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26.8.23

La storia di Samantha Smith, la bambina americana uccisa dalla Cia per aver osato dimostrare che i Russi erano “proprio come noi”

 in sottofondo

concerto per viola Remembering Childil del compositore danese Per Nørgård a  lei dedicato  . 

per   chi  vuole  aprofondire  Samantha Smith - Wikipedia

 da https://www.dcnews.it/ AGOSTO 26, 2023


SI CHIAMAVA SAMANTHA SMITH
(La triste storia della bambina americana di dieci anni che avrebbe potuto capovolgere gli stereotipi riguardo all’URSS.) Samantha Smith era nata il 29 Giugno 1972 a Houlton, nello Stato del Maine, ed era ancora una bambina ai tempi dell’intervento Sovietico in Afghanistan.Intervento legittimo, finalizzato a sostenere il Governo Laico e Socialista di quel
Paese dall’aggressione dei sanguinari Mujaheddin finanziati dall’Occidente, ma che nell’Occidente stesso fu spudoratamente dipinto come un’invasione da parte Sovietica.(Ancora adesso in giro in Occidente ci sono tanti creduloni, con il cervello all’ammasso del mainstream, che accettano la tesi dell’invasione Sovietica, e neanche il confronto tra le fotografie di come vivevano le donne Afghane allora e come “vivono” adesso li aiuterà mai a chiarirsi le idee.) 
Samantha era una bambina sveglia, che seguiva la politica internazionale, nonostante la giovane età, e fu molto colpita dalle immagini che arrivavano dall’Afghanistan. Così nel 1982, a dieci anni, decise di scrivere una lettera all’allora segretario generale del Partito Comunista Sovietico, Jurij Andropov, chiedendogli di evitare la guerra.La lettera fu pubblicata sulla Pravda (la terribile Pravda … i giornali Americani avrebbero mai pubblicato una lettera del genere scritta da una bambina Russa? O meglio, la hanno mai pubblicata?) Una settimana dopo l’Ambasciata Sovietica negli Stati Uniti telefonò a casa di Samantha dicendo che Andropov aveva risposto. Pochi giorni dopo arrivò a Samantha una lettera scritta in russo, accompagnata da una traduzione in inglese e da un invito alla bambina e alla sua famiglia a passare un periodo di ferie nell’URSS.La vicenda ottenne grande attenzione dai media, venne raccontata dai giornali e Samantha fu intervistata da diverse televisioni Americane.Il 7 luglio del 1983, Samantha partì per l’Unione Sovietica con i suoi genitori e ci restò per due settimane, ospite di Andropov, seguita da giornalisti e fotografi. Visitò Mosca, Leningrado e trascorse del tempo ad Artek, campeggio estivo in Crimea.Ad Artek decise di rimanere insieme ai bambini Sovietici piuttosto che prendere un alloggio separato che le era stato offerto. Per facilitarne la comunicazione vennero scelti insegnanti e bambini in grado di parlare fluentemente l’inglese, che vivessero nella stessa costruzione in cui lei alloggiava. Rimanendo in un dormitorio con altre nove ragazze, Samantha passò il suo tempo nuotando, parlando, e apprendendo canzoni e danze Russe. Samantha Smith acquistò un’ampia fama tra i cittadini Sovietici e fu molto ben voluta da molti di loro.Parlando a una conferenza stampa a Mosca, dichiarò che i Russi erano “proprio come noi”. Anni dopo, per raccontare il suo viaggio, scrisse un libro intitolato “Journey to the Soviet Union”.Quando tornò negli Stati Uniti, il 22 luglio, Samantha Smith era molto popolare: fu accolta e celebrata come “la più giovane ambasciatrice d’America”.L’anno dopo fu invitata in Giappone e parlò al Simposio Internazionale della Gioventù, proponendo che i leader Sovietici e Americani si scambiassero le figlie per due settimane all’anno spiegando che un presidente “non avrebbe mai voluto inviare una bomba a un paese in cui è in visita la propria figlia”.Il successo di Samantha, mentre fu assoluto in Unione Sovietica (e anche in Giappone), lo fu molto meno nella sua Patria natale, negli USA. Dopo una fase iniziale di interesse, le autorità iniziarono ad ignorare sistematicamente le iniziative della intraprendente ragazzina.Avere tra i piedi una vera e propria “ambasciatrice” della fratellanza con il Popolo Sovietico che ripeteva in ogni occasione che “I Sovietici cono come noi” smontava tutta la poderosa macchina di propaganda Americana, tesa a dipingere il “Compagno Ivan” come un essere inumano, antropologicamente crudele, dedito alle peggiori efferatezze (vedere la vastissima produzione spazzatura di Hollywood, con il Russo immancabilmente nel ruolo del cattivo.)Mentre presso la popolazione Americana Samantha rimase popolarissima fino alla fine, da parte delle autorità calò su di lei una sinistra coltre di gelo (Altro che Greta eh …)Il 25 Agosto di quello stesso anno un aereo su cui viaggiava Samantha Smith mancò la pista dell’aeroporto regionale Lewiston-Auburn nel Maine e si schiantò. Non sopravvisse nessuno: morirono due membri dell’equipaggio e sei passeggeri, tra i quali Samantha e suo padre.Sulla causa dell’incidente in molti sospettarono subito la CIA.Fu aperta un’inchiesta e il rapporto ufficiale venne reso pubblico: “l’angolazione di volo relativamente ripida dell’aereo, l’altitudine e la velocità al momento dell’impatto, hanno precluso agli occupanti dell’aereo la possibilità di sopravvivere all’incidente”.Al funerale, che si svolse ad Augusta partecipò un rappresentante dell’ambasciata sovietica a Washington, che lesse un messaggio personale di condoglianze da parte di Mikhail Gorbaciov in cui si parlava di Samantha come di un “simbolo di pace e amicizia fra i due popoli”: l’URSS quell’anno le dedicò anche un francobollo commemorativo.Alla cerimonia non partecipò invece alcun rappresentante del governo statunitense: l’attività di promozione della pace di Samantha e la sua vicinanza ai Sovietici furono anzi molto criticate dai conservatori Americani e dagli anticomunisti, che la accusavano di propaganda.Come è morta veramente Samantha Smith? Non lo sapremo mai. Ciascuno tragga le conclusioni che vuole. Io le mie le ho e tutto mi sembra fin troppo chiaro, anche alla luce di tante tragedie analoghe che da sempre accadono nel “democratico” Occidente a chi osa sfidare (anche inconsciamente e in buona fede, come nel caso della povera Samantha) il potere costituito.Quello che sappiamo è che in Russia è ricordata con affetto ancora oggi, e molte scuole e campi estivi le sono ancora dedicati. Negli USA, liquidata la pericolosa seccatrice, la sua memoria è finita subito nel dimenticatoio.Samantha Smith era una ragazzina che sognava un Mondo migliore. Ma visse, e morì, in un Mondo nel quale non c’era spazio per i sogni e, tanto meno, per i sognatori.

13.11.21

sensi di colpa e solidarietà -aiuto non pelosa

nel corso della  mia  vita  , fin qui  trascorsa  ,  da  solo     e  nelle  sedute   di psico analisi   ho appreso che il senso di colpa  ed la paura   fanno danno  e  tarponano le  ali  se  non affrontati e  trasformati  \ incanalati nella  giusta maniera  . Infatti , ed  è proprio questo il caso , posso anche  se   affrontati   salvare  le  vite  .

da  https://storiedeglialtri.it/storie/

“Ancora mi capita di non riuscire a dormire per la paura. Mio figlio ora è qui, non so se per fortuna, se qualcuno da lassù ci ha aiutati o semplicemente perché ha funzionato la manovra, so solo che è importante fare il corso di primo soccorso”.


