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1.5.19

la femminista ebrea e la teologa islamica nel giornale del papa

Un esempio di #condivisione e di #dialogoreligioso un antidoto si fondamentalisti e alle violenzenelnome di Dio o della sua diversa interpretazione che ciascuna confessione /religione tende a dare. Da Repubblica del 2.5.2019

  L'immagine può contenere: 3 persone, persone che sorridono

26.4.19

NEL GUADO DI © Daniela Tuscano


  di cosa  stiano parlando  


Forse è la famiglia, l’immagine più eloquente di questa Pasqua sanguinosa. Due famiglie, anzi. Le loro foto circolano insistentemente sul web, coi volti festosi e lucenti. Continuazione e prolificità.
L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, spazio all'aperto

Forse, sotto certi aspetti, poco interessanti. Scarsamente “artistici”. I volti sono belli e giovani; ma troppo “normali”, in modo quasi imbarazzante; testimoniano la gioia di trovarsi lì, e null’altro. Non celano alcun tormento interiore, che pure ci sarà stato, ma che si è sempre risolto davanti a un altare, dopo un battesimo o una cresima. Volti senza domande, perché le risposte le scioglievano nelle celebrazioni.Volti di cristiani cingalesi. Volti, adesso, scomparsi. Spazzati via dalla furia jihadista. È stato giusto, anche doveroso, mostrare al mondo attonito la fiumana di bare che hanno attraversato Negombo. Ma il momento supremo, ricapitolatore, per la storia spirituale di quelle persone, non si è chiuso in quegli istanti. Essi sapevano che era solo un passaggio; obbligato, improvviso e sanguinante, ma passaggio.
Ci spiazzano, questi volti. Disturbano. Sono volti d’evidenza, d’una mitezza tutta orientale che è rigore, perpetuità. Di fronte a essi, torna in mente l’invocazione disperata del dantesco Guido da Montefeltro: “Oh me dolente! Come mi riscossi/quando mi prese dicendomi: Forse/non pensavi ch’io loico fossi!”.Ma tanto “loico” non è. Non sono bianchi, quei cristiani. Appartengono a una minoranza, benché sembrino marea. Volti d’una Chiesa giovane e, al tempo stesso, convinta e serena. Antica, asiatica. Se la passano male. Abitano in paesi senza libertà, né religiosa, né civile. In fondo, nemmeno questo dovrebbe stupire. Sono oppressi; ma quale cristiano non lo è, da duemila anni a questa parte?“Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Anche se non sono conosciuti, vengono condannati […]. Sono poveri e rendono ricchi molti […]. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore” (“A Diogneto”, II sec. d.C.). Perfetto: pare proprio il ritratto di quelle famiglie.Qui, però, non sappiamo più interpretarlo. Scellerato perciò è chi, tra gli occidentali, pone sullo stesso piano gli assassinati e gli assassini, riducendo la strage a uno “scontro fra religioni”. Come ignorasse (e, ahinoi, ignora davvero) le turpitudini di cui si sono macchiati, e si macchiano, i regimi atei. Ma non si tratta di mera ignoranza storica - staremmo per dire, cronachistica - o di assenza di basi antropologico-filosofiche. È pervicacia della negazione, ostinato obnubilamento della memoria.Perché i morti dello Sri Lanka sono solo gli ultimi d’una lunga catena, consumata nella totale indifferenza dei professionisti dei diritti umani, delle femministe, dei terzomondisti salottieri e, anche, dei cosiddetti cristiani progressisti. Da Asia Bibi a Shahbaz Bhatti, da Rebecca Bitrus ai martiri di Sirte, dai copti alle bimbe siriane, rapite e convertite a forza, i cristiani extraeuropei subiscono da anni ogni sorta di soprusi, violenze, stupri, vendette e coercizioni. E il cristianesimo risulta la religione più perseguitata al mondoNon se n’è accorto nessuno, salvo alcuni media del settore, associazioni come Aiuto alla Chiesa Che Soffre, militanti per i diritti umani… di fede islamica (strano, ma vero). Il cristiano è il “pauvre chrétien”, il povero cristo, lo stupido. Difenderlo non sembra abbastanza “di sinistra”, gli/le italiane lo associano poi al Vaticano e, si sa, il Vaticano va respinto e irriso comunque, è “conditio sine qua non” per meritare la qualifica di intelligenti. E quel nome, nato presso i Romani come un’ingiuria… No, via. Normale che i neopagani attuali se ne scandalizzino.Ecco i reali motivi del disagio lessicale di Obama e Clinton (e, in misura minore, di Trump). “Cristiano” è diventato tabù. Ai tempi del massacro di Christchurch l’appartenenza religiosa degli uccisi venne evocata in termini molto netti, non si esitò a parlare di islamofobia, autorevoli donne del governo vollero dimostrare la loro solidarietà indossando vistosi veli. Adesso no, non vedremo alcuna ministra con crocifissi al collo, né udremo da parte loro dichiarazioni d’empatia. L’indecente perifrasi “adoratori della Pasqua” ha suscitato giusta indignazione, malgrado i grotteschi e, se possibile, ancor più spudorati tentativi di giustificarla da parte degli esegeti della “correctness”. Pur di difendere l’indifendibile, alcuni di essi hanno provato a liquidarla come polemica sciocca, altri si sono arrabattati nel ripescare affermazioni simili in contesti affatto diversi, altri ancora hanno voluto convincerci che la definizione voleva essere “inclusiva” – vocabolo tanto abusato quanto nauseante – poiché alludeva anche ai turisti alloggiati negli alberghi, in gran parte occidentali, ma non necessariamente cristiani… Alberto Melloni è giunto a sostenere che “le persone uccise dal terrorismo non possono essere divise in base alla