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20.3.21

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe

premetto che ho un altra idea sulla prostituzione dev'essere lasciata libertà alla donnao anche se minoritaria quella maschile se vuole esercitarla in proprio o unendosi facendo una cooperativa se maggiorenne e non sotto pappone \ magniaccia magari pagando le tasse ed avendo una pensione . Ma un conto è una discussione(  come  quella  avvenuta    sui  social    fra  me  ed  alcune  femministe  )  anche dura con qualche insulto da parte delle femministe dure e pure , ma arrivare come è successo recentemente , vedere per ulteriore approffondimento articolo sotto , proprio non ci sto . Questo è un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio, condivisibile o meno che sia distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


Parigi, se la parola “donna” fa paura: mostra di ritratti femminili vandalizzata dalle transfemministe


 Il tempo è arrivato, per le donne, di riprendere il loro posto nello spazio pubblico. Non dobbiamo più avere paura negli spazi comuni. Dobbiamo vivere senza la paura di uscire, di giorno come di notte. Dobbiamo essere libere di vestirci come vogliamo, frequentare i luoghi che ci piacciono, senza imporci coprifuoco. Lo spazio pubblico deve essere condiviso, tra donne e uomini.
 

 Dobbiamo essere libere. Sono gli aggressori a non doverlo essere, sono le loro azioni a dover essere condannate, non la nostra libertà di essere e di esistere. La paura deve cambiare fronte”Sguardo dritto verso l’obiettivo. Mani incrociate o appoggiate sui fianchi. Dietro, il buio della notte. In primo piano, la fierezza di essere, di esistere. Senza paura.
 Si chiama proprio
 Women are not afraid, la mostra fotografica dell’artista Pauline Makoveitchoux.
Circa 150 ritratti di donne che non posano ma si stagliano in quel buio che per molte ha significato aggressione, violenza di strada, paura, stupro. L’artista ne ha scelti sessanta per l’esposizione cominciata l’8 marzo scorso a Vitry-sur-Seine, comune a sud di Parigi.  Non è questo il primo lavoro dedicato alle donne per Makoveitchoux. Intenso e quasi ancestrale il suo lavoro Les Sorcières, le streghe, sul sapere antico e guaritrice delle donne e il valore della sorellanza, o ancora sulla compagnia Les Clameuses, in periferia. Nasce invece dal movimento dei collage (affissioni) contro il femminicidio la serie Les ColleusesSono diverse, diversissime le donne di Makoveitchoux, ma nonostante tutto la sola parola “women” è ormai offensiva per l’attivismo transfemminista locale che non ha tardato a reagire, affiancando ai collage di Makoveitchoux altre affissioni, esigendo una maggiore rappresentanza di trans e “sex worker”. Un intervento quanto mai inopportuno, semplicemente perché i soli ritratti non identificano le donne né dal punto di vista del genere, né della professione. “Non abbiamo vandalizzato, ma completato” è stata la loro unica spiegazione sull’account instagram di Collage Féministes Vitry. Intorno al movimento dei collage femministi a Parigi e dintorni si assiste a una vera e propria spaccatura. Pioniera e iniziatrice dei collage contro il femminicidio è stata Marguerite Stern, autrice del volume Héroines de la rue letteralmente “eroine della strada”, che ha progressivamente preso le distanze da numerosi collettivi di collage soprattutto dopo la deriva transattivista di questi ultimi e gli atti vandalici presso l’edificio L’Amazone, a Parigi, casa rifugio per donne vittime di violenza, oltraggiato con falli e altri insulti.  
Quella all’esposizione di Makoveitchoux è cronologicamente solo l’ultima ingerenza di un attivismo che anziché costruire e lottare per un proprio spazio distrugge e invade quello degli altri. Il preludio a tale atto di vandalismo è stata l‘agguato alla manifestazione del Collettivo abolizionista Anti Prostituzione CAPP a Place de la République del 7 marzo. Un manipolo di adolescenti ha assalito le donne che manifestavano contro la prostituzione con insulti, lanci di uova, minacce, cartelli stracciati e aggressioni fisiche. Le stesse scene sono state viste in Italia, a Firenze. L’episodio ha creato sconcerto sui social e non solo, coinvolgendo numerose associazioni e collettivi femministi.

Makoveitchoux ha chiuso le discussioni rilasciando una potente dichiarazione su Instagram:

Io Pauline Makoveitchoux, residente in periferia, figlia di immigrati poveri, attivista femminista e fotografa autodidatta, rivendico la maternità e il rispetto della mia serie fotografica Women are not afraid. 

Noi, donne, siamo il 52 per cento della popolazione francese e la metà dell’umanità, e subiamo le violenze sistematiche, misogine, universali e millenarie. La mia serie fotografica Women are not afraid mette in prospettiva la legittimità delle donne a essere nello spazio pubblico e denuncia le aggressioni sessuali e sessiste quotidiane, commesse nell’indifferenza generale.
Da un anno e mezzo realizzo gratuitamente questi scatti e diffondo il mio lavoro con l’intenzione di offrire alle donne il potere di riappropriarsi degli spazi e di interpellare gli uomini sui loro comportamenti da aggressori o da testimoni passivi.
Dopo aver posato, tutte le donne hanno manifestato le emozioni forti e potenti che hanno provato durante le sedute fotografiche.

Alcune mi scrivono ancora adesso, mesi dopo, per dirmi che quando si sentono male tornano a guardare il loro ritratto per ritrovare forza.
Ho realizzato due mostre gratuite, la prima a Ivry-sur-Seine (periferia sud di Parigi), a ottobre scorso, pagata da me stessa. La seconda a Vitry-sur-Seine, lunedì 8 marzo 2021, con il sostegno economico della municipalità di Vitry, che è anche il mio comune d’origine.
Queste mostre mirano a offrire gratuitamente il mio lavoro a tutte le ragazze e a tutte le donne attraverso spazi accessibili a tutte e lontani dai musei e dalle gallerie d’élite.
Oggi, la mia esposizione a Vitry-sur-Seine è stata vandalizzata. Questo atto di vandalismo è stato rivendicato da un gruppo di donne dissimulate dietro uno pseudonimo.
Durante tutta la mia vita, gli uomini mi hanno spiegato come dovevo agire, in quanto donna, inferiore. Come dovevo parlare, perché venivo dalla periferia, senza educazione né linguaggio appropriato.
Oggi, rifiuto le invasioni sui miei pensieri, le mie azioni, il mio linguaggio.
Queste persone hanno scritto numerose frasi, uscite dalla propoaganda liberale alla moda e lontana dalla realtà:

  • il femminismo deve essere inclusivo: vi sfido a trovare un’altra serie fotografica che rappresenta tante donne differenti quanto la mia
  • le donne trans sono nostre sorelle: le donne trans non sono donne, le mie sorelle non hanno il pene
  • non esiste femminismo senza sex worker: non conosco sex worker, conosco solo la mia storia violenta di prostituzione e quelle delle sopravvissute alla prostituzione, con le quali lotto ogni per esigere diritti e mezzi perché le donne possano uscire da questo inferno.

Un promemoria: le statistiche mostrano che più del 90 per cento delle donne in prostituzione (soprattutto donne) vogliono uscirne. La media delle età d’entrata nelle maglie della prostituzione in Francia è di 14 anni, e questo unico dato è sufficiente a dimostrare che questo non è un “lavoro”, un’attività come le altre. La speranza di vita per le persone in situazione di prostituzione è di 39 anni, e il tasso di suicidio tra le persone che si prostituiscono è 9 volte più alto che nel resto della popolazione”.

