Ogni volta che viene pubblicato un articolo nel quale si parla della morte improvvisa di una persona, ci sono i/le commentatori/trici che dicono che la morte sia certamente imputabile alla somministrazione del vaccino anti Covid, perché prima queste cose non accadevano. Questi commenti che si leggono qui come in tutte le altre testate, e non solo , sono privi di qualsiasi fondamento, senza sapere nulla di quanto sia realmente accaduto alla persona deceduta, mi domando a chi o cosa servano, visto che nessuno ha la certezza della causa della morte sino all'eventuale autopsia.
Ho quasi 50 anni e ricordo morti improvvise di giovani, ragazzi, donne, uomini già da 30/40 anni fa, quando il vaccino anti Covid neanche esisteva,ma esistevano altri tipi di vaccini, anche quelli da qualcuno demonizzati, che hanno contribuito a combattere e debellare le malattie anche se con effetti colaterali . Ma quale farmarco non li ha ? Basta andare a farsi un giro in cimitero per accorgersi di quanti giovani morivano anche prima. Quale era la differenza? Che prima non esistevano i social che sono una cassa di risonanza enorme, arrivano a chiunque, informano in tempo reale su tutto il mondo e danno a tutti la possibilità di scrivere la propria opinione su tutto spesssimo se la minima conoscienza dell'argomento . Ma soprattutto senza umiltà e autocritica qual'ora si sbagli e le tue tesi vengono smentite da ulteriori studi e dalla realtà dei fattiNostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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11.5.25
21.3.25
Le parole della moglie di Alessandro Fiori, medico di base morto di Covid«Il mio Sandro, dottore di tutti. Portate avanti il suo esempio»
Qualche giorno fa di cinque anni fa eravamo all'inizio della pandemia .Fra le tante storie ed immagini ho scelto , per ricordare tale evento , tale storia .
da la nuova sardegna del 19\3\2025
Sassari
Ileana Daniela Truica («ma tutti mi chiamano Dana») va ogni giorno al cimitero di Usini e si ferma di fronte a una lapide. Quella di Alessandro Fiori. Medico di base e cardiologo morto nella notte tra 18 e 19 novembre, nel 2020. Aveva 63 anni, è una vittima del covid. Anche se non c’è più, l’idea di andare a trovare il suo «Sandro» la rincuora. Dana si affretta a elencare tutte le attenzioni che suo marito le dava.
Sassari
Ileana Daniela Truica («ma tutti mi chiamano Dana») va ogni giorno al cimitero di Usini e si ferma di fronte a una lapide. Quella di Alessandro Fiori. Medico di base e cardiologo morto nella notte tra 18 e 19 novembre, nel 2020. Aveva 63 anni, è una vittima del covid. Anche se non c’è più, l’idea di andare a trovare il suo «Sandro» la rincuora. Dana si affretta a elencare tutte le attenzioni che suo marito le dava.
Sapeva che mi piacciono i gladioli» e glieli faceva trovare sul tavolo. Il caffè glielo portava a letto ogni mattina. «Accendeva la tv, si faceva la barba e usciva alle otto meno dieci». In questi anni ha tenuto a mente tutti i dettagli, si è aggrappata a quelli.A Sassari era conosciuto come il «medico di tutti», perché negli anni Alessandro Fiori si era fatto voler bene per l’incredibile dedizione al lavoro rivolto
alle fasce più povere e fragili. La passione per la medicina l’aveva ereditata dal padre Giovanni, anche lui molto noto in città. Oltre all’ambulatorio in via Zanfarino, ne aveva un altro in piazza Santa Maria, proprio di fronte alla chiesa e con le porte sempre aperte. Anche per i tanti che non potevano permettersi delle cure altrove. Fiori era stato contagiato dal virus proprio nei giorni in cui era impegnato ad accogliere tanti pazienti per le vaccinazioni contro l’influenza. Quel lutto «è stato straziante e irreale», aveva detto un anno fa la sorella, Maria Letizia.Come tutte le vittime di covid, è andato via tra le mura del reparto d’ospedale senza poter vedere i suoi cari. Oggi Dana trova il coraggio di parlare di suo marito. Con Sandro si erano conosciuti nel 2008, e nel 2013 erano arrivate le nozze in Romania, il Paese di lei. «Mi ha fatto vivere la vita che ogni donna può desiderare, era una persona buona, del segno della Bilancia, io Vergine, più vulcanica, ma non abbiamo mai