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13.8.23

il vittimismo e la propaganda di beppe Grillo che lamenta censure inesistenti ma verità è un altra .C'è disinformazione della rai visto che la notizia si poteva dare anche senza immmagini dirette dello spettacolo

Beppe Grillo vive di polemiche, non poteva mancare la bufera mediatica in occasione della partenza del suo nuovo spettacolo teatrale. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha scelto la Calabria per la prima nazionale del suo show, “L’Altrove”, un chiaro riferimento alle solite provocazioni di voler dare vita a
un nuovo movimento religioso. Il comico genovese si è esibito sabato 5 agosto ad Altomonte, con repliche a Palmi e a Corigliano Rossano. Un buon successo di pubblico nonostante la pioggia battente. Ma come anticipato non sono mancato le polemiche, che in questo caso ha chiamato in causa la Rai, rea di aver ignorato a livello regionale l’evento del settantenne, ma non è mancata la pseudo precisazione di viale Mazzini.Visto che la notizia la si poteva dare lo stesso anche senza immagini dello spettacolo o semplicemente filmando l'ingresso del teatro visto che Grillo non vuole le telecamere dentro . A gettare benzina sul fuoco , secondo ilgiornale ci ha pensato Il Fatto Quotidiano, storicamente secondo vicino al M5s e al suo fondatore/garante. Il corsivo del giornale di Travaglio non è passato inosservato: “Per la Rai calabrese Beppe Grillo non esiste”. In altri termini, la Rai regionale avrebbe ignorato deliberatamente la prima nazionale dello show del comico genovese. "Insomma le piazze affollate di Altomonte, di Palmi o di Corigliano qualcuno dalla testata regionale ha ordinato che non andavano raccontate, nemmeno un accenno, non sia mai; e l’ordine è stato eseguito. Grillo ha girato la Calabria per una settimana ma per il TgR calabrese non è esistito. Un fantasma. È il giornalismo della destra, bellezza", il j'accuse ricco di risentimento. Ma la verità sta nel mezzo . Infatti Come evidenziato dal Corriere della Sera, la sede locale della televisione di Stato ha precisato che non c’è stata nessuna censura o dimenticanza nei confronti di Grillo. La Rai calabrese ha semplicemente preso atto della volontà del presunto Elevato di non essere filmato e intervistato nel corso della sua performance. Ma non è tutto. Il promoter Ruggero Pegna ha ribadito “l’intolleranza di Beppe Grillo a qualsiasi ripresa ed interviste”. Un’ulteriore testimonianza da parte di Livia Blasi, vicecaporedattrice della sede Rai di Cosenza:“Siamo stati, tempo fa, ad una manifestazione di Beppe Grillo ma la nostra troupe è tornata indietro senza poter riprendere nulla, perché il comico genovese ha imposto il veto a qualsiasi telecamera”. E ancora: “Da quel giorno nessuna troupe su delega della Rai regionale si muove per i suoi spettacoli, anche perché l’affitto delle telecamere ha un costo”. In altri termini, nessun sabotaggio e nessun complotto nei confronti del settantenne, ma la solita disinformazione

31.8.09

Non si può sempre combattere in solitudine


Domani sarà un giorno caliente a Milano, e martedì rischia di esserlo ancor di più. Moltissimi precari della scuola, con alle spalle una lunga esperienza, rimarranno senza lavoro. A 40-45 anni d'età. Sappiamo bene cosa significhi.

