Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Cerca nel blog
12.10.25
Paolo Taormina era un ragazzo di 21 anni, palermitano. è morto nell’esercizio delle sue funzioni di essere umano.
Paolo Taormina era un ragazzo di 21 anni, palermitano. È morto questa notte cercando di salvare la vita a un altro ragazzo, con un gesto di enorme generosità e vero e proprio eroismo, che gli è stato fatale. Come Willy. Paolo si trovava nel locale dei suoi genitori, O’ Skruscio, a pochi passi dal teatro Massimo, quando ha notato un gruppo di giovani che stava pestando con una violenza inaudita un altro ragazzo. Allora Paolo non ci ha pensato su un attimo. È intervenuto. Si è messo in mezzo per difendere il suo coetaneo,ormai a terra inermeSembrava persino essere riuscito nel suo intento, quando uno di questi criminali ha tirato fuori dalla tasca una pistola e gli ha sparato a freddo alla fronte, ferendolo in modo letale. A nulla è servito l’arrivo dell’ambulanza. Paolo Taormina è morto per la sola colpa di essere intervenuto, di non essersi voltato dall’altra parte, come avrebbero fatto tutti al suo posto. Paolo è morto nell’esercizio delle sue funzioni di essere umano. Anch'io come Lorenzo Tosa mando : Un pensiero commosso va alla sua famiglia. Alla madre, alle sue parole strazianti: « Ma come si fa? Qual è la motivazione. Mi hanno distrutto la vita. Come si fa a sparare in testa a un ragazzo? Come faccio a vivere ora? Mi avete tolto la speranza ». Che abbia almeno, nel dolore indicibile, e se mai è possibile di fronte a una cosa del genere, giustizia. Ciao Paolo.
28.3.25
Giampolo Goattin. Si schiantò col jet sul monte per evitare la zona abitata: top gun «eroe» rinviato a giudizio
«L’aereo aveva smesso di obbedire ai comandi dopo aver compiuto una manovra circolare di “looping”. A quel punto ho puntato la montagna per evitare una strage. Ho diretto l’aereo verso una zona disabitata e ci siamo lanciati col paracadute». Raccontava così, all’allora pubblico ministero lecchese Andrea Figoni, Giampolo Goattin. Raccontava quello che per un pilota è un dogma, vale a dire cercare di salvare il velivolo ma, come in questo caso, soprattutto non mettere a rischio vite umane. Era il 2022.
E quelle parole si riferivano a quanto accaduto il 16 marzo di quell’anno, quando un jet Aermacchi
M346 si schiantò sul monte Legnone, in provincia di Lecco.Erano in due, su quell’aereo. Giampaolo Goattin, all’epoca 53 anni, veronese trapiantato a Torino, ex terzino nelle giovanili del Chievo, ma soprattutto un passato da top gun, tra i migliori nella storia dell’aeronautica militare italiana
![]() |
| schianto in questione ( dalla stessa fonte di quella precedente |
L’azienda, che ha ribadito che continuerà a garantire la massima collaborazione all’indagine ha sottolineato che «il sistema procedurale di Leonardo garantisce l’attuazione di stringenti processi di controllo, in linea con le normative». Goattin era diventato collaudatore alla Aermacchi-Leonardo nel 2007, l’anno in cui aveva lasciato quell’aeronautica militare nella quale si era arruolato nel 1986, raggiungendo picchi mai sfiorati da altri piloti italiani. Era il 2002 quando gli americani a lui - che pilotava gli F 16 nella Luke Air Force Base a Phoenix, in Arizona - conferirono l’onorificenza di «Flight commander of the year», comandante di volo dell’anno, riferito al 2001. Riconoscimento mai avuto prima da un pilota non americano che si è andato ad aggiungere a quello di «Top Gun» per il tiro «aria suolo» . Poi il ritorno in Italia, l’assegnazione alla base di Amendola in Puglia e la decisione di lasciare l’aeronautica militare per dedicarsi al lavoro di collaudatore.Quel giorno, il 16 marzo 2002, il jet con Goattin e Ashley era decollato dalla base di Venegono, in provincia di Varese, per un collaudo in uno spazio militare riservato. Goattin doveva addestrare all’uso dell’M 346 Ashley, che a sua volta avrebbe dovuto formare dei piloti del Turkmenistan, Paese a cui sarebbero stati venduti 6 di quei jet. Quel 16 marzo, quando venne avviata la procedura di espulsione, Ashley e Goattin furono eiettati dal jet, come testimoniato dal video girato da un escursionista. I paracaduti di entrambi si aprirono, ma Ashley - che nell’aereo era seduto davanti - sotto di sé trovò una parete rocciosa su cui si schiantò, mentre Goattin si agganciò a uno spuntone della montagna, salvandosi. Subito dopo l’incidente continuava a chiedere come stava il collega inglese. Per lui un trauma cranico non grave un taglio al sopracciglio. Per la procura di Lecco gli indagati, sempre a vario titolo, «avrebbero dovuto evitare il disastro, in quanto l’aereo non era ancora pronto per essere messo nelle mani di Ashley». Dopo quello che è stato nominato come il «disastro aereo del Legnone», Goattin fu definito da molti un «eroe», per quella decisione di evitare la zona abitata. Invece, per lui, il rinvio a giudizio.
