Visualizzazione post con etichetta cristian a porcino ferrara. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cristian a porcino ferrara. Mostra tutti i post

27.7.24

Le peripezie dell'io tra musica e filosofia


Oscar Wilde affermava che la vita, ed una specifica vita, è in grado ‘d’imitare l’arte’ in quanto è frutto di un lungo e a volte tormentato processo di costruzione e lo è nella misura in cui contiene in sé il passato, il presente ed il futuro; in tal modo combinate insieme arte e vita, come tanti percorsi tracciati dall’uomo nei diversi ambiti, sono percorsi di ricerca della verità sul mondo e su se stessi con l’obbligo di non mentire su di essi, il che costringe a confrontarsi con esperienze di vario genere. Ed un esempio lo si può trovare nelle ultime raccolte di scritti di Cristian A. Porcino Ferrara Sulle tracce dell’altrove del 2023 e  Quel che resta di niente del 2024; tali scritti comprendono poesie e riflessioni dove si mettono a nudo le peripezie di chi come “Diogene il cinico”  cerca “col lanternino l’Uomo” attraverso quel “gioco degli opposti”, però nel loro “sottrarsi”, col sentirsi così un pieno di “moltitudini e di dissensi”. In tal modo viene messo in atto in modo programmatico “uno sguardo che non mente”  proprio nel senso di Simone Weil, figura irrégulière del primo Novecento francese che si è abbeverata a sua volta continuamente, nell’esperienza di vita e di pensiero, a quella fonte di Siloe che è stato il mondo greco.

In queste due  raccolte si assiste, pertanto, ad una vera e propria “sinfonia esistenziale” nello sperimentare e nel narrare “l’essenziale” per sembrare realmente quello che “s.o.n.o… una freccia che squarcia” e nello stesso tempo “balsamo d’anima”; il percorso messo in atto da Porcino Ferrara non poteva non fare riferimento alla sua Sicilia nel sentirsi un “magma vivificante” ed “in viaggio da una vita”, il tutto accompagnato dalla sua esperienza di docente e dal contatto diretto con altre vite in formazione. Il suo è un tuffarsi critico “nelle stanze del tempo” con l’interrogare l’essere stato diciottenne nell’inevitabile incontro-scontro con “il me di oggi” e le pagine nel loro insieme testimoniano questo dialogo tra i due io col dare adito ad “un dibattito filosofico interessante”, che trova appunto nel mondo greco una delle indispensabili fonti; ne esce un “confronto serrato e spietato” dove l’io di oggi, il ‘sono’ è frutto della coscienza di questo “dialogo ragionato” e di essere cresciuto “immerso  nell’esistenza”.

E tale ‘dibattito filosofico’, che una volta concluso lascia il ‘mal di filosofia’ come scrive nella prefazione a Sulle tracce dell’altrove Barbara Cavazzana, si è arricchito nel sondare percorsi diversi  nell’interrogare in primis “l’Antica Sapienza”, spesso messa da parte e dimenticata, da cui si ricava un principio fondamentale come “la verità non va mai spiegata, ma compresa”, che poi è il vero compito del sano filosofare; a tal fine si avvia un percorso di confronto col variegato mondo musicale con un’attenzione del tutto particolare  per  Franco Battiato nel suo intenso “sodalizio filosofico” con Manlio Sgalambro. Tale figura, nel vivere criticamente i problemi della sua Sicilia coniugandoli con la pesante eredità del mondo greco,  ha messo in atto nel suo percorso di pensiero un non comune approccio di tipo comparativo grazie all’interrogare ad esempio Nietzsche e altre figure dell’esistenzialismo; e tale operazione gli ha permesso di prendere le dovute distanze da una filosofia chiusa nel suo recinto concettuale e di dare così voce ad un tipo di approccio fondato più sulle domande di senso e meno sulle risposte, col trovare nella musica un non comune punto di riferimento. 

Porcino Ferrara collega queste due esperienze di vita che nell’incontrarsi hanno dato  voce alla polifonia della vita e a questo ‘mondo pessimo’, come lo chiamava lo stesso Sgalambro, col produrre così un album di canzoni, sulla scia del poeta francese  Lautréamont, L’ombrello e la macchina da cucire e un film come Perduto Amor, film a sfondo filosofico. Ed il tutto contribuisce così ad arricchire la sua idea di filosofia con approfondire, inoltre, una idea del poeta Novalis che affermava che il ‘filosofare significa  deflemmatizzare e vivificare”; e tale percorso viene potenziato da altri non meno importanti punti di vista espressi da Sgalambro nel suo volume, uscito postumo, dal significativo titolo Dal ciclo della vita. Tale opera viene giustamente considerata il suo “testamento filosofico” dove “con ghigno da filosofo” si mette in rilievo “il disfacimento di questo secolo” e nello stesso tempo si prendono come punti di riferimento altre opere di Sgalambro, Quaternario. Racconto parigino e Del pensare breve, altri testi che hanno rafforzato questa comunanza filosofica con Battiato.

