Visualizzazione post con etichetta facebook. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta facebook. Mostra tutti i post

25.12.24

Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini

 Fin ora   credevo che il  trucco cioè il make  up femminile  ( ovviamente  non  sto  vietando  niente  ogni donna   è libera  di  fare  quello che vuole , di usarlo o non usarlo  ) fosse qualcosa   d'inutile visto  che  una  donna non dovrebbe   aver  ha  bisogno   di " sovrastrutture  "  ed  orpelli  per     farsi accettare  da  noi  uomini   . Pensavo  (  ed  in parte lo  pensavo  ancora   )   che  Le  donne   dovrebbero dare  valore  a loro  stesse     per  cio'  che  sono    e  non  per  quello  che    gli altri  vogliono   che siano  . Ma ora   la  risposta    di Beatrice Gherardini (  foto sotto al  centro  del post   )    allora  domanda     che  ci poniamo      tutti\e  ,  sottoscritto   compreso  prendiamo    come  esempio  questi    due   video  : di story impact il primo (  da  cui   ho preso  il  frame   riportato   a  sinistra ) e   di  kikko.co il secondo    , Nell’era dei social media è possibile stare bene con sé stessi, anzi con sé stesse, senza dover piacere per forza agli altri ? Sembra  di   si . 

Infatti   Per il suo nuovo progetto, la make-up artist e life coach da oltre 3 milioni di follower sui social, ha scelto un nome emblematico: “La bellezza inizia nel momento in cui scegli di essere te stessa”, un invito forte all’affermazione di genere, che abbia la donna come inizio e fine del trucco, non come mezzo.  




  da   Adnkronos ( mi pare   di una settimana  fa  )  tramite  msn.it  


“Sono convinta – dice Beatrice – che il make-up non sia semplicemente truccarsi, ma prendersi cura di sé, sperimentare e valorizzarsi, è sentirsi bene con sé stessi e con gli altri. Prendetevi del tempo, abbiate cura di Voi, valorizzate il vostro corpo e nutrite la Vostra anima, in questo il make up può essere un prezioso alleato in grado di farvi sentire bene, affrontando la vita quotidiana con la giusta energia. Ogni donna deve sentirsi libera di esprimere la propria personalità anche attraverso il trucco Quel momento in cui ci trucchiamo è un momento sacro, quasi un rito che deve essere solo per noi, una coccola per sentirci meglio e affrontare la giornata con l’energia giusta”.

Partiamo dal nome del tuo progetto: “La bellezza inizia nel momento in cui scegli di essere te stessa”. Le donne oggi sono davvero libere di essere sé stesse? Quali sono i principali ostacoli alla loro affermazione?

“Credo che, oggi più che mai, ci sia un desiderio crescente di autenticità, ma non sempre questo si traduce in libertà di essere sé stesse. Gli ostacoli principali derivano da pressioni sociali, standard di bellezza irrealistici e un uso distorto dei social media, che spesso spingono le persone a confrontarsi con ideali irraggiungibili. Inoltre, molti vivono con il timore del giudizio, che impedisce di mostrarsi per quello che si è veramente. La chiave per superare questi ostacoli è lavorare sull’accettazione di sé e sull’autostima, cosa che cerco di trasmettere anche attraverso il mio lavoro”.

A 29 anni, Beatrice Gherardini è diventata la beauty star, make-up artist e life coach più seguita su Tik Tok Italia utilizzando il trucco come argomento principale per poi dare spazio a tematiche generazionali e di genere molto avvertite nella società. Un report commissionato da Dove ha rivelato che, in Italia, più di una donna su quattro sarebbe disposta a rinunciare a un anno della propria vita per raggiungere il proprio ideale di bellezza. Il dato potrebbe persino peggiorare con la diffusione dell’Ai: dalla ricerca emerge che una donna su 3 sente il bisogno di cambiare il proprio aspetto fisico dopo essere stata esposta a immagini generate con l’Ai che sono ‘perfette’ ma artificiali.

In questo senso, l’impegno di Beatrice è quello di recuperare il senso della bellezza autentica, dove il make-up diventa una forma comunicativa per esprimere anche i lati meno ‘trendy’ della propria personalità. A volte, il trucco serve anche a lenire le conseguenze fisiche e psicologiche che alcune donne devono affrontare.

