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20.8.24

ancora sul caso (e speriamo sia l'ultima volta)Sul caso se Paola Egonu e le altre giocatrici straniere della la nazionale di pallavolo che hanno vinto l'oro a parigi 2024 rappresentano l'Italia o no

 canzoni  citata  

Non Bisognerebbe -  Francesco Guccini  *

Lo  so     che  non  bisognerebbe*   mai  ritornare   ed  alimentare  polemiche   . Ma  non semre  ci  si riesce   .  Infatti   in italia  siamo  (    salvo  una  piccola  percentuale  )    ,  compreso il sottoscritto   , un paese   della   polemica      continua e  talvolta  sterile  . 

 
soprattutto   quando     una cosa  sia   finita    o quasi  come  in  questo     caso   che visto che le olimpiadi    sono     diu  luglio  \  agosto     sono  quasi di seguito  alle  paraolimpiadi   Infatti dopo le polemiche per   Larissa Iapichino, la madre Fiona May: "Scrivono che non è italiana. In passato non c’era questo razzismo" ( da  : fidelityhouse.eu) anche se non   cosi strumentali  visto     si  è  voluta  evitare  una figuraccia  internazionel in piene   olimpiadi dopo    quella  della pugile   nonostante     sia  passata    più di una   settimana   dalla bellissima   (  da quel  che  ne    capisco  di regole  della  pallavolo   )    e combattuta medaglia  d'oro olimpica della squadra italiana    femminile  di  pallavolo   continua la  polemica  strumentale    tra idue  schieramenti politici   come potete   leggere   sia  da  questo articolo del  corriere della   sera  del 14\8\2024   sia   da  un email        ricevuta    e di cui  trovate  sotto la  risposta   ,  su tale argmento

N.B   

 non sono   un  direttore     in quanto  il mio,  anzi nostro perchè chiunque  di  voi (   se  interessati   contattatemi  in privato )     puoi  scrivere  o commentare  ,  blog  non  è una testata  giornalistica   tradizionale 

Caro Direttore,

gli sfregi al murales dedicato a Paola Egonu, le dichiarazioni di alcuni esponenti leghisti e  la polemica sullo Ius Scholae fanno pensare ad un'Italia fuori dalla storia. Temere l'integrazione, non accettare l'idea che possano esserci cittadini italiani che nello sport, ma non solo, possano rendere onore al loro Paese pur con un colore della pelle diverso dal bianco è ridicolo e anacronistico.Non si può fermare il processo di integrazione conseguente all'arrivo nel nostro Paese, in Europa, di persone da altre zone del pianetaIl superamento dello schiavismo e sucessivamente della segregazione razziale del sud ha determinato negli Stati Uniti la nascita di una società multietnica e multireligiosa rafforzata dall'immigrazione europea prima (italiana, irlandese, tedesca, polacca, ecc.)e poi dal sud america e dall'oriente Così come l'immigrazione italiana ha inciso sulle realtà sociali degli stessi stati uniti  e Paesi  dell'America Latina. il tentativo nazista di creare una società "superiore" composta solo da "uomini e donne superiori" è stato abbattuto dalla nazioni democratiche e da eserciti e attività sportive multietnici. Gli imbecilli che imbrattano i murales, coloro che guardano agli immigrati come a un pericolo sono fuori dalla storia. La Storia li ha già sconfitti.

                                             M.C

Caro lettore,
Paola Egonu   e   Myriam Fatime Sylla   sono    nate   (  la prima a Cittadella, provincia di Padova,   la  seconda  in   a Palermo )    e   cresciute   in italia   Palermo, 8 gennaio 1995) è è nata   ed    hanno  fatto tutti  gli studi qui    ed  ottenuto a  18\20 la  cittadinanza   ha ottenuto la cittadinanza nel 2014, come si capisce bene ascoltando le loro  interviste, si esprimono   nell'idioma di Dante ( oltreché almeno in un paio di altre lingue) assai meglio di tanti che la criticano  ( metaforicamente  parlando   )    o  nel  caso di Paola   imbrattano i murales che la ritrae  .
Quindi di cosa stiamo parlando? Delle piroette mediatiche di un ex generale prestato alla politica che approfitta della Egonu e del colore della sua pelle per ritagliarsi qualche spazio di visibilità mediatica estiva? Paola Egonu è una ragazza ( e una fuoriclasse) italiana, punto. Non servono altri aggettivi o altre definizioni. Lo è non perché è una campionessa di volley che ci ha fatto vincere una medaglia d'oro, ma perché questa è la sua storia e la sua identità come persona. Quello a cui stiamo assistendo è un dibattito surreale prima che anacronistico. Dopodiché con compostezza e civiltà discutiamo di regole e percorsi per ottenere la cittadinanza italiana. Nel mondo ci sono esperienze diverse: possiamo scegliere. Le divisioni anche all'interno della maggioranza di governo sono comprensibili e vanno approfondite. Ma l'obiettivo deve essere chiaro: non creare ostacoli ideologici anti-storici e inutili, ma favorire il miglior percorso di integrazione possibile per tutte quelle persone che scelgono di vivere e crescere  i figli nel nostro paese e lo fanno nel rispetto delle leggi e del paese ospiatante Tutto il resto è polemica senza senso.

