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4.11.12

A mani nude contro il diavolo, vita e tormenti di un esorcista


  dall'unione sarda  del 4\11\2012
 di  Giorgio  Pisano (  pisano@unionesarda.it )

Incrocia il diavolo quasi tutti i giorni da diversi anni.Sulle prime,Satana parlava di sé in terza persona, insomma dandosi del lei come succede ogni tanto ai baroni della medicina, poi s’è reso conto che non poteva durare ed è passato al tu.
Don Giovanni Sini 
In fondo, sono colleghi: concorrenti ma colleghi. Lavorano sulla stessa materia prima: l’uomo. Don Gianni Sini,57 anni,figlio di un ex operaio Sir, è l’esorcista ufficiale della Diocesi di Tempio. Biparroco, nel senso che opera in due chiese (Nostra Signora de la Salette a Olbia e Nostra Signora del
Mare a Pittulongu ),è sacerdote molto popolare e molto amato.
Capelli grigi, lunghi e scomposti,da nouveau philosophe,ha un fisico proletario,mani polsi e braccia di conseguenza, jeans, giubbino scuro e polo.Commenta il Vangelo della domenica in una televisione locale (Cinque Stelle) ma si spende soprattutto nella guerra infinita contro il demonio. Racconta che attualmente si sta occupando di cinque casi «decisamente gravi» e sfodera un campionario arcinoto: la vecchietta semianalfabeta che parla ebraico senza averlo mai studiato, il bimbo che grida volgarità da far arrossire un camionista, il giovanotto che in piena crisi decuplica forze muscoli e aggressività. A riprova mostra qualche cicatrice, ferite di guerra.
Alterando luoghi e nomi per evitare che gli interessati vengano riconosciuti,ha raccontato undici storie sataniche nel libro pubblicato qualche mese fa con Sugarco (“Quando parlo col diavolo”) e già a un passo dalla terza edizione. Segno che l’argomento tira anche quando a parlarne non è un decano della categoria come padre Amorth ma un semplice sacerdote di provincia.
All'inizio dell’intervista, posa sul tavolo gli arnesi da lavoro: una stola viola,l’aspersorio, un crocifisso e un libretto molto maltrattato.Contiene le istruzioni per l’uso, formule che invocano l’allontanamento di Satana dal corpo di un  ossesso oppure ne  ordinano bruscamente la cacciata come una sorta di  foglio di via.Spossante?
«Tanto. Anche perché la partita non si chiude in una botta sola».
E qualche volta,confessa, non si chiude affatto.
Don Sini è entrato in seminario che aveva undici anni. Ne è uscito prete e senza conseguenze: «Nessun problema nei rapporti coi superiori né ripensamenti».
La chiamata vera e propria è arrivata tuttavia più tardi. E sarebbe finita in gloria con una carrierina da parroco se non avesse visto un esorcista all'opera . È stato colpo di fulmine. Da quel momento volle, fortissimamente volle dedicare cuore e breviario alla madre di tutte le battaglie: quella contro il Male e il suo ufficiale rappresentante. Male che non prevede «soltanto possessioni» ma anche tentazioni e perfino blitz nella politica. «Chi altro volete che ci sia, se non il demonio, quando si prendono certe cattive decisioni?» 
Quali, per esempio?
«L’eutanasia, per dirne una». Ma si potrebbe serenamente aggiungere anche il testamento biologico o il registro delle unioni civili.Argomenti tuttaltro che spirituali e che riguardano la discesa in  campo di nostro signore degli inferi.
Com’è  il  diavolo?
«Diversamente da come viene rappresentato nella letteratura o nei film, strana e terribile creatura con le corna,è -lo aveva detto Paolo VI - personaggio misterioso, pervertito e pervertitore. Il suo compito è, prima di tutto, attrarre e poi stravolgere la mente e i buoni valori.
 La sua più grande conquista far dire alle persone che lui non esiste».
Obiettivo?
«Annacquare la divisione tra Bene e Male».
L’ha  mai  visto?
«Ci parlo spesso attraverso gli ossessi o le ossesse. Ne altera la voce, lo sguardo, fa dire cose orride».
Ma  s’è  mai  manifestato  davanti  a  lei?
