Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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4.9.23
cosa è 'l'amore ? risposta del dottor Cristian Porcio autore di Sulle tracce dell'altrove
un piacere ascoltare le parole di Cristian . Condivido ciò che dice. Però dico anche di non smettere mai di credere nell'amore. Perché lí fuori potrebbe esserci qualcuno\a che ti aspetta, che ti merita e ti accetta per ciò che sei. Per la grande persona che sei!!! ma ma sopratttutto perchè l'amor merità qualuque esso sia per parafraare una famosa canzone dal titolo omonimo
2.6.19
Ideologia oggi parte II
Di cosa stiamo parlando
Riprendiamo l'argomento trattato nel precedente post : << cosa è oggi l'ideologia e se essa sia o meno una sovrastruttura mentale >>
Chiacchierando , sulla domanda che mi sono fatto nel post precedente , con amici filosofi non accademici e filosofi ufficiali ( insegnanti di filosofia ) è nata questa interessante discussione Essa vede protagonista Alessandro Fontana (studente del liceo G. M .Dettori di tempio pausania ) uno dei relatori alla manifestazione GIORNATA DELLA FILOSOFIA 2019 - “COME FILOSOFARE CON IL MARTELLO, PREMIO ANDREA BIANCO II edizione
una manifestazione culturale che vuole valorizzare l’approccio dei giovani alla filosofia, organizzata dagli studenti del Liceo stesso, dedicata ad un ex studente di Luras prematuramente scomparso, Andrea Bianco [ foto a sinistra ] scomparso prematuramente negli anni dell’Università. Studente estremamente serio e scrupoloso, Andrea Bianco è stato una delle migliori eccellenze del Liceo Dettori. Infatti amava la filosofia e, in generale, lo studio e la cultura. È stato il primo studente del liceo cittadino a vincere la selezione d’Istituto per l’ammissione alla finale regionale delle Olimpiadi di filosofia. Anche per questa ragione la scuola che ha frequentato per cinque anni ha deciso di intitolare alla sua memoria un concorso che si può considerare unico per le sue modalità organizzative.
IO
che ne pensi del quesito posto nel mio precedente post ?
LUI
Io penso che al giorno d'oggi per ideologia si debbano intendere tutte quelle pseudo idee non supportate da un pensiero critico o analitico, ma solo da stralci di questo, per cui si prende un ideale a metà, lo si universalizza e lo si rende un dogma innegabile sulla base di strumenti e concetti banalizzati come "libertà" e "democrazia". Parliamone, io sono in disaccordo con quella canzone
N.a
perché è fondata su un qualcosa di assolutamente astruso, prima di parlare di ideologia è bene conoscere cosa veramente sia la libertà.
Poi è incominciata la lezione in palestra e ci siamo promessi che avremo il discorso . Ma non riuscendo a far collimare i nostri impegni : maturità lui , lavoro io per il momento la discussione rimane in sospeso.
Dico solo che siamo arrivati alla stessa conclusione ma da strade diverse . infatti se si ascolta in ritornello della canzone citata oltre a non sapere cosa sia oggi l'ideologia ( intendendo per essa un qualcosa di critico o analitico ) essa finisce , anzi è diventata al 90 % una sovrastruttura mentale \ qualcosa di banalizzante
15.2.17
riflessioni post san remo
da un paio d'anni non seguivo san remo ma sentendo e leggendo i vasi ( alcuni seri o altri frivoli ) bla ... bla sono andato a riascoltarmi le tre canzoni vincitrici
E dico ai mie contatti e agli amici dei miei contatti Non state a rosicare e a polemizzare sempre. Quante volte il podio di Sanremo è stato una vera merda monnezza tanto da non ricordare a differenza a degli altri anni incui ero più giovane 😀🙎😇 nè i nomi nè le musiche ) melodie e testi ) dei vincitori ) ? Quest'anno invece abbiamo avuto tre pezzi buoni: un classico come quello della Mannoia e due contemporanei di livello Come Gabbani ed Ermal Meta, entrambi originali e con qualcosa da dire. È stata una bella edizione e francamente non ci speravo. E mi parte , alcuni cantanti ( Masini , Mannoia , Moro ) Sulla carta i concorrenti non mi ispiravano molto.
posso dire che aggiungo , soprattutto con i testi della seconda e della terza , una risposta alle mie domande \ eluicubrazioni mentali espresse nel post : cosa è la vita.... una bella domanda e simili vedere questo l'url ed eventualmente anche l'archivio del blog ) . E ora andiamo avanti a vivere non solo come monumento per parafrasare una vecchia canzone dei Mau Mau
7.2.17
cosa è la vita parte II
riprendo il mio post precedente :che cosa è la vita ? .... una bella domanda con questo dialogo avvenuto con ***** su facebook
Se avete altre interpretazioni ben vengano
La vita è uno strano regalo. All’inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronto a gettarlo. Infine, ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito.”
