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la strada è come la vita dovunque e comunque , ci si perde , ci si ritrova insomma racconta chi sei le storie di Franco Arminio poeta e di Caio Mario Garrubba un fotogiornalista

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  «Ogni giorno dovremmo fare una cosa nuova e una cosa vecchia. Tu vai a letto a mezzanotte e ti chiedi: oggi cosa ho fatto di nuovo e cosa ho fatto di antico? Non devono essere cose eccezionali, basterebbe semplicemente percorrere una strada che non hai mai fatto, semplicemente metterti una maglia che non ti sei mai messo perché pensavi ti stesse male, una piccola cosa, ma allo stesso tempo recuperare anche un gesto antico: come salutare uno sconosciuto o dire una preghiera. Queste due cose insieme fanno futuro». Il poeta Franco Arminio (©  Franco Arminio ) Franco Arminio è il poeta del silenzio , dei paesi spopolati, delle relazioni umane, è nato nel 1960 a Bisaccia, in Irpinia, dove ancora vive e il suo sguardo sul mondo non finisce di sorprendermi. L’ho conosciuto nel periodo più difficile del primo  lockdown , in quei giorni di inizio primavera del 2020 quando eravamo chiusi in casa e avevamo già smesso di cantare dalle finestre.  Franco aveva condiviso il suo numero di telefono s

il giorno di dolore che ciascuno ha . credere o non credere alle coincidenze

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Ogni volta    che  trovo una canzone  o  un film per  descrivere  certe situazioni come quella  che trovate  sotto  mi pongo la  stessa  domanda del titolo  . L'origine  di questa  mia  elucubrazione inutile  è  il  collegare  a questa  triste vicenda   dell'amica    facebookiana   Paola Rossi Oggi mio figlio ha compiuto trent'anni. Da qualche anno, undici per l'esattezza, questa data mi riporta alla mente dei ricordi che non riesco a scacciare. Era il 2003, appunto, e io stavo distesa sul letto dell'ospedale in procinto di iniziare il quarto ciclo della chemio. Era la prima parte, durava circa tre ore, ma quella mattina le mie vene avevano deciso di non collaborare. Le infermiere si alternavano, finalmente una di loro ha l'idea giusta: usare un ago sottile. Bene, si va, durerà il doppio del tempo ma si va. Pensavo a mio figlio, era il suo primo giorno all'università, che emozione! I due letti a fianco al mio vengono occupati da diverse persone,