Francesco Caruso, il 28 agosto scorso, ha diramato un comunicato stampa in cui c'informa che un gruppo di sette donne, "tutte docenti precarie con oltre 10 anni di insegnamento alle spalle, sono salite sul tetto del provveditorato agli studi di Benevento per iniziare un'occupazione ad oltranza per protesta contro i tagli della riforma Gelmini.'Contro il più grande licenziamento di massa. 20000 in Italia, 500 a Benevento. Vogliamo un futuro': così recita lo striscione calato dal tetto dell'edificio". Come gli operai dell'Innse, hanno deciso di resistere a oltranza fin quando non otterranno risposta (per contatti: 334 6976405 - Daniela Basile, una delle insegnanti del CIP sul tetto). E a proposito: anche gli operai della "Ercole Marelli", storica industria di Sesto San Giovanni, stanno resistendo coi denti contro i licenziamenti, e in fabbrica bivaccano anche la notte. Lo ignoravate? Non fatevene un cruccio. Non è tutta colpa vostra. Inutile attendersi simili notizie dai tg di Minzolini, o di Raidue, o di Retequattro e Studio Aperto (!), e potremmo continuare ad libitum. Nel regno dell'Egolatra non c'è spazio per queste vicende. Il prossimo bavaglio a Raitre, l'unica rete non allineata, metterà una pietra tombale sulla libera informazione in Italia. Rimane il web, certo: e per questo abbiamo scritto "non è tutta colpa vostra". Nel senso: un po' lo è. Perché gl'italiani sono pigri. Non approfondiscono. Il 75% dei nostri connazionali attinge informazione dalla tv - e l'Egolatra lo sa perfettamente. Invece dovrebbero darsi una mossa, leggere di più (almeno prima di tornare al rogo dei libri), cercare altrove, ecco. Prima che sia troppo tardi anche per noi (i tentativi di silenziare i blogger si sono moltiplicati con frequenza vertiginosa). Scrivo finché posso, tutto ciò che posso: perché, pur sommersi, siamo molti, e perché, a questi fratelli e sorelle, glielo devo: e non li abbandonerò. Non ci avrete.

"Da tutte le situazioni, l'uomo ha sempre saputo trovare una via d'uscita" (Silo)


9.2.09

E. E.: i cattolici non sono Ratzinger, Bagnasco e Radio Maria

Proprio per il rispetto verso E. E. (come Michele Serra, non riesco nemmeno a nominarla a causa dello scempio perpetrato dalle scimmie urlatrici attorno al suo corpo) e la sua famiglia, in particolare papà Beppino che, indipendentemente dalle scelte, nessuna persona con un minimo di coscienza UMANA - e non solo cristiana - potrebbe definire "assassino", non sono mai intervenuta pubblicamente sulla sua sciagura. Tuttavia il livello d'indecenza raggiunto da certi personaggi in questi giorni è tale, e l'immagine dei cattolici fornita dai media e dalla cricca vaticana così distorta, che come credente mi sento offesa e sfregiata, e avverto l'irrinunciabile diritto-dovere di render nota a tutti la realtà.




I cattolici non sono Ratzinger, Bagnasco, la Binetti o Radio Maria. Riporto alcune dichiarazioni di autorevoli associazioni, politici e anche religiosi AUTENTICAMENTE credenti. Di ciarpame siamo stufi.


D. T.






Mons. Casale: “Eluana lasciamola morire in pace come facemmo con Giovanni Paolo II”

«Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia».


Nel pieno della mobilitazione cattolica contro la «condanna a morte» della Englaro, l’arcivescovo Giuseppe Casale (ndr arcivescovo emerito di Foggia-Bovino) prende le distanze dall’«accanimento contro un povero corpo martoriato, tenuto artificialmente in un limbo».



Lasciar morire Eluana è carità cristiana?


«Sì. Non è tollerabile accanirsi ancora né proseguire questo ormai stucchevole can can. C’è poco da dire: l’alimentazione e l’idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta alcun beneficio può essere legittimamente interrotta. Perciò, lasciamo che Eluana termini i suoi giorni senza stare lì a infierire senza alcun esito né speranza di guarigione. Si è creato il “caso Eluana” agitando lo spettro dell’eutanasia, ma non qui si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile».


Vaticano e Cei combattono una battaglia durissima.


«Dovremmo smettere di agitarci contro i mulini a vento e chiederci se quella della Englaro sia realmente vita. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinché la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente. I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungarle una vera vita, ma solo un calvario disumano. E’ giusto lasciarla andare nella mani di Dio. Invece di fare campagne bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre».


Perché non è eutanasia?

 

«L’alimentazione artificiale è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo quel padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Proprio perché crediamo che la morte non abbia l’ultima parola, dobbiamo inchinarci al suo mistero, invece di nasconderci nelle dispute tecniche. Eluana non c’è più da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un’esistenza definitivamente svanita».



