ho appena terminato il primo post -prima puntata della guida di sopravvivenza e anti spreco a natale che mi ritornato alla mente un articolo di televideorai ora http://www.rainews.it/ sui nuovi problemi del cibo . va bene la cultura del proprio corpo , ma senza esagerare e sfociare nel fanatismo che è alla base di questi problemi
Sono più di 2 milioni i giovani che in Italia soffrono di disturbi del compor amento alimentare. Obesità, bulimia, anoressia, ma anche nuove forme di disturbo come la "bigoressia" (ossessione del corpo muscoloso), o l"ortoressia" (l'ossessione del cibo sano).
Dati che emergono dal convegno nazionale del Sima,Società italiana di medici- na dell'adolescenza. Numeri sottostima ti, che si manifestano per il 40% dei casi tra i 15 e i 19 anni,a volte anche tra gli 8 e i 12. Nel 90% dei casi, comunque, prima dei 25 anni. La cosa più preoccupante è che i giovani non riconoscono il disturbo e rifiutano il trattamento.
"E'un disturbo del comportamento-spiega il presidente del Sima- più i ragazzi sono sotto pressione più perdono il passo con la realtà.E' la spia della tossicità delle relazioni,degli stimoli degli affetti, il bulimia ( foto a destra )
disturbo parte dalla cultura del corpo, ma non solo: i problemi dei giovani vengono riversati sul cibo, l'alimentazione diventa così la soluzione per un disagio". A patire di più sono le ragazze, che contrariamente ai maschi "non razionalizzano spesso in modo esasperato l'attenzione al corpo", ma cresce il disagio tra i ragazzi, più resistenti al trattamento: per loro si tratta di "una malattia da femmine".In aumento
Se il disturbo del comportamento alimentare viene intercettato entro il primo anno da quando si manifesta, la guarigione si avvicina al 100%.
Segnali allarmanti? La dieta eccessiva, il pesarsi più volte al giorno,sensi di colpa rispetto all'alimentazione,l'eccessiva attenzione all'esteriorità.
Ma qual è la cura?"Non è certamente lavorare sul peso - spiega il presidente Sima- ma ristrutturare l'identità delle persone". Fondamentale la cooperazione tra famiglia,insegnanti e servizi sanitari territoriali."Bisogna lavorare sui microsistemi, il macrosistema è più difficile da cambiare", conclude.