 Lei è Naomi. Ha 25 anni. Vive a Roma. È fidanzata con Daniele, hanno due figli. Giuliano ha 5 anni, Aureliano ha spento da poco due candeline. È marzo, una sera come tante. Naomi è sola davanti al computer, d’improvviso sente la voce del suo compagno. È nella stanza accanto, ripete il nome del figlio, Aureliano. Il tono è preoccupato. Naomi corre, guarda il bambino, respira in modo insolito. Che cosa è successo? Che ha fatto? Il compagno non riesce a capacitarsi. Intanto il bambino

peggiora, le labbra sono socchiuse, boccheggia. Naomi ha un lampo. Ha ingoiato qualcosa! Daniele comincia a urlare. Che facciamo? Naomi prende il figlio, agisce d’istinto, gli infila due dita in gola. Daniele la blocca. Tesoro, tempo fa non avevi imparato le manovre di primo soccorso? Naomi ha gli occhi sbarrati, il cuore in gola. Sono passati tanti anni. Tenta di ricordare. Zero, la sua testa è vuota, annebbiata. Intanto le labbra di suo figlio diventano viola, gli occhietti rotolano all’indietro, si chiudono. Naomi è disparata, si conficca le unghie nel viso. Non è possibile, stiamo perdendo! Sbrigati chiama i soccorsi! Daniele afferra il telefono, ma è nel panico, non ricorda il numero. L’ambulanza sta arrivando, il figlio è diventato bianco come un lenzuolo. Naomi è fuori di sé. Apre la porta di casa, grida, chiede aiuto, intanto spinge con le mani sulla schiena di Aureliano. Erano questi i gesti? Ti prego, fa che siano questi. Non può essere, il suo bambino le sta morendo tra le braccia. D’improvviso sente un colpetto di tosse, sotto i suoi piedi rotola una pallina di legno. In quel momento arriva l’ambulanza. Visitano il piccolo. Sta bene. Naomi e Daniele lo stringono tra le braccia, piangono. È tutto finito. La paura e il senso di colpa li tengono svegli ancora oggi. Si sono iscritti entrambi al corso di primo soccorso. Naomi credeva che certe cose capitassero solo agli altri. Non è così. Sono stati fortunati.


stavo  per  premere  pubblica    quando mi arrivata  la  notifica    di  un aggiornamento  del sito     in questione  ed  ho letto    quest' altra  storia  


Grazie al suo intervento, molto migranti e rifugiati hanno ottenuto un permesso di soggiorno e trovato lavoro. Di recente Daniel ha abbandonato il ruolo di sacerdote, ma continua a vivere in chiesa in mezzo alle persone a cui offre rifugio.

Lui è Daniel. Nasce nel villaggio di Flanders, in Belgio, nel 1944. In famiglia sono in dodici, il padre fa i salti mortali per portare il pane in tavola. Daniel ha 10 anni. Sta giocando nella sua stanza. Bussano alla porta di casa. Si sentono delle urla, poi un pianto disperato. È sua mamma. Daniel corre. Che succede? Suo padre è morto, ha avuto un incidente. Daniel punta subito verso il suo letto, vuole andare a nascondersi sotto le coperte. Non può. Un fratellino si lamenta nella culla, un altro lo chiama per giocare. Ora bisogna pensare a loro. Daniel ingoia lacrime amare, e si rimbocca le maniche. Fa il garzone, il portalettere, aiuta le donne del villaggio a lavare e stendere i panni. Guadagna pochi spiccioli, ma
l’alternativa è la fame. Ogni notte la mamma gli rimbocca le coperte e gli dà un bel bacio. Amore mio, siamo poveri, ma ricordati che una casa grande non vale quanto un cuore grande. Passano gli anni. Daniel riesce anche a studiare, prende la laurea, si trasferisce a Bruxelles e diventa professore di Filosofia. Gli piace stare con i ragazzi, ma gli manca qualcosa. Entra in seminario, dirige la Caritas, non gli piace stare dietro una scrivania. Si fa assegnare una parrocchia e diventa il pastore di una piccola comunità. Daniel si prodiga, è apprezzato, ma è sempre inquieto, non trova pace. Una sera entra in chiesa e per poco non gli prende un colpo. Le navate sono state letteralmente invase da famiglie intere. 


Donne, uomini, bambini sono stesi per terra, sul pavimento. Daniel acchiappa il diacono e chiede subito una spiegazione. Cosa sta succedendo, che cos’è questo casino? Il ragazzo balbetta. Sono senzatetto, migranti, non sanno dove andare, ho provato a cacciarli. Daniel cammina su e giù, poi si siede a terra, parla, ascolta, osserva. Il suo cuore si riempie di gioia. Distribuisce coperte, vestiti, cibo, non nega un aiuto a nessuno. Restate, questa è casa vostra. Oggi Daniel ha 77 anni, la sua chiesa non è una casa abbastanza grande, ma ha un cuore grande.






4.6.21

"Finalmente ho una casa con Camilla, la ragazza che amo". Lieto fine nella storia di Malika, la ragazza cacciata dai genitori perché lesbica e Picchia la moglie per una lite sulla spesa: i figli di 4 e 7 anni la convincono a denunciare il “papà cattivo”


 di cosa  stiamo parlando  



Cacciata di casa il 4 gennaio 2021 per aver confidato ai suoi genitori di amare una ragazza, Malika Chalhy si è rivolta a Fanpage.it per denunciare l'ingiustizia subita. Dopo il nostro servizio, in cui abbiamo pubblicato in esclusiva i messaggi audio contenenti insulti e minacce di morte da parte della madre, la 22enne di Castelfiorentino ha ricevuto il supporto di migliaia di persone, con una raccolta fondi che ha superato i 130mila euro. Grazie alla somma ricevuta, Malika ha potuto così affittare una casa a Milano dove attualmente vive con la fidanzata Camilla e con Frenk, un cucciolo di bulldog francese.

  da   https://www.fanpage.it/  3 GIUGNO 2021  10:45 di Maria Elena Gottarelli 


“Per me è come rinascere”: sono le parole di Malika Chalhy, cacciata dai genitori per aver dichiarato la sua omosessualità, a due mesi dall’uscita del nostro servizio. Grazie alla raccolta fondi organizzata in suo sostegno, la 22enne di Castelfiorentino ha potuto affittare un appartamento a Milano, dove ora vive insieme alla fidanzata, Camilla, e al loro cucciolo di bulldog francese, Frenk. Malika e Camilla ci hanno aperto le porte di casa loro e ci hanno parlato della loro nuova vita insieme.    Amo ogni angolo di questa casa, che non è certo un attico o una reggia… Ma per me, è enorme!". Così Malika Chalhy, la ventiduenne di Castelfiorentino cacciata di casa lo scorso gennaio dai genitori per aver dichiarato di essere omosessuale, oggi ai microfoni di Fanpage.