Con la tua professione hai ascoltato storie di molte donne, che magari si rivolgono a te per ritrovare nel make-up una valvola di sfogo, un modo di esprimere sé stesse. Qual è stata la storia che ti ha colpito di più?

“Una storia che mi ha colpito molto – ci racconta Beatrice – è quella di una ragazza che soffriva di acne severa e mi ha raccontato come il make-up l’abbia aiutata a ritrovare la fiducia in sé stessaNon lo usava per nascondere, ma per valorizzare ciò che la faceva sentire bella. In generale, ho percepito che molte donne vedono il make-up come uno strumento di empowerment, una piccola ‘armatura’ quotidiana che permette loro di affrontare la giornata con maggiore sicurezza”.

In che modo il make-up può aiutare le donne a ritrovare sé stesse e a sentirsi più sicure?

“Il make-up è una forma di espressione che può aiutare a ritrovare sé stesse perché permette di sperimentare, valorizzare e riscoprire aspetti della propria identità”. Diversi studi corroborano la tesi di Beatrice Gherardini. Secondo una ricerca pubblicata dal Journal of Cosmetic Science, le donne che si truccano tendono a sentirsi più attraenti e sicure di sé in un contesto sociale dove il gender gap è ancora molto forte. Un altro report, pubblicato in Psychology of Women Quarterly, ha evidenziato che il trucco può migliorare l’umore fino a ridurre i sintomi di depressione e ansia.

A prescindere dalla tua mission, credi che le donne si trucchino più per sé o per piacere agli altri?

“Credo che la motivazione dipenda molto dalla persona”, spiega la make-up artist, che aggiunge “alcune si truccano per piacere agli altri, altre per sentirsi bene con sé stesse. Il mio obiettivo è incoraggiare la seconda motivazione, mostrando come il make-up possa essere un atto d’amore verso sé stesse, piuttosto che un obbligo a conformarsi”.

In che modo (e in che direzione) i social hanno cambiato il modo di intendere il make-up?

“I social media hanno reso il make-up più accessibile, trasformandolo in un linguaggio universale e aprendo le porte alla creatività. Tuttavia, hanno anche contribuito alla diffusione di standard irrealistici e di una percezione idealizzata della bellezza. Da un lato, sono uno spazio in cui chiunque può condividere la propria passione e imparare; dall’altro, possono creare ansia da confronto. È importante quindi utilizzare i social come una fonte di ispirazione e non come un metro di paragone”, chiosa Beatrice Gherardini che dal 9 dicembre ha lanciato online il nuovo progetto video ‘Glow up secrets’ parte de “La bellezza inizia nel momento in cui scegli di essere te stessa”.

“L’idea alla base dell’ultimo progetto – spiega – è stata plasmata dalla volontà di rendere l’arte del trucco accessibile a tutte, dai livelli base a quelli più avanzati. Osservando la mancanza di risorse inclusive nel settore, ho deciso di creare un corso adatto a donne di ogni età, offrendo loro un percorso dettagliato che copre le diverse tecniche e prodotti ideali per ogni tipo di pelle”.
L’appello di Beatrice Gherardini

Inteso in questo senso, il make-up serve a mettere in risalto le diversità di ciascuna donna, non a reprimerle. “Non ho mai dato retta all’odio in rete e a chi mi attaccava per la mia pelle e per l’acne, ho imparato l’importanza di amarmi per quello che sono e senza nascondere le mie cicatrici. Sono diventata make up artist e life coach, cercando di superare delle convenzioni limitanti andando oltre il semplice make up e abbracciando un approccio olistico che miri a sottolineare che la bellezza va oltre l’aspetto esteriore, incoraggiando le donne a sentirsi bene sia dentro che fuori”, dice Beatrice Gherardini che conclude con un appello “Ricordiamoci che la vera bellezza comincia sempre nel momento in cui decidiamo di essere noi stesse. Nulla nella vita ci può limitare se non noi stessi. Amatevi per quello che siete e portate con fierezza i segni delle vostre battaglie perché vi hanno reso le persone uniche e magnifiche che siete oggi”.