                                         Valeria Nicoletti

28.2.13

bari "Una sepoltura anche per gli embrioni" scontro sul cimitero dei bimbi mai nati

ho già  chiarito  le mie posizioni  sul'aborto e  sulla procreazione  assistita  \  sull'embrione  ( vedere  archivio blog  o  cercate   quando aprite il blog  diretto  con il motorino di ricerca  )  . Ma   qui pur  dando ragione  al medico \  ginecologo  : <<  Una cosa ridicola  -  la bolla subito Aquilino  -  perché prima dei 90 giorni il prodotto abortivo non è fisicamente individuabile, ma è composto da liquido amniotico, embrione e corion. Non sappiamo come comportarci con le interruzioni mediche perché in quel caso di solito le donne espellono il materiale nel water. Come facciamo a raccoglierlo? È ridicolo, soprattutto perché si considerano degli embrioni al pari di bambini". >>.non mi sento  di proibire   una  cosa  del genere ( vedere  articolo sotto ) 
  fonte  repubblica  di bari  27\2\2013

"Una sepoltura anche per gli embrioni"
scontro sul cimitero dei bimbi mai nati

A Monopoli le donne devono firmare il consenso per seppellire i feti espulsi prima dei 90 giorni: polemiche per la convenzione con il Movimento per la vita. Il primario: "Non si può applicare" 
di ANTONELLO CASSANO


"La sottoscritta, presa visione del protocollo di intesa acconsente al 'seppellimento' del proprio prodotto abortivo". È quanto recita il Consenso al "Seppellimento dei bambini mai nati", il documento che, a partire da gennaio, ogni donna che abortisce nel reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale San Giacomo di Monopoli, è obbligata a firmare per dare o negare il consenso al seppellimento del feto in una zona riservata del cimitero di Monopoli. Nel giro di un mese già sette donne hanno praticato l'aborto al San Giacomo e hanno firmato il Consenso informato. Tra queste anche delle minorenni. 

Una manifestazione anti abortista 

Il progetto è noto fin dal maggio dell'anno scorso. Il nostro giornale riportò la notizia di un contestato protocollo d'intesa tra Comune, Asl di Bari e Movimento per la Vita ( associazione cattolica antiabortista ) promotrice del progetto) per riservare uno spazio nel cimitero Romani ai feti con più di 40 settimane, frutto di aborti spontanei o terapeutici.                         E fin qui nessuno problema. "Nelle interruzioni terapeutiche per malformazioni oltre il terzo mese  -  dice il primario del reparto di ginecologia e ostetricia, Pasquale Aquilino - la donna vive l'interruzione come un vero e proprio lutto che in alcuni casi è necessario elaborare tramite il rituale del seppellimento, che viene richiesto ed effettuato senza problemi".Ora però su ordine della direzione sanitaria dal 26 gennaio scorso il cimitero non accoglierà solo i feti con più di 40 settimane, ma tutti i prodotti abortivi, anche quelli prima dei 90 giorni. "Una cosa ridicola  -  la bolla subito Aquilino  -  perché prima dei 90 giorni il prodotto abortivo non è fisicamente individuabile, ma è composto da liquido amniotico, embrione e corion. Non sappiamo come comportarci con le interruzioni mediche perché in quel caso di solito le donne espellono il materiale nel water. Come facciamo a raccoglierlo? È ridicolo, soprattutto perché si considerano degli embrioni al pari di bambini".La disposizione della direzione amministrativa è chiara e stabilisce compiti e orari. Nell'articolo 1 si descrive l'esistenza di un contenitore fornito dal "Movimento per la vita" con tanto di coperchio e chiusura ermetica che contiene gli aborti. Questi contenitori vengono trasportati nel cimitero del paese "ed ivi conservati secondo la normativa vigente". Poi saranno i volontari del movimento a provvedere al ritiro dei contenitori "ogni 25 del mese". "Ho cercato di manifestare tutti i miei dubbi al riguardo  -  afferma ancora Aquilino  -  ma non c'è stato niente da fare. Dovrebbe intervenire l'Asl di Bari". 
la  situazione  è facilmente  risolbile  , cosi sin tagliano  la  testa al toro ,  basterebbe  che il  comune  è  la  asl  aplicassero lo stesso regolamento    cioè  far  scegliere  alle  donne  \ ragazze   che   siano  ricoverate o che si  rivolgono al consultorio   per  abortire  prima  dei  90 giorni   se   firmare  il    foglio del consenso\assenso      ( perchè per  un aborto  , almeno  che non si vada   ancora   dalle mammane   o in ambulatori clandestini  )    a   depositare   il "  risultato "  dell''aborto precedente a tale  data   e  seppellirlo  come uin normale  aborto  . 


30.6.07

aiutiamo www.ammazzatectutti.org

ricevo ed  inoltro questo drammatico SOS dagli amici di Locri ( vedere l'approfondimento sotto per saperne  di più )  che sono la dimostrazione  diun antimafia dal basso e di quanto  si gridava dopo  l'eccidi di Falcone  e Borsellino  : <<

NON LI AVETE UCCISI - LE LORO IDEE CAMMINANO SULLE NOSTRE GAMBE." "LA MIAFIA UCCIDE IL SILENZIO PURE  >>

Carissime amiche, carissimi amici,


se un anno e mezzo fa, quando scendevamo a manifestare per la prima volta pubblicamente contro i mafiosi per le strade di Locri, ci avessero detto che oggi saremmo diventati quello che effettivamente siamo, non ci avremmo mai creduto. Ed invece siamo qui, ad aver costruito mattone su mattone, passo dopo passo, un grande Movimento antimafia che oramai ha varcato i confini sia della semplice mobilitazione, sia della Calabria.
Siamo passati, seppur con mille difficoltà ed insidie, dalla fase della protesta a quella della proposta. E per questo veniamo oggi a scriverti questo messaggio nella bottiglia, questo appello a sostenerci, ad aiutarci a continuare ad esistere e diventare sempre più incisivi nelle nostre lotte di civiltà.Essere persone libere paga, ma la libertà ha un costo, ovviamente, e la nostra scelta di non legarci politicamente ed economicamente a nessun carro per poter essere veramente liberi di dire,fare e denunciare ci vincola all'autofinanziamento.
L'impegno contro tutte le mafie di tutti noi ragazzi e ragazze del Movimento Ammazzateci tutti è volontariato sociale (per sapere qualcosa in più su quello che è Ammazzateci tutti puoi dare un'occhiata in fondo a questa e-mail), ma il sito internet, il forum, uniti alle centinaia di biglietti del treno per incontrare i ragazzi nelle scuole di tutta Italia, nel momento in cui abbiamo deciso di non bussare alla porta di nessuna regione, provincia o comune per avere alcun contributo o finanziamento, diventano un impegno per il quale è fondamentale l'aiuto ed il sostegno di più gente possibile.Pertanto chiediamo, non tanto ai ragazzi quanto agli adulti, un piccolo contributo economico per poter continuare liberamente la nostra missione di cittadinanza. Perchè un Paese fatto di silenzi ed omertà non è un Paese democratico. A noi, a voi il compito di rompere, di scegliere, di impegnarsi, spendersi.Vorremo strutturarci, stampare e diffondere gratuitamente materiale informativo sulle mafie in tutte le scuole d'Italia. Vorremmo far sì che il maggior numero possibile di quelli che oggi sono bambini e ragazzi e domani la futira classe dirigente di questo Paese sappia scegliere: se stare dalla parte della legalità e dell'onestà, o dall'altra.Ma questa rivoluzione culturale non possiamo vincerla certamente armati solo di belle parole e buone intenzioni.
Vogliamo, dobbiamo fare crescere il Movimento in tutt'Italia, non solo nei cuori della gente, ma nelle strade, nelle città, con dei veri presidi di legalità. Ecco il perchè perchè dell'autofinanziamento, perchè siamo convinti che con l'aiuto ed il sostegno di tutte le persone che, per dirla con il giudice Giovani Falcone "fanno il tifo per noi", questa partita possiamo davvero vincerla.