«Fisicamente no. Non dimentichiamo però che, come insegnano le Scritture, è un essere immateriale. So comunque di gente che l’ha proprio visto di persona».
Da  quanti  anni  fa  l’esorcista?
«Il primo caso l’ho affrontato negli anni ’80.Avevo 33 anni».
Addestramento?
«Uno non ce l’ha scritto nel dna che farà l’esorcista. La preparazione si  acquisisce   seguendo i confratelli che già esercitano. Il mio maestro mi ha poi affidato gli strumenti (crocifisso, stola,aspersorio e manuale) che Satana riconosce ufficialmente come armi contro di lui».
Quanti  casi  ha  esaminato finora?
«Alcune centinaia.Non dimentichiamo comunque che i casi di possessione sono i meno numerosi,uno \ due per cento. Incontro sette-otto persone al giorno ma raramente si può parlare di anime possedute».
Effetti  collaterali?
«Beh,certe volte la cappella dove opero si trasforma in una specie di palestra.La lotta tra Bene e Male non è sempre fatta soltanto di parole. Ho preso pugni,graffi, calci, sputi: fa parte del lavoro».
Il  demonio  è  interessato  alla  Sardegna?
«Abbastanza, in linea con Sicilia e Calabria che stanno ai primi posti mentre il Piemonte è soprattutto terra di sette. Nelle zone interne della Sardegna ci sono usanze che sconfinano nel profano,scivolano nello spiritismo,cercano sistemi per stabilire un contatto coi morti, si rivolgono a maghi per far togliere le fatture. E tutto questo è opera sua».
Sua,  di  chi?
«Del diavolo, ovviamente».
In  famiglia  o  gli  amici  l’hanno  mai  presa  per  matto?
«Alcuni sacerdoti tendono a denigrare o a ridicolizzare il ruolo dell’esorcista,dicono che vediamo il demonio dappertutto».
Luoghi  preferiti  per  l’attacco?
«Quelli dove non c’è verità, non si segue il Vangelo e si preferisce il culto di Satana attraverso sedute spiritiche o addirittura celebrando la messa nera, che è la parodia e la profanazione di quella vera».
Travestimenti  per  non  farsi  riconoscere?
«Noi potremmo avere come compagno  di lavoro un posseduto e non lo sappiamo. Perché la ossessione si manifesta solo in certi momenti, mica 24 ore no stop».
Poi?
«A un certo punto, quando si rende conto di non farcela più, l’ossesso bussa alla nostra porta per chiedere aiuto.Sa di avere dentro di sé un altro e vuole liberarsene».
La  psichiatria  le  chiama  sindromi  dissociative.
«Può essere. Ma noi abbiamo indizi precisi per capire se si tratta di vera possessione e non confonderci».
Cioè?
«Dev’esserci una forte avversione al sacro e alla fede, alla Madonna e ai santi, disagio a stare in un luogo di culto o accostarsi ai sacramenti. Tant’è che quando debbono fare la Comunione avvertono una irresistibile repulsione».
Altri  segnali?
«Parlare una lingua sconosciuta.È impressionante ascoltare una donna di settant’anni parlare ebraico quando sai che non ha nemmeno frequentato la scuola dell’obbligo».
Che  genere  di  messaggi  manda  Satana?
«Mi invita a lasciar perdere,urla il suo diritto a possedere una persona,ride delle mie preghiere.Io replico con altrettanta forza: prima lo invito con le buone a lasciare quel corpo, poi passo alle maniere forti».
E  cioè?
«Leggo ad alta voce il rito dell’esorcismo, gli ordino di andare via. Purtroppo però non dipende da me il fatto che si allontani più o meno velocemente.È Dio a decidere. Di solito bastano pochi mesi ma stiamo seguendo casi molto difficili che ci stanno impegnando da anni».
C’è  una  profilassi  anti-demonio?
«Una prevenzione,vuol dire? L’importante è non entrare in contatto col mondo dell’occulto. Non scambiare la fede con surrogati o forme di superstizione,abbracciare una vita vicina a Nostro Signore e ai sacramenti».
Vittime  predilette:  facciamo l’identikit.
