la vicenda è indubbiamente pensata per soddisfare i palati dei lettori di sponda Marvel. Di ritorno dall’ennesimo viaggio, Paperone viene spogliato di tutti i suoi averi da una versione malvagia di se stesso, proveniente da una dimensione parallela dove non ha mai conosciuto i nipoti e ha perso la passione per l’avventura, rimanendo “solo un povero vecchio”. Con l’aiuto di Archimede, Paperino e Qui, Quo, Qua, il Paperone “buono” dovrà sconfiggere il suo malvagio doppelgänger, che nel frattempo è riuscito a impossessarsi della ricchezza di tutti i suoi doppioni, diventando il papero più potente del multiverso.
Nonostante questo parallelismo, tuttavia, il tentativo di ibridare personaggi Disney e atmosfere supereroistiche è soltanto apparente. I salti spazio-temporali, le scazzottate epiche e le facoltà semidivine interessano ben poco ad Aaron, che se ne serve per intavolare sotto mentite spoglie temi più affini alla sensibilità disneyana, la (dis)unità della famiglia e la smania di possesso di Paperone.Il problema è che, anche quando questi nuclei tematici emergono con decisione, la scrittura è sguaiata,più da genere Manga e Marvel i luoghi comuni abbondano, fiumi di melassa scorrono inarrestabili come nelle peggiori fanfiction. Incerto se dare più spazio alle tecnobubbole marvelliane o a una morale edificante da favola della buonanotte, Aaron si incarta in una sceneggiatura fitta di rimandi alla tradizione Disney ma che, al lato pratico, con Barks e Rosa dialoga davvero poco e quindi si tratta di Marvelizzazione . Un qualcosa d'adatto per il pubblico statunitense digiuno di Disney può sembrare un esperimento interessante, ma chi ha letto (e osservato) i migliori fumetti di Pikappa sa riconoscere la differenza tra una fusione ragionata di influenze e codici visivi e un mischione in cui convivono stili e sensibilità del tutto diversi.Resta come quindi da chiedersi per che tipo di fruitori sia stata pensata Zio Paperone e il Decino dell’Infinito, se per i lettori abituali di Marvel Comics nel tentativo da avvicinarli alla tradizione fumettistica disneyana (troppo spesso trascurata nella madrepatria), per attirare lettori in europa , in italia in partiolare , pescando nel mare magnum degli appassionati di Paperone, da deliziare con un mash-up di citazioni e omaggi alle loro storie preferite. Il collante dell’operazione, in entrambi i casi, è comunque il piglio da nerd di Jason Aaron, che, più che dire qualcosa di nuovo sul personaggio, sembra essersi accontentato di utilizzarlo per poterlo aggiungere alla lunga galleria di eroi (super e non) padroneggiati in carriera.