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12.3.20

la primavera non s'accorge del coronavirus

 canzone  suggerita
I Treni A Vapore - Ivano Fossati 


Inizialmente  leggendo  le  ultime news      canticchiavo   in contemporanea  al suo passaggio  in radio  (  una  delle mie  compagnie  oltre  alla rete  in tempi   quarantena  da  coronavirus  )   questa  canzone   e  proprio da  questo sono stato preso  dal pessimo     sentendo    i suoi  ultimi versi  : << Se avremo ancora un po' da vivere\ La primavera intanto tarda ad arrivare >>.  Ma  poi  ecco  chje  mi arriva  su  watzapp   questo messaggio poesia  che allego sotto   che insieme  alla  bella  giornata  sospesa tra  l'inverno    e la primavera  (  vedere  mie  foto allegate     di una   nostra pianta  )  







Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori iniziavano a sbocciare,e il sole a splendere, e tornavano le rondini.






Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse.
Era l’11 marzo 2020 e i ragazzi studiavano sui pc da casa.
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa.
Dopo poco chiusero tutto, anche gli uffici.
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali e la gente si ammalava.
Era l’11 marzo del 2020 e tutti furono messi in quarantena obbligatoria: i nonni, le famiglie e anche i giovani.
Allora la paura diventò reale, e le giornate sembravano tutte uguali.
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire.
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno.
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri, l’anno in cui il mondo sembrò fermarsi e l’economia andare a picco.
L'immagine può contenere: testoMa la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
E poi arrivò il giorno della liberazione.
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita e che il virus aveva perso...
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto.
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello.
E fu allora che arrivò l’estate, perché la primavera non lo sapeva e aveva continuato ad esserci...
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte.
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita 🌸



4.6.19

noi e loro quello che noi siamo loro erano e quello che noi saremo loro sono . passaggio di generazione

 di cosa  stiamo parlando
Anche  i vecchi meritano  rispetto ed  hanno molto  da insegnarci    come la  storia   di cui   di "Zio " 97 anni e non sentirli: immerso in un mare di colori, continua   a lavorare  nel suo negozio di stoffe, a Tempio Pausania  di cui  ho parlato in un post precedente

Infatti   è  grazie  a  loro che  si  hanno iniziative  come  queste  



E  poi non  dimentichiamo che   quello che   noi siamo  loro  erano  e  quello   che   noi  saremo   loro  sono

18.9.16

quando le offese ti rafforzano e non ti feriscono insomma ti scivolano via

in sottofondo Giorgio Gaber - Barbera e Champagne


DALLA NUOVA  SARDEGNA   FACEBOOK
Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo.  Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne. L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il  proprietario pensava al da farsi. Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l'asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l'animale dal pozzo.
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l'asino. Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo. L'asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto. Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide.
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l'asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra. In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l'asino riuscì ad
arrivare fino all'imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando. La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.  Principalmente se sarai dentro un pozzo. Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.
Ricorda le cinque regole per essere felice:
1- Libera il tuo cuore dall'odio.
2- Libera la tua mente dalle preoccupazioni.
3- Semplifica la tua vita.
4- Da' di più e aspettati meno.
5- Ama di più e... accetta la terra che ti tirano addosso, poiché essa può costituire la soluzione e non il problema.


Ecco  perché quando il mio  vecchio  mio padre  ed  a volte  anche mia madre   (  a volte  a  torto  a volte  a ragione )  mi  dicono  che   sono un asino  o  un pezzo d'asino  non mi  offendo    e non  rispondo  ed  a  volte  non rispondo ed  non m'incazzo  .
A  chi , quando  su  fb   riportando questa  foto    con la scritta   auto ironica    A  volte  sono  un asino  , mi dicono    :  Quale dei due? Quello bianco o quello scuro ?   riporto  quello  scritto sopra 


23.6.16

DIFFONDERE UNA BUFALA SUL WEB PUÒ SEMBRARE INNOCUO, MA PUÒ’ FARE PIÙ DANNI DI QUELLO CHE PENSI.

Leggo questo articolo interessante di  www.bufale.net  . Un po'ovvio  certo  per  chi  come me    sa  già  ipericoli e  gli effetti collaterali dele bufale  \ panzane , ma  meglio ripeterle     continuamwente    certe cose  visto che tutti\e  ( sottoscritto compreso  )  siamo  a  rischio di ricaduta  in esse  .