21.9.24
Ma perchè anche un gesto eroico come quello di Giacomo Gobbato è divisivo
Non tutti i supereroi indossano il mantello.
Il ragazzo nella foto si chiamava Giacomo Gobbato, 26 anni. È morto questa notte a Mestre, ammazzato per aver cercato di sventare una rapina a una donna.Quando si è accorto del tentativo di rapina, non ci ha pensato due volte ed è intervenuto. Insieme a un altro giovane ha affrontato il rapinatore, che in quel momento ha estratto un coltello e lo ha colpito, uccidendolo e ferendo gravemente l’altro.Giacomo è morto per difendere una donna. È morto per un gesto di generosità e altruismo. È morto facendo quello che ha sempre fatto: aiutare il prossimo. Lo ha fatto per tutta la sua vita all’interno del centro sociale Rivolta di Marghera.A lui il centro sociale ha dedicato parole meravigliose non solo per Giacomo, ma anche per tutti quegli sciacalli - anche di grossa taglia - che useranno (sta già succedendo) questa storia per la solita propaganda d’odio e razzismo visto che il rapinatore uccisore è straniero .
“Questo per noi è il tempo del dolore. Troppo dolore, un dolore che toglie le parole.Allo stesso tempo Sui social c'è già chi ha trasformato questa vicenda in un problema politico.
Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat* da chi semina odio.
C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa.
Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutt* noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi.
A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo.
Ciao Giacomo, sarai sempre con noi.”
La destra si scaglia sul problema flussi e la sinistra sull’amministrazione corrente.
Ma il problema è alla base. Questo continuo rimbalzarsi le responsabilità. E un Paese sempre più in preda all'odio, dove però l'esempio di questo bravo ragazzo che difendeva tutti non deve essere dimenticato.Infatti per molti non solo a destra [sic ] il problema è che continuare a negare che ci sia un problema di ordine pubblico, dovuto ANCHE (non solo, ma anche) al far entrare quotidiniamente gente irregolare destinata a rimanere tale (e che quindi non potrà che andare ad allungare le file dei delinquenti)...è un problema, non di poco conto. E lo hanno capito anche la maggior parte degli altri paesi europei, quelli che noi definiamo "civili" a ogni piè sospinto per altre cose. Poi ovviamente c'è un problema che definirei quasi sistemico dovuto al fatto di avere un sistema legislativo basato più sulla tutela del delinquente che su quella delle vittime o dei cittadini comuni.