8.4.24

Giovane mamma uccisa da una brutta malattia: il matrimonio negli ultimi istanti di vita . , vita, forma e sostanza nello sport.., forza del dialogo Gino Cecchettin, la rivelazione: “Con i genitori di Filippo Turetta ci sentiamo per messaggio

  THE  SOCIAL  POST  10/04/2024 11:14 


 Una storia straziante, di amore e dolore, quella che arriva da Macerata. Una giovane mamma si è spenta dopo aver combattuto contro una malattia che non le ha lasciato scampo. E, adesso, una famiglia ed una comunità intera, stanno attraversando un momento di profondo sconforto. Fedez a Belve: “Cosa è successo davvero con Chiara Ferragni” Sabrina Cruciani muore per una bruttissima malattia Sabrina
Cruciani si è spenta a 46 anni all’hospice di San Severino Marche. Mamma e impiegata di banca, da tempo combatteva contro una malattia terribile: lascia il marito Federico Bovetti, la figlia 13enne, la sorella gemella Sonia e le altre due sorelle Patrizia ed Emanuela. Il matrimonio negli ultimi istanti di vita Proprio nei giorni scorsi aveva coronato il suo sogno d’amore: il matrimonio con Federico Bovetti. La scomparsa sconvolge due intere comunità: non solo Castelraimondo, dove la donna viveva ma anche San Severino dove lavorava nella sede locale di Banca Macerata. Il funerale, come rivela il Corriere Adriatico, si svolgerà giovedì, 11 aprile alle 10,30, nella chiesa della Sacra Famiglia. Gaza, il dolore di una madre che ha perso la figlia: “Morta in auto tra i cadaveri, sotto i colpi dei tank israeliani” La morte di Federica Pallosi È il secondo lutto, nel giro di pochi giorni, che colpisce Castelraimondo. Nei giorni scorsi, infatti, la comunità ha vissuto anche la prematura scomparsa di Federica Palossi, spentasi a 53 anni, anche lei all’hospice di San Severino per una malattia.




su fabcebook , ho trovato questa storia e su cosa s'intende per sport quello vero

 



.......



 da  thesocialpost  Pubblicato: 08/04/2024 11:46

Gino Cecchettin, la rivelazione: “Con i genitori di Filippo Turetta ci sentiamo per messaggio” Domenico Camodeca
Gino Cecchettin ospite di Verissimo

Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la ragazza barbaramente uccisa dal suo ex Filippo Turetta, è stato ospite di Silvia Toffanin durante l’ultima puntata di Verissimo. Ed è nel salotto televisivo di Canale 5 che il signor Cecchettin si è lasciato andare ad alcune sorprendenti dichiarazioni sui suoi rapporti con i genitori dell’assassino di sua figlia.
Leggi anche: Gino Cecchettin: “Abbraccerei i genitori di Filippo, hanno tutta la mia comprensione”
“Con i genitori di Filippo inizialmente ci siamo confrontati, siamo andati a cercarli anche insieme per capire se ci fosse qualche posto dove potessero essere andati insieme. – rivela Gino Cecchettin davanti alle telecamere di Verissimo – Oggi ci sentiamo per messaggio, l’ultima volta per gli auguri di Pasqua. Gli sono molto vicino, li esorto a tener duro e a guardare avanti. Anche per loro la vita continua, devono essere forti per l’altro figlio”.
Il video di Gino Cecchettin a Verissimo  ( https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/verissimo/gino-cecchettin-lintervista-integrale_F312803001058C05  )  Poi l’uomo ripercorre il periodo che ha preceduto l’omicidio di sua figlia. “Esortavo Giulia a una chiusura più decisa con Filippo. – ricorda – Ma la sua sindrome da crocerossina glielo ha impedito. Mi diceva sempre: lui sta soffrendo perché io l’ho lasciato.Gino Cecchettin, la rivelazione: “Con i genitori di Filippo Turetta ci sentiamo per messaggioQuando quel sabato Giulia non è tornata a casa speravo in un incidente, capisco che può sembrare un paradosso per un genitore, ma era per me l’unica spiegazione. Del suo rapporto con Filippo chiedevo spesso anche se non volevo invadere la sua privacy, era un adulta, aveva 22 anni”, conclude Gino Cecchettin.