ECCO COSA ACCADE OGNI VOLTA CHE CONDIVIDI UNA BUFALA

DIFFONDERE UNA BUFALA SUL WEB PUÒ SEMBRARE INNOCUO, MA PUÒ’ FARE PIÙ DANNI DI QUELLO CHE PENSI.

E’ capitato a tutti prima o poi di di condividere una bufala sul proprio profilo social, probabilmente perché il titolo ci ha colpito oppure perché l’immagine a corredo ha attirato la nostra attenzione. Sicuramente lo abbiamo fatto in buona fede, perché volevamo che più persone possibili sapessero quello di cui trattava l’articolo in questione, ma spesso non sapevamo quello che quella semplice condivisione avrebbe contribuito a creare sul web.
Ogni volta che condividiamo qualcosa sulla nostra bacheca di Facebook o attraverso Twitter o Google Plus contribuiamo a diffondere in maniera esponenziale quella informazione. Quel link infatti arriverà a tutti i nostri “amici”, ai nostri followers (e non solo) a tutti quelli che abbiamo nelle nostre cerchie (e non solo) i quali potranno a loro volta ri condividere e ri twittare i nostri contenuti e questo meccanismo può andare avanti all’infinito.
Questo vuol dire che nel giro di pochissimo tempo una bufala può arrivare a migliaia se non a milioni di utenti. La quasi totalità degli utenti poi, anche dopo aver scoperto che la notizia condivisa è falsa NON RIMUOVE IL LINK dal proprio profilo contribuendo cosi in maniera involontaria al proseguimento della sua diffusione.

Ma quali sono gli effetti della condivisione di una bufala? Eccone alcuni:

  • DIFFUSIONE DI DISINFORMAZIONE

  • Condividere e diffondere una notizia falsa riguardo ad una legge inesistente, ad un falso reato di cui si sarebbe macchiato un personaggio noto piuttosto che denunciare una situazione fasulla di disagio sociale che alimenti il malcontento generale nei confronti ad esempio degli immigrati o della classe politica, crea una grande disinformazione. Le tante notizie false diffuse da false testate giornalistiche condizionano il modo di pensare ed agire di chi le legge credendole notizie vere.
  • AUMENTO DELL’IGNORANZA

  • Condividere e diffondere notizie false rende tutti più ignoranti (e controllabili). Chi condivide bufale è convinto di conoscere cose che altri non sanno, ma non è cosi.
  • AUMENTO GUADAGNI DI CHI LE DIFFONDE

  • La stragrande maggioranza dei siti che diffondono bufale guadagnano attraverso i banner pubblicitarie le nostre condivisioni non fanno altro che aumentare le visite a questi siti e di conseguenza i loro guadagni.
  • AUMENTO POPOLARITÀ  E CREDIBILITÀ DI CHI LE DIFFONDE

    Molti siti diffusori di bufale impongono in maniera scorretta di cliccare “Mi Piace” alle loro pagine Facebook per poter leggere la notizia. Questo meccanismo permette loro di accumulare tantissimi like che aumentano la loro “popolarità” sul web e di conseguenza la loro visibilità sui motori di ricerca.
  • AUMENTO DEGLI “HATERS” E DELLA VIOLENZA SUL WEB

    Le bufale che hanno come protagonisti particolari “categorie” di persone come ad esempio i rom, gli immigrati, gli omosessuali, i preti o i disabili spesso contribuiscono ad alimentare in modo negativo la fama di queste persone o di chi gli sta intorno alimentando cosi l’ odio ed il malcontento degli “odiatori” (haters) del web che usano queste bufale per riversare in rete tutta la loro violenza verbale (e non solo) verso le categorie che più gli sono sgradite. Diffondere e condividere bufale purtroppo alimenta anche questo terribile fenomeno della rete.
Questi sono solo alcuni degli effetti della condivisione di una bufala, per cui il consiglio che diamo resta quello di controllare sempre innanzitutto la fonte di una notizia prima di condividerla e se si scopre di aver condiviso una notizia falsa, eliminarla dai nostri profili per evitare di essere parte del meccanismo di diffusione.

Qui una guida utile che vi aiuterà a scoprire se siete davanti ad una bufala.

13.4.12

cinismo ed altri post


Udivo, come se non avessi orecchi
finché una Parola Vitale
percorse tutta la strada dalla Vita a me
e allora seppi che avevo udito.