26.3.24
Chi è Islam Khalilov, il 15enne che ha salvato 100 persone a Mosca nell’attentato
![]() |
| da fanpage.it |
Islam Khalilov ha raccontato gli interminabili minuti della strage di Mosca. "All’inizio ho sentito dei suoni strani provenire dal primo piano. Ho pensato che fosse arrivato un gruppo rumoroso". Ma poi ha capito: "Ho realizzato che se non avessi reagito subito avrei perso la mia vita e quella di molti altri", così ha guidato centinaia di persone verso la salvezza. Prima dell’assunzione aveva seguito un corso di salvataggio: "Al tempo ci avevano spiegato cosa fare in caso di emergenza, per questo sapevo dove portare le persone per metterle al sicuro"."Quando sono arrivato davanti alla porta che portava all’altro edificio mi sono immaginato i terroristi che arrivavano dalle scale o dall’ascensore uccidendoci tutti con le raffiche di mitra o lanciando una granata. Per fortuna non è successo, sono riuscito a far uscire tutti", ha concluso. Per questo è stato premiato dal club dello Spartak Mosca con una maglietta e l’abbonamento alle partite mentre il rapper russo Morgensten ha promesso di donargli un milione di rubli (circa 10 mila euro) per il suo gesto . I bello è che si chiama Islam. Verrà onorato nella moschea di Mosca. Chi spalleggia l’islam politico, chi tifa jihad sappia che nella mattanza contro i “cristiani infedeli” rischiano di morire anche musulmani. Il che ci dimostra come il terrorismo in questo caso quello religioso sia la più grande delle pazzie umane soprattutto quando non c'è nessun regime oppressivo o forza d'occuppazione miliitare Forse , secondo alcuni , più della guerra fatta con gli eserciti.
5.7.22
I VERI EROI SONO QUELLI CHE VENGONO RIEMPITI DI MERDA E CON CUI QIUASI MAI SAPUTA LA VERITA' NON CI SI SCUSA O LO SI FA IPOCRITAMENTE IL CASO Eugeni Giannini COMANDATE DELL'ANDREA DORIA IL TITANIC ITALIANO
"Il mare è dolce e meraviglioso, ma può essere crudele".
Ernest Hemingway
DA Altre Storie | La Newsletter di Mario Calabresi
«Ho deciso di interrompere la mia carriera di marinaio quando, tornando a casa dopo un lungo periodo per mare, mia figlia Luisa, vedendomi entrare in cortile, corse da mia moglie urlando: “Mamma c’è uno in giardino”. Ecco, in quel momento ho capito che dovevo smettere». E così, nel 1963 Eugenio Giannini è sbarcato per l’ultima volta da un transatlantico ma la sua vita è rimasta legata al mare e alla notte più terribile della sua vita, quella dell’affondamento dell’Andrea Doria, il 25 luglio 1956, quando era sul ponte di comando, come terzo ufficiale della più grande e prestigiosa nave della storia italiana. |
L'Andrea Doria mentre si inabissa al largo dell'Isola di Nantucket Ci aspetta nel suo appartamento di Padova, dove vive con la moglie. Una coppia di splendidi novantenni, affettuosi e gentili, visitati frequentemente dalla figlia Luisa. Eugenio Giannini si è diplomato aspirante Capitano di lungo corso nel lontano 1948, tempi durissimi - l’anno delle prime elezioni politiche della storia repubblicana (e della prima vittoria democristiana), dell’attentato a Togliatti, di scioperi e tumulti – in cui la Marina Mercantile italiana era ancora malconcia, quasi inesistente dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale. «Trovare un imbarco, per me, giovane diplomato senza tradizioni famigliari marinaresche, non era facile, così ho accettato la prima chiamata, come mozzo, sul Salento, uno scava-fango della Grande Guerra di provenienza austriaca, che faceva rotta tra Genova e Famagosta, sull’isola di Cipro. Ci ho vomitato sopra per tutta la prima notte di navigazione, poi basta, da allora non ho più sofferto il mal di mare». La gavetta, Giannini, se l’è fatta tutta. Dopo il Salento è stata la volta delle petroliere di Ernesto Fassio, un nome che oggi ai più non dice molto, ma che, insieme ad Angelo Costa e Achille Lauro, componeva la triade dei grandi armatori italiani del dopoguerra. «Scendere nel locale pompe di quelle navi, a tentoni, senza vedere né scalini né il fondo, era un’impresa ardua. Una temperatura infernale e un vapore soffocante. Tutto questo in Golfo Persico, senza aria condizionata e spesso con i frigoriferi guasti!». La prua dell'Andrea Doria Su quelle petroliere ottenne per la prima volta il grado di terzo ufficiale, lo