Giacomo Galeazzi ("La Stampa", 5 febbraio 2009)





Il Quirinale ha fatto bene così tutela la Costituzione


ROMA - Oscar Luigi Scalfaro non ha dubbi: Napolitano si è mosso in modo ineccepibile. "Il comportamento del capo dello Stato mi pare assolutamente rispondente ai suoi poteri e alle norme della Costituzione. Il capo dello Stato può non firmare. A me capitò di farlo... Credo [...] che chiunque debba apporre una firma a un provvedimento abbia il diritto, vorrei dire il dovere, di controllare che ce ne siano i presupposti. Perciò condivido totalmente gli argomenti giuridici che il capo dello Stato ha espresso nella lettera al governo per dire: non fate il decreto, io non mi sento di firmarlo [...]".

 

Berlusconi ha annunciato di voler far approvare, sul caso Englaro, una legge con procedura-lampo. E' corretto, che il governo usi il Parlamento per sfidare un capo dello Stato che ha osato bocciare un decreto legge?


«Se il Parlamento è convocato, è convocato per fare una legge, che è il suo compito. Con grande serenità, dobbiamo dire che il Parlamento ha avuto tutto il tempo per intervenire. Sono 17 anni che questa povera creatura sofferente è ridotta così. Vari Parlamenti hanno avuto modo di fare una legge, ma non l' hanno fatto. Se oggi il Parlamento è in condizione di approvare una legge nel giro di qualche giorno, come ho sentito, fa il suo dovere. Chiunque si muova nell' ambito dei suoi poteri merita rispetto. Speriamo solo che sia una legge assolutamente equilibrata».


Nel caso Englaro è difficile trovare un punto d' equilibrio. Lei ne vede qualcuno?


«Non voglio dire nulla su questa vicenda. Premesso che sulla difesa della vita non c' è discussione, penso che si sia passato il limite. Taluni, in omaggio ai sacri princìpi, emettono sentenze definitive e giudizi irrevocabili. Sono cose inaccettabili. Incivili. Se qualcuno le fa in nome dei princìpi cristiani, io credo che i princìpi cristiani parlino di amore, di carità, di comprensione, di partecipazione alla sofferenza. Ma non vedo cosa c' entri con i principi cristiani un' invasione così aggressiva dello spazio di libertà di ciascuno».



Sebastiano Messina (da "Repubblica", 7 febbraio 2009, grassetti miei)




Eluana, cavallo di Troia dell’osceno potere

Di Eluana Englaro, crocifissa sul calvario del suo letto, non importa niente ad alcuno. E’ diventata un vessillo da issare nella guerra ignobile per assicurarsi una supremazia (Vaticano e Cei) o per rafforzare il proprio potere (governo). Berlusconi non è mai intervenuto sulla vicenda, eppure se ne parla da mesi in termini forti, ma si è sempre tenuto alla larga perché i sondaggi erano dalla parte della famiglia Englaro. Poi la svolta sulla via vaticana di Damasco.


Il Vaticano ha parlato, anzi ha chiesto (imposto?) un intervento e lui celere come un treno ad alta velocità è partito per la tangente affrettandosi subito a dichiarare che non bisogna scontentare la «chiesa». Per questo obiettivo funzionale al rafforzamento del suo governo e per accreditarsi come unico interlocutore della gerarchia cattolica, non ha esitato ad andare contro i sondaggi. Egli, infatti, è consapevole di sapere manipolare l’opinione pubblica. Ancora più vigliaccamente, non ha esitato a scaricare la responsabilità politica e morale sul Presidente della Repubblica, cogliendo l’occasione per buttargli addosso fango e ridicolizzare il suo ruolo di garante della costituzione, additandolo al ludibrio delle genti. O si fa come vuole lui, o annulla la costituzione. Non c’è altro nome per definirlo: «Alienum a costitutione».


Su tutto prevale la strumentalizzazione ignobile e immorale di una donna in coma da 17 anni e della sofferenza atroce di una famiglia che avrebbe diritto al silenzio dei non credenti e alla preghiera dei credenti. Chi li accusa di assassinio, se si fosse nel Medio Evo, accenderebbe i roghi e brucerebbe chi pensa diversamente. Sul corpo inerme e silente di una donna martire, s’intrecciano gli interessi congiunti di convergenze politiche e politico-pseudoreligiose per riposizionare il proprio vantaggio, fino al punto che il Vaticano si è schierato contro il Presidente della Repubblica («ci ha deluso»), violando così apertamente il concordato che è la vera palla di piombo al piede della laicità dello Stato italiano. Si parla di «princìpi», senza rendersi conto che la guerra dei princìpi, e la storia ne è satura, ha sempre e solo lasciato sul terreno morti e genocidi.