Vedevo, come se i miei occhi fossero
di un altro, finché una cosa
e ora so che era Luce, perché
era adatta a loro, giunse.

Abitavo, come se io stessa fossi fuori,
solo il mio corpo dentro
finché una Forza mi scoprì
e inserì in me il nocciolo -

E lo Spirito si volse alla polvere
“Vecchia amica, tu mi conosci”,
e il tempo uscì ad annunciare la Notizia
e incontrò l’Eternità.

-Emily Dickinson"




"Giove impose agli uomini due bisacce:mise quella dei vizi propri dietro la schiena,quella carica dei vizi altrui davanti al petto » (Fedro - Fabulae, IV, 10)"









vi sembrerà cinico , ma concordo con la persona sotto , perchè non ne posso più ( e ve lo dice uno che dedica dei post sul suo blog multi autore  , prima cdv.splinder.com ed ora  questo   )  a tali storie 


Annalisa Strada

Mi sono onestamente rotta l'anima di tutte le richieste di condivisione di patetiche immagini di bambini malati, affamati, disabili vari e handicappati di varia natura. Mi piacerebbe che lìumana pietà fosse la norma e si puntasse invece ad alzare le aspettative sui sani normodotati, visto che sono loro che tendenzialmente rovinano la vita al prossimo (e anche a quelli un po' più in là del prossimo, a essere precisi)." 

Ora   ciò non significa   che smetta  di  trattare    di tali tematiche  sul mio facebook  o  nel blog,  ma  smetterò di fare  mi paice   \  di condividere o inoltra  solo ost  con l'immagine   e senza  articolo  mi sà  tanto  di catena  stupida  

8.4.12

anche le catene posso insegnare qualcosa


LEI:"rallenta scemo,che ho paura!!".
LUI:"e dai sù,è per divertirsi un pò..no?"
LEI:"NO!Ti prego..ho troppa paura!"
LUI:"amore rallento sl se mi dici che mi ami..."
LEI:"TI AMO ma per favore adesso..vai più piano!
LUI:"e..se mi dici che non hi mai amato nessuno come me!"
LEI:"MAI!..nessuno!!"
LUI:"e per finire voglio un bacio!"
La ragazza lo abbraccia e lo bacia delicatamente sul collo...
LUI:"puoi togliermi il casco e metterlo tu che mi dà fastidio?!"
LEI:"ma giura che poi rallenti!!"
La ragazza gli toglie il casco e lo indossa lei..
Il giorno dopo su tt i giornali....



PRIMA PAGINA:incidente in autostrada su una moto,CAUSA:problemi ai freni.."di due persone solo una è riuscita a salvarsi!"

*Ecco quello che è successo:*

Il ragazzo si era accorto a metà strada che i freni non funzionavano. Aveva deciso di non avvertire la ragazza per non metterle ansia,così per l'ultima volta si era fatto dire "TI AMO",aveva ricevuto il suo bacio,le aveva fatto indossare il casco e così l'aveva protetta. Anche se tutto questo significava rinunciare alla sua vita per provare a salvarne un'altra. Eppure per il ragazzo il suo gesto aveva un senso:salvare la ragazza a cui teneva più della sua stessa vita.


29.11.08

Né pane, né rose

Me ne dolgo, ma non c'è più gioia, non più trasporto né speranza in me per la Giornata della Colletta Alimentare.

Sfileremo, oggi, per la nostra "buona azione annuale". Molti di noi con la morte nel cuore, in verità, perché prevedono che saranno i prossimi beneficiari di quella colletta. Sfileremo davanti a supermercati che, per gli altri 364 giorni dell'anno, mantengono in vita un sistema che non solo ha prodotto, ma considera strutturale la povertà. Come ha acutamente osservato Giorgio Cremaschi, la povertà è indispensabile per il capitale e, paradossalmente, lo arricchisce e l'ingrassa.
La locandina della colletta. Qui si può scaricare l' elenco dei supermercati che partecipano all'iniziativa.




Non c'è gioia, nella nostra carità dalle spalle curve, che s'appresta a diventare essa stessa scarto. Come afferma non casualmente Brunetta il luminare, citando a sproposito ma con cinica ferocia Manzoni: "La crisi è, come la peste, una scopa". Vale a dire, secondo lui, che spazzerà via molti di noi, lazzaroni, fannulloni, sinistrorsi, disfattisti e chi più ne ha, più ne metta. Abbiamo ancora una colpa: quella di non voler morire, di non toglierci di mezzo. Cosa aspettiamo?