                     Non lasciaMOci soli!

 








26.5.07

Senza titolo 1855

  nei commenti ad  un post precedente trovo questo appello dai  cdv papaboysajo.splinder.com/ che qui  riporto   con  sotto  il video annesso  in quanto mi danno fastidio le censure da qualunque parti provengano 



ATTENZIONE ! APPELLO URGENTISSIMO !!! SIAMO RIUSCITI A SALVARE UNA COPIA DEL FILMATO "Sex Crimes and Vatican - NO CENSURA!"


Potete vedere il video integrale, prelevare il codice e inserirlo nelle Vostre pagine web. UNA REALE DITTATURA OCCULTA TENTA DI STRAPPARE, SCIPPARE LA NOSTRA LIBERTA'!! Diffondere questo comunicato. Inserite nuovamente il video!!! Cerchiamo di fare cerchio compatto e ribelliamoci! In soli 24 ore hanno oscurato i più importati siti che divulgavano il video incriminato. INONDATE I VOSTRI SITI WEB CON QUESTE IMMAGINI CHE NON DEVONO ESSERE CENSURATE!



P.s  se nel caso il video  non dovesse comparire  o  lo censurassero  anche dai  video sopra riportati  lo trovate qui con emule


10.10.06

Senza titolo 1471

Ecco a  che  punto arriva  l'ipocrisia dela noistra  classe politica  ( indipendemente  dall'ideologia   che    c'è al potere ) 



Doveva essere trasmesso questa sera su Italia 1 L'autore del programma, Davide Parenti: "Mai violata la privacy di nessuno"Alle Iene droga tra i parlamentari Il garante blocca il servizio






<B>Alle Iene droga tra i parlamentari<br>Il garante blocca il servizio</B>

ROMA - Il garante per la Privacy ferma le Iene. L'Authority ha deciso di bloccare il contestato servizio del programma di Italia 1 sul test antidroga a 50 deputati, che sarebbe dovuto andare in onda questa sera. In base alle indiscrezioni fatte trapelare dagli autori della trasmissione, il test, eseguito all'insaputa dei parlamentari, avrebbe dato esiti clamorosi, con ben 16 casi di positività all'uso di stupefacenti. Lo stop del Garante è legato alla "raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute" che sarebbe stata effettuata nel servizio. Il provvedimento cautelativo dispone, con effetto immediato, "il blocco dell'ulteriore trattamento, in qualunque forma, di ogni dato di natura personale raccolto e trattato nel caso in esame, consistente in informazioni, immagini e risultanze di test".
L'annuncio del servizio delle Iene, fatto alla vigilia della prima puntata della nuova serie del programma, aveva subito scatenato polemiche fortissime. L'esame condotto è il cosiddetto drug wipe, un tampone frontale che secondo Davide Parenti, capo autore delle Iene, "ha una percentuale di infallibilità del 100%". I deputati sono stati avvicinati con la scusa di un'intervista. Poi una finta truccatrice si accorgeva che la fronte dell' intervistato era "troppo lucida" e tamponava. In realtà, l'ignaro si sottoponeva, senza saperlo, al test che svela se si è fatto uso di stupefacenti nelle ultime 36 ore.
Critico verso la decisione del garante il papà e autore delle Iene, Davide Parenti: "Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati. Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni cancellando sempre i volti delle persone coinvolte".
Drastica la reazione del leghista Roberto Calderoli che chiede di spendere i senatori "che assumono
sostanze stupefacenti o abusano dell'alcol". Per il Codacons, invece, "l'indagine viola i più sacri principi della privacy. Chi assicura infatti che le prove, raccolte in modo illegale e con un furbo espediente, siano state distrutte e che quindi sia impossibile risalire ai singoli soggetti risultati positivi al test ?".
Ironico il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi: "Alle Iene sono imbroglioni, ma se i miei colleghi non facessero uso di droghe, non si vedrebbe". Mentre il segretario dei  radicali   ora rosanel pugno i Daniele  Capezzone chiede la  messa in onda ovvero per usare le sue parole di "dissequestrare le Iene. La privacy vale, ma la libertà di informazione vale anche di più. Dico no alla censura". E anche Italia Bocchino di An chiede mandare in onda il servizio "facendo così chiarezza".


(   da www.repubblica.it 10 ottobre 2006 )


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In  Parlamento le prime reazioni sono state di malumore e disorientamento. Perplessità dal ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero: «Personalmente non apprezzo queste modalità di intrusione nella vita privata delle Persone», afferma, ma «la vicenda dovrebbe permettere al mondo politico di riflettere in modo più laico su questi temi, ben sapendo che i politici non rischiano di subire i controlli e le sanzioni che subiscono invece i normali cittadini». Duro il leader Udc Casini: «Le Iene quando fanno satira sono benvenute, ma questa cosa mi sembra una pessima trovata pubblicitaria. L'attendibilità di questa specie di esperimento scientifico è equivalente allo zero». Il segretario della Quercia Fassino se la cava con una battuta: «Così si fa più in fretta a cambiare la legge Fini sulle tossicodipendenze...»

da   www.unita.it  stessa data 

 