Così un percorso, avviato per entrare nei meandri e dilemmi del proprio io, diventa un viaggio dove ci si incontra con altre esperienze di vita; ed il sincero confronto con altri serbatoi di verità permette di costruire un cammino, una vita e di sperimentarla sino in fondo col dare così alla filosofia quella vera anima che l’ha contraddistinta sin dall’inizio, di essere figlia dei volti del vero dove esso si annida che, pure a volte messo da parte,  irrompe come una ‘freccia che squarcia’ svuotando così della loro portata eversiva, fatto su cui poco si indaga,  tutte le ideologie che si sono messe in essere in diversi campi per occultarlo.


                                                Prof. Mario Castellana


già Docente di Filosofia della scienza, Univ. del Salento  Direttore Collana Intern. 'Pensée des sciences', Pensa Multimedia, Lecce

9.10.23

“Diverso da chi?”

Forse è questa una delle domande che si è posto Cristian nello scrivere questo saggio biografico che percorre il suo passato come una cicatrice esposta a mo’ di medaglia. Un ricordo di una vittoria sofferta alla ricerca di sè stesso, sfuggendo dai dettami della tradizione sulla diversità. La reliquia del senso di angoscia, di pesantezza di questo “cavaliere inesistente desideroso di farsi vedere nella sua armatura di ferro splendente” è ben presente, come un sigillo, nelle memorie e nelle pagine del testo. Eppure questo senso di prigionia viene esorcizzato da aneddoti di vita vissuta e da citazioni di coloro che fecero della diversità, - di qualsiasi genere- un proprio punto di forza, personaggi provenienti da ambiti e ambienti diversi: da Franco Battiato a John Keating (“L’attimo fuggente), da Raffaella Carrà a Manlio Sgalambro. Diverso da chi, quindi? Diverso da ciò che viene imposto, diverso da chi si limita a seguire la “norma” come dettame immutabile. La libertà, soprattutto quella di pensiero, richiede lo sforzo di liberarsi dai preconcetti in cui ci si arrocca anche inconsapevolmente e di innalzare la sguardo “sulle tracce dell’altrove” …      
   
               Simone Febo Santi

21.7.16

Cristian Porcino. . un filosofo pop contro contro l’omofobia e il femminicidio - Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne

Se c’è una definizione in grado di racchiudere l’essenza di Cristian A. Porcino Ferrara è di sicuro quella di filosofo pop. Non ha mai disdegnato di analizzare o giustapporre problematiche, fenomeni e icone che appartengono alla cultura popolare; pensiamo ad esempio a Renato Zero oggetto di un altro bel saggio scritto da Porcino in coppia con Daniela Tuscano.
Ciò che emerge con chiarezza dal libro “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” è l’estrema attualità, e l’approfondita disamina di due temi che stanno sconvolgendo il nostro presente. Un testo che stimola l’uzzolo del lettore e lo spinge a divorare il libro in un batter di ciglia. Già in passato l’autore si è cimentato nello studio delle canzoni dei nostri cantautori, e ancora una volta riesce a fendere il muro dell’omertà e dell’indifferenza che racchiude la tematica dell’omosessualità e del femminicidio.
Dall’omofobia radicata nel mondo del calcio alla femminofobia di cui si è fatta promotrice la religione e non solo. Troviamo inoltre il sessismo linguistico e la campagna elettorale Usa tra Hillary Clinton e Donald Trump, la legge sulle unioni civili e i significati di alcune canzoni di artisti come Elton John, Renato Zero, Francesca Michielin, Madonna, Mika e tanti altri. Colpisce alla fine il progetto educativo ideato per essere realizzato nelle scuole. “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” è un valido sussidio per insegnanti, genitori ed educatori, accattivante nel linguaggio e quindi particolarmente adatto ai più giovani. Infine va segnalata la dedica iniziale di Porcino rivolta a Eddie Justice, vittima del massacro di Orlando, e a Sara Di Pietrantonio.

(Gianni Buonafede)


Il libro è in vendita su amazon. per acquistarlo andate  qui 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...