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1.5.20

Umiliazione allo stato puro, succede al tempo del coronavirus.



L’umiliazione. «Il dolore e la morte non sono il peggio che possa capitare a una persona. Il peggio è l’umiliazione». Scrive così Jo Nesbø  ( 1960 - )  scrittore, musicista e attore norvegese. E quanti modi, parole, azioni servono allo scopo? Tantissimi, quante sono le infinite sfumature di un colore scuro.   Infatti 

L’umiliazione è una parola che descrive un forte senso di imbarazzo o mortificazione – proprio come quella volta che alle medie, dopo averti accompagnato a scuola, tua madre ti chiamò “biscottino” davanti a tutti i tuoi compagni di classe. La parola deriva dal termine latino “humiliare”, che significa”umile”. Quindi, se ci si trova in una situazione che provoca questo tipo di sentimento, si può ottenere una perdita di autostima e del rispetto di sé.

Ora  sono  , per  poter  continuare  ad esporre  il  fatto    con parole mie, talmente  indignato ed  sconfortato  da non trovare  le parole  adatte   che  non siano di pancia   e  preferisco (  Lo  sò  che non è bello ed originale   dipendere  dagli altri  cioè far  si che  siano essi a  parlare  o scrivere  per  te  , ma  a volte  non sempre   se ne  può  fare  a meno   in quanto  siamo animali sociali ed  ogni  ha  bisogno dell'altro\a    ed


La libertà non è star sopra un alberoNon è neanche avere un'opinioneLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazione
 lasciare   la  descrizione  della  vicenda   avvenuta  qui  in paese   , come credo   visto   che ogni regione    e comune  ,  fa   come  .....  gli pare  (  e  poi dicono  che l'italia  è  unita  Bah  )  ,  nel resto   d'Italia  .

Chissà qual’è stato il sentimento di quella persona che al supermercato, con il buono spesa del comune, si è vista ritirare dalla spesa acquistata, la carta igienica e una scatola di camomilla. Come so queste cose? Le so e questo mi basta per inorridire per questa doppia umiliazione, come dice il mio amico al telefono. Si signori, doppia. E non c’è bisogno che spieghi perché. 
L’ordinanza comunale, infatti, risalente al 30 marzo, a cui probabilmente la persona non ha badato, lo specificava benissimo. 
1) I seguenti prodotti di prima necessità:
Pasta, Riso, Latte, Farina, Olio di oliva o di semi, Frutta e verdura, prodotti in scatola (quali legumi, tonno, carne, mais, ecc.), prodotti per la prima colazione (the, caffè, biscotti), Passata e polpa di pomodoro, Zucchero, Sale, Carne e pesce. Prodotti alimentari e per l’igiene per l’infanzia  (omogeneizzati, biscotti, latte, pannolini, ecc.).

«L’umiliazione è uno di quei veleni che uccide lentamente» (Stefano Chiacchiarini).

L’igiene dell’adulto non è compresa e la carta igienica si considera igiene. Come uno shampoo, un sapone o un deodorante che non ne fanno parte. Una persona senza reddito, secondo questa disposizione, non si deve lavare, ma deve rispecchiare il suo stato di “povero” alla luce della ribalta, davanti ad una cassa dove una commessa gentile quanto, a sua volta, umiliata, le ha dovuto dire: “No signora, questi prodotti non sono compresi, mi dispiace”.
Eccessi, sviste, mancanze, omissioni, chissà quali siano stati i sentimenti che hanno fatto decidere di escludere tali beni dal carrello spesa. Non sta a noi giudicare la scelta.La sottolineatura è nel profondo senso di umiliazione che quella persona avrà portato con se a ricordo di questo tempo da coronavirus. Magari vi aggiungerà l’oblio, come spero, ma sa tanto di marchio a fuoco. Sicuramente non il primo, né l’ultimo.Non lo auguro al peggior nemico che non ho di trovarsi in quella situazione. Un’altra lezione è servita, gratis, anche oggi. Imparo sempre di più e non smetto mai di chiedermi il perché di ogni cosa.