9.10.06

Senza titolo 1469

Ulteriori aggiornmamenti al post precedente è news  di   questi giorni che  La norma che vietava l'utilizzo di bevande alcoliche ai minorenni finisce fuori dalla legge finanziaria. Su proposta della commissione bilancio il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha spedito pure questa legge, piuttosto contestata (vedi intervista accanto) fuori dalla manovra, perché l'articolo 90 era una «disposizione di carattere ordinamentale e organizzatorio che non comporta effetti finanziari né concorre in via strumentale ai fini della manovra di bilancio». «Meglio così, era solo proibizionismo»Ora proprio sul mio intervento contro questa proposta ho ricevuto un bel commento del nostro cdv AntaresStardust che aferma : << IL proibizionismo non porta mai da nessuna parte, però qualche altra strada va trovata assolutamente: non si può permettere che i giovani crscano con queste medie e percentuali di consumo d'alcool. E la stessa cosa si dovrebbe dire delle sigarette.>> e delle email ( poche visto che la maggior parte sono solo insulti e non hanno niente di costruttivo e quindi non vale neppure la pena di prenderle in considferazione ) In esse mi si chiedeva Cosa avrebbe dovuto fare allora il governo? Non metterlo in finanziaria ma discutrerlo a parte e fare un testo unico su tutte lòe nuove droghe perchè ll'alcool quando se ne abusa unha droga . Inoltre quello sui minori non sarebbe stato un intervento organico : bisogna fare un piano nazionale e affidarlo alle regioni, coinvolgere la scuola,i genitori , educare i gestori di locali pubblici.Insomma fare prevenzione oltre a far applicare , mai applicata o appplicata in maniera blanda , la vecchia legge . Ovvero trovare un approcio culturale al problema cioè costruire continuamente momenti di consapevolezza rispetto all'alcol ( ma anche sulle droghe ) . Chiediamo alle persone di fare un piccolo test prima di tornare e a casa. Poi gli chiedergli qual è il suo rapporto con l'alcol .E' importante ascoltare e capire senza giudicare e senza pregiudizi perchè il rifiugiarsi nell'alcool nasconde a volte una storia problematica Se si comincia a bere da giovani è un problema culturale, se lo si vieta diventa invece un limite imposto che è auspicabile superare.Un'altra email ( da cestinare , ma ho preferito vederla come una provocazione ) mi s'accusava di essere troppo liberista e  affermano  che la pubblicità  degli alcolici  va  vietata totalmente.Da Liberale e antiproibizionista << non ho >> come dice vasco rossi nell'editoriale dell'ultimo numero dela rivista XlL  cartaceo ( ma  lo  trovate  anche nella sezione editoriali sul  suo sito  www.vascorossi.net  ) << non ho niente contro la pubblicità anche se non l'ho mai amata : la condsidero una forma di comunicazione destinata [ al 90 % ] a creare un bisogno in più da soddisfare e generare frustrazione . Un male neccesario e certamente nel mondo c'è di peggio >> Sono favorevole al divieto di pubblicità degli alcolici soprattutto se legati a personaggi molto popolari a livello giovanile (ad esempio la birra di Valentino Rossi che è quella a più alta gradazione alcolica). Bisognerebbe fare invece molta informazione su cosa sono davvero gli alcol pops, bevande con alta gradazione alcolica e al sapore di frutta rivolte soprattutto al pubblico giovanile .Sempre a proposito di prevenzione Concordo con quanto dice Claudio Cippitelli del Coordinamento nuove droghe in un articolo \ intervista al il quotidiano ilmanifesto del 6\10\2005 : << facciamo come in Europa, un braccialetto e benefit nei locali per chi deve guidare e non può bere >> Infatti sono d'accordo con lui quando dice : << Hanno fatto bene a stralciarla, perché si trattava di una norma proibizionista e assolutamente improvvisata che non avrebbe risolto alcun problema >> che invece avrebbe preferito un intervento organico per affrontare il problema dell'abuso di alcol tra i minori , infatti ; << Sono contrario a logiche proibizioniste, soprattutto nella fascia d'età tra i 15 e i 18 anni. Come si vede con le droghe proibire serve solo a far crescere la voglia di trasgressione. E poi non c'è una legge che ne proibisce la cessione. L'alcol avrebbe potuto essere comperato da un "adulto" e ceduto a un minore >> o peggio come succede in America o Nel nord Europa i giovani usano documenti falsi per proccurarsi l'alcool . << Ma sono davvero i giovani quelli che bevono di più?No, i giovani hanno un atteggiamento rispetto all'alcol diverso da quello degli adulti. Bevono moltissimo per raggiungere uno stato alterato, per avere lo sballo, ma non è un alcolismo quotidiano, quello classico dei boccioni di vino tutti i giorni. E' legato all'evento, alla serata. Non è come vietare la vendita di sigarette ai minori, perché il fumo ha un uso quotidiano. Non è che sia meno pericoloso, ma è diverso. Bisogna produrre più consapevolezza. Cosa accade nel resto d'Europa? La situazione italiana è molto tranquilla rispetto ai paesi anglosassoni, dove il rischio più grave è quello della violenza dovuta al consumo alcolico. Da noi non c'è questo problema. Se togliamo enfasi a questi consumi possiamo raggiungere un buon livello di consapevolezza perché da noi quella dei giovani di oggi è una generazione molto attenta alla dieta, al fisico, alla salute personale. Io avrei invece promosso azioni come quelle del «guidatore designato». In tutta Europa è una prassi molto consolidata: chi non beve e deve guidare ha un braccialetto al polso riconoscibile può entrare gratis nel locale e ha una serie di benefit. >> Ora in base a quando detto qui e nel post precedente ed alla mia esperienza ( fino aiu 23\4 fatta di sbronze e ubriacature dicono NO al divieto assoluto dell'alcool , basta applicare la vecchia legge e affrontare come detto sopra un intervento oerganioc senza bisogno di ulteriori proibizioni