(Eric-Emmanuel Schmitt)
(Eric-Emmanuel Schmitt)
1.8.15
aiutare o no aiutare gli altri ? si aiutare ma fino ad un certo unto
A volte tendiamo la mano verso una persona che ha bisogno, anche quando la persona stessa non ce lo chiede... A volte lo stesso aiuto viene denigrato e attaccato... Mai aiutare chi non vuole essere aiutato... questo video lo spiega chiaramente..
da https://www.facebook.com/DanielePennaFanPage/
25.3.15
Il giovane favoloso ( il film su leopardi ) di Mario Martone come fare un film letterario senza stravolgerlo
ti potrebero interessare
- (EN) Il giovane favoloso in Internet Movie Database, IMDb.com Inc.
- Il giovane favoloso in Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- Il giovane favoloso in CineDataBase, Rivista del Cinematografo.
- Il giovane favoloso in MYmovies, Mo-Net Srl.
- Speciale - Il giovane favoloso, La Repubblica, ottobre 2014. URL consultato il 26 ottobre 2014.
- Il giovane favoloso in Cineforum.it
« E 'l naufragar m'è dolce in questo mare »
(Giacomo Leopardi, L'infinito, v.15)
(Giacomo Leopardi, L'infinito, v.15)
Come promesso nel post precedente sono riuscito, fra cazzeggio , lavoro , ecc a ritagliarmi un po' di spazio e a scrivere il post sul film di Giacomo Leopardi .
Nei giorni scorsi in attesa impaziente, visto che si è anche da poco si è celebrato il centenario della brigata
sassari una delle brigate più decorate della grande guerra , che al cinema del mio paese il e portino tornavano i prati ( III ) di Olmi , ho visto due film : 1) Uomini contro un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano.
Insomma un classico del cinema italiano prima della decadenza,della
mediocrità e dell'appiattimento ed omologazione al modello
hollywoodiano ( quasi totale salvo eccezioni come questa ) ., 2) il film su Leopardi il giovane favoloso di Mario Martone .
Il primo sul web ( lo so che non si dovrebbe ma .... questa è un altra storia prima o poi ne riparleremo . IL secondo al cinema Ed è di questoi film che intendo parlavi .
IL mio giudizio è stupendo Il primo sul web ( lo so che non si dovrebbe ma .... questa è un altra storia prima o poi ne riparleremo . IL secondo al cinema Ed è di questoi film che intendo parlavi .
Ma andiamo ad analizzarlo .
Un film bello , triste e profondo . Sembra una lezione di eltteratura . Buon gioco quello dei padroni della sala di organizzare una giornata speciale per le scuole . Peccato visto che qui in sardegna arrivano diei film , non da " cassetta " \ dozzinali solo poche copie , e quindi i cinema dei piccoli paesi lo possono tenere ( e quindi farlo vedere pubblico ) solo per pochissimo tempo massimo due giorni .Nonostante la sua lunghezza sembra renderlo pesante esso è recitato magistralmente da un buon cast in particolare
Elio Germano un giovane attore che racchiude il talento di un grande io lo adoro e sicuramente in questa performance è superlativo !! . Esso e' riuscito ad immegersi nel mondo del poeta restituendone un ritratto complesso e inedito raccontando il poeta come un giovane ribelle. E alla fine, a ventiquattro anni, quando riesce a lasciare il natìo borgo selvaggio la dura esperienza dell'alta società italiana: prima Firenze, poi Napoli dove viene prima celebrato, poi criticato e emarginato. Il bravissimo il regista Mario Martone che racconta anche il lato umano e meno conosciuto del poeta de L’Infinito , riuscendo a rimanere fedele alla sua opera .