Oggi tutti si accorgono che togliere l’alimentazione e l’idratazione, sebbene forzate, significa compiere un omicidio. Ogni giorno in tutto il mondo, compresa l’Italia, nella più totale indifferenza di tutti, singoli e istituzioni, vediamo milioni e milioni di donne, bambini, anziani scientemente privati del cibo e dell’acqua: perché non si grida con la stessa forza e con lo stesso sdegno all’omicidio, anzi al genocidio? Perché ai negri, agli indiani, agli asiatici, ai latinoamericani, agli emigrati, ai nomadi, ai barboni, ai poveri si possono togliere alimentazione e idratazione e farli morire di fame e di sete, senza che nessuno grida allo scandalo? Perché le nazioni «evolute» per i loro interessi si accaniscono a togliere loro nutrimenti e acqua senza che nessuno li accusa di essere responsabili di stragi? Cosa c’è di diverso tra Eluana Englaro e i milioni di morti di fame e di sete sparsi nel mondo e nelle nostre città?

Berlusconi ha trasformato Eluana in un martello pneumatico per accelerare lo stupro della democrazia, togliendole il cibo del diritto e l’acqua della legalità disponendo del parlamento come della sua personale garçonnière, un lupanare all’aperto. Il picciotto che presiede il Senato ha subito risposto e si è immediatamente predisposto alla bisogna. Don Rodrigo e i suoi bravi non esitano a mandare a mare la suprema Magistratura dello Stato pur di affermare la bulimia ingorda di potere senza freno e senza legge e anche senza alcuna moralità.


Fa pena vedere la gerarchia cattolica fornicare con costui dal quale dovrebbe guardarsi perché è un insulto all’etica, alla religione e ai princìpi del cristianesimo. Sul corpo esangue e martoriato di una povera donna, inconsapevole, si stanno stringendo nuove alleanza politiche in vista di un futuro drammatico: Berlusconi Casini e fondamentalisti cattolici del PD quanto prima riformuleranno la loro posizione politica. Con la benedizione di papa, cardinali e vescovi. Povera Chiesa! Misero Stato!

Su Eluana nello stato in cui si trova dopo la sentenza della Cassazione, posso solo ripetere le parole del canonico Tosi sul letto di morte di Alessandro Manzoni: adorare, amare, tacere. Prego in silenzio per Eluana, e con il mio angelo custode mando una carezza al suo papà e alla sua mamma.

 

Genova, 7 febbraio 2009
Paolo Farinella, prete (grassetti miei)




Più silenzio e più preghiera: Lettera aperta di "Noi Siamo Chiesa" al Card. Bagnasco


NOI SIAMO CHIESA
Via N. Benino 3 00122 Roma
Via Bagutta 12 20121 Milano
Tel. 3331309765 --+39-022664753
E-mail vi.bel@iol.it
http://www.noisiamochiesa.org/


Sig. cardinale,

vogliamo esprimerLe apertis verbis quanto moltissimi credenti pensano della situazione di questi giorni, di queste ore.

 

Una prima interrogazione : perché le autorità della nostra Chiesa, con tutte le loro strutture, il loro peso nell’opinione pubblica e con la loro capacità di intervento e di interdizione sulle istituzioni, non hanno proposto, invece che quella sul caso Englaro, una campagna per fermare il disegno di legge sulla sicurezza e, in particolare, per invitare tutti i medici ed il personale sanitario a praticare una generale obiezione di coscienza nei confronti della segnalazione dei pazienti clandestini alle autorità di pubblica sicurezza ?

Ma soprattutto ci addolora il fatto che si voglia praticare la logica del “sabato”, che Gesù deplorava (Marco 2,27), usando così una astratta e ideologica concezione della vita nel giudicare la situazione concreta della povera Eluana, che è in una condizione di non-vita, senza coscienza e relazioni, senza alcuna speranza umana.