4.10.06

Senza titolo 1463

Fra i provvedimenti della finanziaria c'è anche quello che prevv3ede il giro di vite sulla vendita degli alcolici ai minori . A chi credeva che il proibizionismo fosse di destra si sbaglia di grosso , ora è anche a sinistra . Questo nuovo proibizionismo non è il modo migliore di risolvere le cose è non risolve il problema ovvero quello dell'aumento del consumo degli alcolici fra gli adolescenti e l'inizio sempre più precoce della prima sbronza e dell'età a cui s'inizia a consumare alcool .
Per fortuna anche a destra ( intendendo come destra i conservatori e benpensanti ) c'è anche chi non è d'accordo a questo insensato proibizionismo . Infatti i Salesiani sono critici , Non ha dubbi, don Antonio Ibba, direttore del centro giovanile dell’oratorio salesiano di Latte Dolce[ uno dei quartieri più disagiati della città di sassari ] , sulla «inefficacia del proibizionismo». Don Ibba, da 36 anni vicino ai ragazzi, direttore di centri giovanili a Roma, a Lanusei, a Cagliari e infine a Sassari, ogni settimana si confronta con centinaia di giovani e con le loro famiglie. Conosce bene la realtà degli adolescenti e i loro problemi. «Se non si fa capire ai giovani quanto fanno male gli alcolici - afferma don Ibba -, proibire la vendita risulta del tutto inutile, non aiuta nessuno. Al contrario, potrebbe avere soltanto effetti negativi. Nessuno vuole vedere adolescenti ubriachi, ma prima di imporre divieti, è necessario diffondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto del proprio corpo e della propria salute». Secondo don Ibba non avere fatto distinzione tra superalcolici e alcolici «è molto grave.Siamo fuori da ogni logica - conclude il salesiano -, questo dimostra che i politici che fanno le leggi non conoscono i problemi dei giovani e il modo in cui si possono risolvere ». =Orta è vero il problema esiste infatti nella mia regione ed in particolare in alcune zone ad esempio nel lle zone intetrne . Ora Tra leggenda e verità, la fama della Barbagia come terra di grandi bevitori resiste ormai da decenni. Il merito (si fa per dire) è delle tante voci che circolano sulle abitudini dei sardi e su presunti dati statistici che ci vedrebbero ai vertici dei consumi nazionali pro capite. La grande confidenza dei sardi con l’alcol è quasi un’ assioma . Anche se è accertato che I sardi bevono il primo bicchiere a 11 anni Nell’isola un preoccupante record nazionale .
Pochi, molto pochi purtroppo sono quelli che fanno qualcosa per smentire il dato. Lo striscione “7 giorni su 7 sbronzi” viene esposto sugli spalti tutte le volte che la Nuorese scende in campo al Quadrivio, ed è apparso anche in numerose trasferte. Il numero di bar e circoli è degno di città di dimensioni ben più elevate e, almeno apparentemente, i gestori riescono tutti a “tirare avanti”.Trattandosi di dati empirici e non scientifici, difficile smentire o confermare la tesi di partenza.
Bisogna affidarsi perciò agli esperti del settore, quelle persone che hanno a che fare quotidianamente con tematiche e problemi legati al consumo ed all’abuso di alcol. È evidente che un problema legato all’abuso dell’alcol è reale. Ricordo che già vent’anni fa la preoccupazione esisteva, e gli ultimi dati analizzati parlavano di un deciso aumento del consumo di alcolici, specialmente tra i giovani. Purtroppo dalle nostre parti è abitudine consolidata - prosegue Podda - passare parte del tempo libero nei bar. Si inizia da giovani e poi l’abitudine rimane».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il comandante della polizia stradale Antonio Pigozzi: «Riscontriamo spesso questa realtà, sia durante i controlli che nei nostri interventi. In circa il 30-35% dei casi di incidente le persone coinvolte hanno un tasso alcolemico superiore ai limiti fissati dalla legge. Il dato è allarmante e sembra destinato a crescere, ma bisogna precisare che è pienamente in linea con la media nazionale».
La circostanza sembrerebbe dunque smentire le leggende, ma qualche dubbio rimane. Il grosso problema, come riconoscono Antonio Pigozzi ed Efisio Podda, risiede nella straordinaria e radicata diffusione di una sottocultura in cui l’alcol è forma privilegiata di aggregazione. Il consumo e l’abuso diventano fatti di cui vantarsi, una forma distorta di balentìa.«Questo rende difficile la nostra lotta - spiega ancora Pigozzi - e ci obbliga ad affiancare alla repressione la prevenzione, iniziando proprio dalle fasce di età più basse. Per questo motivo promuoviamo incontri con i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado».
«È importante che sin da piccoli si impari a rapportarsi con l’alcol. L’alcol è dannoso - precisa il dottor Podda - specialmente per l’organismo dei più giovani, che non è in grado di metabolizzare l’alcol».
La missione è, dunque, tenere i giovani lontani dall’alcol. In questa ottica un grosso aiuto potrebbe giungere dall’introduzione dei provvedimenti restrittivi che, a partire dai prossimi mesi, potrebbero limitarne fortemente vendita e consumo nei locali pubblici. I dubbi sono legati all’effettivo controllo sull’osservanza delle restrizioni. Nessuno, comunque, appare disposto ad abbassare la guardia nella speranza che un divieto del genere possa risolvere ogni male.Proprio in questi giorni partirà un corso di primo livello per sommelier organizzato dall’associazione italiana di categoria assieme alla Camera di commercio ed all’Aspen.Sarà forse un caso ma il successo dell’iniziativa, testimoniato dal grande numero di iscrizioni (tanti i giovani), lascia sperare in un approcio con il vino e gli alcolici più corretto.
Va bene che Il Governo è stato costretto vistao il notyevole invcremento del problema ad una scelta importante e ancor più necessaria, alla luce del recente parere dell’Istat. Se, infatti, nel periodo 1998-2005 si è registrato un trend sostanzialmente stabile nella popolazione in generale, non così è per i giovani, in particolare le donne. Il consumo di alcol è aumentato dal 53,3% al 56,3% tra le ragazze di 18-19 anni e dal 57,6% al 60,4% tra quelle di 20-24. E l’incremento riguarda soprattutto i super alcolici. I rischi maggiori riguardano i minorenni. Le immagini raccontano sempre più spesso di giovani e giovanissimi che circolano la sera con una bottiglia in mano, spesso di birra. Per quanto riguarda i sardi sono tra i più forti consumatori d’Europa proprio in questo campo. I dati, quelli che non si vedono, dicono anche che nell’isola, a Cagliari ad esempio, si inizia a bere attorno agli 11 anni. E queste sono le cifre di una ricerca condotta da Roberta Agabio, del dipartimento di Neuroscienze dell’università di Cagliari, tra ragazze e ragazzi delle medie inferiori. Numeri più preoccupanti di quelli nazionali, che portano a 12 anni le prime esperienze alcoliche.
« È stato dimostrato che chi inizia a bere in giovanissima età - spiega Agabio, allieva di Gian Luigi Gessa e presidentessa regionale della Società italiana di alcologia - rischia di diventare alcolista in età adulta. E questo indipendentemente dalla quantità di alcol che si assume. Mentre in coloro che iniziano a fare uso di queste bevande tra i 19-20 anni, questa possibilità diminuisce notevolmente». Ma il fatto «più paradossale è che queste prime esperienze alcoliche - continua Agabio - le si fa non di nascosto, ma in ambito familiare. Un fatto che la dice lunga sulle responsabilità dei genitori e sulla loro mancanza di informazione». E ancora: in Europa, e Italia e Sardegna non fanno eccezione, l’alcolismo è la prima causa di morte nei giovani tra i 15 e i 29 anni. «Sia per gli incidenti in motorino, per i minorenni - spiega Agabio - che per i suicidi, a cui sono maggiormente soggette le ragazze ».
Un quadro che ha fatto da sfondo alle recenti norme, inserite in Finanziaria e relative al divieto di vendere negli esercizi pubblici (bar, ristoranti, discoteche, pub ecc.) alcolici ai minori di 18 anni. Proibizione allargata a qualsiasi acquirente per gli autogrill delle autostrade (aspetto, questo, che non interessa la Sardegna in quanto l’isola possiede solo superstrade). Infatti gli stessi esperti che lavorano sin questo settore fra cui « Ma siamo sicuri che il problema dell’alcolismo giovanile sia risolvibile con un divieto?», dice Gian Carlo Deidda, presidente regionale della Federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, nonchè titolare di un noto ristorante e pizzeria cagliaritani. «Non è forse - continua - un fenomeno ben più complesso?». Gli operatori del settore accusano di proibizionismo le norme: «La storia dimostra infatti che queste impostazioni sono state sconfitte, nel senso che hanno prodotto effetti contrari a quelli sperati». In questo caso, afferma il legislatore, si tratta di proteggere uno dei settori più fragili, i più giovani. «Mi sembra però una norma di facciata - continua Deidda - altrimenti perchè non si interviene anche verso i negozi e supermercati, non esercizi pubblici, che vendono alcolici senza alcun divieto? Credo siano sufficienti le vecchie norme che proibiscono di vendere ai minori di sedici anni. Lo spostamento di due anni non risolve il problema ma, semmai, crea questioni di non facile soluzione: non è facile riconoscere un giovane di 17 anni e mezzo da uno di 18. Per noi sardi, poi, si rischia di creare difficoltà anche all’economia del turismo: molti giovani stranieri si troveranno con divieti a cui non sono abituati ».E poi i turisti degli Usa e del nord d'europa in cui è vietata la vendita e somministrazione degli alcolici ai minori , si troveranno a disagio in quanto ne approffittavano per lasciarsi andare
Le cifre, però, raccontano - come si è visto - scenari inquietanti. «Il problema - precisa Deidda - va visto in termini educativi e di formazione. Allora mi domando: perchè questa nuova legge non prevede forme di sensibilizzazione delle famiglie e degli stessi giovani? Non dimentichiamo che quest’età è quella che accetta meno i divieti, soprattutto se non argomentati e convincenti».
Aspetto, quest’ultimo, raccolto in parte anche dai consumatori. «Se da un lato una morma che regoli la vendita degli alcolici ai minorenni è bene accetta - commenta Romano Satolli, responsabile regionale dell’Unione consumatori - dall’altro i giovani vanno educati. L’eccesso fa sempre male, ma bisogna insegnarlo: anche chi mangia troppo si fa male. Il divieto è una scorciatoia debole, che si lascia dietro una serie di contraddizioni».
Poi, se da un lato c’è troppa condiscendenza verso l’alcol, dall’altro «sarebbe importante insegnare a farne uso con attenzione. Il miglior modo di salvaguardare sia la salute che la cultura del vino è imparare a bere bene, senza creare danni ». Quindi mi sembra , come giustamente affermano molto , che solo vietrare ovvero repriomere non serve a niente , anzi potrebeb peggiore la situazione perchè : 1) i minorenni andranno negli ipermercati e supermercati ad acquistare ciò che nei bar e loro proibito , o se la faranno comprare da ragazzi\e persone più grandi di loro ; 2) e poi come dimostra la storia il proibizionismo ha fallito e nonostante ci siano ancorta articolo proibizionisti sia negli Usa che nel nord europa l'aumento dei ragazzi alcoolizzati è in forte aumento : E poi di questo proibizionismo potrebber o approfittarne le mafie alimentando, col contrabbando, la crescita della criminalità organizzata ( come i gangster degli anni 20\30 in america ) con la divisione delle città in territories per la vendita clandestina degli alcolici. >> e come ci fatto notare nelle prime due serie ( in particolare la II )  de  IL padrino nel film gli intoccabili ed  infine nell'episodio della serie tv The  Simpsons  intitolato  " homer  contro  il 18° emnendamento " 3) e poi se andate nei bar il fiine settimnna o la mattina ( quando molti studenti bigiano la scuola ) o la sera vedete moltiragazzi anche al di sotto dei 16 che fanno uso d'alcool . Se passerà questa legge antiliberale vedremo ragazzi checompreranno ( visto che li non è proibito ) comprarsi li gli alcolici .
Quindi di dico NO a questo decreto illiberale e repressivo