 


                       in foto: Malika Chalhy e la fidanzata Camilla, Milano, giugno 2021

"Amo ogni angolo di questa casa, che non è certo un attico o una reggia… Ma per me, è enorme!". Così Malika Chalhy, la ventiduenne di Castelfiorentino cacciata di casa lo scorso gennaio dai genitori per aver dichiarato di essere omosessuale, oggi ai microfoni di Fanpage. La nuova vita di Malika inizia a Milano, dove si è trasferita da poco insieme alla fidanzata Camilla e al cucciolo di bulldog francese, Frenk. "La famiglia che mi sono scelta", dice Malika senza esitazioni, a tavola.


                       in foto: Frenk, il cane di Malika e Camilla

"Io e Camilla siamo finalmente libere di amarci"

La casa, presa in affitto grazie alla raccolta fondi aperta a gennaio dalla cugina di Malika, è luminosa, con un ampio terrazzo che è già stato abbellito con dei fiori. Mentre parla della sua nuova vita con Camilla, la giovane non riesce a smettere di sorridere: "Qui a Milano io e Camilla possiamo finalmente amarci liberamente". La giovane coppia si è conosciuta nell'estate del 2020. E' stata proprio Camilla a far scoprire a Malika la sua omosessualità: "All'inizio non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, cosa provavo quando la vedevo. Poi però mi è stato chiaro: mi ero innamorata". "Il 27 agosto ci siamo messe insieme e non ci siamo più staccate un attimo", continua. Mano nella mano, le due raccontano i giorni difficili del coming out di Malika. "In quel periodo non facevo che rassicurare Malika, le dicevo di stare tranquilla, che i genitori l'avrebbero presa bene, probabilmente molto meglio di quanto si aspettasse. Mi sbagliavo", racconta la fidanzata 25enne.E' stata proprio lei, Camilla, ad aver ascoltato per prima i messaggi vocali pieni di odio inviati dalla mamma di Malika dopo il coming out, molti dei quali contenevano insulti e minacce di morte dirette a lei. "All'inizio mi sono sentita male, ovviamente, anche perché quelle parole provenivano da una persona della stessa età di mia madre, che avrebbe potuto essere la mia. Poi però ho capito che quella donna non sapeva niente di me, di chi ero, né di quello che potevo dare a Malika", continua Camilla.

"Le dicevo: ‘Lasciami non posso darti la vita che meriti'. Per fortuna non lo ha fatto"

Durante il racconto di quei giorni, in cui le due non smettono mai di tenersi per mano, Malika si commuove. "Camilla c'è sempre stata, anche quando le dicevo di lasciarmi perché non avrei potuto darle la vita che si meritava. Mi è sempre rimasta vicino, anche la sera in cui avevo deciso di farla finita e venne a prendermi sull'argine di un fiume". Mentre ricorda quella notte, che era la prima, quella del 4 gennaio, quella in cui era stata cacciata di casa senza vestiti e senza soldi, Malika non trattiene le lacrime. "Tornate a casa di Camilla, lei ha avuto un mancamento. Poi ci siamo sdraiate sul letto insieme al cane, Peppi, entrambe con le mani sulla sua zampa, e Cami mi ha detto: ‘Non sei sola, ci siamo io e Peppi, siamo tutto'. E mi sono sentita meglio". "Paradossalmente, quella è stata al tempo stesso la notte più brutta e la più bella, quella in cui ho rischiato la vita ma anche quella in cui sono stata salvata"."Non potevo fare a meno di sentirmi in colpa – confida Camilla – perché mi sembrava in qualche modo di averle rovinato la vita. Che se non fosse stato per me, per il fatto che si era innamorata di me, non sarebbe stata cacciata di casa". Sia Malika che Camilla si sono reciprocamente sentite in colpa, vittime della paura di fare involontariamente del male all'altra. "Ma per fortuna non mi hai ascoltata quando ti ho detto di lasciarmi", dice Malika con gli occhi ancora lucidi, ma sorridente, abbracciando con lo sguardo la loro nuova casa. Intanto, Frenk sonnecchia nella sua cuccia.


Genitori di Malika: aperta un'inchiesta

Per quanto riguardo riguarda la vita di Malika, attualmente si sta impegnando attivamente nella lotta per i diritti delle persone LGBTQ+ e per l'approvazione del ddl Zan. Mentre Camilla termina gli studi in Economia e si prepara ad affrontare il primo stage, Malika riflette sul suo futuro lavorativo: "Voglio iniziare a lavorare, fare qualcosa di attinente a quello che ho studiato. Per adesso, sono felice anche solo di sapere di avere questa possibilità". Quanto ai genitori, Malika dice di non averli più sentiti. Dopo il nostro servizio del 9 aprile, la Procura di Firenze ha aperto un'inchiesta e i genitori di Malika dovranno rispondere di violenza privata.


 

                       Maria Elena Gottarelli



proprio  mentre  finivo di copiare  questa  storia    mi  è arrivata      via messanger  questa  qua    da  https://www.thesocialpost.it/  del   4.6.2021

Picchia la moglie per una lite sulla spesa: i figli di 4 e 7 anni la convincono a denunciare il “papà cattivo”



04 giugno 2021 15:35
Agg: 04 Giugno 2021 16:26
Cristiano Bolla
Cronaca Italia








Un 33enne di Foggia è stato arrestato dopo una denuncia per maltrattamenti in famiglia. Le vessazioni nei confronti della moglie, pare, sarebbero andate avanti per anni, ma sabato scorso è caduta la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. A risultare decisivi, secondo quanto viene riportato, sarebbero stati i figli della coppia.
Non era la prima volta, ma si spera possa essere l’ultima: dopo 7 anni di presunti maltrattamenti e pestaggi, una giovane donna e madre ha denunciato il marito di 33 anni. Le fonti riportano che tutto è scattato sabato 29 maggio: tra i due sarebbe scattata una lite riguardante la spesa, sembra infatti che la donna avesse annunciato che stava andando a farla assieme alla madre e ai figli.
Questo avrebbe fatto scatenare per qualche motivo l’ira del 33enne, che le avrebbe sferrato un pugno in faccia.
La donna, si apprende, ha riportato una lesione al labbro superiore, forse l’ultima di una serie subita nel corso degli anni di questa relazione descritta come molto violenta. Questa volta, però, ha deciso di dire basta ed ha trovato il coraggio di denunciare il marito, anche grazie al sostegno dei figli.
Foggia, 33enne picchia la moglie: i figli spingono per la denuncia È questo il lato particolarmente emozionante della triste vicenda di Foggia. Le fonti riportano infatti che a infondere coraggio e spingere la madre a denunciare il marito sarebbero stati i figli, di 4 e 7 anni. Il maggiore soprattutto avrebbe provato a difendere la madre dall’ennesima aggressione, per poi incitarla a denunciarla. I due, secondo quanto viene riferito, avrebbero detto una frase come: “Denuncialo, papà fa il cattivo“. A quel punto, la donna si è presentata dai Carabinieri del Comando Stazione di Foggia-Porta San Severo per denunciare il 33enne, poi arrestato su mandato del Gip per maltrattamenti in famiglia.
Ricordiamo che in Italia è attivo il numero 1522, un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. È gratuito, attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. La chiamata è gratuita anche da cellulare o si può parlare direttamente con qualcuno tramite il sito.

