del richamo vedere articolo sotto non credo che gli ne importi qualcosa , perchè è già successo altre volte , cosi pure della multa . Basta semplicemente rimuoverli tali programmi o integrarli con " paramentri contratri " . Le varie associazioni femministe o per una tv pulita , invece di limitarsi ad protestare contro il gender e menate varie ( gli ultimi ) ed inaugurare panchine rosse o scendere in piazza con le scarpe rosse ( i primi ) lanciassero campagne di boicotaggio e di sciopero \ astensiuone tali programmi , e allora qualcosa inizierà a muoversi sul serio ed i grandi paveri prenderanno la cosa sul serio e non er finita per far vedere che si è interessati al problema per poi calato il silenzio ed passata l'indignazione ad orologeria riprendere come prima se non peggio .
repubblica 27 OTTOBRE 2023AGGIORNATO ALLE 12:37
Giudice di Forum giustifica marito violento, AgCom censura Mediaset: “Così rappresenta donne in modo scorretto” Doppio richiamo del garante per le Comunicazioni a Rti, anche per una puntata di “C’è posta per te”. La commissaria Giomi: misura inadeguata, serviva maggiore severità. L’azienda: sottolineata sempre la gravità di condotte sopraffattorie
di Aldo Fontanarosa
ROMA – Un uomo che non riesce a vedere il figlio per l’ostruzionismo – dice – della ex moglie e che perde il controllo (a Forum). Una donna sposata che tradisce il marito e tenta di recuperare la situazione (a C’è posta per te).
Il racconto di queste due storie procura a RTI – cioè a Mediaset – il formale richiamo del Garante per le Comunicazioni (l’AgCom). Una misura – il richiamo – che Elisa Giomi, uno dei quattro commissari del Garante, bolla come “inadeguata” perché troppo blanda.
Forum sottopone una controversia, in genere di tipo familiare, alla valutazione di un giudice. La puntata sotto accusa racconta di una madre che – per il giudice – “rendeva sempre più difficili gli incontri” tra il padre e il figlio, “con mille pretesti riferibili a inesistenti malattie” del piccolo.
Quando questo padre cerca di vedere il figlio a scuola, la donna si rinchiude in un aula con il ragazzo. E il padre – racconta ancora il giudice – “esasperato si era scagliato con pugni e calci contro quella porta fino all’arrivo delle forze dell’ordine”. Uno scatto d’ira che il giudice considera “comprensibile”.
Su questa parola (“comprensibile") il Garante alza il suo primo cartellino giallo. Le affermazioni del giudice – scrive al riguardo – “veicolano un messaggio distorto” che giustifica “i comportamenti violenti del protagonista maschile della storia” facendo apparire normali modelli di relazione interpersonale “aggressivi e scorretti”.
A C’è posta per te, invece, la donna che ha tradito il marito si racconta così: “Posso dire che avevo un matrimonio felice. Io cercavo di essere perfetta come moglie, mamma e come donna di casa: lavavo, pulivo, stiravo, badavo ai miei figli, li crescevo e facevo trovare tutte le sere un piatto caldo a mio marito”.
"Evidenti stereotipi”
Qui il Garante obietta che la narrazione è “connotata da evidenti stereotipi che possono integrare una forma di discriminazione di genere”. Non solo. La trasmissione punta a convincere il marito tradito a perdonare la moglie.
“Ma nulla viene detto – scrive sempre il Garante – in merito ai comportamenti di lui, connotati da violenza e mancanza di rispetto nei confronti della donna”.
Per tutte queste ragioni, per entrambe le puntate delle due trasmissioni, il Garante richiama Mediaset a una “corretta rappresentazione dell’immagine della donna”. Fin dal 2017, d’altra parte, il Garante stesso ha fissato regole precise in questo delicato ambito sia per i programmi di intrattenimento e sia per l’informazione.
La commissaria Giomi non condivide un “così blando richiamo” a Mediaset che avrebbe meritato – a suo dire – un messaggio ben “più chiaro”.
Spiega Giomi: “Entrambe le trasmissioni giustificano o addirittura empatizzano con gli uomini responsabili di aggressioni e mortificazioni ai danni delle proprie partner che sono inoltre colpevolizzate per i maltrattamenti subiti”.
Le ragioni della difesa
Nella sua difesa, a proposito di C’è posta per te, Mediaset ha sostenuto: “La conduttrice (che è ben lontana da qualsiasi sospetto di misoginia, come dimostrato dalla sua lunga storia professionale) ha adottato un tono pacato”.
Un tono – continua Mediaset – “volto a disinnescare la conflittualità, senza tuttavia indulgere a un qualsiasi atteggiamento apologetico nei confronti di condotte sopraffattorie, la cui gravità al contrario è stata più volte sottolineata nel corso della trasmissione”.
Sulla puntata di Forum, Mediaset ha spiegato, tra le altre cose: “Il dibattito in studio ha avuto ad oggetto principalmente la gestione degli eccessi di rabbia anche nel contesto di situazioni familiari delicate”.
Non a caso, “è stato ospite in studio” un quotato neurochirurgo autore di un libro sul cervello umano, “che ha spiegato l’origine delle emozioni quali la rabbia e la paura”.
E ancora: “La conduttrice ha sottolineato l’importanza di moderare gli sfoghi, nella vita familiare e soprattutto in presenza dei bambini allo scopo di salvaguardare la loro serenità anche nel contesto di situazioni familiari complesse”.