litigato», dice con dolcezza. «Voglio che il suo nome venga ricordato e non solo nelle occasioni (ieri era la giornata nazionale per le vittime di covid, ndr)». A tal proposito, il desiderio più grande della compagna di vita di Alessandro Fiori sarebbe donare la sua biblioteca, l’archivio di manuali specialistici e di letture, per creare un fondo. «Vorrei donare tutti i volumi alla biblioteca universitaria della facoltà di Medicina – sogna a occhi aperti Dana Truica –. Immagino studenti e studentesse che vedendo una targhetta con il suo nome si fanno prendere dalla curiosità di sapere chi fosse, e studiano dai suoi stessi libri».Una targa dedicata a Fiori c’è già ma nel parco di Rizzeddu, insieme ai nomi di Marco Spissu, Antonio Contini, Luigi Granella e Giovanni Battista Meloni, medici deceduti proprio durante la pandemia. La cerimonia d’inaugurazione dell’installazione si è svolta da poco, a dicembre. «E mi dispiace, se posso dirlo, averlo saputo da persone conoscenti. Un gesto molto bello, ma avrei voluto essere interpellata». Con dovizia di particolari, la donna descrive un’istantanea. Lei e il suo Sandro a passeggio per Istanbul, abbracciati, «dicevamo che, più delle parole, sono gli sguardi che spiegano tutto. E in quella foto che continuo a rivedere c’è il suo sguardo che è proprio innamorato. Mi guardava sempre in quel modo».Ancora, racconta, per strada le capita di essere fermata da persone che le sorridono e le raccontano un aneddoto: ex pazienti del medico Fiori, conservano il ricordo di un dottore instancabile. Lo conferma Dana, tra l’altro fa parte dell’associazione “Medici a mani nude” che riunisce i familiari di chi ha perso la vita per il covid. La valigetta del lavoro è lì dove Sandro l’aveva lasciata l’ultima volta. A casa, «sopra la sedia all’ingresso del soggiorno».
29.1.22
l’imprenditoria virtuosa Claudio Lucchese, Presidente della Florim,
Lui si chiama Claudio Lucchese, Presidente della Florim, azienda modenese nel mondo della ceramica. E oggi annuncia che tutti i dirigenti dell’azienda hanno deciso di tagliarsi lo stipendio di ben tre mesi (aprile, maggio e giugno) per dividere l’importo tra i 600 lavoratori attualmente in cassa integrazione. Così da aiutarli, da garantire loro un bonus di circa 660 euro a testa che si sommerà alla cig.
E che per moltissimi di loro, con famiglie a carico, farà davvero la differenza. Il meccanismo che ha dato vita a questa raccolta è stato davvero virtuoso: prima trenta manager hanno autonomamente preso questa decisione, raccogliendo la prima somma. Poi l’amministrazione ha deciso di metterci anche del suo. Arrivando così a quasi mezzo milione di euro. E, pensate, la Florim è davvero un’azienda modello per questo genere di cose. L’anno scorso ad esempio si fece carico dello screening per tutte le sue dipendenti donne, per poi allestire un piano di welfare per tutti i dipendenti. Per non parlare di tutto il piano di riconversione al green avviato anch’esso l’anno scorso.E oggi quest’altro grande bel gesto.
Che ci dimostra allora una cosa: che l’imprenditoria sana, non avida e famelica, che tratta i lavoratori come parte di una famiglia può esistere. E di esempi, in casa, ne abbiamo tanti.
22.5.20
prove di ritorno alla normalità e fake news - bufale
ieri dopo tre mesi sono andato a farmi i capelli in una delle barbiere di fiducia .Tutto ciò che mi era parso degno di deliri complottari ( per sapere come la penso cercatevi i miei post qui sul blog e sui social o seguitemi ) ed purtroppo opinione di massa si è rivelato ed ancora continua ad essere argomento cardine di qualsiasi discussione. Infatti tra i due fratelli barbieri : il primo ( quello che mi stava facendo i capelli ) e il secondo ( impegnato con un altro cliente ) si discuteva delle covid e delle sue conseguenze :
1) Ora ci vogliono mettere anche il Cic (!) sotto la pelle.2) vogliono obbligarci ( anche se diranno che non è obbligatoria ma facoltativa ) a scaricarci ed attivare un app pèer trattarci come se non bastasse registrare chi entra e chi esce con i suoi dati
2)Io non mi faccio nessun vaccino proprio, sono malato di cuore (37 apparentemente sanissimo, sovrappeso in maniera pazzesca.