fede per incentivare altro odio”; da ultimo, taluni sono giunti ad azzardare che la carneficina sarebbe una ritorsione per l'eccidio neozelandese; come se fino a un mese fa la popolazione cristiana fosse rispettata e amata, come se i terroristi appartenessero a classi sociali impoverite dal solito imperalismo occidentale e non - secondo quanto emerso dalle loro biografie - rampolli di famiglie benestanti e cosmopolite! (Non erano i primi: anche i killer di Dacca, tre anni or sono, provenivano da ambienti agiati.)Alle frasi paludate di costoro fanno riscontro i proclami netti e inequivocabili di chi non ha timore della realtà:“Finché l’Islam non si libererà dei predicatori d’odio e di morte e dei loro mandanti politici e morali, la nostra religione sarà perduta, violata e sconfitta da questi infami” (Maryan Ismail).
“Il terrorismo non ha religione” (Abdelmajid Daoudagh).“L’islamofobia sta aumentando anche a causa di noi musulmani… La Gran Bretagna abbonda di storie simili. Basta fare un giro in un paese musulmano per capire come stanno le cose” (Ahmed Bouzidi).“Quanto è appena accaduto in Sri Lanka è un atto di terrorismo anticristiano. ‘Anticristiano’ perché non è la prima volta che i seguaci di Gesù subiscono tali atrocità solo perché cristiani. Lo abbiamo già visto con i copti e anche con gli yazidi, giustiziati e cacciati in esilio dall’oscurantista e diabolico Stato chiamato islamico. Non dobbiamo più tacere” (Kamel Abderrahmani). 
Simili pronunciamenti verrebbero bollati dai progressisti occidentali come razzisti, sovranisti, destrorsi e paccottiglia varia coniata dalla neolingua. E invece giungono da musulmani devoti (non “moderati”!), in virtù della loro fede e non malgrado essa. L’ipocrisia è pavida, la carità intrepida. Solo quest’ultima sa dialogare; il sincretismo “new age”, al più, tollera. E, col pretesto di unire tutte le diversità, in verità le cancella per omologarle in una indistinta melassa spirituale, il cui obiettivo ultimo è distruggere il cristianesimo. Chesterton ne previde l’avvento un secolo fa: “Ci sono quelli che odiano il cristianesimo e chiamano questo loro odio ‘amore onnicomprensivo per tutte le religioni’”. L’ecumenismo è ben altro. È ricerca, storia, confronto, anche scontro, a volte. È umanità piena, primigenia, quindi infantile, come i due bambini musulmani trucidati domenica scorsa nella chiesa di St. Sebastian. Vi si erano recati per accompagnare gli amici cristiani. Non erano uguali, erano pari. Per questo chi non si fa loro fratello/sorella, non è degno di arrivare al cielo.“L’Occidente non ama più sé stesso – si ode deplorare dalla sponda opposta, quella degli occidentali conservatori (pure di certi cristiani d’Oriente, in verità; ma ce ne occuperemo in seguito). – È in piena decadenza, morale e valoriale”. Queste tesi, il cui esponente più autorevole è Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, trovano ascolto anche presso molti commentatori atei, in passato indifferenti se non ostili alle questioni religiose, dalla cultura teologica alquanto approssimativa, trasformatisi improvvisamente in esegeti della Scrittura e severi fustigatori di costumi, in particolare di quelli che considerano cristiani esangui, svirilizzati (la forza, per costoro, è necessariamente maschia). Il loro cristianesimo s’identifica con la cristianità. Accuserebbero di buonismo persino Francesco d’Assisi, perché col sultano dialogava invece di muovergli contro le armi crociate.Naturalmente è vero che senza cristianesimo è impossibile comprendere l’anima dell’Occidente, i suoi principi di libertà, eguaglianza e democrazia; il valore del singolo, la dignità delle donne, il rispetto delle diversità; la sua arte, la sua cultura; e, non ultima, la laicità, bene irrinunciabile. Tuttavia questi concetti non vanno assolutizzati; nemmeno – potremmo dire – ristretti. Il cristianesimo è ANCHE l’Occidente, non SOLO l’Occidente; questa è precisamente la visione miope e distorta dei jihadisti, e ribadirlo non fa che prestare il fianco alla loro ingannevole narrazione.Dividere il mondo in due – di qua la ragione, la civiltà e la “cristianità”, di là la violenza e il fanatismo – ripropone, in forma secolarizzata, l’antico schema fedeli contro infedeli; e il divisore, si sa, è da sempre Satana.I volti dei cristiani srilankesi – o africani, o di altre parti dell’Asia – lo confermano. Il cristianesimo, laggiù, è di casa. Non è prodotto d’importazione. I cristiani di quell’angolo di mondo non sono credenti in senso costantiniano. Coniugano tranquillamente don Bosco e Tertulliano, Teresa d’Avila con Sergio e Bacco. E col loro passato, a volte sikh, a volte indù, a volte, da sempre, legato al profeta di Nazareth. Cittadini del mondo, certo, ma anche e pienamente orientali, nelle loro virtù e nei loro limiti. “Ci dicono che la saggezza è arrivata dall’Occidente verso l’Oriente – disse Gandhi alla conferenza delle relazioni interasiatiche, suo testamento spirituale. – E chi erano questi saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all’Oriente. Fu seguito dal Buddha. Lui apparteneva all’Oriente, apparteneva all’India. Chi ha seguito il Buddha? Gesù, di nuovo dall’Asia. […] E poi cosa accadde? Il cristianesimo, arrivando in Occidente, si è trasfigurato. Mi spiace dirlo, ma è la mia lettura”.Ci serve, un cristianesimo d’Oriente. Ci servono radici, ci serve “saggezza”, sempre in senso gandhiano. Ci serve la mistica, l’interiorità dell’Oriente.