Non c'è gioia. Non c'è gioia nel contemplare con occhi sfatati il collasso d'un mondo che ha prodotto ricchezza effimera ed egoista in una sola parte, e piccola, del pianeta. Non c'è gioia, perché non esiste giustizia. E la carità senza giustizia è paternalismo peloso, che genera soltanto tedio, strazio, raccapriccio.

E non avremo nemmeno più il diritto di lamentarci. Stanno mettendo il bavaglio a tutto, e ci riusciranno. Perdonatemi. Non riesco a proseguire. E non so per quanto tempo ancora potrò scrivere su questo blog.


 


 


 

16.11.08

L'ultimo tabù

L'immagine della ragazza crocifissa sul letto, che Telefono Donna di Milano ha lanciato per la ricorrenza del 25 novembre, ha scosso i nervi all'assessore Cadeo (Maurizio, non Cesare), di Alleanza nazionale. Secondo quest'ultimo, il ritratto offenderebbe la tradizione cristiana.















"Il seno è nudo - annota Stefano Rossi di "Repubblica" - la bella ragazza bruna è sdraiata sul letto..."; sul medesimo quotidiano don Andrea D'Asta, gesuita e critico d'arte, è più dettagliato: "C'è una donna bella e attraente che assume innegabilmente la posizione della croce ma che contemporaneamente ricorda la posa ammiccante della protagonista torbida del film American Beauty. Fotografata dall'alto, per insistere sul suo corpo. E' posta nuda su di un letto invitante, soffice, con cuscini collocati in modo da insistere sulla forma della croce. Ha i capelli scomposti, ma non le alterano il volto. Il richiamo alla croce è evidente, ma l'atteggiamento della donna è attraversato da una intensa sensualità, accentuata da un atteggiamento di resa invitante. La frase 'Chi paga i peccati dell'uomo?' è sovrapposta al pube".

Questa lunga citazione non manca di sorprendere, data la sua completa consonanza col giudizio ben più grossolano, ma senzainfingimenti,dell'assessore Cadeo.  
Non ci si attende, dall'assessore Cadeo, una conoscenza approfondita di Storia dell'arte. D'altro lato, giacché si proclama così ligio alla tradizione cristiana, si sarà pure accorto, anche distrattamente, anche sbadatamente, della presenza di numerose immagini licenziose nelle chiese, soprattutto antiche. Riguardo alla ragazza nuda l'accostamento con Guido Reni, rilevato da alcuni osservatori, pare evidente.
Anche Cristo era nudo; il Crocifisso di Santo Spirito, opera giovanile di Michelangelo, lo è poi totalmente. Privo persino di quel nubente e arioso panneggio che svela più di quanto vorrebbe celare e che si confonde con le tenere e lattee carni del Redentore. La casta virilità del Buonarroti non poteva accettare questi eufemismi pittorici: maschi o femmine, indistintamente, avevano per lui un'essenzialità spartana e sacrale. Via tutto, nel segno del definitivo incontro con Dio, di fronte al quale ognuno compare irrimediabilmente disadorno.

Nelle opere di Michelangelo si ravvisa sempre una perentorietà scultorea. Ben diversa da quello spirito balzano e ridente di Leonardo, dal cui san Giovanni trapelano fantasiose estasi ambigue, estri da soubrette, capricci di santi. E' il cielo, in fondo, a sfuggirci come un tinnulo monello. Per non parlare di San Sebastiano: presentissimo nelle pale d'altare, oggi dimenticato dai devoti (ma recuperato dalla cultura gay che ne ha fatto una sorta di icona: curiosando sul web ho trovato questa breve carrellata, piuttosto accurata anche se non vi compare un piccolo gioiello della cinematografia contemporanea, il Sebastiane di Derek Jarman).

Di fronte a questi Cristi in deshabillé, martiri discinti,profeti scollacciati la "tradizione cristiana" si è sempre devotamente genuflessa, compresi i principi della Chiesa che solo in uno dei momenti più bui della loro storia hanno pensato di ricorrere al "Braghettone" per cancellare, con la nudità dei corpi michelangioleschi, il proprio morboso tarlo.