23.1.20

Anna Pelamatti, ex docente universitaria di Psicologia a Trieste, ora a Salute mentale per l’infanzia di Duhok cura i traumi dei bambini dell’Isis : “ Li aiuto a uscire dal buio”:

Cercando , non ricordo cosa sono capitato su questa canzone del mio passato 


In effetti riascoltandola come sottofondo alla lettura della storia che trovate sotto , mi sono reso conto che : << ...Solo mettendosi in gioco per migliorare un poco la vita si riuscirà a “sconfiggere” la morte". Viva la vida, muera la muerte! è la frase con cui i rappresentanti delle comunità zapatiste del Chiapas chiudono i loro discorsi di benvenuto agli ospiti che considerano loro amici. da La Grande Famiglia >> ed ciò che fanno certe persone come quella di cui riporto la storia

Leggi anche  

Repubblica  21\1\20120
                           dal nostro inviato FABIO TONACCI


L’italiana che cura i traumi dei bambini dell’Isis: “Li aiuto a uscire dal buio”
Anna Pelamatti, ex docente universitaria di Psicologia a Trieste, ora lavora nel centro di Salute mentale per l’infanzia di Duhok: uno dei pochi presidi in Medio Oriente, venti campi assistiti, con un progetto sulla salute mentale per bambini e adolescenti affetti da sindrome post-traumatica da stress. 
DUHOK - Li vedi cercare un equilibrio precario su una tavoletta di legno nelle stanze colorate del centro di Salute Mentale di Duhok, e ti viene naturale pensare che stiano giocando. Invece stanno provando a sentire di nuovo il proprio corpo, irrigidito dalle morti, dalle bombe, dall'Isis. Dalla paura che ancora li possiede e li costringe a farsi la pipì addosso quando i rumori attorno assomigliano al fucile che spara. Dalla diffidenza, che li sprofonda in un angolo della tenda, nel silenzio. Bambini che sopravvivono nei campi profughi, bambini figli di uno stupro, bambini che l'Isis aveva addestrato a fare il soldato, bambini cui hanno rubato l'infanzia. La guerra li ha talmente violati che non lo sanno più dire ciò che provano. Lo disegnano, al massimo. Una casa in fiamme, un cuore spezzato, un viso rigato dalle lacrime. Emozioni minime eppure enormi. "Ma un poco alla volta li tireremo fuori dal buio", dice la psicologa Anna Pelamatti, che vive nel Kurdistan iracheno in missione per Aispo, l'ong legata all'ospedale San Raffaele di Milano, specializzata in interventi di cooperazione sanitaria e presente in Iraq dal 2013.
Anna Pelamatti è una di quelle persone che ti fanno pensare che, in fondo, la speranza è più potente dei missili. Sessantasei anni, ex docente di psicologia, per dieci anni direttrice della Scuola di specializzazione in neuropsicologia clinica a Trieste. Poteva godersi la pensione, invece è qui nel centro medico di Duhok, in una terra martoriata dai conflitti: venti campi assistiti, migliaia di casi trattati, in sostanza uno dei rari progetti sulla salute mentale di bambini e adolescenti dell'intero Medio Oriente.

Anna, come è nata la sua scelta?
"Sono andata in pensione nel 2016, a 63 anni. Potevo rimanere fino a 70 anni in quanto professore ordinario, ma ho voluto dare spazio ai giovani. Due anni dopo mi contatta un amico che lavora a Duhok per Aispo. Mi dice che il Direttorato della Salute locale ha bisogno di aiuto perché la situazione era disperata. Nei campi profughi c'erano adolescenti che si davano fuoco".

Non venivano curati?
"Qui non esiste la neuropsichiatria infantile e nemmeno una seria formazione in psicologia"

Perché ha contattato lei?
"I servizi sanitari a Trieste sono di tradizione basagliana. Per la diagnosi e il trattamento usiamo il modello bio-psico-sociale che integra i fattori biologici, sociali e relazionali col contesto famigliare. Lavoriamo con gli amici e la famiglia del paziente, in altre parole. In Kurdistan questo è fondamentale, perché lo stigma è ancora forte..."

Lo stigma?
"Sebbene i curdi siano laici, democratici e attenti alla parità di genere, rifiutano la malattia psicologica. Se ne vergognano, un po' come in Italia 50 anni fa. Preferiscono rivolgersi all'autorità religiosa piuttosto che a psicologi e psichiatri"

Quando è arrivata a Duhok?
"Nel febbraio del 2018 per una prima valutazione di 15 giorni. Mi sono accorta che i bambini del Centro risultavano essere soprattutto autistici o con ritardi mentali, ma solo perché gli strumenti diagnostici erano tarati sull'Occidente. Era necessario un lavoro di adattamento culturale dei test e dei questionari con cui si misurano il quoziente intellettivo, il disagio sociale, i comportamenti a rischio. Ero convinta di poter davvero aiutare questo gruppo di dottori curdi e allora mi sono trasferita".

Si immaginava così la pensione?
"Avevo deciso di continuare a insegnare gratuitamente al dipartimento di Trieste, però il progetto curdo mi ha conquistato. Sto bene e vivo bene".

Quanto tempo passa qui?
"Otto mesi nel 2019. L'appartamento dove stiamo è in un palazzo orribile, ma per lo meno c'è l'elettricità tutto il giorno ed è controllato da un servizio di sicurezza armato. Dopo l'attacco missilistico iraniano, ci è stato vietato di andare al campo di Bardarash perché vicino alla base americana"

È sposata?
"No, e non ho figli. Ho un compagno"

Concorda con la sua scelta?
"Sì, l'abbiamo presa insieme. Il mio team è composto da cinque donne. I nostri compagni non riescono a capire perché talvolta non riusciamo neanche a fare una telefonata per un saluto, ma è perché usciamo di casa alle 8.30 e rientriamo tardi. Dopo la guerra turca ai curdi del Rojava, c'è un nuovo campo rifugiati con una popolazione che, per il 60 per cento, ha meno di 15 anni. Immaginatevi quanto lavoro abbiamo da fare"

Che tipo di patologie mentali hanno?
"Presentano tutti la sindrome post-traumatica da stress. Si fanno la pipì addosso durante la notte, o quando sentono un rumore che associano alle bombe o agli spari. Poi attacchi acuti d'ansia o di panico, non dormono, alcuni sono depressi. Nel campo di Bardarash ci sono bambini che non riescono ad uscire dalle tende. 'Se esco arriva l'uomo col fucile e mi spara', mi dicono".

I casi più gravi?
"I bambini yazidi. Hanno visto le loro madri stuprate e rapite dall'Isis, e i loro padri assassinati. Ho conosciuto una donna yazida che ha tre figli: uno è nato da uno stupro e la sua famiglia non lo accetta, per cui lei dice che stava meglio quando era prigioniera dello Stato Islamico perché allora le violenze avevano una causa. Il figlio più grande ha 14 anni ed è stato un bambino soldato: ora non ha più desideri, non parla, ha reazioni aggressive. L'Isis gli ha fatto il lavaggio del cervello, dandogli anche un nome nuovo. È un bambino intriso della violenza che gli hanno imposto. Considera l'angolo della tenda il suo territorio, e non vuole che nessuno lo violi"

Come si curano adolescenti così provati?
"Bisogna farli ripartire da dove si erano fermati. Per prima cosa devono ricominciare a sentire il proprio corpo, irrigidito da quanto hanno passato. Gli facciamo fare esercizi di equilibrio in piedi su una tavoletta basculante, ad esempio"

E per rieducarli alla socialità?
"Ci vuole molta pazienza. All'inizio li mettiamo accanto a un compagno, schiena contro schiena, per recuperare la sensazione del contatto, dell'esistenza dell'altro. Poi li facciamo respirare insieme per creare un contatto più profondo, e li facciamo descrivere le emozioni"

E come, se non parlano?
"Lavorando attraverso il corpo, importantissimo veicolo dei sintomi traumatici. Abbiamo un'artista curda che li aiuta a raffigurare le emozioni con il disegno, con i suoni e con i gesti."

Riuscite a recuperarli veramente?
"Non si può parlare di guarigione, non tornano quelli di prima. Il vero successo è che arrivino a riconoscere emozioni nuove e a pensare di poter avere un futuro. L'approccio clinico integrato sembra dare buoni risultati. Stanno uscendo dall'abisso in cui sono sprofondati. Piano piano, un po' alla volta".
   