Ci serve anche un Islam d’Occidente. Che è esistito, e ha portato frutti rigogliosi in Spagna, Italia, Corsica, Balcani... Che si chiamava Averroè, al-Kindi, Attar, Jamil, Avicenna e molti altri. Che ha saputo affascinare e godere. Che non era corpo estraneo, ma parte integrante dell'identità europea. Ed esiste, o meglio, vuol esistere ancor oggi, e le testimonianze sopra citate lo indicano; sta agli occidentali saperle esaltare e difenderle. Perché se esiste, come esiste, una vocazione dell’Europa, è proprio questa: essere ponte, ricapitolare tutto, mediare, allacciare culture, anime, persone. Saper essere inflessibile, anche: con chi vuol uccidere, o rinnegare, tale vocazione.Ma ci serve anche l’Occidente di per sé. L’Occidente complica, razionalizza, dubita, contesta. Talvolta, si perde in sillogismi. Talaltra, ed è la sua attuale malattia, diviene rinunciatario, scettico e amorale. Non dimentichiamo però che, nei suoi momenti migliori, è ricerca, felice insoddisfazione. Ed è anche spirito, perché la fede si trova anche qui, magari in recessi più nascosti. L’Occidente è il Siracide del mondo; ma quanto serve un po’ di sano dubbio, in mezzo a tante fanatiche certezze! Se occorre uscire da un'idea stereotipata dell’Oriente, si rende necessario cancellare pure l’occidentalismo: fenomeno studiato assai meno, ma non meno pernicioso dell'orientalismo. No, non siamo tutti decadenza, colpa, materialismo. Quanto poi al delirio dei fanatici, l’abbiamo conosciuto molto bene: guerre mondiali e religiose, dittature, roghi, persecuzioni, razzismo, colonizzazione, schiavitù, antisemitismo, discriminazione, sessismo, violenza economica, devastazione ambientale, riarmo.Lo sappiamo: parlare di ecumenismo, problematizzare, discorrere di diritti vecchi e nuovi, davanti a un profugo con la schiena tanagliata dai jihadisti, o che ha visto la famiglia sterminata dai medesimi, è compito improbo. Eppure, se esiste un fardello da portare, è questo. E lo dobbiamo portare assieme. È necessario ascoltarsi a vicenda. Un cristiano occidentale non è meno convinto perché critico e pensoso; un cristiano orientale non è più devoto perché ligio all’ortoprassi.Si avvicina la Pasqua ortodossa. L'attendiamo con gioia, e qualche trepidazione. Ci troviamo in mezzo al guado, in bilico tra il bene e il male, la retorica e l'azione, la violenza e il coraggio. Possiamo ancora scegliere. Cerchiamo di non sbagliare ancora.
                                       © Daniela Tuscano



