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Visualizzazione dei post con l'etichetta cancro

in una regione in cui la sanità pubblica e ormai in mano ai privati Una notizia bella, da un ospedale sardo…

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 da    Maria Giuseppina Careddu   Il casco refrigerante per chi fa chemioterapia e permette di non perdere i capelli…… due pazienti sulle tante , potranno usufruirne: grazie a contributi pubblici e privati! Elogio e plauso a chi ha permesso questa opportunità. Con l’augurio che diventino di più e che tutte le donne possano usufruirne In realtà perdere i capelli è nulla , di fronte al rischio di perdere la vita… Ma è un trauma, perché rende visibile la fragilità della malattia a tutti… Un trauma, pur sapendo che poi i capelli ricrescono… Esiste ancora la generosa comprensione!

laura '75 dopo aver sconfitto un tumore ha fatto karate è arrivata a conseguire la cintura blu.

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 Dall'account stesso della protagonista Laura, classe 75, ha iniziato a praticare il Karate non più giovanissima, nonostante ciò dopo un percorso di formazione costante è arrivata a conseguire la cintura blu. Una strada non sempre facile considerando varie problematiche legate anche a problemi di salute seri a cui è dovuta andare incontro durante questo cammino. Un tragitto di grandi insegnamenti che, grazie al supporto dei due tecnici del "Martial Club Tempio Pausania" : Giuliano Addis e Pietro Manueddu, è riuscita a portare avanti nonostante le difficoltà. Questa esperienza vuole essere una testimonianza per tutte quelle persone che pensano non sia possibile seguire un percorso formativo, come quello del Karate, in età adulta e un'esortazione affinché si portino avanti i propri obbiettivi con determinazione e assiduità. Quello che sento di dire a tutte le persone che affrontano una difficoltà è di non arrendersi mai davanti ai problemi, fissare degli obiettivi e po

la storia di Annalisa sanna Sconfigge il tumore e riprende a cavalcare l’abbraccio ai medici dalla sella di Macrusa

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 Sassari «Sono qui per dimostrare alle pazienti del reparto di Oncologia che c’è sempre un domani dopo la malattia». Si asciuga le lacrime che per l’emozione le scendono sul viso Annalisa, poi con dolcezza bacia e riempie di carezze sulla criniera la sua Macrusa, la cavalla purosangue inglese che ha avuto un ruolo da protagonista nel suo viaggio di ritorno verso una vita normale, dopo l’incubo del tumore, la chemioterapia e l’intervento al seno. Ha voluto regalare a tutti un messaggio di speranza e di incoraggiamento ieri mattina Annalisa Sanna, sassarese di 41 anni, operata nel 2017 per un tumore alla mammella dai medici del reparto di Oncologia del “Santissima Annunziata” di Sassari e ora tornata a sorridere e a cavalcare dopo la grande paura. A metà mattina insieme a tre amici della scuola di equitazione “Associazione Ippica il Monello” di Sant’Orsola la 41enne ha indossato un costume da elfo e si è diretta al trotto verso l’ingresso dell’ospedale di via De Nicola

Scopre di essere incinta e di avere un tumore nello stesso giorno. Nasce la bimba, lei muore a 36 anni

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 in sottofondo  wise  one -   gli anelli del potere  Stagione 1   dalla  èagi.na F acebook     La sensibilità dell'anima   appendice  di  https://lasensibilitadellanima.blogspot.com/ È una storia d’amore e di speranza quella di Elisabetta e di suo marito Matteo. Lei è morta di tumore lo scorso luglio a 36 anni, lui ha deciso di raccontare la loro storia per dire “a chi sta combattendo la stessa guerra di non arrendersi”. A raccogliere il racconto di Matteo Grotti è il quotidiano Ravenna Today. Matteo Grotti, 35enne originario di Rontagnano, nel Cesenate, vive a San Zaccaria. Il 31 luglio scorso ha vissuto il giorno più brutto della sua vita: sua moglie, la 36enne ravennate Elisabetta Socci, è morta a causa di un tumore che le era stato diagnosticato un anno e 5 mesi prima. Elisabetta muore lasciando sua figlia Cecilia, di soli 10 mesi. Elisabetta – Elisa per suo marito – e Matteo si erano conosciuti nel 2015 al matrimonio di un amico in comune: si innamorano e dopo un anno e mezzo