14.9.16

la bellezza delle piccole cose


  leggi anche 

oltre  la  solitudine  ( vedere url  sopra  )   ciò che ti  permette  d'andare avanti  verso la  felicità sono anche  le piccole  cose  o come dicono le male lingue  nelle cose  da bambini  



o peggio da  aduklti non cresciuti  o matti 


17.5.16

occhi di © Daniela Tuscano


Il piccolo Giovanni da Modica che, prima di morire a sette anni, chiede ai genitori di lasciare i suoi risparmi all'ospedale, non è figura patetica. È seria, tremendamente seria. Dramma. Le manca l'elusività, la sovrastruttura.
 I bambini rifuggono dagli aggettivi. Sono nomi, franchezza allo stato puro. Giovannino, nelle poche immagini che restano di lui, va diritto al cuore e ci resta. È la sua stessa bontà a non lasciar scampo. Riconduce alla nudezza del primo uomo, frantumando ogni ipocrisia. Da quello sguardo verremo giudicati. Sguardo rigoroso, assoluto. Ma, ancor prossimo a Dio, anche misericordioso. Ci salverà per grazia, non per nostro merito. E solo allora, nell'attimo supremo del dolore e della contrizione, apriremo gli occhi. Solo allora capiremo il senso dell'esistere.

© Daniela Tuscano

10.12.15

La mia guida al natale e alle festività 205\2016 [ come sopravvivere alle festività ] V come passare la cena o il pranzo di natale in tranqullità evitando o riducendo il conflitto tra vegani e carnivori , cosa e quanto mangiare , e come sistemare i bambini non parcheggiandoli a play station e tv

puntate  precedenti


Ed eccoci all'argomento cene e pranzi \ abbuffate uno dei tempi più forti delle guide che fine novembre inizio di questo mese iniziano a comparire su riviste , giornali , web e social .
Quest'anno cercherò d'essere , spero di riuscirci , il più originale nel trattare l'argomento cercando d'affrontarlo non soffermandomi solo sul cibo . Quindi reicette per carnivori , vegetariani e vegani le trovate nelle mie guide precedenti
Il conto alla rovescia in vista delle festività di Natale è iniziato e con esso :

1) il pensiero dei chili di in più che si metteranno, tra pranzi e cene in compagnia di amici e parenti.

Ed i tentativi per riuscire ad affrontare questo periodo così impegnativo e difficile senza troppi sensi di colpa . Il consiglio è per per arrivare a queste lunghe "maratone" a tavola ? senza rinunce è o quello di seguire qualche giorno di disintossicazione o dieta , prima delle festività" sotto alcuni consigli .

N.b

Le informazioni riportate sono solo di catsttere generale non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate in maniera completa per tutti i casi . I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere del proprio medico di famiglia o medico nutrizionista . Infatti essa va affrontata con impegno e costanza, Vietati i digiuni e le diete fai-da-te soprattutto se strettamente ipocaloriche, perché il peso perso viene comunque recuperato in poche settimane e con gli interessi.


Ecco che sarebbe << [....] Meglio adottare una dieta a base di cibi leggeri, ricca di frutta e verdura con il consumo di molta acqua e tisane drenanti (qui un elenco di erbe utili) ma non zuccherate. Da preferire, quindi - come sostiene il nostro esperto di fiducia, il Dr Luca Speciani -, una dieta normo calorica e ben bilanciata in cui rientrino solo cibi genuini..A tale proposito vale la pena riportare la lista dei prodotti con proprietà terapeutiche e nutrizionali utili per disintossicare l'organismo, stilata dalla Coldiretti. [....] >> ( da questo articolo di http://scienzaesalute.blogosfere.it/ )



DIETE PRE NATALIZIA

due miei areticoli precedenti

A ) http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2012/11/come-sopravvivere-alle-festivita.html
B ) http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2012/12/inizialmente-gli-anni-il-post-cene.html




http://www.nonsprecare.it/dieta-prenatalizia
http://www.panorama.it/scienza/dieta/dieta-pre-natalizia-9-consigli-per-prepararsi-alle-abbuffate/
http://www.dietagratis.com/diete/12549-dieta-pre-natalizia/
http://benessere.atuttonet.it/alimentazione/diete/dieta-prima-di-natale.php




se nel caso non ci si riesce ( o non si vuole ) neppure a fare come suggerito nella I puntata di questa guida e si preferisce passare direttamente al dopo ecco come :




POST NATALIZIA

oltre alle dritte della coldiretti citate nelle righe precedenti ecco altri link

http://www.viveredonna.it/mangiare-troppo-a-natale-la-dieta-se-hai-mangiato-troppi-grassi/
http://www.trucchidicasa.com/salute-e-bellezza/dieta-disintossicante-del-dopo-natale/
http://blog.giallozafferano.it/msp/menu-depurativo-post-abbuffata/




Oppure come consigliavo in una delle guide precedenti , a gli allergici alle diete pre o post natalizie o a chi riesce a trovare un equilibrio alimentare , ecco un trucchetto consigliato dal sito http://www.pourfemme.it << che adotto io è di mangiare solo quello che mi piace sul serio, ad esempio il panettone con l’uvetta non è che mi faccia impazzire, così come certi dolci super farciti o gli antipasti e i piatti tipici super calorici…meglio approfittare di una dose doppia di profitterols, i miei sensi sono molto più appagati ed ho fatto una rinuncia che in fondo non pesa e per giunta neanche l’ombra dei sensi di colpa! ... continua qui >>.








2) Un 'altra caratteristica  dei pranzi e cene     presente  ( non solo in  questo periodo dell'anno anche se insieme alla pasqua si fa più intensa)  a natale è il conflitto fra vegani ( lo stesso che c'era tra carnivori e vegetariani ora si è ridotto  quasi  estinto in quanto sono riusciti a tollerarsi \ coesistere ) e Carnivori Ora evitiamo, soprattutto se   li abbiamo come :  amici  \  che , conoscenti , colleghi   , ed   familiari  diretti  o acquisiti , almeno in questi giorni dell'anno non basta i pregiudizi e gli sfottò o prediche semi serie che essi devono affrontare durante il resto dell'anno per una scelta di vita ( è vero a volte  tale  scelta ,  senza  ovviamente fare  di tutta  un erba un fascio generalizzare viene  intesa   dagli stessi vegani  innmniera  fanatica  e da chiusura mentale, esperienza personale ) ma  evitiamo  di pretendere   che siano  solo i Vegani ad  adeguarsi  a  noi   Carnivori   o  viceversa    come  afferma esempio questo   post


1 arieldubois13/12/14 13:40
Carissimi del forum come dice il titolo del mio post io e mio marito stiamo vivendo una situazione di grande disagio! Io ormai vegana a 360 gradi da quasi 2 anni,lui mi ha seguito dopo qualche mese,felicissimi e molto motivati dalla nostra scelta....
lo scorso anno siamo riusciti a goderci il Natale da soli noi 2 coi nostri animaletti!
Quest anno tocca pasteggiare dalla suocera con i fratelli di mio marito,le cognate e i loro bimbi....tutti onnivori.... Così mia suocera è già in paranoia....deve pensare a mia cognata celiaca e farle un menù apposta....ma quello sarebbe il meno!
Oggi ho saputo che tutti VOGLIONO LASAGNE VERE(CON CARNE)POLLI ARROSTO E PANDORI E PANETTONI CON CREME (VERE) DI UOVA E MASCARPONE!....
io mi sto già sentendo male.....secondo loro noi ci dobbiamo adattare che siamo in minoranza!
Ma vi sembra possibile?dicono che non possiamo certo pretendere che decidiamo noi il menù....che figurarsi mangiare fagioli??mai nella vita!Dobbiamo stare lì,mangiare le nostre cose e subire la visione dello sfacelo nei loro piatti.....quegli odori ci disgustano e pensare alla sofferenza che si cela nei loro piatti mi manda in bestia!
A questo punto proporrò di andare solo più tardi a bere il caffè....sapendo che creerò malumori,malcontenti e parole dietro le spalle....
Domando ai veterani consiglio e opinioni su come hanno gestito queste situazioni!
Ormai non partecipiamo più a raduni di famiglia,usciamo quasi solo con vegani e i veri amici si adattano a noi....la famiglia crea solo ostacoli e problemi!
preso da  http://www.veganhome.it/forum/