23.1.17

L'altro 27 gennaio giornata della memoria terza puntata cattolici , protestanti , testimoni di geova nei lager nazisti



Ora nei simboli    dei campi nazisti  presi dalla voce wikipediana   :  simboli dei dei campi di concentramento nazisti riportati sotto  

Schemi riassuntivi dei simboli

Seguono alcuni schemi riassuntivi dei simboli.
TRIANGOLIPoliticiCriminaliEmigratiTestimoni
di Geova
OmosessualiAsocialiZingari
NormaleRed triangle.svgGreen triangle.svgBlue triangle.svgPurple triangle.svgPink triangle.svgBlack triangle.svgBrown triangle svg.jpg
RecidivoRed triangle repeater.svgGreen triangle repeater.svgBlue triangle repeater.svgPurple triangle repeater.svgPink triangle repeater.svgBlack triangle repeater.svgBrown triangle repeater svg.jpg
Prigioniero di compagnia di disciplinaRed triangle penal.svgGreen triangle penal.svgBlue triangle penal.svgPurple triangle penal.svgPink triangle penal.svgBlack triangle penal.svgMaroon triangle penal.png
EbreoRed triangle jew.svgGreen triangle jew.svgBlue triangle jew.svgPurple triangle jew.svg
Nota[46]
Pink triangle jew.svgBlack triangle jew.svgBrown triangle jew.jpg
ALTRI SIMBOLIMale race defiler.svg
Ebreo che ha una relazione "interrazziale"
Female race defiler.svg
"Ariana" che ha una relazione "interrazziale"
Ebrei Auschwitz 1944.png
Ebreo ad Auschwitz dalla fine del 1944
Escape suspect.svg
Sospetto di fuga
Inmate number.svg
Numero di matricola


Special inmate.svg
Bracciale marrone: prigioniero speciale
Sleeve badges.svg
In ordine discendente: numero di matricola, rettangolo da recidivo, triangolo o stella, membro di battaglione penale, sospetto di fuga
[46 ] La classificazione "ebreo-testimone di Geova" appare contraddittoria, ma la definizione nazista di "ebreo", in base alla politica "razziale" nazista, includeva persone che avevano antenati ebrei; era dunque possibile che tali persone appartenessero ad altre religioni. L'esistenza di un ebreo-testimone di Geova, dunque, benché forse poco comune, non era in ogni caso impossibile.
Infatti  

[----]
4.Sono una studentessa di un liceo scientifico. Nel mio libro di storia viene indicato che il triangolo viola contraddistingueva i preti nei lager e non i testimoni di Geova. Chi ha ragione?