stesso grado con cui, dopo diversi anni e numerosi altri imbarchi su navi differenti, il 10 aprile 1956 fu chiamato, con telegramma, sull’Andrea Doria. «Quando arrivai al pontile e la vidi, in tutta la sua maestosa bellezza, mi venne il groppo in gola. Era il coronamento dei miei sogni, mi stavo per imbarcare sull’ammiraglia della Marina Mercantile italiana». Giannini rimase fino all’ultimo sul ponte di comando assieme al comandante Piero Calamai e ricorda tutte le fasi di quella notte: l’angoscia per la disperata consapevolezza di quello che stava per accadere a molte persone che stavano serenamente dormendo nelle loro cabine o festeggiando nei grandi saloni della nave; il sangue freddo del comandante Calamai, che riuscì a gestire la peggiore delle situazioni di emergenza – la nave si era subito sbandata oltre i 20 gradi, impedendo l’utilizzo di metà delle scialuppe di salvataggio –, coordinando le attività di soccorso e di evacuazione del transatlantico; la sua idea di utilizzare le reti di copertura delle piscine come improvvisate scale di emergenza e mille altre situazioni di disperazione o di coraggio. Alla fine di quella drammatica notte, tutti i passeggeri rimasti in vita dopo la collisione, e tutto l’equipaggio, furono salvati. I morti furono 46. La campagna denigratoria, organizzata principalmente dagli armatori svedesi per tentare di diluire le responsabilità dei suoi ufficiali – che navigavano fuori rotta e avevano sbagliato la taratura del radar –, ma ben vista anche dagli armatori americani – le cui navi spesso partivano semivuote per l’Europa poiché i passeggeri preferivano i nuovi transatlantici italiani (all’Andrea Doria si era aggiunta la gemella Cristoforo Colombo) – non fu minimamente contrastata dalla compagnia armatrice italiana, la Società di Navigazione Italia, appartenente al gruppo IRI. “La Ballata dell’Andrea Doria”, il podcast di Chora Media per Archivio Luce raccontato da Luca Bizzarri La voce del comandante Giannini, ancora appassionata e vivace, è una delle protagoniste della serie podcast realizzata da Chora Media per Archivio Luce e narrata da Luca Bizzarri, in cui si ricostruisce la storia di quell’eccellenza italiana e si racconta, in modo approfondito, ogni aspetto di quella tragica notte. |
28.9.21
si può essere eroi senza essere miti e senza retorica
IL fatto sembra una delle.classiche storie feuilleton regalateci dalla letteratura XIX e XX secolo . ma invece dimostra sempre più che ci sono anche eroi per caso lontano dai media nazionali ( salvo che non abbiano fatto gesti clamorosi o retorici come quando un ostaggio Italiano fu ucciso da suoi sequestratori perché per far vedere come muore un italiano s'era tolto il cappucci che gli avevano messo ) o relegati : alle edizioni locali o in qualche trafiletto della cronaca più interna oppure in giornali/riviste popolari da parucchiere come si diceva un tempo come giallo o cronaca vera solo per citare i più noti
7.6.21
storie dal mondo del calcio . la storia di Jorge Omar Carrascosa il capitano dell'Argentina che lasciò la nazionale per il bene del suo Paese e quella di Giovanni Branchini, a quasi 65 anni, è uno dei più vecchi procuratori di calcio italiani
da STORIE DI MAGLIA DI REPUBBLICA


23.4.17
chi è più eroe un poliziotto ucciso da Isis o un carabiniere che riesce a a salire in cabina e fermare la corsa di un tir lanciato a 100 chilometri all'ora senza controllo poerchè l'autiosta a veva avuto un malore ?
da repubblica de 23 aprile 2017
Asti, il carabiniere eroe: "Così ho fermato il tir impazzito. Ma ho fatto solo il mio dovere"
L'appuntato Riccardo Capeccia e il capitano Gianfranco Pino Riccardo Capeccia: "Sono riuscito a salire in cabina dopo il camion aveva travolto la nostra auto. Ma se non fosse stato per il mio capitano oggi non sarei qui a raccontarlo"
di CARLOTTA ROCCI
Fermare la corsa di un tir lanciato a 100 chilometri all'ora è qualcosa che possono fare solo gli eroi oppure - nella finzione - gli attori dei film americani. E invece no. Venerdì nell'Astigiano ci è riuscito un carabiniere. Riccardo Capeccia, 44 anni, una compagna e una figlia di 13 anni, appuntato scelto da 12 anni in servizio alla compagnia di Villanova D'Asti, è riuscito a frenare un camion impazzito per colpa di un malore del conducente.