«La fascia più esposta è quella che va dai 18 ai 45 anni. Ma può essere  infettato chiunque, compre-
si i religiosi. Ho personalmente seguito il caso travagliato di alcune suore possedute, che pure facevano la Comunione tutti i giorni. Finché non hanno avuto  una crisi nessuno se n’è accorto».
Che  tipo  di  crisi?
«Rifiuto della Comunione e un’esplosione di rabbia che faceva dire parole scurrili,discorsi impensabili sulle labbra  di una monaca».
Bambini?
«Ce ne sono e rappresentano un mistero: se negli adulti c’è un episodio o un’esperienza del passato a spiegare la possessione, nei bimbi non abbiamo  niente di tutto questo. M’è capitato di dover aiutare un bambino di quattro  anni».
Chi  gliel’ha  portato?
«I genitori.Non riuscivano a spiegarsi la sua aggressività: non stava mai fermo e, se veniva rimproverato, non esitava a colpire mamma e babbo».
Non  sarà  stato  ipercinetico?
«No,sotto c’era qualcos’altro: il demonio.E alla fine l’ho scoperto.Ho chiuso a chiave la porta della cappella.Lui voleva uscire a tutti i costi,dava calci e pugni alla madre per farsi aprire. Altrettanto al
padre,che però aveva perso da tempo la pazienza e gli mollava ceffoni molto forti».
L’avete  messo  ko?
«Non ce n’è stato bisogno.A un tratto si è rivolto verso di me,pronto a colpire. Gli ho detto: attento, ti restituisco le botte una per una. All'improvviso ha digrignato i denti, ringhiava come un cane e ha tirato fuori una voce profonda,cavernosa: chi sei tu per fermarmi?»
Com’è  finita?
«Ho iniziato a leggere il rituale ma quando sono arrivato a metà mi ha interrotto: prete, l’hai capito o no che mi stai  rompendo le palle?»
Magari  non  ce  l’aveva  con  l’esorcismo.
«Abbiamo interrotto e il padre, in separata sede,mi ha confessato che da giovane partecipava a sedute spiritiche. Ecco che tutto si  spiegava».
Tara  familiare,  in-somma.  Come  tante  malattie.
«Proprio così.Allora ho capito  che il diavolo stava giocando in casa e dovevo affrontarlo allinterno della famiglia: il bambino  non era altro che  una vittima inconsapevole».
Con  lei  ci  ha  mai provato,  Satana?
«Come no. Mi sabota la macchina,mi fa trovare le ruote a terra o il cambio sfasciato. Ma io  non m’arrendo facilmente».
Tentazioni?
«Continuamente,cerca di deviarmi dal  mio ministero».
Donne?
«No, questo non mi è mai capitato ma  non mi sorprenderei se provasse anche questa trappola».
Il  caso  più  incredibile? 
«Quello di una ragazza di quattordici  anni, cresimata di recente, che manifestava una forte avversione al sacro. Non  riconosceva più nulla, come se non fosse mai passata in chiesa».
Vabbé  ma  il  diavolo?
«Sono riuscito a liberarla dopo quattro  mesi. Ho recitato l’esorcismo in forma imperativa, è caduta a terra come morta. Poi si è ripresa».
La  sua  vita  è  tutta  un  match.
«Lo è.A Oristano,durante la presentazione del mio libro,una donna m’ha lanciato due sedie addosso dopo averne scaraventato un’altra contro una vetrata  mandandola in frantumi».
Posseduta  o  polemica  verso  il libro?
«In passato l’avevo esorcizzata. Evidentemente Belzebù stava tornando alla carica.È stato necessario tenerla immobilizzata.Ho dovuto rifare l’esorcismo in diretta. Si è ripresa dopo un’ora».
Da  pugile  di  Dio,  quanti  incontri  ha perso?
«Per il momento nemmeno uno perché non siamo arrivati alla fase finale.Abbiamo tre casi ancora aperti. Il Male alla fine dovrà soccombere,non può vincere».
Cosa  risponde  a  chi  sostiene  che  siete solo  ciarlatani?
«Contra factum non datur argumentum. Io mi limito a dire: venite con me,state a vedere e poi ne riparliamo».

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