Questa è la storia di
Cristiana Capotondi e Andrea Pezzi che, da personaggi pubblici, hanno deciso di raccontarla all'Ansa. Lei esprime "infinita gratitudine", lui "tutta la mia ammirazione e la mia stima". E vissero tutti separati e contenti. Non li conosciamo personalmente al di fuori dai media e della rete, dove al 90% de casi , la vita delle celebrità è filtrata attraverso potenti occhiali rosa che ci mostrano fulgidi contorni, celando la complessità della sostanza. Nell'ignoranza delle retrovie, plaudiamo a una condotta esemplare. "Wow, che uomo straordinario!" esclamiamo d'istinto, rassegnati e inchiodati alla figurina del maschio-mostro, l'inseminatore tronfio, possessivo e protervo, che divide le ex tra carogne e poco di
buono, destinate all'oblio, se non all'eterno rancore.Ecco quindi che Storie come quella di andrea pezzi e della capotondi dovrebbero essere la normalità a cui dobbiamo rivolgerci e a cui dobbiamo abituarci. Non bisogna applaudirli quando fanno il loro dovere perché smetteranno di considerarlo tale ed si sentano obbligati a farlo . Ci deve essere gratitudine per averci mostrato la strada dritta dell'amicizia e della correttezza ed essere riuscitoa mettere da parte in proprio orgoglio ferto .
Soprattutto in un periodo in cui ci sono ancora femminicidi e violenza genere \ domestica ( vdere ost precedente , il mondo si sta popolando di creature così. Uomini che hanno imparato l'alfabeto emotivo e la grammatica per usarla, che misurano il carico mentale femminile e lo condividono, che scelgono di fare un passo indietro, che si spogliano dell'armatura, che praticano la tenerezza senza vergognarsene, che hanno imparato a dirsi fragili, sbagliati, imperfetti, che sanno dare e chiedere aiuto. Non c'è eroismo in loro. C'è solo la liberatoria scoperta della propria fallibilità. Non compiono imprese eccezionali, nemmeno quando qualcuno tra la folla si confonde ed esclama "Wow! Che uomo straordinario".Infatti concordo con quanti dice i Silvia Fumarola su repubblica 05 Ottobre 2022 (
qui l'articolo completo )
voglio pensare che la normalità stia nella scelta non eroica né virile ma semplicemente umana di stare vicino alla propria ex compagna che chiede aiuto. La normalità deve stare nei quotidiani gesti di affetto, di amicizia e di rispetto, di cui gli uomini, come le donne, devono essere capaci.
Voglio dare fiducia a una generazione di maschi capaci di assumersi le proprie responsabilità, di liberarsi da stereotipi tossici, di non somigliare a nessuno se non a se stessi.
Comunque è un evento eccezionale visto che come ricorda anche l'articolo prima citato Qualche giorno fa un altro lui, tale Mario Franchini, si è accanito a calci e pugni contro la figlia della sua compagna che era al lavoro. La bambina ha nove mesi. In effetti, se guardiamo dal lato dei Franchini, tra le fila degli uomini che scelgono ( perché la violenza è sempre una scelta, non un accidente o un'insopprimibile tara ) di vessare, intimidire, maltrattare, ammazzare le partner o i loro bambini, Andrea Pezzi è un'irreale, psichedelica eccezione. Se guardiamo dal lato delle donne, una ogni tre giorni, uccise da un maschio (può dirsi uomo chi lo fa?), senza dubbio una Cristiana Capotondi che attraversa la gravidanza per mano al suo ex, abita il mondo fantastico dei cartoni animati edificanti o di certa letteratura rosa o
feuilleton d'appendice . Non so, al suo posto, se ne sarei stato capace. Non lo so davvero. Bisogna trovarcisi in una situazione così per sapere, per capire.
Di sicuro ci vuole una enorme maturità, consapevolezza ed empatia per dare una parte così grande di sé a un’altra persona senza chiedere nulla in cambio ma soprattutto a mettere da parte il proprio orgoglio e il ropri . Si chiama anche amore, ma non è scontato, e non è per tutti.