12.10.17

“Noi siamo incidenti in attesa di capitare” ("There There" by Radiohead ) il caso di Cristian Camba


  colonna  sonora 

per  conoscere  meglio la  vicenda  




Ringrazio l'amico compagno di viaggio il fotografico Mario Bianchi , ho parlato di lui su queste pagine qualche giorno fa , questa storia
L'immagine può contenere: albero, cielo, pianta, spazio all'aperto e natura
Cristian vive col suo cane in un camper, fermo lungo la strada che da Tempio porta ad Oschiri, tra la statua di una Madonna e l’inizio di un bosco del monte Limbara.Ha perso tutto dopo aver perso il lavoro. Di lavori ne ha fatti tanti. Mi ha fatto vedere il suo curriculum che inizia con : “ Ex paracadutista presso il 183°” e poi continua elencando 8 lavori diversi e finisce con i suoi desideri : “Disponibile a servizi di vigilanza/ Lavapiatti/ Facchinaggio”, nonostante le sue alte competenze nel settore informatico.Il suo cane è un Amstaff che Cristian ha curato e guarito dalle profonde ferite lasciate dalle torture. Belve umane lo avrebbero voluto cane da combattimento e non è stato facile fargli riconquistare la fiducia negli uomini: dopo anni di sofferenze ci sono voluti anni di cure.[ ne  trovate   nell'url  sopra,  da  cui  ho preso la  foto ,   la  vicenda  ] Ora il suo cane sta bene, ma mi ha guardato con occhi timorosi. Nel suo sguardo, sotto i segni lasciati dalla paura, ho colto fierezza e un’enorme potenza di volontà. Ho percepito chiaramente la luce di chi sa che deve fare nuovamente assegnamento sugli uomini come è inciso nel proprio DNA. Una languida nota di tristezza mi ha attraversato come accade quando la consapevolezza sale di un gradino e ti allarga il campo visivo di quel che basta per farti accorgere di chi sei tu e di quanto poco si possa fare per evadere dalle condizioni che ti rendono simile agli aguzzini di quel cane e a tutti gli altri uomini poco umani, anche se tu li combatti con forza. . Ho rivisto Cristian all’inaugurazione della sua mostra fotografica mentre, poco prima, stava appendendo le opere. Avevo già notato nei suoi occhi lampi simili ai bagliori che illuminano l’espressione del “Biondo”, così chiama affettuosamente il suo cane. Occhi spalancati come quelli di un bimbo in contrasto con la dimensione in cui tutto il resto è immerso. Cristian reggeva in alto sulla parete una sua fotografia dove le stelle nel cielo buio avevano lasciato ampie strisce di luce. Lunghe tracce luminose di un movimento impercettibile al nostro sguardo che lo strumento fotografico e la volontà di Cristian hanno svelato durante infinite nottate passate sul Monte Limbara. 

da  Gallura News 

Ho ancora impressa in me la sua immagine mentre con tutte e due le braccia tiene sollevata alla parete la sua foto del firmamento. Attendeva che qualcuno approvasse la posizione in cui appendere l’opera e la sua testa era girata a cercare risposte con quegli occhi spalancati che comunicano, che chiedono e sanno attendere. Ha guardato anche me, ma al momento che risposta potevo dare ad un titano con lo sguardo da bambino? 
Poi sono andato a fotografarlo dove attualmente vive. Sarebbe bastato fotografare i suoi occhi, ma non ho potuto evitare di includere tutti i particolari che raccontano la storia di Cristian. Il camper che gli è stato donato in cui vive. La fredda statua di pietra della Madonna, immobile gesto della fede umana. Il bosco del Limbara da cui Cristian entra per salire di notte a fotografare i misteri delle stelle. Il suo cane, amico fedele, salvato, curato e guarito dopo che le sevizie lo avevano ridotto ad una larva. La sua fotocamera, anch’essa salvata da una vendita per vivere del resto dell’attrezzatura professionale. Cristian Camba, colto nel gesto a lui abituale dello scrutare oltre, seguito dal convergere nello stesso punto visivo dello sguardo di Ronnie, il suo cane. La strada, dove Cristian è finito.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...