5.9.06

Senza titolo 1428

Anche  se non sono interista ma  juventino  (  ora  sempre più critico dopo lo scandalo calcio )   devo dire c he sonop sempre i migliori quelli che  se ne vanno  . Infatti concordo con  il comunicatgo del Cagliari calcio sulla morte di facchetti 


<<

Facchetti: Cagliari `Ci manchera` il suo sorriso` 04/09/2006 21.39.30












(AGM-DS) - Milano, 4 settembre - Cagliari manda un commosso saluto a Giacinto Facchetti: `Il suo sorriso aperto e la sua faccia pulita ci mancheranno`. La societa` sarda lunedi` si e` unita al cordoglio del calcio italiano che piange `Un grande campione, sul campo e fuori`.
Dopo aver ripercorso brevemente la carriera del terzino-goleador, il comunicato evidenzia come Facchetti fosse `un esempio di correttezza e lealta` sportiva, uno dei pochissimi amati in maniera trasversale, indipendentemente dalla maglia che indossano. Sempre misurato, pacato, sereno, al di sopra delle polemiche feroci e degli schieramenti`.
Il saluto si conclude evidenziando come `oggi non sono solo i tifosi dell`Inter ad essere in lutto, ma anche quelli del Cagliari, e tutti gli amanti del calcio `buono` si sentono tutti un po` piu` soli`



>>

per chi volesse sapèerne di più su di lui  ecco una dele migliori biografie  che ho trovato  girando per  la rete più precisamente sul'enciclopedia online  wikpedia  ecco  l'url  della biografia  http://snipurl.com/w27b


1.9.06

Senza titolo 1421

ecco  cosa succede  a chi  fà  tutti i giorni vera  antimafia  o antimafia dal basso e non  come quella  della  classe di politicanti   .   Questi ragazzi\e   che  parafransando  la  banda del sogno interotto dei Modena city ramblers  (   vedee  post  precedenti per  il testo  )     combattono  tutti i  giorni  contro al mafia  .




 Comunicato stampa  del sito  www.ammazzatecitutti.org


 E' proprio così, purtroppo. Il forum, la quale struttura di base era stata ripristinata questa mattina ed al quale stavamo ora lavorando per il ripristino manuale dei contenuti, è stato preso nuovamente di mira da chi evidentemente non ha altro di meglio da fare che DISTRUGGERE in pieno stile mafioso il lavoro e l'impegno degli altri. E poi dicono che la mafia non esiste... CHE SCHIFO!!!!
Anche se questa volta sembra un "avviso" più che un attacco in quanto è stata sostituita solo la pagina di accesso e SEMBRA non ci siano danni rilevanti al database, non accettiamo più in alcun modo che venga non solo distrutto il lavoro di dieci mesi di antimafia, ma che addirittura ora venga mortificato il lavoro di tutte quelle persone che hanno e stanno sacrificando il proprio tempo per darci una mano!
Ora ci appelliamo a tutta l'opinione pubblica nazionale e soprattutto ai media, affinché prendano seriamente coscienza della situazione ed alzino la voce assieme a noi. DIMOSTRATECELO CON I FATTI CHE "NON SIAMO SOLI"!


29.8.06

Senza titolo 1417

mentre mi prendevo una pausa  dalla palla  di HEGEL che devo studiarfe per l'esame di storia dela filosofia  ,   nei  titoli  ansa  del tg  dele  18.30 ho letto : <<  attacco al  forum di http://www.ammazzatecitutti.org/

 >>  e mi  è  venuta  in mente 

Cento passi   dei Modena  city ramblers 

"Sei andato a scuola?Sai contare?""Come contare?""Come contare?1,2,3,4,sai contare?""Si,so contare""Sai camminare?""So camminare""E contare e camminare insieme lo sai fare?""Si!Penso di si!""Allora forza!Conta e cammina!dai... 1,2,3,4,5,6,7,8...""Dove stiamo andando?""Forza!Conta e cammina!9... 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100!Lo sai chi ci abita qua?A?U zù Tanu ci abita qua!!""Cento passi ci sono da casa nostra,cento passi!"
(tratto dal film "I cento passi" di M.T.Giordana)
E' nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..
"Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura
contando cento passi lungo la tua strada"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
"Noi ci dobbiamo ribellare" (dal film)
Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato..
Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l'hanno più trovato..
"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare
la storia di Peppino e degli amici siciliani"
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!(x 2 volte)
Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno stato..
"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare
la storia di Peppino e degli amici siciliani"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!(x 2 volte)
"E' solo un mafioso, uno dei tanti"
"E' nostro padre" "Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese!Io voglio fottermene!Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!" (dal film)



e mentre la canticchoiavo  s ono andato  subito sul sito   e ho avuto  la conferma  ufficiale  :


(ASCA) - Locri (Rc), 29 ago - ''Vi abbiamo fregato il server. Firmato ...''. La frase era scritta in inglese, e seguiva il nome di un hacker a cui non vogliamo certo dare il gusto di avere pubblicita' gratuita. Ecco come si presentava questa mattina ai visitatori la pagina d'ingresso del forum telematico dei ragazzi di Locri del movimento ''E adesso ammazzateci tutti''.
In pratica un hacker, dopo essere riuscito ad intrufolarsi nel database, aveva effettuato non solo quello che in gergo tecnico si chiama ''defacement'', cioe' la sostituzione di una o piu' pagine di un sito con una pagina falsa, riportante frasi ingiuriose e a volte oscene (di questo genere di attacchi ormai il sito non ne conta piu' il numero), ma addirittura questa volta mettendo praticamente K.O. quasi mortalmente l'intero forum telematico''.