Come documentato dai tabelloni ancora esposti in molti musei degli ex-campi di concentramento in essi (visibili in tutti i musei degli ex lager) sono riportati i colori dei triangoli di stoffa che servivano per classificare i prigionieri. Se avrete modo di visitare in un museo del genere noterete che i triangoli sono rosso per i prigionieri politici, verde per i criminali, rosa per gli omosessuali, giallo per gli ebrei (stella di Davide), etc. Affianco al triangolo di colore viola è scritto Testimoni di Geova o Bibelforscher ù. Non noterete alcun triangolo atto a indicare gli appartenenti ad altre confessioni.
Ogni tanto qualcuno fa confusione su questo argomento pensando che Bibelforscher sia un riferimento a generici studenti biblici [traduzione dal tedesco] che potrebbero includere anche il clero Cattolico o protestante. In realtà Bibelforscher indica il nome con cui l'associazione religiosa dei testimoni di Geova era registrata in Germania. "Internationale Vereinigung der Ernsten Bibelforscher". Nel 1 Aprile 1935 fu varata in Germania una legge nazionale che metteva al bando gli Ernste Bibelforscher. Il nome 'Testimoni di Geova" è un nome adottato da tale gruppo religioso solo negli anni 30, e questo spiega perché il governo tedesco non scrisse Testimoni di Geova ma Studenti Biblici sui pannelli ancora esistenti nei lager.
Per questi motivi storici possiamo dire che il triangolo viola era il segno caratteristico riservato solamente ai testimoni di Geova.
Vedi solo ad esempio i seguenti articoli in inglese da siti di musei, di matrice ebraica o di altre minoranze perseguitati :

JEVISH VIRTUAL LIBRARYhttp://www.us-israel.org/jsource/Holocaust/markings.html
UNITED STATES HOLOCAUST MEMORIAL MUSEUM http://www.ushmm.org
HOLOCAUST FORGOTTEN http://www.holocaustforgotten.com/Jehovah.htm
HOLOCAUST HISTORY http://www.holocaust-history.org/questions/triangles.shtml
INTERNATIONAL MEMORIE DACAU 
http://www.scrapbookpages.com/Dachau/dachautour18b.html
UNITED STATES HOLOCAUST MEMORIAL MUSEUM http://www.ushmm.org

Un esempio di una tabella con tutti i colori caratteristici dei prigionieri è visibile in originale in queste pagine di siti esterni oppure ad alta definizione nel nostro sito a questa pagina 

http://www.pink-triangle.org/ptps/symbol.html
-
http://www.igc.org/ddickerson/dachau-badges.html
http://www.fedglobe.org/issues/pride/PINKTRIA.PDF
http://www.vittime-dimenticate.ch/testimonianze/simboli.htm

Quindi  come  potete  vedere   è   pressoché difficile , per i profani e non specialisti trovare materiale , visto che su google materiale sui cattolici nei lager nazisti si viene rimandato al sito http://www.triangoloviola.it/ quindi mi scuso