A qualche centinaio di metri da lui c'era il suo comandante, il capitano Gianfranco Pino, 32 anni, padre di due bambine di 8 anni e 8 mesi, da due anni e mezzo al comando della compagnia di Villanova d'Asti. Tutto è accaduto lungo la statale di Dusino San Michele, nella curva Migliarina. "Abbiamo rallentato perché abbiamo visto un camion fermo in curva subito dopo un dosso e abbiamo deciso di controllare. Ci aspettavamo tutt'altro tipo di intervento - spiega il capitano Pino - Invece mentre cercavo di chiamare il 118 per soccorrere l'autista in preda alle convulsioni ho sentito lo spostamento d'aria del camion che ripartiva. Ho fatto appena in tempo a urlare a pieni polmoni per avvisare l'appuntato. Per fortuna mi ha sentito". Il carabiniere si è scansato ma poi è sparito alla vista del suo comandante: "Ho pensato fosse stato travolto dal camion o dalla nostra macchina finita nel fosso".
E invece cosa ha fatto, appuntato?
"Il camion ha tamponato la nostra macchina di servizio e l'ha spinta in un fosso. L'impatto lo ha fatto rallentare, così ho potuto aggrapparmi alla maniglia della portiera sul lato del conducente del tir e mi sono buttato nell'abitacolo. Il camion stava andando avanti verso la curva e stava invadendo l'altra corsia. Con una mano sono riuscito a sterzare ma non trovavo nessun freno. In quel momento ho pensato davvero che ce la saremmo vista brutta io e il camionista".
Poi che è successo?
"Poi, mezzo dentro e mezzo fuori dall'abitacolo, perché non riuscivo a spostare l'autista che stava male, sono riuscito a raggiungere il freno a pedale con una mano. Eravamo già sul rettilineo in discesa e avevamo preso ancora più velocità. Alla fine ci siamo fermati a meno di 400 metri dalla casa cantoniera che Giorgio Faletti celebra nella sua canzone "Signor Tenente"".
Cosa ha pensato quando invece di spostarsi e basta ha deciso di aggrapparsi al camion.
"L'ho fatto e basta. Ho visto la strada, le macchine che arrivavano in senso opposto e ho pensato: se il tir non si ferma è una strage".
E se ci ripensa adesso?
"Ammetto che l'altra notte non ho dormito. Subito dopo non ricordavo niente ma ora continuano a tornarmi davanti agli occhi come dei flash. Mi rivedo mentre cerco il freno senza riuscire a raggiungerlo. E poi ripenso che se il capitano non mi avesse avvisato, non avrei fermato nessun tir e non sarei nemmeno qui a raccontarlo".
Adesso è diventato un'eroe, non crede?
"Ho fatto quel che dovevo e basta. Ringrazio chi crede
che abbia fatto qualcosa di straordinario ma io sono contento di aver evitato conseguenze molto più gravi per l'autista del camion e per gli automobilisti di quella strada molto trafficata".
Ha già incontrato l'autista del camion?
"Non ancora, so che è in ospedale ad Asti e aspetterò che stia meglio. È rimasto incosciente fino all'arrivo del 118 che lo ha portato d'urgenza al pronto soccorso".
dalla nostra facebook compagnidistrada
http://www.corriere.it/…/compagno-l-impegno-diritti-gay-l-i…
Xavier, il poliziotto ucciso a Parigi: 37 anni, attivista gay, era alla riapertura del BataclanXavier Jugelle, ucciso giovedì 20 aprile sugli Champs Elysees, faceva parte dell’associazione Lgbt di polizia e gendarmeria, era legato con un Pacs al…
CORRIERE.IT
7.1.17
amici , nemici , diffusori d'odio
(...) L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
(..... Destra-Sinistra - Giorgio Gaber )
All'ideologia o meglio le sovrastrutture ( vedere canzone spopra ) tipiche degli ultimi 2
secoli ed in particolare delll'ultimo non si sa ancora cosa dopo l'11 settembre 2001 che cosa si è sostituito e questi sono i risultati
Iniziamo con una " non notizia " , relegata nei giornali locali o di nicchia per la stampa mainstream
La storia di un contadino coraggioso. Si chiama Cedrìc Herrou e col suo pulmino soccorre i migranti in fuga tra le montagne al confine tra Italia e Francia. Per lui prima udienza di un processo a suo carico che ha già diviso molte coscienze.