Leggi anche: Gino Cecchettin riceve una telefonata inaspettata: “Un dono di Giulia, sono sicuro


4.1.23

Grazie a Facebook a Sassari, dopo 40 anni 4 fratelli separati per essere addotati si ritrovano e cercano gli altri tre

L'iniziativa   del grippo   fb    ti cerco   permette    a   Figli, fratelli, genitori, ma anche amici, compagni di scuola. persone con le quali si è condiviso qualcosa e che si ha voglia di ritrovare. È un flusso costante di appelli nella pagina Facebook “Ti cerco, appelli di persone che cercano le loro origini e i propri cari”, nata qualche anno per iniziativa di un gruppo di amiche, senza alcun scopo di lucro ma spinte da una grande generosità verso il prossimo. Una iniziativa vincente, perché sta aiutando tantissime persone a ritrovare affetti, a ricostruire le proprie origini e riassaporare la felicità. Chi cerca qualcuno può inviare un appello, spesso accompagnato da fotografie, che viene visionato dalle responsabili della pagina prima di essere pubblicato, così da garantire la tutela della privacy, in maniera particolare quando sono coinvolti minori. La forza della pagina è data dalle condivisioni, che raggiungono ogni parte d’Italia e spesso anche all’estero in una catena di solidarietà commovente che aiuta a ottenere il lieto fine: ritrovarsi, come accaduto alla famiglia protagonista della storia raccontata in questa pagina. Ed  è proprio  questa  pagina  che  ha   permesso  questa    storia   che  alla  chi  l'ha  visto  ho trovato  su  la  nuova  Sardegna   del  4\1\2023  


Separati da bambini si ritrovano dopo 40 anni Tre sorelle e un fratello di nuovo insieme grazie a Facebook Nati a Sassari e dati in adozione, cercano altre tre sorelle  La storia a lieto fine di Stefania, Sonia Katiuscia e Davide in attesa di riabbracciare anche Lucia, Maria e Stella