Infatti La produzione ha avuto l'autorizzazione degli eredi a girare in Casa Leopardi e in luoghi simboli come la sala dedicata allo studio e alla lettura in particolare la biblioteca dei Conti leopardi e quindi sui veri luoghi di famiglia . ILl film mostra il percorso di Leopardi insieme all'amico Ranieri (Michele Riondino), dopo aver lasciato Firenze l'arrivo a Napoli che è un colpo al cuore e un colpo di fulmine. Leopardi si innamora della gente dei quartieri popolari: degli scugnizzi, delle prostitute,
delle taverne, dei bicchieri di vino e dei taralli. Finché scoppia il colera e l'amico Ranieri lo trascina a Torre Annunziata ai piedi del Vesuvio dove scrive La ginestra, la lunga poesia che racchiude il suo pensiero e con la quale si chiude il film. "La sfida era pronunciare quelle parole senza declamarle, dire quei versi portandoli nella carne, nella quotidianità - dice Germano - Ho cercato di non pensare di essere un attore che recita una poesia, ma di immaginare di essere la persona che li ha scritti. Mi sono immedesimato in un Leopardi che li stava rileggendo, li provava per vedere se funzionavano. La mia grande fortuna è stata che ho avuto un grande sceneggiatore. Ogni battuta che pronuncio nel film proviene dai suoi scritti: lettere, poesie o saggi. Una cosa folle per un attore al cinema, ma un grandissimo regalo".
Concludo concordando con quanto dice quest''ottima recensione di myomvies.it : << [... ] Il giovane favoloso è << un film erudito sulla sensibilità postmoderna che ha collocato Leopardi fuori del suo tempo, origine della sua immortalità e causa della sua umana dannazione. Martone costruisce una grammatica filmica fatta di scansioni teatrali, citazioni letterarie e immagini evocative ai limiti del delirio, come sanno esserlo le parole della poesia leopardiana. All'interno di una costruzione classica si permette intuizioni d'autore, come l'urlo silenzioso di Giacomo davanti alle intimidazioni del padre e dello zio, o le visioni del poeta nella parte finale della vita. Il giovane favoloso "centra" in pieno la parabola di un artista che sapeva guardare oltre il confine "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude". E ci invita a riconoscerci nel suo desiderio di infinito. >>
delle taverne, dei bicchieri di vino e dei taralli. Finché scoppia il colera e l'amico Ranieri lo trascina a Torre Annunziata ai piedi del Vesuvio dove scrive La ginestra, la lunga poesia che racchiude il suo pensiero e con la quale si chiude il film. "La sfida era pronunciare quelle parole senza declamarle, dire quei versi portandoli nella carne, nella quotidianità - dice Germano - Ho cercato di non pensare di essere un attore che recita una poesia, ma di immaginare di essere la persona che li ha scritti. Mi sono immedesimato in un Leopardi che li stava rileggendo, li provava per vedere se funzionavano. La mia grande fortuna è stata che ho avuto un grande sceneggiatore. Ogni battuta che pronuncio nel film proviene dai suoi scritti: lettere, poesie o saggi. Una cosa folle per un attore al cinema, ma un grandissimo regalo".
Concludo concordando con quanto dice quest''ottima recensione di myomvies.it : << [... ] Il giovane favoloso è << un film erudito sulla sensibilità postmoderna che ha collocato Leopardi fuori del suo tempo, origine della sua immortalità e causa della sua umana dannazione. Martone costruisce una grammatica filmica fatta di scansioni teatrali, citazioni letterarie e immagini evocative ai limiti del delirio, come sanno esserlo le parole della poesia leopardiana. All'interno di una costruzione classica si permette intuizioni d'autore, come l'urlo silenzioso di Giacomo davanti alle intimidazioni del padre e dello zio, o le visioni del poeta nella parte finale della vita. Il giovane favoloso "centra" in pieno la parabola di un artista che sapeva guardare oltre il confine "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude". E ci invita a riconoscerci nel suo desiderio di infinito. >>
1.1.15
La tartaruga è rovesciata: salvata dal compagno c'è più solidarietà tra gli animali che tra gli uomini .
da http://www.msn.com/it-it/video/notizie/
È uno straordinario esempio di solidarietà animale, quello ripreso nello zoo di Taipei. Un esemplare di tartaruga nota il compagno steso sul carapace e impossibilitato a muoversi. Allora prende a spingerlo facendo leva con la testa e col proprio guscio fino a capovolgerlo di nuovo nella giusta posizione. Questa scena, registrata da un papà in visita con la propria figlia, ha fato il giro del web, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni(a cura di Matteo Marini)
È uno straordinario esempio di solidarietà animale, quello ripreso nello zoo di Taipei. Un esemplare di tartaruga nota il compagno steso sul carapace e impossibilitato a muoversi. Allora prende a spingerlo facendo leva con la testa e col proprio guscio fino a capovolgerlo di nuovo nella giusta posizione. Questa scena, registrata da un papà in visita con la propria figlia, ha fato il giro del web, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni(a cura di Matteo Marini)
11.2.14
9.11.13
questa è la vita
deliberatamente tratto , eccetto le frasi in grassetto che sono miei pensieri \ mie integrazioni , da
da http://sergiobonellieditore.it/scheda/10270/Sulla-pelle.html |
ogni disegno ( in questo caso ogni nostra opera d'arte ) è una piccola sfida . Di solito iniziamo sapendo di dover arrivare in un luogo inesplorato .
