Il vero padre era l'amico di famiglia: modenesi chiedono maxi risarcimento
Un medico facoltoso rivela al figlio di un amico poco prima di morire di essere il vero padre. Dopo il test del dna anche un fratello scopre la nuova paternità. I due avviano una causa civile per disconoscere il vecchio cognome e intanto fanno una seconda causa per ottenere il nuovo cognome e chiedono un risarcimento da 2 milioni di euro ciascuno alla erede. Ma i giudici li fermano: prima va riconosciuta e cambiata la vecchia paternità
di Carlo Gregori
MODENA. Un modenese ha scoperto di essere figlio di un facoltoso medico quando questi glielo ha confessato a pochi giorni dalla morte. La perizia del Dna ha accertato che lui e un fratello erano davvero suoi figli biologici, ma i due non hanno però potuto accedere alla cospicua eredità, anche se il padre naturale aveva confidato al primo di volerlo riconoscere. Per chiedere quanto spetterebbe loro - compreso un risarcimento di 2 milioni di euro a testa che chiedono all'erede - hanno intentato una causa civile per disconoscere il loro cognome ufficiale, quello che per decenni ha fissato la loro identità. La causa non è ancora terminata. Nel frattempo hanno già avviato una seconda causa per ottenere il riconoscimento della nuova paternità. Ma il Tribunale civile di Modena l'ha chiusa condannandoli a risarcire le spese. Li ha fermati ricordando che era prematura: prima devono cancellare il vecchio cognome.
Gli sposi e lo studente. Dietro questo importante caso in corso c'è una storia uscita da un romanzo d'altri tempi. Nel 2015 Roberto (i nomi sono di fantasia) avvia un'azione legale al Tribunale civile contro Paola, erede di un facoltoso medico da poco deceduto. Roberto chiede al giudice che venga riconosciuto che il suo vero padre è il defunto, e non più il marito di sua madre come si era sempre creduto e come risulta all'anagrafe.
Fin dall'infanzia Roberto aveva vissuto coi genitori e quattro fratelli senza che mai un sospetto lo turbasse. Poi nel febbraio 2015 incontra il medico, amico di famiglia, e questi, ormai vecchio e prossimo a spegnersi, gli confida una rivelazione sconvolgente: non è figlio di suo padre ma suo. Era un giovane studente universitario arrivato dal Sud Italia a Modena per studiare medicina, quando è stato accolto a casa dei suoi genitori. Ma tra lui e la donna che lo ospitava è nata una relazione passionale. La madre è rimasta incinta di Roberto. Per non destare scandali, la relazione è rimasta nascosta e la gestazione è proseguita come se il bimbo fosse stato del marito. Ma il marito sapeva del tradimento in corso e ha deciso di riconoscere ugualmente il neonato come suo figlio e lo ha iscritto col suo cognome allo Stato Civile. In quella famiglia nulla poteva fare insorgere sospetti. Infatti il rapporto clandestino è andato avanti mentre lo studente di medicina ha fatto da padrino al bimbo sapendo che era suo figlio. E ha continuato a frequentare la famiglia anche quando è diventato un importante e facoltoso medico.
La sconcertante verità. La confessione ha sconvolto Roberto. Ancora più impressionante è stato però il motivo della confessione fatta dopo tanti anni a un figlio segreto adulto: il medico gli aveva rivelato la verità per riconoscerlo come figlio a tutti gli effetti. Un atto riparatore che però non ha potuto portare a termine: è morto pochi giorni dopo. Roberto racconta, nel suo atto presentato ai giudici della Seconda Sezione Civile, di aver parlato di questa rivelazione sconcertante anche con Paola, la figlia del medico, mentre andavano nel Sud per trasportare le ceneri e dare l'addio a quell'uomo che li univa in modo così inatteso.
La svolta arriva però dalla decisione di Roberto di sottoporsi a una perizia genetica. Nel settembre 2015 lo farà con i quattro fratelli utilizzando campioni prelevati dalla salma del medico. La conferma arriva: è figlio naturale del medico. Subito dopo il colpo di scena: anche uno dei fratelli risulta figlio del medico. Con Paola però non arrivano a un accordo e parte la causa civile intentata da Roberto. Chiede ai giudici di cancellare il cognome dell'uomo che ha creduto suo padre per tanti anni: allo Stato Civile deve risultare il suo “nuovo” vero padre, il medico. A lui si unisce il fratello di sangue: anche lui fa causa.
La causa prematura. I fascicoli sono unificati e la causa risulta ancora in corso. Nel frattempo, però, i due fratelli avviano una seconda causa sempre contro Paola per far sì che il Tribunale riconosca con una dichiarazione giudiziale che sono figli effettivi del medico. Il Secondo Collegio del Tribunale Civile ha però giudicato inammissibile questa richiesta condannando i due fratelli a pagare 2.500 di euro per le spese. Il motivo è che, scrivono i giudici, un individuo non può essere figlio di due padri. In altre parole non può risultare contemporaneamente figlio di una coppia e anche figlio biologico di un terzo. Prima i due fratelli devono eliminare l'ostacolo giuridico, il fatto di risultare nati nel matrimonio, e quindi la prima causa deve concludersi a loro favore. Se ci sarà una dichiarazione giudiziale che è venuto meno il loro stato di figli nati dal matrimonio, potranno
essere riconosciuti figli naturali del medico, si farà l'importante variazione allo Stato Civile del Comune di Modena e alla fine godranno dei benefici. Compresa l'eredità. E potranno anche chiedere ed eventualmente ottenere il risarcimento dei danni quantificati in 2 milioni a testa.