                         di Silvia  Sanna  


La storia a lieto fine di Stefania, Sonia Katiuscia e Davide in attesa di riabbracciare anche Lucia, Maria e Stella Sassari Si tengono per mano come se fossero ancora bambini, stanno attaccati l’uno all’altra per paura di perdersi, un’altra volta. La vita li ha separati molti anni fa, quando la più grande aveva appena sei anni e le più piccole pochi mesi. E il maschio di casa ancora non era nato: cresciuto da figlio unico, ha riabbracciato tre sorelle e aspetta di conoscere le altre tre che ancora mancano all’appello. È la storia della famiglia Spanu, sette fratelli di cui solo uno, Davide, porta il cognome paterno. Perché è
l’unico a non avere lasciato la casa al centro storico di Sassari per andare in orfanotrofio, in attesa che una nuova famiglia lo adottasse. Questo è stato il destino delle sue sorelle, nate in una famiglia piena di problemi e dove le bocche da sfamare erano troppe. Dopo quasi 40 anni, sorelle e fratello si sono riabbracciati, grazie alla tenacia di due di loro e alla potenza straordinaria di un gruppo Facebook che ricongiunge esistenze e affetti che sembravano perduti. Dice Stefania: « È fantastico vederli, averli intorno, parlarci, scoprire quanto ci assomigliamo e non solo fisicamente. Ora ho di nuovo con me le mie sorelle, mio fratello e anche nipoti, cugini delle mie figlie. Adesso speriamo di ritrovare anche le altre sorelle, è un sogno che si realizza». Nella foto di famiglia nuova di zecca ci sono Stefania Lupinu, Sonia Atzeni, Katiuscia Mele e Davide Spanu, mancano Lucia, che si è già fatta avanti e vive in Lombardia, Maria e Stella , di cui per ora non si hanno notizie. Ma le ricerche continuano Separati da piccoli Primi anni Ottanta, la piccola casa nel cuore di Sassari a pochi metri da Sant’Apollinare è già popolata da alcune bambine. Ci sono Sonia, Lucia, Katiuscia, Stefania, Maria e sta per arrivare anche Stella. «Un giorno sono venuti a prenderci – racconta Stefania, che oggi ha 40 anni – le mie sorelle sono andate in orfanotrofio, io invece ho trascorso un periodo in ospedale perché mia madre, che si chiamava Marinella, ha spiegato che avevo bisogno di cure. E sono stata affidata quasi subito a una nuova famiglia, avevo circa un anno e mezzo. Delle mie sorelle non ho saputo niente sino a poche settimane fa ed ero la sola tra loro a sapere di avere anche un fratello, nato 11 anni dopo di me, l’unico che non è stato allontanato dai nostri genitori naturali». Stefania è stata adottata da Rita e Gavino Lupinu «due persone eccezionali che mi hanno dato un amore immenso. Mio padre è scomparso nel 2010 e ancora faccio fatica ad accettarlo, mia madre ha 92 anni e sta a casa con me». Stefania Lupinu ha sempre saputo di essere stata adottata e quando ha compiuto 18 anni Rita e Gavino le hanno rivelato le sue origini. « Ho iniziato subito le ricerche. Per prima cosa sono andata nella casa al centro storico di Sassari e mi sono presentata a mio fratello, che aveva appena compiuto 8 anni. Poi ho cercato di rintracciare le mie quattro sorelle, ignoravo che ce ne fosse una quinta. Avevo trovato un libretto medico dove erano registrati nomi e date di nascita, purtroppo durante un trasloco l’ho perso e ricordavo soltanto alcuni nomi. Non è stato semplice venirne a capo, ma non mi sono arresa». Le ricerche Stefania si sposa, diventa mamma di due bambine, ha una vita serena. Ma c’è sempre quel chiodo fisso. Nel 2017, ai primi di dicembre, decide di pubblicare un messaggio sul gruppo Facebook “Ti cerco, appelli di persone che cercano le proprie origini e i propri cari: “Mi chiamo Stefania Gesuina Lupinu Spanu..... Sono la più piccola di 4 femminucce nate a distanza di un anno una dall'altra a quanto so. una si chiama Maria.. . poi Stella... katiuscia... e io... vorrei riuscire a trovarle... sapere se stanno bene... se hanno costruito una famiglia felice come la mia...” Non succede nulla sino al 2020, quando Stefania decide di ripubblicare lo stesso appello. Ma la svolta avviene all’inizio di dicembre, quando una delle due sorelle si rivolge allo stesso gruppo Fb: “Mi chiamo Sonia.... sono nata a Sassari... cerco i miei familiari...” Le responsabili del gruppo capiscono che Stefania e Sonia sono sorelle e le mettono in contatto. Ritrovarsi L’abbraccio avviene il 9 dicembre alla stazione di Sassari, dove Stefania va a prendere Sonia, che arriva da Cagliari: qui vive da molti anni, ha un figlio e fa l’insegnante. «Credevamo di commuoverci moltissimo, invece ci siamo messe a ridere, risate di gioia, liberatorie». Pochi giorni ed ecco che è spuntata anche la terza sorella, Katiuscia, che gli ultimi 40 anni li ha trascorsi a Siniscola, fa assistenza agli anziani ed è madre di una ragazza: anche Katiuscia non ha mai smesso di pensare alle sue sorelle ma aveva tanta paura di essere respinta. Stefania presenta a Sonia e Katiuscia Davide, il fratello di cui ignoravano l’esistenza. «È una scoperta continua – raccontano – abbiamo da recuperare un’intera vita vissuta lontani». Ieri la storia dei fratelli ritrovati è approdata in tv, nel salotto della trasmissione Rai “I fatti vostri”. Poco dopo la puntata, durante un pranzo in famiglia in una trattoria romana, è arrivato il messaggio di Lucia: «Vi ho visto, sono io, sto bene, ci vediamo presto». Dopo un’attesa così lunga, l’arrivederci più dolce che c’è.

15.10.22

OLTRE AI PEDOFILI CHE ADESCANO I BAMBINI SUI SOCIAL E SUL CELLULARE WATSAPP E TELEGRAM SI DOVREBBE PUNIRE I GENITORI CHE LASCIANO NEL WEB BAMBINI DI 6-9 ANNI

 DI COSA  STIAMO PARLANDO  

Ragazzini adescati sul web tramite una piattaforma di gioco: 12 perquisizioni e 2 arresti per pedopornografiadi Carlotta Rocci