Lassù da qualche parte del bianco . inquadriamo un punto B ai margini del foglio.Ma ancora non conosciamo il percorso che dobbiamo fare per raggiungerlo . E una misurata follia .L'esordio di un'idea .L'unica cosa di cui possiamo essere certi è la partenza . Il nostro punto A .
A volte succede al termine di un disegno d'avere la tentazione d cancellare tutto. Ogni curva , linea campitura , ogni traccia del nostro lungo lavoro . Eppure ci abbiamo messo l'anima , abbiamo come si dice sputato sangue e quel sangue ad un certo punto è diventato inchiostro ( bit ) . Un istante dopo però , ammirando la nostra opera dall'alto , sentiamo come una vertigine .. in un momento ci rendiamo conto che qualunque sia stato il percorso , in un modo o nell'altro siamo arrivati alla FINE Perché non scordiamoci che siamo partiti dal punto A per arrivare al punto B Quello che dobbiamo
domandarci , osservando la nostra opera e se esprime ciò che volevamo esprimere .Evitandoci se nel contempo do chiederci se abbia un senso e un significato
da https://www.facebook.com/DanielaChiodiPsicologa?ref=stream |
E cosi ogni volta rincominciamo restiamo in attesa di un un 'altra idea un altro progetto anche se rimuginiamo ancora su quello su quello vecchio e ci chiediamo se sarebbero bastati pochi tratti a renderlo diverso . e a fargli prendere una forma piuttosto che un altra . Comunque che sia il semplice risultato dell'unione di due punti o il percorso sinuoso ( curvilineo ) di una penna ( tastiera ) nervosa , è meglio non dimenticare mai che si tratta di un disegno ( della nostra opera d'arte )
17.9.13
«La memoria è una pagina di sabbia»Andrés Neuman e il suo nuovo romanzo: «La scrittura trasforma la coscienza, non la riconferma»
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sulle note di questa canzone di Piero Marras
riporto questo interessante articolo della nuova sardegna di qualche giorno fa
Andrés Neuman e il suo nuovo romanzo: «La scrittura trasforma la coscienza, non la riconferma»
«La memoria è una pagina di sabbia»
di Angiola Bellu Un canto a tre voci, un romanzo di viaggio, l'attesa di un ritorno, l'eterno binomio Eros Thanatos, la dolorosa dialettica tra verità e menzogna. “Parlare da soli” (Ponte alle Grazie), l'ultimo libro dell'argentino Andrés Neuman, indaga l'animo umano e riflette sull'istinto alla vita nelle situazioni estreme senza mai inciampare nel melodramma
I monologhi interiori del decenne Lito, di sua madre Elena e di suo padre – malato terminale – Mario, occupano l'intero romanzo disegnando un trittico sulla vita e sul tempo, semplice profondo e sorprendentemente coerente. Ne abbiamo parlato con l'autore, che dedica il libro a suo padre «che è anche una madre». Iniziamo proprio col chiedergli perché. «La dedica è una specie di sintesi dell'emotività del romanzo che si interroga costantemente sull'altro da sé, su quello “che non sono io”. La voce principale del romanzo è quella di una donna che vive un'esperienza simile a quella che ha vissuto mio padre prendendosi cura di mia madre». “Parlare dal soli” riesce a descrivere perfettamente tre punti di vista, tre psicologie assolutamente differenti. Qual'è la sua idea della narrativa di finzione? «Credo che parte della finzione di un romanzo consista nel vivere la vita che non abbiamo avuto la sorte di vivere; non mi sembra che sia sufficiente la nostra esperienza: la finzione letteraria serve a moltiplicarla. Il poter narrare la storia dal punto di vista di una donna, il poter convertire mio padre in mia madre. Lo sguardo alternativo al proprio, è il cuore del progetto narrativo di questo libro. Le storie che amo sono quelle che contaminano la purezza dei ruoli: tutti siamo padri e madri, uomo e donna, carnefice e vittima, oppressore e oppresso». Nella sua vita suo padre si prese cura di sua madre, qui c'è una donna che si prende cura del proprio compagno morente. «E' vero, infatti so perfettamente che gli uomini possono prendersi cura dell'altro, ma la società non ci educa ancora per questo, dobbiamo impararlo. Il patriarcato ha distribuito i ruoli: sino a pochi decenni fa l'unico ruolo della donna era quello di prendersi cura». Viviamo ancora in un patriarcato anche in Occidente, secondo lei? «Naturalmente sì; oggi il patriarcato si è alleggerito, ma non è finito. Certo sarebbe una falsità dire che una donna nel