il cliente dichiara solennemente di non aver mai indossato la mascherina se non perchè costretto "perché non mi faccio prendere per il culo dal
3) Perché anziché il vaccino non tolgono i telefoni 5G ?!
alla fine il primo barbiere, il più razionale o almeno riesce a trovare un equilibro fra dubbi e certezze fra razionalità ed irrazionalità ha mandato a fncl il collega dicendo << arrangiati fa qwuel che vuoi >> il secondo che nonostante avesse sotto una persona anziana che raccontava i ricordi familiari di quando c'era stata l'epidemia di spagnola ovvero quello che oggi è il codiv .
ed proprio mentre scrivo quest'ultime righe si diffondono nell'etere le note di Idiot Wind (Blood On The Tracks NYC Session - 1974) - di Bob Dylan canzone azzeccatissima per il clima che stiamo affrontando ed ancora chi sa per quanto dovremo affrontare \ convivere sopratutot quando dice
Idiot wind, blowing every time you move your teeth
Vento idiota, soffia ogni volta che muovi la bocca
con questo è tutto alla prossima cari lettori \ lettrici
21.4.20
provare a vedere il #Covid19 come un’opportunità, non solo come una guerra o un danno scolastico
Infatti pur essendo laureato in lettere ma per motivi : familiari , burocratici ed personali , non ho abilitazione per insegnare o per fare educatore ma sono figlio di genitori ( ormai in pensione ) insegnanti ed d'avere amici\che insegnanti condivido e sono d'accordassimo con il post che segue e con la bibliografia che segue , come di consueto a fine post .
dai miei contatti facebook
Purtroppo una moltitudine di persone è ingolfata negli automatismi della competizione, dell’arrivismo, del senso di colpa, al punto da considerare una perdita un anno scolastico del genere.
E SE INVECE provassimo a CAMBIARE PROSPETTIVA D’OSSERVAZIONE?
E se i bambini perdessero l'anno scolastico?
E se invece di imparare la matematica imparassero a cucinare?
A cucire i loro vestiti? A pulire?
A coltivare un frutteto, una pianta?
E se imparassero a cantare canzoni ai nonni o ai loro fratelli più piccoli?
E se imparassero a prendersi cura dei loro animali domestici?
E se sviluppassero la loro immaginazione?
E se imparassero ad essere più responsabili e ad essere più connessi con tutta la famiglia nella casa stessa?
E se imparassero a essere connessi col resto della Natura, non quella Disney, ma quella materna e feroce insieme, imparando a rispettarla, invece di dominarla?
E se noi genitori insegnassimo loro ad essere brave persone invece di fottere il prossimo per salvaguardarsi? E se noi genitori imparassimo la stessa cosa?
E se imparassero e sapessero che stare insieme e sani è molto meglio che avere l'ultimo cellulare di moda?
Forse questo ci manca, e se lo imparassero, forse non avremmo perso un anno, forse potremmo guadagnare un grande futuro.
Perché di questo è fatta la vita, solo di momenti da non perdere.
[Cit.]
Il #Covid19 è un’opportunità, non una guerra. Solo una mentalità patriarcale, classista, narcisista e predatoria può usare la metafora della guerra per giustificare ciò che ha inflitto alla Natura per proprio tornaconto e che ora la Natura gli restituisce come equa e giusta conseguenza.
(Anonima femministe)
Bibliografia
- Esperienze pastorali
- lettera ad una professoressa
- di scuola si muore di Giovanni pacchiano ( 1942 )
i foilm ed i libri di Domenico starnone ( 1943 ) presunto marito o lui stesso elena ferrante dell'amica Geniale
film
- La scuola, regia di Daniele Luchetti (1995)
- Auguri professore, regia di Riccardo Milani (1997)
- I piccoli maestri, regia di Daniele Luchetti (1998)
- Denti (2000) di Gabriele Salvatores
- la serie televisiva Fuoriclasse (2011-2015).
ed i libri in particolare : 1) Ex Cattedra ., 2) Fuori registro , 3) Sottobanco 4) Eccesso di zelo ., 5) Ex cattedra e altre storie di scuola
e seguo la rubrica di Alessandro D'Avenia ( 1977 )
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