  subito dopo  la  revisione  post    pubblicazione   ,  neppure  in tempo  premere   il  tasto aggiorna , che  mi  arriva     un altra   email   a  cui  non    riesco a  non rispondere   .  eccola  

Buongiorno direttore,
ho letto la sua risposta di oggi a mia cugins  .Chiudiamo finalmente l'argomento Paola Egonu, ma per dovere di equilibrio giornalistico e di onestà morale non omettendo di riportare quanto dall'interessata dichiarato pubblicamente in passato su diverse testate giornalistiche, cioè che l'Italia fa schifo, prima di andarsene in Turchia. Offesa al popolo italiano non compensabile neanche dalla vittoria della squadra italiana.

                               Lettera firmata

 

Cara lettrice
sono d'accordo con lei: chiudiamo l'argomento Egonu  e nazionale  di  pallavolo
Speriamo solo siano d'accordo con noi anche i nostri politicanti o demagoghi che s'improvvisano tali , leoni da tastiera e gli imbrattatori del  murales che alla nostra campionessa hanno dedicato molte attenzioni non richieste. Quanto all'equilibrio e all'onestà morale di cui lei parla credo debba valere per tutti a,prescidere. E vorrei quindi ricordarle che Paola Egonu non ha mai detto che "l'Italia fa schifo". In un'intervista ha dichiarato che se avesse un figlio sarebbe preoccupata che "vivesse lo schifo che ho vissuto io". Un'affermazione certamente forte ma che è cosa ben diversa da ciò che lei ha scritto. Naturalmente le parole della Egonu si possono condividere  o meno. Si può, dipende dai punti di vista, ritenere che abbia esagerato o che sia stata ingenerosa, ma forse prima bisognerebbe conoscere il vissuto di questa ragazza. Del resto: se da campionessa olimpica si è vista ri-dipingere il volto di rosa, forse non è improbabile pensare che da ragazzina abbia subito ( e ancora subisce da parte dei nostri sovranisti , lacche e servi  mediatici , dai loro rappresentanti politico/istituzionali ) iper il colore della sua pelle, per le origini straniere dei genitori , altri tipi di discriminazioni o di angherie. Le pare così strano?  a me no . E in ogni caso: quante stupidagginivittimistiche e no abbiamo sentito uscire dalla bocca di tanti  calciatori vip  , ecc ,quanti di loro hanno scelto, più o meno polemicamente, di andare  all'estero? Anche loro hanno offeso irrimediabilmente il popolo italiano? Suvvia, non esageriamo. E  soprattutto non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di una ragazza di poco più di 20 anni che ha quindi tutto il diritto di  poter sbagliare . In campo e fuori. Come chiunque altro. Indipendentemente dal colore della sua pelle.

20.2.24

Sindaco leghista nega la cittadinanza a una donna marocchina (in Italia da 21 anni): «Non capisce neanche "come ti chiami?"»


Ha  ragione    tale  sindaco  . Qui non si tratta    di  razzismo  ma :  di  coerenza    e di buon senso  .Se  una  persona     che decide  di prendersi la cittadinanza  italiana  e risiede  per  20 anni     senza  conoscere la  lingua   tanto  da  non capire      cosa  gli viene  chiesto di giurare    non la  merita  . A prescidere       che  sia  un sindaco    di  un ideologia  opposta  alla mia    , ha  perfettamente ragione  


Il sindaco leghista di Pontoglio  Alessandro Pozzi © Social (Facebook etc)


                                             