Ventunesimo secolo vive come sua nonna. Oggi c'è una specie di misoginia nascosta, mutata in forme meno evidenti. Si può incontrare un uomo che si comporta come una madre - perché in realtà la maternità è un'attitudine emotiva, tutti possiamo essere madri ma rompere il cliché biologico è molto difficile. Per questo mi emoziona molto assistere al comportamento “femminile” di mio padre anche ora che mia madre non c'è più». Che rapporto c'è – secondo lei – tra scrittura e coscienza? «Credo che la scrittura sia un meccanismo di trasformazione della coscienza, non la sua riconferma. Per questo mi interessa poter ragionare come una donna, come un bambino, un lavoratore oppresso. Mi piacerebbe essere capace di descrivere qualsiasi tipi di conflitto. Parlare da soli parte da tre voci che erano impossibili per me: quella di un bambino, di una donna e di un malato terminale». E' un romanzo che parte da un fattore autobiografico. Crede che la scrittura parta sempre dalla propria biografia? «Credo che la autobiografia sia un elemento che prima o poi si riveli nella scrittura, non sempre ne è il principio. Viviamo in una società troppo ossessionata dai casi reali, c'è una logica, televisiva, del reality show, applicata alla finzione letteraria che mi sembra impoverente. Credo che la letteratura – tutta la letteratura, quella immaginaria e quella biografica – sia un cammino di andata e ritorno nella memoria». La memoria, nel senso di produzione di ricordi, è fondamentale nel suo romanzo. Mario vuole creare nel figlio ricordi bellissimi prima di morire?
«La memoria è importante nel mio romanzo come nella vita, che credo sia una continua domanda di ricordi». Mario è consapevole del fatto che stia costruendo ricordi nel figlio; quanto è importante questo tipo di coscienza? «Credo che tutto abbiamo bisogno di rileggere e riscrivere la nostra memoria in continuazione. Per esempio, avere un figlio credo sia un'occasione per riscrivere la nostra infanzia; è la riscrittura di una memoria e la costruzione di un futuro al tempo stesso. La memoria non è qualcosa di statico, l'importante è assistere a come la memoria si trasformi dinamicamente. La memoria è una specie di libro di sabbia di Borges, in cui è impossibile tornare alla pagina precedente e trovarla uguale. La memoria lavora così. La narrativa è la definizione continua del nostro presente a partire dal nostro passato, lo stesso vale per la Storia. Non è importante solo quello che ricordiamo ma soprattutto come lo ricordiamo. Per questo la narrativa è sempre qualcosa di profondamente politico anche se non parla di politica». In questa chiave qual'è la differenza fondamentale tra politica e narrativa? «La politica consiste nella continua riaffermazione del proprio punto di vista, la narrazione consiste nel mettere alla prova il nostro punto di vista per vedere fino a che punto ci siamo sbagliati. La politica afferma, la narrativa dubita».
l'autore |
«La memoria è importante nel mio romanzo come nella vita, che credo sia una continua domanda di ricordi». Mario è consapevole del fatto che stia costruendo ricordi nel figlio; quanto è importante questo tipo di coscienza? «Credo che tutto abbiamo bisogno di rileggere e riscrivere la nostra memoria in continuazione. Per esempio, avere un figlio credo sia un'occasione per riscrivere la nostra infanzia; è la riscrittura di una memoria e la costruzione di un futuro al tempo stesso. La memoria non è qualcosa di statico, l'importante è assistere a come la memoria si trasformi dinamicamente. La memoria è una specie di libro di sabbia di Borges, in cui è impossibile tornare alla pagina precedente e trovarla uguale. La memoria lavora così. La narrativa è la definizione continua del nostro presente a partire dal nostro passato, lo stesso vale per la Storia. Non è importante solo quello che ricordiamo ma soprattutto come lo ricordiamo. Per questo la narrativa è sempre qualcosa di profondamente politico anche se non parla di politica». In questa chiave qual'è la differenza fondamentale tra politica e narrativa? «La politica consiste nella continua riaffermazione del proprio punto di vista, la narrazione consiste nel mettere alla prova il nostro punto di vista per vedere fino a che punto ci siamo sbagliati. La politica afferma, la narrativa dubita».
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