Oppure  fate  buon viso  a  cattivo  gioco  o  fare  finta  di niente    Come  fare   quindi   ecco alcuni  miei consigli
Cucinare  insieme     dei piatti neutri    come suggerisce    (  non ricordo in quiale  forum ho  trovato   questo url  di una vegana  non fanatica  che  la  pensa come me ) http://www.vegcoach.it/blog/natale-wellnessse-non-si-offende-nessuno-vegan-senza-glutine-senza-zuccheri-aggiunti
 se  siete  di quelli   che    a natale  non vogliono regali o   non volete  che  gli altri\e  spendano per  voi  (  vedi  la mia    puntata    sui regali ) preparate  se  avete  un invitato    vegano \  vegetariano un piatto o comune  a  tutti\e  (  solo verdure  o  contorni  ) o un piatto vegano   oppure  mette  dollci  normali e  dolci vegani 


P.s  
  Gli stessi consigli   valgono anche   per  il cenone   di san Silvestro o  il pranzo di  capodanno se  decidete  di farlo a  casa  o  a casa  d'amici  

3)   Bambini

dalla rete

Io non ho  bambini  nè  nipoti diretti   ma  solo indiretti  (  figli di  cugini in primo o in secondo e terzo ) dico  pero  solo questo   che la televisione  ed  internet  , play station  e  pc   specie durante le feste  non dev'essere  usata   come riempitivo \ tappabuchi. . Regola  che andrebbe seguita   anche  nellresto dell'anno  non solo a natale  . 
Ecco come ( non solo alle mamme  )   distrarre  anche a natale i bambini  dalla tv  ecco alcuni suggerimenti   del sito  suggerimenti  sito  pianetamamma.                                               Altre soluzioni                         

 vignetta  di slvia  ziche  su settimanale topolino non ricordo la  data  
 1)   inventatevi voi  delle storie  a tema  in modo da distrarli dalla   tv come si faceva  una  volta   intorno  a  fuoco  o come si faceva  nella nostra  prima infanzia   prima    quando  la tv   non era   alla portata  di  tutti o  era  limitata  a  poche ore   in maniera   ed internet  e pc   stava no appena iniziando  che non  si riducano cosi  come  questa  vignetta che  trovate  sopra   a destra  . Usatela  ma  con criterio  e  giudizio    
2)   fateli  giocare  
a tombola nella versione classica per bambini   http://www.donnaclick.it/
Mentre gli adulti giocano a tombola con il classico cartellone numerico su cui posizionare la propria pedina, i bambini possono divertirsi con la tombola a disegni. Questa tombola è adatta per i piccolini che ancora non conoscono nè “apprezzano” i numeri del tombolone ! In questo modo, avrete in un solo colpo, un gioco di Natale adatto ai bimbi e i disegni da colorare. Ecco come si gioca:

Regole del gioco

Prima di tutto bisogna stampare le cartelle della tombola che abbiamo messo nella nostra raccolta di immagini
Successivamente ritaglierete da una delle schede stampate gli oggetti presenti nelle caselline e li porrete in un sacchettino per l’estrazione
Date ad ogni bambino una scheda da colorare
Estraete o fate estrarre a loro un oggetto da colorare
Date il via per colorare l’oggetto estratto
Una volta colorata l’intera cartella potete decidere di dare un premio a chi ha colorato meglio

In alternativa, potete dare schede diverse ad ognuno ed estrarre gli oggetti finchè non ci sarà un “ambo”, “terno” e così via come nella tombola degli adulti
Quello che vi possiamo dire è che i bambini amano di gran lunga colorare che fare “tombola! ”

Attenzione  Potete decidere di incollare i disegni su cartoncino colorato e tenere la tombola di Natale per gli anni seguenti.
Gratificate i bambini che giocano e colorano con regalini importanti più che con soldi perchè questa è l’età in cui si costruiscono i valori; andranno bene degli abbracci, un applauso, un’ora di gioco in più, una passeggiata, un succo di frutta; un dolcino; una ricetta adatta a loro… evitate, insomma, il denaro  al di sotto dei  12\14  anni !
  
oppure  nella versione moderna   quando si superano  gli  8 \10  anni    da  http://www.pianetadonna.it/

Alcune varianti del gioco più amato delle feste. Per rendere originale la tradizionale tombola...
E' il più classico dei giochi di Natale, adorato soprattutto da nonni e piccini, fuggito da qualche adolescente e replicato ad ogni festa, perchè in fondo in fondo non è davvero Natale senza qualche casellina da abbassare e qualche numeretto da leggere ad alta voce. Se anche per voi la tombolata di Natale ha il suo fascino, ma a volte siete stanche del solito gioco, provate una di queste simpatiche varianti:
Tombola cinematografica: al posto del solito tabellone con i numeri, ci saranno per esempio 90 nomi di film e attori che amate, gli stessi scritti nelle cartelline (che chiaramente dovrete fare voi a mano, quindi: pazienza e fantasia!). Potete chiamare ogni cartellina con il nome di un film, dedicarvi a genere amato, usare foto ritagliate o illustrazioni... e coinvolgere parenti e amici nella preparazione del... set da gioco! Naturalmente il tema può anche cambiare: dalle favole al calcio, dal cibo alla moda, non vi resta che scatenare la fantasia Tombola con premi segreti: invece della solita carrellata di premi - dall'ambo alla cinquina, fino al maxi premio - nascondete in una scatola le varie vincite, in modo che nessuno saprà, fino alla fine, se anche con un semplice ambo potrà mettere le mani su un bel bottino !

oltre  la  tomola  ecco altri giochi  ed  alternative  alla  tv  e  dvd http://www.homemademamma.com/2009/12/19/giochi-natalizi-per-bambini-la-tombola-e-il-memory-di-natale/


20.7.15

dialogo su fb fra un fautore della lotta alla diffusione nelle scuole della teoria \ ideologia gender ed uno che la reputa una boiata


 
Ciao Beppe! Perdona la domanda, ma sei favorevole all'indottrinamento gender a scuola?

Perché questa domanda

Per l'articolo( http://www.adista.it/articolo/55304 ) delle donne cattoliche che hanno preso posizione cin una lettra aperta che affermando che sull'indottrinamento gender c'è qualche pregiudizio. Ricordati del milione di persone che hanno protestato contro l'indottrinamento gender a p.zza san giovanni a Roma


Però non ho capito se sei favorevole o no
Io sono molto contrario

Non è una teoria è un dato di fatto. Uomini e donne appartengono a due generi diversi e hanno quindi caratteristiche diverse. Vogliamo ancora negarlo? E’ ridicolo. E POI ONDE AD EVITARE IL DIFFONDERSI  DELL'OMOFOBIA MI SEMBRA GIUSTO INSEGNARE OVVIAMENTE CON LE DOVUTE CAUTELE AI BAMBINI FIN DALLE MATERNE CHE ESISTONO ANCHE COPIE OMOSEX NON SOLO ETERO . E CHE ESISTONO DIVERSE FORME D'AMORE .