matrimoni in punto di morte

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    dall  account  istangram  di   gianluigi.nuzzi Verificato Le aveva promesso di sposarla quando sarebbe guarita dal cancro. Purtroppo le cose non sono andata proprio come avrebbero sperato. I medici, infatti, le hanno dato soltanto pochi mesi di vita. Lui, per tutta risposta, ha deciso di rimboccarsi le maniche riuscendo a organizzare tutto in meno di 3 settimane. E l'ha sposata. Dietro il dolore, dietro la paura, ma comunque il il giorno più felice della loro vita. Una settimana dopo lei non c'era già più, ma questa foto ancora oggi, riesce a strappargli un sorriso. Una storia intensa, emozionante, che ho letto e volevo condividere con voi. Attimi di felicità anche nei momenti più bui, anche davanti alle ingiustizie della vita.

cancro ai tempi del covid . “Operata a mie spese per guarire dal cancro ai tempi del Covid la storia di Marina Gazzini

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da repubblica online la storia che è riuscita ad affrontare un simile problema senza farsi prendere dal panico e dalla paura con intelligenza e coraggio. Tale signora ha Un carattere forte e solare. Lei comunque ha potuto pagarsi l'operazione (anche se non è giusto dovrebbe essere lo stato aiutare il cittadino non solo il privato ), lei è stata fortunata perchè purtroppo c'è chi muore perchè non può pagare di tasca sua non è solo sulla coscienza di chi ci amministra, ma anche di chi evade le tasse e/o ruba impunemente soldi pubblici. L'8 marzo non è solo la data del lockdown a Milano. È anche il giorno in cui Marina Gazzini riceve la diagnosi di tumore al seno. "Il secondo. L'altro l'avevo curato cinque anni prima. È un cancro nuovo, del tutto indipendente dal primo. Mi hanno spiegato che è un caso raro, non sono stata fortunata". Le sfortune, in quei giorni, Gazzini, 55 anni, di Milano, professoressa di storia medievale alla Statale, sembra raccoglierle

come sfidare la censura a volte stupida ed idiota e fare prevenzione sui tumori al seno in maniera creativa ed intelligente e Twitter meglio dello psicologo. Una cagliaritana spiega come si diventa star del web

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Sappiamo , o almeno dovremo saperlo , che Uno dei metodi più utili per prevenire il tumore al seno è l'autopalpazione. Per evitare la censura dei social network, una ong argentina ha ideato una campagna speciale :il petto di un uomo (   qui    a  qualcosa   serviamo  😅😆😇😊 )  per aiutare le donne!  Ringrazio la  nuova   utente  facebookiana   , alla  quale  dò la benvenuta  , claudia.zedda Twitter meglio dello psicologo. Una cagliaritana spiega come si diventa star del web Un’immagine di Valentina Serra tratta dal suo profilo Facebook "L'amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall'altra e gli sconosciuti si accorgono che vi amate": un aforisma di Massimo Troisi, secondo alcuni; di Alda Merini, secondo altri. In realtà, ad averlo partorito è ValeSantaSubito, al secolo Valentina Serra: ha scelto quel nickname (soprannome) perché "mi sono resa conto di aver avuto troppo pazienza nella mia vita". E, gra

elaborare il lutto aiutando gli altri ed amare la propria terra senza paura di allontanarsi

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Perde la figlia e si dedica al ricamo, la storia di Lucia: «Così ho donato 40 mila euro al Cro» L’iniziativa di una pensionata che ha raccolto i fondi per il centro oncologico di Aviano con i ricavati dei suoi lavori. «L’ho fatto in ricordo di mia figlia, scomparsa a 37 anni» di Piero Cargnelutti http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/   28 aprile 2017 Con quelle mani segnate dall’ago e dal filo, in 12 anni di ricami solitari ha raccolto la ragguardevole cifra di 40 mila euro che ha donato al Cro di Aviano per la ricerca contro il cancro. La storia è quella di Lucia Feregotto, 74enne di Gemona, che dal 2004 realizza merletti, pupazzi e creazioni artigianali in stoffa che vende nei mercatini o nell’ambito di diversi festeggiamenti, per raccogliere fondi che poi ha sempre messo a disposizione del Cro, con tanto di documentazione. Quest’anno, con la vendita delle sue ultime creazioni, ha ricavato ulteriori proventi che le hanno consentito di raggiungere

Terra dei Fuochi, «quello che non ho potuto dire da Vespa» di Anna Spena vita il 16 febbraio 2016 e ECCO CHI ERA ROBERTO MANCINI, IL POLIZIOTTO EROE CHE SCOPRÌ LA TERRA DEI FUOCHI