Prima d'iniziare ecco comunque i siti a cui ho fatto riferimento 

 CATTOLICI E PROTESTANTI 

TESTIMONI DI GEOVA 


E'n troppo lungo   e  impossibile  da  risssumere   in poche  righe  e     rischierebbe   d'allungare   erende  troppo  pesante  il post  ,  spiegare
PERCHE’ PER TANTO TEMPO NON SI È PARLATO DI QUESTA STORIA? IN SOSTANZA, COME MAI SOLO OGGI, A DISTANZA DI TANTI ANNI, SI PARLA DI PERSECUZIONE NAZISTA DELLE MINORANZE
 trovate la  risposta   a  tale  domanda  in questa   analisi storica Claudio Vercelli, ricercatore presso l'Istituto di studi storici Salvemini di Torino, risponde a questa domanda.
Quello  che  si  può dire    è che nella sua lucida e diabolica follia Adolf Hitler non voleva solo lo sterminio degli ebrei, degli omosessuali, degli zingari, dei malati di mente. Voleva la distruzione di quanti si opponevano e combattevano il nazifascismo. Voleva --- non condivido quest'ultima ipotesi http://www.lavocedeltempo.it/Chiesa2/Il-martirio-dei-cristiani-nei-lager-nazisti ( da cui ho preso queste notizie ) altrimenti non si spiegherebbero gli accordi \ concordati della chiesa cattolica con i vari regimi fascisti e nazisti europei oltre che con Hitler e Mussolini qui maggiori dettagli --- di distruggere la Chiesa cattolica, invadere il Vaticano, sequestrare e deportare Pio XII, uccidere cardinali, vescovi e preti. Nei campi di sterminio, ai ministri di culto, specie cattolici, si riservano le più raffinate umiliazioni con sadismo tutto nazista. A Dachau a un prete cattolico tedesco un aguzzino delle SS mette la corona del rosario sulla testa, con la croce pendente sulla fronte e, a pugni e calci, gli fa girare il campo urlando: «È arrivato final­mente il primo maiale di prete. Poi arriverà anche il gran prete di Roma e allora la truffa cattolica finirà una volta per tutte».Il «giorno della memoria» viene celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto degli ebrei: è il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta 70 anni fa, il 27 gennaio 1945, a opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.Centinaia i sacerdoti cattolici uccisi dai nazisti, dai fascisti o dai loro alleati in Europa: in Germania 164 preti diocesani e 60 religiosi tedeschi; nella Francia del regime-fantoccio di Vichy del maresciallo Philippe Pétain. In Polonia una vera «mattanza» di preti: 3 mila, di cui 1.992 nei campi di concentramento e 787 a Dachau. In Germania il giovane gesuita Alfred Delp è ucciso perché accusato di complicità nel fallito attentato contro Hitler. Padre Tito Brandsma, carmelitano olandese, beato dal 1985, è deportato e ucciso a Dachau per la sua opposizione al nazismo e per la sua strenua difesa della libertà religiosa. Il francescano polacco Massimilano Kolbe, santo dal 1982, è martire della fede e della carità
C’è (....) secondo https://appuntialessandrini.wordpress.com/2014/01/22/i-sacerdoti-cattolici-nei-lager-nazisti/ << una questione, al di là delle cifre, che potrebbe rendere importante il capitolo dei sacerdoti nei Lager. Nella maggiore parte dei casi la loro deportazione non era collegata a motivazioni di consapevolezza politica; soprattutto i preti italiani deportati non lo furono per una loro scelta antifascista o antitedesca. Più spesso, per non dire quasi sempre, essi si trovarono nei campi o perché, cappellani militari, dopo la sfaldamento dell’esercito (8 settembre 1943), vollero seguire i militari arrestati dalla polizia politica nazista, o perché non vollero abbandonare le popolazioni delle loro parrocchie, sottoposte alla deportazione. >> (... continua nell'articolo sopracitato )

  La stessa   aberrazione  fu Lo sterminio nazista dei Testimoni di Geova  . Infatti     secondo    questo articolo  di G. Di Biasi  preso  da   Triangoloviola

"Lo strazio più grande, in questi cinquant’anni è stato quello di dover subire l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro che, ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio. Come tanti altri sopravvissuti mi ero imposta di non parlare, di soffocare le mie lacrime nello spazio più profondo e nascosto della mia anima, per essere io sola, testimone del mio silenzio; così è stato fino ad oggi!". Con queste parole Elisa Springer, autrice del libro, Il silenzio dei vivi,1interrompe il suo silenzio e ritrova le parole che le sembravano perdute. Ha taciuto per il timore di non essere capita, di non essere creduta e cinquant’anni dopo la sua deportazione ad Auschwitz, proprio suo figlio, vuole capire e sapere di quell’immane tragedia.
"E’ un dovere verso milioni di ebrei, di zingari, di Testimoni di Geova, di omosessuali e di mille fiori violenti, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, capire che tutto ciò che è stato, è storia, e oggi la storia si sta paurosamente ripetendo". Con questa determinazione, Elisa Springer, ha voluto dare voce ad un silenzio, prima che fosse troppo tardi.
I contrassegni dati dai nazisti nei lager. Il triangolo viola identificava i Bibelforscher


A questa voce si è aggiunta negli ultimi anni, anche quella di un altro gruppo dimenticato dalla storia, quello dei Bibelforscher o Studenti Biblici, come erano chiamati in Germania i Testimoni di Geova. Per molti anni si è parlato dell’"Olocausto"come riferimento esclusivo alla terribile sorte del popolo ebreo sotto il regime nazista. Recentemente l’interesse dei ricercatori e degli storici, ha cominciato a includere altre minoranze. Lo storico ecclesiastico protestante tedesco, Detlef Garbe,2 pubblicò per primo, un’opera fondamentale su questo spaccato di storia. In seguito, altri studiosi,3 hanno approfondito le vicende dei Bibelforscher, facendo luce sul buio che avvolgeva questa storia. Perché il silenzio, perché la dimenticanza per molto tempo, di questo gruppo? A questa domanda, ci risponde Mauro Mellini4: "Rimuovendo la loro persecuzione, il loro sterminio, molti, troppi hanno voluto e vogliono rimuovere la loro responsabilità, il loro colpevole silenzio… Dimenticando il sacrificio dei Bibelforscher, molti si aiutano oggi a mimetizzare il loro "fastidio" per il proselitismo dei Testimoni di Geova".