Le vittime avevano tra i 6 e i 9 anni

  chimatemi pure  fascista , antimodernista  , ecc  ma  non sopporto  i piagnistei ed  l'ipocrisia  . Cazzo non si possono lasciare armi come ormai è diventato il cellulare soprattutto  i social  ed  appp  come  telegram e  watsapp  in mano ad un bambino di quell'età . dovrebbero condannare per abbandono di minore   o  correità   visto  che  molti genitori  mettono le  foto   dei figli o con loro o  da  soli e  chiedono  la pena  di orte  ocastrazione  chimica  per i pedofili  quando sono loro che gli offrono  l'esca  . Oppure  se  fanno dei giochi  mortali   imitando stupdi giochi o stupide sfide   piangono lacrime di coccodrillo .  O   si asciano convincere   a fare  filmati intimi e poi li condividono  con amici  o  li mettono in  rete , si lamentano 




15.9.22

la polizia dello stato italiano dovrebbe garantire la tranquillità il caso Hasib Omerovic di primavalle


 Ceri fatti     sono  impossibili   da commentare   a   freddo e quindi  si commentano a  caldo    . Soprattutto    quango essi sono legati a certe immagini . Davanti a tali fatti  , ovvero l'ennesimo abuso perpetrato ,  ovviamente    senza  generalizzare  perchè all'interno delle  amate  \  odiate     forze  dell'ordine   ci  sono  oltre  i prepotenti   ,  frustrati  , arroganti  , sadici  , ecc   anche     se  nascosti  e  nell'ombra  dell'ubbidir  tacendo 

delle   brave ed  rispettabilissime  persone , da  coloro  che  dovrebbero  tutelarci  e garantire la legalità  .   Come  Giustamente    fa  notare  il gruppo  

Ma che solerzia le FDO! Se le donne vanno in caserma a denunciare - anche più volte - finiscono comunque [ per essere sminuite derise , insultate , le i documenti che portano diffusi in rete o scambiate sui cellulari fra gli stessi che dovrebbero raccogliere la denuncia e tutelarti ] e i disagi aumentano morte ammazzate, però basta un post su un gruppo Facebook di quartiere (forse
“Sei di Primavalle se…” gruppo privato con circa 2400 iscrizioni) per far scattare un controllo preventivo.
Viene il dubbio che la chiacchiera di quartiere che coinvolge una persona ROM, quindi percepita come straniera, venga presa più seriamente di quanto accada appunto alle donne che si presentano in Commissariato magari anche col referto di Pronto Soccorso, così come le denunce per aggressioni a sfondo omofobico non vengono registrate come tali, andando a incidere sul procedimento ma anche sui dati OSCAD. (...)  

Fa comunque acqua da tutte le parti questa versione riportata dalla maggioranza dei quotidiani, tanto da sembrare suggerita dalla Procura. Infatti la stessa procura conferma di non aver dato mandato quindi sarebbe iniziativa del tutto personale dei poliziotti, che più che altro sembrano andati in missione punitiva. Infatti non si capisce perché la Procura non abbia dato regolare mandato se ritiene regolare andare a fare un controllo preventivo, quand’anche in presenza solamente di un post su un gruppo Facebook ( mi pare sei di primavalle se..... ) poi stranamente rimosso, non --- a quanto riporta https://amp.today.it/cronaca/hasib-omerovic-roma-primavalle.html --- dopo la caduta del giovane a luglio, ma solo a fine agosto, quando erano in corso le indagini sul drammatico volo dalla finestra. Qualcuno avvisò dell'inchiesta in corso la donna che aveva scritto il post? Chi?

2.4.22

Due pesi e due misure di Patrizia Cadau

 leggi anche   il precedente  post  
anche il caso della prof di Roma Sabrina Quaresima è patriacato\femminicidio


Tra   gli scritti   più interessanti    che  commentavano   la  vicenda   ( non mi dilungo  perr  ovvi motivi  ma  chi vuole  può   andare  a cercare quello  che   ho  scritto   qui  nel blog  o sul mio facebook )  di Carol  Maltesi ed ora della preside di Roma e   di  come  i  media maistream   e  lo  hanno trattato  ed ancora  continua a  trattarlo  è questo  scritto della  mia  amica  ed  utente   

Due pesi e due misure.
Poche settimane fa, ho seguito con ribrezzo le vicende dell'occupazione studentesca di una scuola superiore del Cosentino a seguito degli abusi perpetrati da un docente a diverse ragazzine.
Il professore di matematica dell'illustre liceo era solito avere condotte abusanti, tanto che a seguito della denuncia di due ragazze, si è aperto il vaso di Pandora con la testimonianza di ex
studentesse che raccontavano le molestie sessuali subite negli anni dal professore quando peraltro erano minorenni. Era stata anche creata una pagina Instagram che radunasse tutte le testimonianze sulle molestie.