Concordo quanto dice Benni in questa discussione
qui sotto ulteriori link di giornali stranieri di nicchia italiani che si occupano della vicenda
- https://altreconomia.it/leuropa-la-solidarieta-aiutare-migranti-diventa-reato/
- http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/524124/Como-Udine-Calais-Ventimiglia-ecco-la-mappa-dei-delitti-di-solidarieta
- http://www.nicematin.com/faits-divers/juge-cet-apres-midi-cedric-herrou-clame-son-honneur-de-defendre-les-refugies-105663
- http://www.sanremonews.it/2017/01/06/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/aveva-aiutato-molti-migranti-in-cammino-dallitalia-alla-francia-assolto-linsegnante-francese-pi.html
- http://www.mesopinions.com/petition/justice/abandon-toutes-charges-retenues-relaxe-cedric/27173
![]() |
| dalla pagina facebook di Marco Arturi |
Angelo Buono I corsi e ricorsi storici esistono nella mente popolare ( il mondo è una ruota una volta se scendi poi si sale ) Si prevede Che quelli che oggi favoriscono l'invasione saranno in prima linea per cacciarli come e" sempre successo in passato ( in prima linea ci saranno il p.d. E chiesa cattolica)Gabriel Alexander Maria Fumagalli In teoria esiste il progresso...
Angelo Buono Il progresso va' a braccetto con la ricchezza, in Italia sta avvenendo un crollo verticale le utopie svaniranno quando i vecchi che mantengono i giovani non ci saranno più

Possibile che un triste fatto di cronaca locale si trasformi, come sempre, in un atto di accusa verso gli altri?
Possibile che non siamo mai capaci di un mea culpa? Di guardarci allo specchio e di scoprire dietro questi eventi la nostra disumanità, la nostra mancanza di empatia per i deboli, per i poveri, per gli ultimi, per i problematici?
La morte del giovane senza tetto pone domande che non possono esaurirsi con la risposta: buttiamo giù il Mercatone, o è tutta colpa dell'Amministrazione, oppure l'Italia pensa solo agli stranieri.
Ci sono altre domande da porsi prima.
Qualcuno dei grandi critici che affollano la home di facebook ha mai fatto qualcosa di concreto per i clochard oltre a schifarli e a starne alla larga?
E guardate, io mi riferisco anche alle famiglie.
Sì, perché questa meravigliosa, INTOCCABILE istituzione che a parlarne male ti ardono viva in pubblica piazza, la FAMIGLIA, dove cazzo stava? Non conosco i dettagli, ma se io sapessi che mio fratello sta in mezzo alla strada al freddo e senza cibo, qualcosa farei... anche se si fosse macchiato dei crimini più indicibili del creato!
E gli stranieri? Che c'azzecca sempre la storia dell'aiuto ai migranti? MA IN CHE LINGUA VE LO DEVONO SPIEGARE ??? In che lingua? I Fondi che vengono istituiti per i profughi sono EUROPEI e hanno un'unica DESTINAZIONE d'USO, che è quella di essere utilizzati esclusivamente per accogliere i profughi, visto che il nostro territorio costituisce naturalmente il loro approdo.
E per finire, questo continuo lavarsi la coscienza e trovare il capro espiatoro per tutto il male.
Il cittadino DERESPONSABILIZZATO di tutto, che non conosce DOVERI ma solo DIRITTI. E che vuole soluzioni pronte ed infiocchettate senza doversi mai sforzare.
Pure la neve diventa un INFERNO, perché oramai nulla vi piace... non siete disposti a trovare la BELLEZZA in niente! Anzi, se qualcuno ve la fa notare date addosso... perché il sale, l'Amministrazione ve lo deve portare finanche sul pianerottolo... vi potreste far male a prendere una pala in mano.
La prossima volta che incontrate un "senza tetto", invece di girare la faccia schifati (e vi ho visto farlo, certo che vi ho visto farlo) RICORDATEVI di ANGELO e delle minchiate ipocrite che avete spammato sulle vostre bacheche!
Ah, ingozzatevi di dolci: VE LI MERITATE!!!

concludo con questa frase "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" (Kant)
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
-
Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...