Ci sconcerta il fatto che non si sappia leggere, con onestà e verità, l’art. 2278 del catechismo della nostra Chiesa che prevede il rifiuto dell’accanimento terapeutico in situazioni come quelle in cui si trova Eluana.


Non capiamo poi come si possa avere una concezione della vita e della morte così lontana dall’accettazione della volontà di Dio, della sua misericordia e del percorso che egli ha deciso e che non si dovrebbe ostacolare, oltre ogni limite della ragionevolezza, con gli strumenti della tecnica sanitaria.


Sig. Cardinale, questa campagna, condotta con tanta veemenza, porta a conflitti istituzionali gravi ed inediti e viene meno lo stesso corretto rapporto Stato-Chiesa. Ci facciamo portavoce di quanti non riescono a farsi sentire in questo clamore mediatico per chiederLe che la Chiesa faccia un passo indietro e che scelga per Eluana e i suoi genitori la linea del silenzio e della preghiera.


Con ogni cordialità



Noi Siamo Chiesa
Roma, 7 febbraio 2009 (grassetti miei)










17.11.08

scontata 30 anni di carcere e poi scoprono che è innocente

Spesso sui giornali  regionali  si leggono news   che    o non   vengono trattati dai media nazionali  ( o se   vengano trattat  lo è solo  in brevissimei trafiletti )   .   Ecco  una  dei  casi  più gravi   tratto  dalla  nuova sardegna del 16\11\2008


dall’inviato Piero Mannironi
Riconosciuto innocente dopo 30 anni di carcere
Il calvario dell’orunese Melchiorre Contena accusato del sequestro-omicidio Ostini
Assolto in primo e secondo grado fu condannato nel terzo processo disposto dalla Corte di Cassazione



*SIENA. **
L’inferno può essere fatto di sbarre che sembrano imprigionare perfino il cielo, di muri spessi e grigi e di cancelli di ferro che rinchiudono in uno spazio immobile e claustrofobico anche i sogni e il dolore. Ma l’inferno è soprattutto nella lucida consapevolezza di essere vittima del furto più atroce, quello della libertà. E di vivere l’interminabile divenire di giorni grigi, sempre uguali, al posto di qualcun altro. Questa è la storia del calvario di un uomo che ha vissuto trent’anni all’inferno prima di vedersi restituiti, in nome del popolo italiano, la dignità e l’onore. Ma è anche la storia di una donna, sua moglie, che gli ha sempre creduto e che ha combattuto con una forza sovrumana una battaglia che sembrava impossibile.
* Questa è la storia di Melchiorre Contena, pastore di Orune, e di sua moglie Miracolosa Goddi.
Il 18 luglio scorso la corte d’assise d’appello di Ancona ha messo fine a un incubo durato trent’anni, spazzando via l’accusa terribile di sequestro di persona e omicidio che aveva sprofondato Melchiorre Contena nel buio universo chiuso del carcere. E’ l’epilogo di una complicata e contradditoria storia giudiziaria che ha visto pronunciarsi per quattro volte i giudici di merito e per due quelli di legittimità. Senza contare due pronunce in risposta alla richiesta di revisione del processo. La sentenza finale, quella che stabilisce che Melchiorre Contena è innocente, arriva però quando l’orologio del tempo ha scandito anche l’ultimo giorno della pena.