Che l'assessore teocon, per nulla turbato dalla quotidiana esibizione di veline e ninfette da parte delle tv del suo potente alleato, lo ignori platealmente, non può meravigliare. Stupirebbe, semmai, che la sua "valutazione" sia sostanzialmente condivisa da uno stimato critico d'arte. In realtà, il paesaggio di formazione dei due è in fondo il medesimo.

Quanto a don D'Asta, solo un temperamento creativo, o, al contrario, molto occhiuto, poteva concepire associazioni di idee tanto ardite: la ragazza martirizzata ma bella (il prete ne preferiva una brutta, evidentemente), sul letto "soffice" (demoniaci languori, forse era meglio un rozzo tavolaccio), e, suprema empietà, quella frase "sovrapposta al pube": e a questo punto verrebbe da chiedere al padre molto reverendo dove l'avrebbe collocata, dato che si parla di stupro.

Il vero motivo di questa levata di scudi non è stato ravvisato, a mio parere, nemmeno dal pur ottimo Michele Serra, che preferisce soffermarsi sullo scandalo suscitato dalla Croce. Non che tale scandalo smetta di accecare: il guaio è che agli attuali farisei mancano persino gli occhi, e gli è rimasta solo la stoltezza. Quando la croce si reimpossessa del suo significato profondo è inevitabilmente legata al corpo, e al corpo nudo, straziato, certo, ma anche polposo, estenuato e serico come i quadri di Reni, perché anche in essi palpita il murmure dell'innocenza violata. La croce è sangue e terra, disfatta e rinascita della carne umana. Appartiene all'umanità, vi si identifica.



Ebbene. Cristo, san Sebastiano, san Giovanni e pureilre Davide (quello che danzava svestito davanti all'arca del Signore) erano spogliati, dolenti, languidi, ammiccanti, sanguigni o siderei, ma tuttavia maschi.

La donna crocifissa, dunque - peraltro non la prima in assoluto, un'immagine simile comparve sulla copertina dell'"Espresso" negli anni '70, in occasione del dibattito sull'aborto - traumatizza l'incolto Cadeo e l'erudito D'Asta perché essa stessa bestemmia. Scandalizza non la sua sensualità, ma il suo sesso.


E' chiaro: l'uomo, nudo o vestito che sia, è immagine di Dio. La donna, no. Malgrado tardive e ipocrite dichiarazioni di principio, Dio, secondo la tradizione cattolica, continua ad avere un sesso ben preciso e quel sesso è maschile: in un maschio Dio si è incarnato, un maschio celebra e benedice, in persona Christi, dall'altare. Il recente Sinodo dei vescovi, ignorando alteramente le richieste d'una maggior partecipazione delle donne alla vita della Chiesa, ha presentato come "novità" la concessione alle femmine d'accedere al lettorato e di distribuire la comunione: compiti che, in verità, esse svolgono da molti anni. In compenso è riaffiorata l'antica contrarietà papale alle chierichette, la cui presenza Ratzinger, da cardinale, combatté vigorosamente. Anche qui, per lo stesso motivo: la donna non è degna di rappresentare Dio.



"Dio è certamente padre, ma è anche e soprattutto Madre": queste dolcissime parole, pronunciate dal dimenticato Giovanni Paolo I, riecheggiano in realtà numerosi passi biblici, in cui il Signore stesso si paragona a una donna incinta, a una chioccia, a una casalinga accorta. Ma Ratzinger, seguendo, in ciò, la linea del suo predecessore, ha ritenuto opportuno rimettere tutti (e tutte) in riga, decretando: “Madre non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio”.

Se la donna non è in nessun modo accostabile a Dio, figurarsi il suo corpo, naturalmente peccaminoso e tentatore. Non per nulla il padre D'Asta puntualizza: "Paula Luttringer, fotografa argentina sequestrata ai tempi della dittatura militare, parla della violenza delle donne desaparecidas fotografando semplicemente dettagli delle carceri in cui avvenivano le sevizie. Queste immagini mostrano il grande pudore e discrezione di un'artista che denuncia, suggerendo 'frammenti' di un dolore sconvolgente .








1.10.08

BookCrossing

Bookcrossing


 


Quest’oggi parliamo di Bookcrossing!





Vi è mai capitato,per strada,in un parco in stazione,di trovare un libro abbandonato su di una panchina?L’avete preso in mano,sfogliato, letto o l’avete lasciato dov’era? Probabilmente era un libro libero!Non libertino!!!Che avete capitooooo!!