Quindi   , pur  essendo critico sui testimoni geova ( li considero fondamentalisti ) il loro olocausto è particolare perchè tesi non vera ( o dubbia non ho trovato fonti neutrali nè da una nè da l'altra parte ) a questa accusa dell'antisemitismo dei testimoni di Geova (  articolo  con  numerosi  link  e  documenti  i  merito ) 

25.12.16

esistenza di un Dio comune alle tre religioni monoteistiche ? secondo me si perchè ...

..... Quest'anno la festa di Natale coincide con l'Hanukkah ebraica Lo scorso anno era in concomitanza con la nascita del profeta Maometto.


L'immagine può contenere: incendio e sMS 

Secondo me da lassù vogliono comunicarci che, col nostro comportamento, stiamo sbagliando tutto.

25.8.16

Cagliari, prove di integrazioneed coesistenza a Monte Claro: cristiani e musulmani pregano insieme in moschea

Questo post   è una  risposta   a    tutti  quelli che  , vedere  il miei post  sul  burquini  ,  mi dicevano che  perché  ....    ti ostini a difenderli   e  dialogare    con loro  ,    quando   ti daranno una  coltellata    gridando Allah è grande , ecc.  sarà troppo   tardi .  
Io  non sto difendendo   nessuno   ,  qualunque  condanna    verso   i  fondamentalismi   e  pregiudizi da  qualunque  tipo  di religione  \  fede  provenga  . Sono   convinto   che l'unica via contro il terrorismo religioso ,  ma  soprattutto   sottrarre  giovani  non solo islamici  all'indottrinamento  estremista sia  proprio il dialogo   e  il cercare dei tratti in comune  
Infatti ben vengano iniziative  come quelle di luglio  i mussulmani  alla funzione  cattolica  e  ora  i cattolici   che pregano   con i Mussulmani ,  o  il papa  che  visita  una  moschea  o  se mai avverrà in futuro  un iman  in  vaticano   

  da l'unione  sarda del 20\8\2016   per  la gentile concessione dell'autore 

Era scocciato, e non ha fatto niente per nasconderlo. Anzi, la discussione con l’anziano Mohamed è servita solo a richiamare l’attenzione di tutti. E lui, il giovane
arrabbiato, dopo aver fatto notare che in moschea non si entra con le scarpe e che chiunque deve avere lo stesso rispetto per un luogo di culto, alla fine è rimasto
fuori, a pregare sotto il porticato sul tappetino che si era portato da casa.
Un prologo non previsto, e subito superato, in una giornata che è stata di gioia, di pace e di tolleranza. Quella di ieri pomeriggio, appuntamento alle 13.30,
era la prima volta in cui cristiani e musulmani assistevano insieme a una salat al zuhr - la preghiera del mezzogiorno. Addirittura, quella del centro culturale nel
parco di Monteclaro, che ogni settimana si trasforma in moschea per accogliere le migliaia di fedeli della provincia, è stata la prima in assoluto in Italia.