La storia viene raccontata in un comunicato dell'Associazione dei Ragazzi di Locri (Rc) ''E Adesso Ammazzateci Tutti''.
''Di solito eravamo abituati a leggere queste notizie in relazione ai siti di importanti istituzioni come banche, ministeri, agenzie internazionali, dove i delinquenti del web si misurano per dimostrare la loro folle ed inconcludente bravura informatica. Molta meraviglia ha suscitato tra i responsabili del sito www.ammazzatecitutti.org - continua la nota - vedere che oggetto delle ''attenzioni'' di uno di
questi delinquenti virtuali il proprio sito, certamente uno dei piu' conosciuti in Italia nel settore dell'impegno sociale della lotta alla mafia, ma certamente di alcun interesse dal punto di vista economico o istituzionale.
''Chi ha effettuato questa mascalzonata - scrive Aldo Pecora, ideatore e gestore del sito e del forum - non ha puntato certamente ad arrecarci un danno economico. E' evidente che l'intento e' quello di danneggiarci e comunque di colpire l'esistenza di un forum che ormai ha superato i 1.300 iscritti, diventando di fatto il piu' importante luogo di aggregazione virtuale in Calabria, ed anche in Italia, dei
giovani antimafiosi. E questi numeri a qualcuno evidentemente danno fastidio. Adesso bisogna capire a chi''.
''L'atto di oscurarci il sito con un'azione di criminalita' informatica - continua Aldo Pecora - equivale ne' piu' ne' meno ad un attentato. E' come se alla sede di un'associazione si appiccasse il fuoco nella notte, e per questo la nostra risposta e' identica a quella che avremmo avuto se ci avessero incendiato la sede, e cioe' la denuncia immediata alle Autorita' di Polizia. Speriamo che un'indagine condotta dagli specialisti della Polizia delle Comunicazioni possa produrre rapidamente risultati risalendo all'autore di questo crimine.
Ai nostri affezionatissimi visitatori ed agli iscritti al forum diciamo solamente che stiamo lavorando come matti per ripristinare al piu' presto possibile la condizione di normalita'. Certo, il rischio c'e': perdere oltre dieci mesi di lavoro.
Al delinquente che l'ha effettuata, ed eventualmente al mandante che l'ha commissionata, mandiamo a dire che non solo non ci intimoriscono e non ci demotivano con queste azioni, ma che invece raddoppieremo la nostra presenza ed i nostri sforzi per essere sempre piu' punto di riferimento e testimonianza vivente di quella Calabria che non vuole piegarsi piu' alle prepotenze delle diverse mafie che l'hanno umiliata per secoli''.
''Il forum di Ammazzatecitutti.org - conclude Aldo Pecora - e' l'esempio piu' bello di voce libera e priva di censure che in meno di dieci mesi e' riuscita ad unire l'Italia della legalita' e dell'antimafia da Bolzano a Pantelleria. E questa volta il ''pizzino' lo mandiamo noi: guai a quella mafia che oggi sta al passo coi tempi e crede, anche virtualmente, di poterci tappare la bocca''.

CI HANNO OSCURATO IL FORUM !!











AVVISO A TUTTI GLI UTENTI DEL FORUM

Questa notte (28-29 agosto) ignoti hacker hanno oscurato per intero i l CUORE di questo sito internet: il nostro Forum telematico.
Questa è un'ulteriore prova che il nostro Movimento evidentemente sta dando troppo fastidio. Ci resta da capire A CHI.
Stiamo cercando di risolvere il problema, ma questa volta non è come le altre. Anche i tecnici del server hanno detto che potrebbe trattarsi di parecchie ore di lavoro. E non è assicurato che dopo il ripristino saranno ripristinate anche tutte le discussioni del Forum.
Il rischio è quello di perdere più di dieci mesi di Antimafia attiva e libera!
Naturalmente faremo l'impossibile per evitarlo e NATURALMENTE SULL'ACCADUTO STA GIA' INDAGANDO LA POLIZIA POSTALE E DELLE TELECOMUNICAZIONI.




Ora  è   evidentre  che    fare antimafia dal basso dà fastdio   soprattutto quando si pubblicano  commenti   che i media  nazionali  o  ignorano o  riportano  in piccolim trafiletti  o  quelli   locali li considerano come piccole  beghe  locali . E  poi  a simboleggiare l'attualità  della loro protesta  e  che  tale  vile gesto  è  stato fatoi proprio   nella notte  fra  il 28-29 cm  ,  esarttamente  15 ad oggi in cui hganno ucciso libero grassi  un imprenditore  che  s'era rifiutato  di pagare il pizzo


[ IL COMMENTO ]

"Basta con l'antimafia di parata!"
Due paroline alla signora Adriana Musella da una 17enne "ragazza di Locri"...



Il 4 agosto scorso la Consulta Regionale Antimafia ha promosso ad Ardore (Rc) un seminario dal tema “Legalità e territorio”, al quale hanno preso parte i sostituti procuratori della DDA di Reggio Calabria e di Firenze, Nicola Gratteri ed Ettore Squillace Greco, la signora Adriana Musella, l’On. Maria Grazia Laganà, il presidente del consorzio di cooperative GOEL Vincenzo Linarello e due delegazioni di studenti provenienti dalla regione Toscana e Lazio.