Molestie che andavano avanti con la complicità della dirigente scolastica che per salvare il nome della scuola si sarebbe scapicollata in insabbiamenti e intimidazioni.
Per diversi giorni 1400 studenti hanno occupato il liceo a sostegno delle loro compagne, pretendendo giustizia. A tutt'oggi, così risulta dalla cronaca, altre ragazze negli ultimi giorni si sono aggiunte alle prime coraggiosissime che hanno fatto partire le indagini. Per caso avete avuto notizia del nome del professore? Avete visto screenshot di conversazioni segrete? Qualcuno ha crocifisso la dirigente? Qualcuno ha visto nomi e volti dei protagonisti ? Domanda retorica. No, non li avete visti e non li vedrete mai perché delle minorenni che denunciano uno stimato professore di matematica sono solo delle ragazzine mitomani e comunque è normale che un maschio attempato si lasci turbare dalla scompostezza di giovani ragazzine provocanti (non lo so se fossero provocanti, ma è certamente vero che per molti maschi attempati è provocante qualsiasi cosa respiri e abbia meno di trent'anni).Ovviamente di questa storia se n'è parlato pochissimo, l'abbiamo seguita in poche, perché del resto questa è roba normale, è violenza "normalizzata", mica ci scandalizza un uomo che tenta di toccare le tette a un'alunna o pretende uno scatto della studentessa in mutande per approvarle la verifica. Suvvia, è roba che va così dalla notte dei tempi. Sì è dato anche poco peso a quei 1400 studenti che sono scesi a fianco delle loro compagne e che si sono messi contro la dirigente, per dire, per la quale non si è emesso nemmeno un sussurro, come se fosse normale proteggere il nome della scuola e non la dignità anche solo di una studentessa ferita a morte in un luogo in cui dovrebbe essere protetta. Tutto questo pippone, insomma, per arrivare invece alla Dirigente di non so dove, che forse avrebbe avuto una relazione con uno studente maggiorenne, pronto immediatamente a sacrificarla sull'altare della gogna e sulla quale tutti da giorni buttano merda come se fosse una criminale. Una donna, che essendo tale non ha difesa ne attenuanti, non ha diritto nemmeno alla presunzione d'innocenza pur essendo innocente, perché non ha commesso reato. Eppure la sua faccia è dappertutto, e per questo nessuno s'indigna. Questo si chiama patriarcato. E i modi che trova per lapidare le donne si modificano nella forma ma non nella sostanza.
Nei secoli dei secoli

Nient' altro d'aggiungere

19.4.21

basta un non niente per incappare nella dittatura del politicamente corretto . esperienza personale sui social

