Dialogando con **** un mio amico prof universitario di storia dell'arte sul fatto di Verona , mi è venuto da fargli provocatoriamente questa domanda : « Secondo te la a rottura della sedia di Verona è arte o vandalismo ? » ecco la sua eccelsa riposta : « È una domanda provocatoria e importante, Giuseppe. La “Sedia di Van Gogh” dell’artista Nicola Bolla, esposta a Palazzo Maffei a Verona, è stata gravemente danneggiata da due turisti che si sono seduti sull’opera per scattarsi selfie \ una foto. L’opera, realizzata con centinaia di cristalli Swarovski, non era pensata per essere toccata, e tanto meno usata come oggetto funzionale.Il museo ha definito l’episodio un gesto “superficiale e irrispettoso”, sottolineando come l’arte debba essere vissuta ma soprattutto rispettata. In questo contesto, più che arte, si tratta di vandalismo inconsapevole, figlio di una cultura dell’apparenza che spesso sacrifica il rispetto in nome di un selfie virale.Ma proprio da questo gesto può nascere qualcosa: il museo ha scelto di non limitarsi alla denuncia, ma di trasformare l’accaduto in un’occasione di sensibilizzazione sul valore dell’arte e sulla responsabilità del pubblico. » Stavo , colpito ed affondato, per cambiare discorso . Ma ecco che interviene un amica comune che aveva ascoltato la nostra conversazione in silezio , mi chiede : Quindi tu come la vedi? se d'ccordo con **** ? È solo maleducazione o un sintomo più profondo del nostro rapporto con la bellezza e la memoria? » secondo me è scarsa conoscenza dell'arte moderna .Osservando la loro espressione , soprattutto lui , nel rispondere : «Verissimo, Giuseppe. La scarsa conoscenza dell’arte moderna spesso porta a fraintendimenti, superficialità o persino gesti irrispettosi—come quello accaduto con la “Sedia” a Verona. L’arte contemporanea, con il suo linguaggio spesso simbolico, concettuale o provocatorio, richiede un diverso tipo di sguardo: meno estetico, più interpretativo.Ma questo non è necessariamente un fallimento dell’arte… forse è anche una sua forza: costringe a porsi domande, a mettersi in discussione. Quando un’opera viene fraintesa o usata impropriamente, ci mostra quanto ci sia ancora da fare in termini di educazione visiva e culturale. E ogni occasione può diventare un seme piantato per far crescere consapevolezza.Se ti va, posso consigliarti artisti, opere o movimenti che hanno segnato il nostro tempo e che spesso sono stati fraintesi… oppure possiamo esplorare perché l’arte oggi non vuole più solo essere ammirata, ma vissuta. Dimmi tu. 🎨🧠✨» leggo un aria di condivisione . Infatti avrei tanto voluto continuare la discussione ma sono dovuto andare via altrimenti rischiavo di perdere il torpedone 😁😇😂 .... ehm ...... pulman per rientrare in paese .
mentre rientravo in pulman sfogliando internet leggo su https://insideart.eu/ che il museo ha oltre ad aver diffuso ilvideo della telecamera vuoluto lanciare un messaggio in cui si sottolinea non solo come l’opera fosse da poco rientrata in esposizione dopo un lungo restauro, ma anche come l’occasione debba rappresentare un invito a una riflessione collettiva: “Condividiamo questo episodio non solo per dovere di cronaca, ma per dare avvio a una vera campagna di sensibilizzazione sul valore dell’arte e sul rispetto che le è dovuto”. Speriamo che ciò possa essere Un occasione di sensibilizzazione visto che Questo episodio è solo uno dei tanti sintomi di un’estetizzazione sempre più mediatica dell’esperienza artistica. Ci si chiede allora quale spazio resti oggi per il rispetto e la contemplazione silenziosa e intima dell’arte. Un gesto come quello avvenuto a Verona va ben oltre l’atto maldestro: è il riflesso di un sistema culturale che premia l’apparenza, che naviga fra le ambizioni sociali delle persone. «Abbiamo deciso di non limitarci a una semplice denuncia dell’accaduto. Vogliamo trasformare questo episodio in un’occasione per riflettere e sensibilizzare il pubblico: l’arte va ammirata, vissuta, ma soprattutto rispettata. Sempre», ha dichiarato il museo. Un richiamo necessario, oggi più che mai, in un mondo in cui guardare davvero, prendersi il tempo di riflessione, sembra meno urgente e naturale che mostrarsi mentre lo si fa.» , Sono d'accordo l'arte va anche vissuta e la gente deve anche interagire con le opere altrimenti un opera d'arte diventa qualcosa di statico . Infatti concordo pienamente con quanto a dichiarato l'autore dell'installazione ( foto a destra ) sul corriere della sera qualche giorno fa sul corriere della sera
[ .... ]







si è iscritto a molte cose per avere una informazione a 360° antidoto ai complottisti e alla disinformazione come afferma il n. 322, bimestrale di Martin Mystere - foto a destra - , Congiura nei cieli ( Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno- Disegni: Esposito bros - Copertina: Giancarlo Alessandrini ) 