Se da un lato l’incontro si è rivelato interessantissimo, soprattutto grazie agli interventi dei due magistrati, i quali hanno ribadito quanto siano necessarie leggi più moderne per combattere la ‘ndrangheta, dall’altro è stato davvero molto deludente.
Con amarezza ho constatato ancora quanto si perseveri nell’antimafia di parata e nella falsità più ipocrita.
A farmi “assaporare” questa ipocrisia, che credetemi, questa volta ha sfiorato i limiti dell’assurdo, è stata proprio la signora Adriana Musella, Presidente dell’associazione "Riferimenti", nonché segretaria della Consulta Regionale Antimafia e non so che altro ancora ha scritto nel suo preziosissimo biglietto da visita.
Io una cosa da aggiungere ce l’avrei: organizzatrice di parate antimafia, nonché apparente convinta sostenitrice dei ragazzi di Locri, che tanto ama ed incita, ma che quando uno di questi chiede la parola per intervenire al seminario organizzato dalla Consulta Regionale Antimafia e da lei stessa moderato, ti risponde “No, preferisco che parli un altro”. Un altro?
La signora Musella non è colei che puntualmente ad ogni conferenza o intervista dichiara la sua vicinanza ai giovani, e invita tutti quanti a sostenerli? E però nei fatti poi si smentisce e non li fa neppure parlare. Vogliamo dare un nome a questo atteggiamento che è di prepotenza?
Mi dispiace per la signora Musella, ma in questa nostra regione sfortunata, un giovane che vuole testimoniare il suo impegno antimafia, soprattutto se è un “ragazzo di Locri”, lo si ascolta sempre, indipendentemente dal fatto che il suo intervento sia o meno gradito dalla moderatrice  del dibattito, nonché presidente di “Riferimenti”, nonchè segretaria della Consulta.
Che bella figura ci ha fatto la moderatrice-presidente-segretaria, che rappresentava in quel momento la Regione Calabria, quando il pubblico presente ha nei fatti imposto la concessione della parola alla sottoscritta? Cosa avranno pensato i due magistrati sconcertati?
Col senno di poi non posso che dare ragione a chi le aveva già cantate di santa ragione alla signora Musella ed al suo modo di “fare” antimafia.
Basti pensare al “Valantain”, il ristorante di Villa San Giovanni costretto a chiudere a seguito delle continue estorsioni ed attentati minatori. Della vicenda fu la stessa Musella a riempirsene la bocca di belle parole in TV, disertando poi, però, la manifestazione di solidarietà del 2 giugno.Mi piacerebbe capire quale sia la posizione della Musella anche sul caso del povero Fedele Scarcella, il testimone di giustizia bruciato vivo nella sua auto a Briatico. La signora Musella sostiene che <<prima di parlare devi INFORMARTI tu e i tuoi amici di AMMAZZATECI TUTTI! Fedele Scarcella non è morto perché ha denunciato alcune cosche>>.
Ma del caso Scarcella dove si “informa” la Musella, visto che ciò che noi umili mortali sappiamo lo sappiamo solo attraverso i giornali?
Mi spieghi anche perché lei stessa si batte tanto affinché non ci siano vittime di serie A e di serie B, quando poi obietta persino su casi simili!
Penso che Fedele Scarcella fosse una persona onesta, un uomo a cui è stata tolta la vita ed io, cara signora, ho il dovere di pretendere giustizia, anche per la sua morte.
E mi disgusta terribilmente leggere su un giornale di Calabria, una pagina intera dedicata alle “amare” confessioni di una donna che sfrutta ogni occasione per piazzarsi sui giornali, minacciando di lasciare la Calabria e (quel che è peggio) screditando l’operato “genuino” di noi ragazzi.
Come sarebbe a dire, signora Musella, che <<c’è del veleno tra alcuni ragazzi di Locri>>, che <<ci sono serpi>>? Ma non si vergogna solo a pensarle certe cose?
Di veleno ho toccato con mano il suo, che con acredine ha tentato di censurarmi (e francamente non ne comprendo il motivo, sebbene cerchi invano di trovare un “perché” all’ostile atteggiamento che ha assunto nei miei riguardi) rivelandosi un’altra persona rispetto a quella che avevo conosciuto qualche mese fa.
<<Nell’antimafia c’è mafiosità. Mi sono resa conto che coloro che si definiscono antimafiosi agiscono con prevaricazione, prepotenza, arroganza, cercando di sopraffare l’altro per non farlo parlare, per limitarne gli spazi>>, ha dichiarato la stessa signora Musella.
Ma, signora Musella, non è che lei sta parlando proprio di se stessa? Chi ha alzato la voce e con un “TACI, DEVI TACERE” più grande di me, voleva “sopraffarmi affinché non parlassi”?
Inviterei invece la signora Musella ad impiegare le sue gerbere per qualcosa di più concreto.
Se si dedicasse “con tutta se stessa” alle iniziative per le quali noi ragazzi così “avvelenati” come ci ritiene lei (io invece direi “indignati… e di brutto”) ci stiamo battendo, sarebbe tanto di più guadagnato…fermo restando, che non so quanto guadagni in termini monetari già lei di suo, grazie alla nostra Regione… su questo mi “INFORMERÒ”, può starne certa!Il dottor Gratteri nel suo intervento al seminario di Ardore sottolineava il fatto che qui da noi occorrono delle leggi serie! Benissimo, a tal proposito, le propongo, gentile signora, di sostenere nei fatti  il “DdL Lazzati”, disegno di legge che si pone l’obiettivo di recidere la sporca collusione tra delinquenza, politica e malaffare al momento elettorale. Già approdato in Parlamento 14 anni fa, questo disegno di legge, ispirato dal giudice di Cassazione nonché fondatore del Centro Studi “Lazzati” Romano De Grazia, è stato ad oggi sottoscritto, anche grazie all’impegno di noi ragazzi, da oltre 120 parlamentari a Montecitorio e 35 al Senato.
Se il DdL Lazzati dovesse finalmente divenire legge dello Stato si avrebbe una legge-orgoglio per la nostra terra, in risposta alle leggi-vergogna della Regione Calabria.
La SUA Regione Calabria, cara signora Musella, nasconderà gli atti amministrativi e i conti della REGIONE, impedendone per motivi di “privacy” la loro pubblicazione sul Bollettino ufficiale! E’ doveroso fare appello a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e soprattutto se stessi ad urlare "VERGOGNA" a chi propone una legge simile!
Ma tutte queste parole sono sprecate, perché purtroppo anche lei, la Musella, fa parte del “Palazzo” e non tralascia occasione per schierarsi contro proprio i ragazzi, quei ragazzi con i quali dovrebbe condividere lo stesso sogno: perché alla fine la mia Calabria è anche la sua, nonostante tutto.

Maria Grazia Messineo, 17 anni, una “ragazza di Locri”

  Siderno, 7-8-2006 


il che  mi rioncuora  sapere   che  non tutti gli adolescenti sono   smns  o  mms  dipendenti  o  non hanno mandato il cervello all'ammasso o  hanno  le fette di melone  a gli occhi  o   sfogano il loro disagio  senza  fare   bravate  vandaliche  come  dale mie  parti  . concludo dedicando  a  Maria Grazia   e altri ragazzi di locri    voglio dedicare questa  canzone  sempre dello stesso  gruppo che ha aperto i la colonna sonora di questo post    e che  mi sembra  adatta   a questa situazione 


LA  BANDA  DEL  SOGNO INTEROTTO


A Palermo nel cuore del centro c'è un'antica focacceria davanti alla Chiesa di San Francesco, si ritrovano sempre lì;
seduti al tavolo che fu di Sciascia a bere Heineken e caffè
sono la banda del sogno interrotto di una Sicilia che non c'è
c'è Isidoro e c'è Simone e Peppe il biondo della Pantera
Alex De Lisi l'artista da guerra che usa il pennello come una bandiera
il loro capo Ottavio Navarra è stato eletto e adesso sta a Roma
si è comprato un vestito decente ma dentro ha ancora più rabbia di prima
Didilala-hey didilala-hay
se non sono ancora stanchi non si stancheranno mai
non li fermano con gli spari, non li fermano con le TV
sono veri siciliani e non si fermeranno più
Hanno sfilato in manifestazione, raccolto distratta solidarietà
hanno pianto Falcone e gli altri, hanno guardato sbarcare i parà
Volantinato Zen e Acquasanta e non so quanti altri quartieri
intanto il governo ha sbloccato gli appalti e la mafia riapre i cantieri
Non so se noi ne avremo il coraggio, se prenderemo la via del nord
o meglio ancora la via dalle palle e fare in culo a tutti voi
perchè nella banda del sogno interrotto non sono molti i fortunati
sono in tutto quaranta persone di cui trentotto disoccupati
Didilala-hey didilala-hay...






«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...