Liberiamo i libri





Il Bookcrossing (letteralmente Book- libro Crossing- attraversata ,o to Cross- attraversare)nasce negli stati uniti nel 2001.Lidea base è di “liberare” dei libri in luoghi affollati affinché la comunità ne possa usufruire. L’idea è il diffondersi quindi della letteratura.Direttamente dal sito Bookcrossing - Italia:http://www.bookcrossing-italy.com/



continua..

16.4.08

Senza titolo 437




Miei cari amati amici blogger, rosdrudidurella che mi ha inviato un "catena" nominandomi. Quindi  "costretto" a parteciparvi l'invio qui, sperando di non rivecevere troppe maledizioni da chi nominerò, fa parte del gioco. E forse dopo tanto stress da voto o non voto, può essere un valido motivo di discanso ed anche un modo simpatico per conoscerci meglio. Baci a tutti voi, giuseppe  o redbeppe  se  preferite




REGOLAMENTO





  • INDICARE IL LINK DI CHI VI HA COINVOLTI... rosdrudidurella

  • INSERIRE IL REGOLAMENTO DEL GIOCO SUL BLOG...

  • CITARE SEI COSE CHE VI PIACE FARE...

  • COINVOLGERE ALTRE SEI PERSONE....

  • COMUNICARE L'INVITO SUL LORO BLOG..




1) Fare l'amore  ( anche se  sfigato come sopno   ancora  non mi è capitato )  non c'è nulla di meglio al mondo e quindi lo metto al primo posto, mi carica d'energia per affrontare al meglio dopo, ogni problema, oltre al fatto che mi piace tantissimo farlo, per il momento mi devo accontentare  di un 'attività onanistica  ovvero   dell'auto eerotismo
2) Amo viaggiare, ma non da turista. Cerco sempre di trovare un contatto culturale con le persone che incontro, dalla cucina al modo di vivere e pensare, per confrontarmi ed imparare ciò che non conosco, scambiando le rispettive conoscenze.
3) Adoro leggere, vedere ,qualsiasi cosa sia in grado di trasportarmi, facendomi sognare: dall'Horror, al Thriller, al giallo, alle antiche civiltà scomparse, ai misteri del mondo, alla parapsicologia, alle biografie, ai libri storici, all'ufologia e astronomia, ai romanzi di ogni tipo se ben scritti e interessanti,perchè no  anche quelle all'interno di un intreccio narrativo di tutt'altra natura. ( come per  esempio  il film terra e libertà ) d'a le storie d'amore a forte attacco diabetico , stucchevoli e melense  come si diceva un tempo
4) passeggiare  e camminare  è la mia grande passione oltre ad essere l'unico tipo di ginnastica che riconosco anche  se   a causa  dela mia pressione alta  e  del poco tempo  vado  in palestra  .
5)La musica è la colonna sonora dellamia vita, non potrei fare nulla senza, quindi la davo per scontata e non sta al 5° posto perchè meno importante, ma solo perchè è parte di me. Mi piace tutta, la cambio in base allo stato d'animo del momento e a cosa sto scrivendo. Non riesco a metere nemmenouna sillaba sulla carta senza di lei.
6) Adoro scrivere Scrivo da quando sono nata, non posso farne a meno, per me è un'esigenza vitale. Ho imparato prima a scrivere che a parlare. Oltre ad essere una terapia straordinaria quando si è molto incazzati con il mondo e con se stessi. La consiglio a tutti, altro che analista. Scrivete e sfogatevi, dopo starete meglio, svuotati e sereni. Non so se è possibile mettere due punti in uno, ma nel mio caso credo di si, anzi tre. Il mio scrivere visualizzando è legato ai film da sempre, anche quando non immaginavo di diventare sceneggiatrice. Vedo ed immagino le scene muoversi nalla mente, come quando si sogna, i personaggi sono vivi e pensanti, le inquadrature perfette, non so scrivere diversamente e quindi forse il passaggio al cinema era inevitabile. Per cui scrittura, cinema e musica sono tre particelle di una stessa unica cellulla. 




COINVOLGO:




1) ceglieterrestre.splinder.com/   Perchè spero si distragga un po divertendosi
2) http://girovita.splinder.com/  perchè mi piacciono le  sue  foto  e i  suoi pensieri
3) www.splinder.com/myblog/connections/members/58797  tutti gli altri utenti  ( alcuni di quali  si sono iscritti , ma non hanno mai scritto  o  sono  un  bel po'  che non scrivono )  


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...