 Il sindaco di Pontoglio l'ha fatto di nuovo. Il leghista Alessandro Pozzi ha negato la cittadinanza a una donna marocchina, residente in Italia da 21 anni. Era successo già nel 2022, con una donna di origini indiane. Con un lungo post sui social, Pozzi ha spiegato che «è stata un gesto doveroso, di rispetto verso i cittadini di origine straniera che sono diventati italiani e si sono integrati nella nostra comunità».«Questa signora, residente in Italia dal 2003 (21 anni), ha purtroppo dimostrato, non solo di non possedere il livello minimo di conoscenza della lingua italiana, ma, ancor più preoccupante, durante la cerimonia ha mostrato difficoltà nel capire la richiesta di pronunciare il giuramento richiesto dalla normativa. Come vostro rappresentante, e ancor prima come pubblico ufficiale, è mio dovere udire il giuramento dell'intervenuto: questa signora, dopo tre richieste, non è riuscita a pronunciarlo - ha scritto -. Negare la cittadinanza è stata una conseguenza inevitabile».Continua Pozzi: «Non sapere nemmeno rispondere ad un semplice "Come ti chiami?", dopo oltre 20 anni, solleva non solo legittime preoccupazioni pratiche, ma anche interrogativi più ampi sulle barriere che potrebbero esistere nel processo di integrazione, sia a livello familiare che sociale. È preoccupante pensare che una donna possa trascorrere così tanto tempo in Italia senza acquisire una conoscenza minima della lingua del paese ospitante, ciò solleva dubbi sulla reale inclusione nel corso di questi anni. Mi pare evidente che non abbia mai voluto integrarsi e partecipare ai corsi di italiano offerti, messi a disposizione anche dal mio Comune dove non era tra gli iscritti. Nemmeno a quelli di Chiari. Questo sarebbe stato il "primo passo" necessario, in virtù della richiesta di ottenimento della cittadinanza.

31.1.16

Le difficoltà degli apolidi in Italia

In Italia ci sono 15 mila apolidi ( ma le stime ufficiali spesso sono truccate , magari saranno di più ) : non hanno cittadinanza e passaporto, e per questo non possono sposarsi, lavorare e non hanno accesso ai diritti fondamentali. Il fotografo Denis Bosnic ( una più bella dell'altra le altre le trovate qui ) ha raccontato le storie di alcuni di loro per la campagna ‪#‎NonEsisto‬, organizzata dal Consiglio italiano per i rifugiati
In Italia ci sono 15mila apolidi: persone che per diverse ragioni non hanno cittadinanza e passaporto, e per questo non possono studiare, sposarsi, lavorare e non hanno accesso ai diritti fondamentali. La maggior parte degli apolidi in Italia sono persone fuggite dalla ex Jugoslavia durante la guerra. In Europa sono 600mila a vivere in queste condizioni.
L’apolidia è una condizione che può diventare una condanna in un paese come l’Italia, dove il riconoscimento dello status è molto difficile. A causa di procedure burocratiche complicate in Italia solo 606 persone hanno ottenuto lo status di apolide, che gli garantisce di avere documenti regolari. Inoltre l’apolidia si tramanda di padre in figlio a causa dello ius sanguinis in vigore in Italia, che prevede che possano essere cittadini italiani solo i figli di italiani, oppure i bambini nati in Italia da genitori di nazionalità straniera solo al compimento della maggiore età.
Ramadan è nato in Macedonia ed è stato abbandonato dai genitori, è cresciuto con i nonni che non lo hanno mai registrato all’anagrafe e non lo hanno mai mandato a scuola. Dopo la morte dei nonni, quando Ramadan aveva dieci anni, il ragazzo ha deciso di trasferirsi in Italia, qui ha incontrato Elena e se ne è innamorato. “Io vedo per lui, sento per lui, parlo per lui. E per i miei figli”, afferma Elena che ha la cittadinanza romena e nel frattempo è diventata madre di quattro figli che hanno rischiato di essere apolidi come il loro padre.
Sandokan è nato in Italia e ha perso il diritto alla cittadinanza italiana a causa della guerra in Bosnia e delle rigide regole previste dal diritto italiano per gli apolidi. Una persona nata in Italia può chiedere la cittadinanza solo quando ha raggiunto la maggiore età, ma questa possibilità rimane aperta solo per un anno. Quando Sandokan ha compiuto diciotto anni nel suo paese d’origine, la Bosnia, c’era la guerra e il ragazzo non è riuscito a ottenere un documento richiesto dalle autorità italiane.
I figli di Sandokan hanno ereditato l’apolidia del padre. Cristina, la maggiore delle figlie è nata con gravi disabilità fisiche e mentali e non ha avuto accesso a cure adeguate fino a 16 anni. A 18 anni Cristina è in procinto di chiedere la cittadinanza italiana, ma le autorità gliela vogliono negare a causa della sua disabilità mentale: Cristina infatti non può dare un consenso consapevole.
Il 25 novembre 2015 la Commissione diritti umani del senato in collaborazione con il Consiglio italiano per i rifugiati e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha presentato il disegno di legge sul riconoscimento dello status di apolide.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...