 recentemente   ho condiviso  su  il mio facebook   questo Meme  



ho ricevuto accuse di sessismo . ecco alcuni commenti  : << ***** . Divertente . Ma è uno stereotipo discriminatorio nei confronti di belle donne che hanno fatto successo mostrandosi. Ci vuole cervello anche per fare questo. ; ***** Discorso lungo ... comunque a parte poi conoscerle personalmente, quello che propongono non mi piace ... belle sì, ma belle sí può essere senza perpetuare questo stereotipo ... ; *****  Sono davvero in tanti anche gli uomini in tv con cervello poco interessante eppure nessuno si chiede mai dove sia. ;  *****  brava  **** negli uomini invece troviamo narcisismo bullismo belloccio e muscoli che non servono a molto anche nel lato sessuale >>
È  vero   che  potrebbe   sembrare   (   anzi meglio  è  )  uno stereotipo  sessista  , ma chi mi segue  o legge  in miei  post  anche  occasionalmente sa  o dovrebbe  sapere  che  non lo sono   e  quindi  non vedo   motivo di specificarlo  in  quanto  condivido certi post diversi dal mio  modo  di pensare   e   spesso contrastanti   lo faccio volutamente per indurre ad un eventuale dibattito fra noi. 
Infatti hanno Tanto cervello: perchè hanno e capiscono che i beceri e gli ignoranti ( ma non solo perchè pur di distrarci dalle bruttezze quotidiane ormai siamo succubi ed abbiamo paura di fare figuracce o rimanere in silenzio se in una discussione si parla  e tu  non sai  chi sono     di tali personaggi Maschili o femminili del nostro trash  )  sono tanti e quindi si sono adattate. Guardate i geni (come i Guzzanti che io adoro) siano relegati ai margini dello spettacolo rispetto a costoro e chiedetevi ancora se siano decerebrate loro o chi le segue.
 come ho risposto ai commenti ( compresi quelli sopra riportati ) la stessa battuta la farei anche a uomini idioti perchè ce n'è che fanno trash. Ha ragione una mio amica facebookiana che ha scritto : << Purtroppo il cervello ben difficilmente è utile per fare soldi a palate, come fanno queste signore. Che magari il cervello lo hanno, e anche buono. Ma recitare la parte dell'oca è sicuramente più redditizio >> finché, aggiungo io , c'è gente che segue questo tipo di offerta televisiva o legge tali giornalacci che ormai non usano più , metaforicamente parlando, neppure per avvolgere il pesce .
Quindi   per  concludere  se qualcuno\a  ha  una  vignetta  \  Meme  con protagonisti  maschili   simile  ( ma   anche  diverso   )   a quello   che  ho   condiviso    su  fb  e  riportato qui     sarei ben lieto     di  pubblicarlo  . Potete  metterlo anche  nei commenti ,  la mia  bacheca  è  aperta a tutti\e , del post   in questione   (  che  trovate  qui  https://bit.ly/3eguava ) .  con     questo  è  tutto alla prossima  

10.3.19

smontiamo una news errata non era un insegnate che aspetta un bambino da un 14 enne ma un infermiera che aiutava il ragazzo in inglese

smontiamo una notizia errata .Ed   Aggiungiamo ulteriori chiarimenti al mio precedente post \ commento https://bit.ly/2TAppnX   la  vicenda  già   di  per se  squallida per la troppa differenza d'età quasi 30 ., sia perchè il ragazzo non era consenziente , ma era indotto a fare sesso . e quindi c'è a differenza di quello che dicevo precedentemente  su  fb  (   trovate  nelle righe  precedenti  l'url  )  c'è   un reato ed un abuso un caso di pedofilia al femminile oltre  una  errore      una non  verifica    o  fake  news  come  si direbbe    rispetto   ala  notizia  riportata  da  tutti i media    e siti internet  .

ecco  come  sarebbero  verosimilmente   i  fatti  

da  https://www.tecnicadellascuola.it/

Non era una prof, ma un’infermiera che aiutava il ragazzo in inglese

 



“La signora non lavora a scuola, ha 35 anni, è sposata e ha un altro figlio di 7, di professione fa l’infermiera”, lo precisa Il Corriere della Sera, che però conosce bene le lingue straniere e per questo un anno e mezzo fa aveva iniziato a fare delle ripetizioni d’inglese al ragazzino oggi quattordicenne, a cui poi avrebbe rivelato di aver avuto il figlio da lui”.Vicenda squallida
Dunque si chiarisce una vicenda “squallida” nella quale sono state coinvolte due famiglie travolte, come spiega l’avvocato della donna, da un tormento morboso manifestato attraverso un diluvio di foto e di messaggini dal contenuto a quanto pare inequivocabile, spediti dall'infermiera.
Infermiera con conoscenze di inglese
Si parla infatti di «escamotage» continui con i quali la signora tentava di tenere legato a sé l’adolescente, sempre più provato dall'insistenza della sua insegnante che poi era infermiera con qualche conoscenza di inglese. 
«Chiaramente la donna era innamorata del ragazzino».

E  qui   Nessuna prof coinvolta . Lasciamo questa storia, ripresa  << solo per precisare che nessun personale della scuola, nessuna insegnante >>  come   afferma il  sito  <<  era coinvolta, così come tutte le agenzie invece l’avevano  erroneamente  passata  >>

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...