Ma non sarebbe meglio farli giocare invece che pensare a queste cose. I bambini non hanno pregiudizi. Ce li hanno i grandi non i piccoli. Chi ti ha fatto il lavaggio del cervello quando sei andato all'asilo, elementari e medie? Penso nessuno. Ti sei fatto un'idea crescendo o sbaglio? Hai trattato questi temi così come vorrebbero fare con mia figlia nelle varie fasi della crescita? Non mi pare. Mi interessa capire la tua posizione così anche io prenderò una posizione. Tutto qui

allora come lo spieghi l'aumento del bullismo omofobo  nei ragazzi al di sotto dei 14 ? e poi insegnare che esistono anche altri tipi di famiglia e d'amore non significa fargli  lavaggio del cervello , ma una spinta affinché crescano nel rispetto e nella tolleranza  delle  diversità

Giuseppe, semplicemente da che parte stai? Dai bambini o contro i bambini?
Ancora non ho capito se sei a favore del gender o no

dai bambini . leggiti questa storia qui  che  ho  raccontato  in un post  recente  del  mio  blog 


Basta dire che lo sei o no  Non ci vuole molto

secondo te uno che fa tali discorsi da che parte può stare ?

Dimmelo tu

ragiona .


Ragiona , non sei stato in grado di rispondermi

ti ho risposto . mica le risposte debbono essere necessariamente si o no . o pro e contro . leggi le risposte che ti ho dato e i link che ti ho mandato e lo capirai

cambiando discorso come state ? spero tutto bene ?


Non ci arrivo potresti dirmelo tu, qual'è la difficoltà

che odi le risposte secche .   Ne  a  favore ne  contro  contro perchè l'ideologia gender non esiste e sono tutte boiate dei neo conservatori ..Ma favore che i bambini crescano nella tolleranza , nell'amore e nel rispetto reciproco verso le diversità


Esiste Giuseppe, esiste. Ancora non mi hai risposto

chiudiamola qui tanto la pensiamo diversamente

Ok la chiudiamo qui

12.3.15

Una bimba di 10 anni, nata da genitori marocchini residenti nelle Marche, cambia nome per cattiveria dei compagni : da Jihad a Giada.

Eccco  uan storia   che succede  in un italia    sempre  più multi etnicsa .  Dove basta  un nome straniero   , che  a  causa  dell'ignoranza     dei media   ( ed incosapevolmente  dei bambini , in particolare  quelli fra  fra  i  3-14-15)    che  sono come  spugne    ssorbono  tutto quelllonche sentono \  vedono  da  tv   ,  internet  e  genitori   . E  quindi avranno  sentito  che   Jihad 
voglioa solo dire      qguerra santa    e  quindi    secondo " noi  occidentali  "      terrorismo    e  barbarie.Infatti : << In età contemporanea il termine viene utilizzato con significato esclusivamente militare; tuttavia per quanto questa sia l'interpretazione più comune di jihād, è degno di nota che la parola non è usata strettamente in questo senso nel Corano, il testo sacro dell'Islam. È anche vero, tuttavia, che la parola è usata in numerosi hadīth sia in contesti militari che non militari >>(  dalla   voce  Jiad   di wikipedia )

una  scuola  elementare  
Da dieci anni, da quando è nata, si chiama Jihad: questo il nome che i suoi genitori, una coppia di origine marocchina e residente in provincia di Macerata, aveva scelto. Ora però mamma e papà ci hanno ripensato, e hanno deciso di cambiarle il nome, si chiamerà "Giada". La richiesta è stata presentata alla Prefettura, che non ha ravvisato alcun motivo per bocciarla e, anzi, ha ritenuto che il termine "sia correlato, in alcuni contesti, ad eventi spiacevoli e può pertanto condizionare negativamente le relazioni sociali della bambina".
Come ha spiegato il padre, "Jihad è un nome molto diffuso nella cultura musulmana e significa 'esercitare il massimo sforzo per fare del bene'. Un'accezione positiva: quando noi musulmani pensiamo alla Jihad, infatti, pensiamo all'impegno verso la famiglia, a un padre che si toglie il cibo di bocca per sfamare i propri figli, nulla di tutto quello che vediamo in televisione. Nelle altre culture si tende a confondere, a far passare tutto come negativo, mentre i terroristi che uccidono solo per soldi non hanno nulla che vedere con la nostra religione o con le nostra cultura. Ecco perché, per evitare che nostra figlia crescendo potesse incontrare dei problemi solo per il nome, abbiamo pensato di fare così". La bimba ha raccontato che a scuola qualche compagnetto ha fatto qualche battuta poco simpatica sul suo nome, e i genitori, dopo aver chiesto alla piccola se fosse d'accordo, hanno quindi deciso di farla diventare "Giada"

26.9.14

aggiornamento del caso della bambina di sestu ( tolta alla famiglia perchè la madre lavora nella penisola e l'affida ai vicini ) PARLA LA VICINA DELLA BIMBA ''SOLA'' DI SESTU: «ERA SEMPRE CON NOI»

   riepilogo   della vicenda

  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/09/bambini-armati-e-disarmati-in-questa.html

visto  che   come testimonia  anche  la vicina  che   casso c'era bisogno  di  affidarla  ad  un 'altra  famiglia    quando , vedere  video sotto  ,   era  ben tenuta   dai vicini .



concordo per esperienza personale  con quanto dice   sulla pagina facebook  dell'unione  sarda

  • Teresa Biasioli Meglio i vicini che i parenti.....mia nonna badava ai piccoli delle vicine costrette a lavorare che ancora dopo decenni la ricordano con affetto e riconoscenza infinita...cambiati i tempi in cui si viveva in armonia soprattutto col vicinato.per quanto riguarda la bambina la psicologia lo dice chiaro e tondo che la mente infantile assorbe tutto il buono e il cattivo e i bambini dicono pure bugie....si fa presto condannare....

21.9.14

bambini armati e disarmati in questa terra di uomini che soffrono e sperano

come  alcuni avranno individuato da una parte del titolo   del post  d'oggi   la  canzone  in sottofondo  \  colonna sonora   è bambini - paola turci    seguita  da  non insegnate ai bambini -  Giorgio Gaber 

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oggi raccontiamo due casi che riguardano i bambini L'uso distorto e pressapochista dei servizi sociali e tribunale dei minori , OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE , perchè come dice una mia amica psicologa in una discussione su facebook : << ( ...) Grazie Giuseppe Scano per l interesse mostrato verso queste vicende, purtroppo una delle tante...nei bambini troppe dinamiche in evoluzione come le funzioni cognitive e meccanismi vari non consentono attendibilità verbale in campo giuridico..di fronte a fatti importanti e straordinari.. è per questo che si ricercano strumenti attendibili privi di interpretazione umana...in questo caso i test proiettivi (i disegni) che rientrano tra gli strumenti tecnici più utilizzati quando si ha a che fare con minori.
E  E di come gli animali possano nel caso di bambini \ adulti con problemi possano fungere anche da terapia . E non sono , come ingigantiscono i media la maggior parte delle volte pericolosi ed aggressivi .