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da http://www.vita.it/it/article 16\2\2016 Ieri [ in realtà era avantieri ] a Porta a Porta ospiti in studio due mamme che vivono in Campania e hanno perso i loro figli per colpa di un tumore. Eppure il conduttore durante la trasmissione non ha mai usato la parola cancro. Marzia Caccioppoli: «In trasmissione per esempio non sono riuscita a parlare del problema dell'evasione fiscale o del fatto che in Campania non esiste la terapia del dolore. In queste terre la camorra esegue quello che lo Stato colluso le comanda». L'intervista Marzia Caccioppoli con suo figlio Antonio morto a nove anni e mezzo Ieri in seconda serata è andata in onda una puntata di Porta a Porta dove si è parlato di Terra dei fuochi. Tra gli ospiti in studio Beppe Fiorello, protagonista della prima puntata della fiction andata in onda in prima serata, sempre su Rai1, “Io non mi arrendo” che nella mini-serie interpreta il ruolo di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò sulla questione dei

Viareggio Un figlio e il cancro: la sfida di Chiara Viareggio: scopre il tumore in gravidanza ma riesce a sconfiggerlo.

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canone   consigliata  durante la lettura IL mondo  --  Csi   la storia di Chiara che ha scoperto di avere un tumore in gravidanza. È riuscita a diventare mamma e a guarire dal cancro. Ora con un progetto fotografico aiuta le donne a liberarsi dal peso della malattia e dalla paura di morire  da  http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/ del 18\7\2015  Un figlio e il cancro: la sfida di Chiara Viareggio: scopre il tumore in gravidanza ma riesce a sconfiggerlo. Ora con altre 11 donne si mette in gioco : «Possiamo vincere» di Valentina Landucci VIAREGGIO. Nel suo grembo ha portato la vita e la morte: suo figlio e il cancro. Tra lei e il suo piccolo c'è stato, per così dire, uno scambio: lei gli ha donato la vita e da lui in qualche modo l’ha ricevuta in cambio. Chiara Vogliazzo è una bella mamma di 43 anni di Massarosa. Sorriso luminoso, straordinario senso dell’umorismo e una piccola cicatrice sulla pancia, il segno della sua grande e indicibile paura: morire per

"Sfavorita perché non faccio la chemio" La storia Giuditta doi Matteo insegnante di 47 anni malata di cancro

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"Questo articolo non vuole invitare nessuno a servirsi della cura di cui si parla. È solo la storia di una donna che vuole essere libera di curarsi come crede senza per questo perdere buona parte del suo stipendio, senza il quale non potrebbe pagarsi la cura né vivere dignitosamente". Infattti l'Italia è  strano paese "La legge italiana tutela solo i malati di cancro che si curano con la chemioterapia - dice - Perché mi viene negato il diritto di curarmi come voglio?".    si  -. Infatti si da  l'ok   a pseudo cure fatte da ciarlatani come Vanoni il metodo stamina ( cercate in archivio i mie precedenti post ) e si penalizza chi fa cure alternative aver provato quelle ufficiali ( chemioterapia e trapianto di midollo osseo ) . Ora la terapia di Genson anche he se , a differenza con la stamina , con pochissime basi Corsia di un ospedale ( immagine simbolo ) scientifiche sarà anche un effetto placebo , ma perchè punire in quel

Cancro come Hiroshima . da http://mattax-mattax.blogspot.it/

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Pensare il cancro di Matteo Tassinari P ensare il cancro .  Come ogni grande e mortale malattia della terra e dell'uomo, il cancro è prima di tutto un "oggetto" da pensare per volgere ad un possibile miglioramento. Un corpo estraneo, vivace, sconosciuto prima, neoplasia (néos “nuovo”, plásis, “formazione”) o tumore (dal latino tumor, “rigonfiamento”), indica una massa anormale di tessuti che crescono in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali e che persiste in questo stato quando va bene, quando va male degenera fino all’approdo di buona speranza, all’epilogo della partita si spera giocata bene, come le poesie Marco di Van Basten o Michel Platinì nel rettangolo verde dove  il vento scombina i capelli, mai le idee. L'uomo nel sacco   Ripensando   alle bufere L' argomentare dell'oncologo   e della letteratura medica, non è sufficiente, come non fornisce neppure un modo di pensarlo, un modo non dico di discuterc