Una sorta di scambio di cortesia dopo l’invito della Chiesa agli imam delle settimane scorse.
L’incontro, voluto e organizzato dalla comunità islamica cagliaritana, si è poi svolta nella più assoluta normalità. Così come voleva il messaggio di apertura e di  confronto tra religioni e culture diverse. Una risposta agli attentati registrati in Europa e, in particolare, all’episodio di Rouen del 26 giugno scorso, quando un sacerdote,padre Jaques Hamel, era stato sgozzato in chiesa da due giovani fanatici auto indottrinatisi su internet quali soldati del califfato dell’Isis.
«Sappiamo quante bugie si dicono in nome del nostro profeta - ha spiegato nella sua introduzione Hicham Mjidila, marocchino, in Italia da sette anni - la cui caratteristica fondamentale era l’onestà. Ed è su questa base che noi condanniamo ogni gesto di violenza perché non ci appartiene ». All’esterno della moschea una distesa di calzature, all’interno i tappeti, dove hanno preso posto un centinaio di fedeli musulmani, davanti a qualche fila di sedie per gli ospiti, tra i quali don Franco Puddu, vicario dell’arcivescovo Arrigo Miglio, e padre Stefano Messina.[  foto a sinistra   ]
Oltre, naturalmente, a una trentina di cattolici, con le donne che hanno dovuto coprirsi il capo .
Nascoste da una tenda, dietro il predicatore, le donne musulmane, anche questo fa parte della tradizione. «Dio non vuole guerra e violenza - ha ammonito Mohamed Mjidila, l’imam arrivato dal Marocco per un periodo di vacanza In Sardegna - perché queste vengono dal cuore dell’uomo non da Dio. Chi mente sulla religione non è corretto». Parole ed enunciati
che hanno trovato d’accordo don Franco: «Non c’è un Dio di odio e di vendetta. Il profeta Isaia immaginava un solo popolo per tutte le genti e il momento in
cui nessuno avrebbe alzato un’arma per rivolgerla contro qualcuno ».
Hassan Laoudini, è stato tra i promotori di un evento finora unico a livello nazionale. «Ma c’è stata la condivisione di tutta la comunità musulmana», precisa: «Mi auguro che questi incontri possano ripetersi con costanza anche in futuro». Il portavoce della comunità Omar Zaher aggiunge: «Dobbiamo lavorare per combattere i pregiudizi che ancora ostacolano i rapporti di comprensione e di fratellanza».
Insomma, il centro di Monteclaro diventerà laboratorio di idee. Qui, ogni mercoledì, i fedeli si riuniscono per la preghiera del mezzogiorno. Il locale è della Provincia ed era stata Angela Quaquero, all’epoca assessore alle Politiche sociali, ad assegnarlo, per un’ora alla settimana e a titolo gratuito, ai musulmani. Da quando gli
enti sovracomunali sono stati cancellati, e anche per esigenze di bilancio, adesso per il centro si paga un affitto da mille euro all’anno. Una cifra pressoché
simbolica che rivela disponibilità. «Questo lo avevamo capito da subito», ammette Hassan. La prima prova di integrazione religiosa sul campo è andata bene. Ne è convinto anche don Franco Puddu: «Ho apprezzato molto l’iniziativa e infatti son qui. La relazione è un dono di Dio, se non riusciamo ad accoglierla come tale è finita. Ma io sono convinto che questo di oggi sia solo il primo incontro di una serie che ci conduca a una unità di intenti nel perseguimento della pace e dell’amore. Ho pregato
con loro per la fratellanza e contro il terrorismo perché è giusto che lo si faccia insieme» A Monteclaro, giovani e meno giovani si infilano di nuovo le scarpe e prima di
incamminarsi salutano con una stretta di mano e un sorriso. Il sole del pomeriggio è caldissimo ma nessuno se ne preoccupa dopo un’ora e mezzo di preghiera. Tutti a casa o al lavoro, il sasso è stato lanciato e adesso occorre che altri lo raccolgano.

                                              Vito  Fiori.


Questo fatto non è altro  che  la continuazione  e l'applicazione   di quanto iniziato  da Giovanni paolo II  ad Assisi  e   continuato  anche   se  in un diverso contesto politico  , ma sempre   di contrasto all'odio  ed  ai pregiudizi   \ preconcetti   verso chi prega  e   crede  in maniera  diversa, della visita   di  Bergoglio  (  Francesco I  )  qualche tempo fa  in una moschea in Turchia


sempre   dallo stesso link

Dio è uno e unico, le religioni sono solo diverse strade X arrivare alla medesima cosa.
Personalmente mi fanno più schifo gli ignoranti che disprezzano il prossimo e gli eventi che dovrebbero ispirare pace e concordia o  quanto meno   una  coesistenza fra  religioni leggete  i  commenti  spesso  a  senso unico ed  ignoranti all'articolo versione web   sulla pagina fb dell 'unione sarda eccone alcuni



Mario Aresu
Ovviamente i musulmani pregano in arabo e non si capisce che minchia dicono.. vanno estinti anche quelli che ci pregano insieme.. per la loro stupidaggine..

Andrea Puddu Che onore, un medievale tra noi.

 
Mario Aresu No no è alla' e che ci rimanga..
Mario Aresu Andrea Puddu..tra noi..non credo proprio..se non ti senti onorato..prega in silenzio i tuoi feticci e non commentare..anzi porgi l'altra guancia che il musulmano evoluto che ti sta a fianco e che prega la tua morte prima o poi te la stacca..in quel momento capirai chi è veramente il medioevale

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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