Ma  andiamo con ordine iniziamo   da  quello allegro  

La  prima   è  la storia  di Iris  una bambina  autistica  di  4  anni  che   lotta  con la  sua malattia   grazie  al rapporto con un Gatto  
Essa  è  tratta   dal  sito   di repubblica  ecco da  dove    http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/12/

Iris ha 4 anni e vive in un mondo colorato e sereno, fatto di arte, musica e amore. L'arte è quella dei suoi bellissimi dipinti, la musica è quella del violino che suona mentre guarda un'orchestra esibirsi su Youtube, l'amore è quello di due genitori attenti che, da un lato dedicano alla bambina tutte le cure che l'autismo richiede (le è stato diagnosticato nel 2011), dall'altro diffondono attraverso il web e i social network tutte le iniziative tese a migliorare la qualità della vita della figlia. E diventano così anche un punto di riferimento per altri genitori nella stessa situazione. 
L'ultimo entrato in casa Halmshaw, in Gran Bretagna, è un gatto di nome Thula, che da qualche mese fa compagnia a Iris. "Con lui - raccontano i genitori dalla pagina Facebook Iris Grace Paintings - Iris è migliorata molto: parla di più, è più aperta. Addirittura accetta di vestirsi più facilmente rispetto a prima. La bimba racconta a Thula le storie e le avventure che inventa con i suoi giochi, gioca a nascondino, spiega il procedimento dei suoi dipinti e il gatto, pazientemente, 


la segue in tutte le attività della sua giornata. La sera, poi, si addormentano insieme". Un'altra storia che conferma gli effetti positivi sull'autismo del rapporto tra uomo e animale. Di Iris Grace e dei suoi dipinti avevamo già parlato nel 2013, quando la famiglia, dopo la pubblicazione dei disegni su Facebook, aveva ricevuto tantissime richieste
                                    (a cura di Virginia Della Sala)

Nelle foto: Iris Grace con il suo gatto Thula     qui  per  non tediarvi e mancanza  di  tempo  ne  ho scelto due fra le più  toccanti le altre le  trovate qui sfogliando al  galleria  fotografica


La seconda  triste  e paradossale  è tratta  dall'unione  sarda del  18 e  del  20 settembre  2014   trovate  sotto  in png  fatto con  il cellulare e  il cattura   schermata    dalla versione  sfogliatore    free  per  30  secondi   e   dal cartaceo  con il  mio  cellulare    gli articoli  della  vicenda  ( e sotto un sunto  di quel poco   che  si trova  free   sulla pagina facebook e  sul sito    dell  giornale    )  
18.9.2014 

20.9.2014


E racconta   del dubbio  ( almeno per  ora  , ma non mancherò eventualmente  d'aggiornarvi   se  è possibile  )  intervento  del  tribunale  dei minori  . Speriamo  che  siano evitati  errori e traumi   come quelli del caso  di :  Carmela Frassanito    già affrontato in questo blog qui sotto sintetizzato 




e   di   questo caso di quei bambini tolti ai genitori e poi ridati dopo 6 anni lontano dall a famiglia , per uno semplice scarabocchio un po' osee gli insegnati , psicologi , e giudici che hanno creato tale 
sconquasso assolti . Ma  ora    andiamo alla storia  successa  a  Sestu ( paese  del cagliaritano )  


"Vivo da sola, mamma è fuori per lavoro"
A Sestu il dramma di una bimba di 9 anni


A nove anni vive da sola perché i genitori sono separati e la mamma a cui è affidata è fuori per lavoro. La scoperta è stata fatta dagli insegnanti.
«Vivo sola, mamma è partita per lavoro». La confidenza fatta da una bambina di nove anni all'insegnante ha fatto scattare l'intervento immediato di carabinieri e Servizi sociali. I primi accertamenti avrebbero confermato che in casa non c'era nessuno: la piccola nei giorni scorsi era sola perché la madre, cui è affidata da tempo, era nella Penisola per lavoro.
La vicenda, i cui particolari resteranno segreti per proteggere la serenità della minore, è accaduta a Sestu, ma sia i militari sia le scuole hanno mantenuto il più stretto e doveroso riserbo. Nessun fascicolo è stato ancora aperto in Procura con l'ipotesi di abbandono di minore, ma sulla vicenda si dovrà ora pronunciare il Tribunale.


Ora  pero  


"La bambina era sola soltanto la notte"
Tante famiglie pronte a ospitarla in casa.



La vicenda della bambina di Sestu: tre vicine di casa interrogate dai carabinieri.


Tante famiglie ronte a dare una mano o a ospitare la piccola di 9 anni rimasta a casa da sola perché la madre è costretta a spostarsi spesso per lavoro fuori dall'Isola. Una vera e propria mobilitazione a Sestu. Intanto i carabinieri hanno iniziato a sentire i primi testimoni. "Non è stata abbandonata", ha raccontato una vicina. "Al massimo è andata a casa a dormire. Ma c'era sempre qualcuno pronto".




Ora mi chiedo  ,  che  bisogno  c'è  di scomodare  per  una cosa   certo non bella  (  disinteresse del  padre , mancanza  di coordinamento dei genitori   separati , ecc  ) ma  non tanto  grave , quando  da parte delle maestre  bastava   accertarsi   se bambina  stava esagerando   \  sdrammatizzando la  situazione  e     verificare sentendo i  vicini  a  cui era  affidata  la  situazione  . E poi   ,  specialmente  al sud(   non è esempio  sono gli stazzi Galluresi )    , un esempio  e  quello  delle campagne   , dove  i genitori erano impegnati nell'orto o  nell'allevamento del bestiame   eppure  i bambini\e    stavano   sotto la  sorveglianza dei vicini o  fratelli  maggiori  .  Oppure   vedere  sotto  , alcuni interventi  ch mi trovano  d'accordo  , presi fra  i commenti  alla notizia  della   pagina fb dell'unione   sarda  





Aleevane Busu Siete tutti pronti a giudicare. . Mia madre stava fuori 12 h al gg.. perché lavorava la vedevo poco e niente ,mi aveva insegnato a cucinare e a prendermi cura di me stessa a 8 anni c era sempre qualcuno per me ma passavo molto tempo sola e quindi?? Se nn andava mi madre a lavorare per darmi da mangiare e pagarmi gli studi come avremmo fatto? ? Non poteva permettersi di pagare nessuno per guardarmi. . Eppure mi ha insegnato ugualmente i valori della vita e nn mi a ha fatto Mai mancare nulla e ora a 26 anni la posso solo ringraziare x quello che sono e per le responsabilità che mi ha fatto prendere anche se troppo presto. ...
Prima di giudicare bisogna sapere le cose perché questa povera donna può avere i soldi giusti per campare e a 9 anni ora come ora sono abbastanza svegli da poter stare soli qualche ora.. non muore nessuno.. I nostri nonni sono cresciuti guardando i propri fratelli dell'età di 6 anni,che i genitori lavoravano nei campi e li era peggio perché la scuola era quella che era e stavano in giro per le strade. .. quindi miei cari nn giudicate perché potrebbe succedere a chiunque di crescere dei figli soli e nn avere nessuno a cui affidarli. ...
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4 risposte



Caterina Locci bravi i vicini...dimostrazzione di grande cuore...ora spetta al sindaco...e al parroco...travare un lavoro...che possa far stare questa mamma vicino alla figlia....spero che i carabinieri facciano un ottimo...rapporto...affinchè..gli assistenti sociali non si mettano a rompere le balle...tanti in bocca al lupo a questa donna...e un grande abbraccio alla bimba...coraggiosa...
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9 risposte



Giorgio Ligas Leggo tanti/e SOLONI/E che giudicano la madre .... una donna costretta a spostarsi per lavorare e mandare avanti la famiglia e la figlia, in questi tempi duri e difficili, e che deve chiedere l'aiuto di amici e vicini ..... doveva rimanere senza lavoro e vivere nella miseria, mandando magari la figlia ad elemosinare come fanno i rom ? oppure dobbiamo chiederci come mai donne in difficoltà come questa NON hanno il dovuto supporto dalle istituzioni, che dovrebbero tutelare la famiglia in qualsiasi forma si presenti ed in qualsiasi modo !!
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3 risposte



Rita Piras E facile parlare....probabilmente chi giudica sono persone che hanno le spalle coperte....parlo per esperienza personale....separata quando mia figlia aveva 12 anni ho dovuto lasciarla spesso da sola la notte perché andavo a lavorare...o mi mantenevo o mi mantenevo...solo io e lei sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto....prima di parlare mettetevi le scarpe di questa mamma e fatte gli stessi passi che ha fatto lei per vivere....tutti bravi sulle spalle altrui.....
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