arte . Ed anche quella di chi ci sta accanto .
Inizio pubblicando un articolo non mio ma che riguarda questo tema
L'elogio della fragilità non significa l'elogio della sofferenza che fa parte della fragilità; ma l'elogio della fragilità vuole sottolineare, sia pure radicalizzando il mio discorso (ma se non si scende alla radice delle cose umane nulla, o quasi nulla, di esse si capisce), come nella fragilità, dimensione ineliminabile dalla vita, ci siano valori che danno un senso alla vita: alla vita di ciascuno di noi. L'essere consapevoli di questo, della fragilità come esperienza necessaria, significa accogliere, e rispettare, la fragilità degli altri; senza disconoscerla e senza ferirla. Ma significa anche che, nella fragilità, nella nostra e in quella degli altri, si abbia la percezione del valore della debolezza e della insicurezza che fanno parte della vita e che si contrappongono a ogni forma di onnipotenza e di violenza. Non è forse, questo, il pensiero di san Paolo quando, nella prima lettera ai Corinzi, dice che la debolezza è la nostra forza?
Aldo Bonomi-Eugenio Borgna, Elogio della depressione Einaudi