*IL RAPIMENTO. * Tutto comincia alle 22,30 del 31 gennaio 1977. Marzio Ostini, imprenditore milanese di 38 anni, sposato e padre di un bambino di sei, torna nella sua villa “Le Querce”, nella tenuta di Armatello, a San Casciano Bagni, nel Senese. Con lui c’è il suo amministratore, Giuseppe Miscio. In casa lo attendono tre uomini armati e mascherati. Modi spicci, ruvidi, e poche parole in un inconfondibile accento sardo. Prima di andare via con l’imprenditore milanese dicono a Miscio: «Vogliamo cinque miliardi (poco meno di due milioni e mezzo di euro). E non avverta la polizia, altrimenti il riscatto raddoppia». Marzio Ostini svanisce nel buio insieme ai suoi carcerieri. Per lui comincia il tragico viaggio verso il nulla.
Il 4 febbraio il primo contatto telefonico con il padre di Marzio, il cavalier Carlo Ostini. E una nuova richiesta di riscatto: due miliardi di lire. Poi le lettere. In quella del 16 febbraio, la prova che l’ostaggio è vivo. I tempi del sequestro si bruciano con inconsueta rapidità e si raggiunge l’accordo per un riscatto di un miliardo e duecento milioni.
Il 20 febbraio il cavalier Ostini parte con una borsa piena di banconote da 50 e 100 mila lire. Ma l’appuntamento con i banditi non va in porto. Il contatto avviene il giorno dopo, alle 15,30, vicino al paese di San Quirico d’Orcia, nel Senese. Il patto è che l’ostaggio sarà liberato nelle 48 ore successive. Ma Marzio Ostini non tornerà mai a casa e il suo corpo non sarà mai ritrovato.
Le indagini si orientano subito verso gli ambienti dei pastori sardi. Inevitabile: la cadenza dei banditi era inconfondibile e poi quelli sono gli anni terribili nei quali l’Anonima sequestri ha esportato nelle dolci campagne toscane la sua feroce e cupa ossessione per il furto di uomini, seminando spore di paura. In quel clima sociale, il solo essere sardi sembra quasi essere una colpa.
Il 25 marzo del 1977, quella che risulterà la svolta nelle indagini: un giovane servo pastore di Fonni, Andrea Curreli, viene trovato in possesso di due targhe appartenenti a un’auto rubata alcuni mesi prima. Il suo comportamento alimenta molti sospetti nei carabinieri, che cominciano a pensare di avere messo le mani su uno dei componenti della banda che ha rapito Marzio Ostini.
A fine aprile, i giornali pubblicano un messaggio della famiglia del rapito che dice di essere disposta a pagare 300 milioni di lire a chiunque sia in grado di fornire informazioni utili alla liberazione di Marzio. Dopo qualche giorno, Curreli si presenta spontaneamente alla stazione dei carabinieri di Montefiascone e racconta di essere stato invitato, nell’ottobre del 1976, nel podere di Melchiorre Contena, a una riunione nella quale si era pianificato il sequestro di Carlo Ostini, il padre di Marzio. E fa i nomi di tutti i partecipanti a quel summit: Melchiorre, Bernardino e Battista Contena, Marco Montalto, Giacomino Baragliu e Pasquale Delogu. Di più: dice che successivamente Baragliu e Battista Contena, ubriachi, gli avrebbero confidato di aver ucciso Marzio Ostini.
I Contena, Baragliu, Delogu e Montalto finiscono in carcere e, poco dopo, vengono arrestati anche altri due sardi: Pietro Paolo De Murtas e Gianfranco Pirrone. Sconcertante il comportamento di Curreli che, con due lettere in due occasioni diverse, ritratta tutto, ma poi davanti al giudice istruttore reitera le accuse.
Non basta: le sue versioni altalenanti vengono smentite da molte verifiche degli investigatori ed emerge che Curreli in passato era stato servo-pastore dai Contena che poi lo avevano allontanato perché inaffidabile sul lavoro. E il giovane servo pastore non aveva mai nascosto il suo rancore per i tre fratelli di Orune.

*IL PENTITO. *Dopo qualche mese finisce in carcere anche il pastore di Paulilatino Antonio Soru, trovato con alcune banconote provenienti dal sequestro Ostini.
Andrea Curreli, dunque, è l’unico vero pilastro dell’accusa. Per dire la verità, si rivela subito un pilastro molto fragile. Tanto che, nel corso del processo, celebratosi davanti alla corte d’assise di Siena, la sua versione frana clamorosamente. La difesa porta in udienza l’impressionante curriculum del “super accusatore”: 35 denunce per falsa testimonianza, simulazione di reato e furto. Melchiorre Contena e gli altri imputati il primo marzo del 1979 vengono assolti.
La corte d’assise d’appello di Firenze, il 21 febbraio del 1980, arriva alle stesse conclusioni: Curreli, che si è addirittura autoaccusato dicendo di essere stato il vivandiere della banda, è inattendibile e l’assoluzione per Melchiorre Contena viene confermata.
Sembra tutto finito. E invece la Cassazione riapre i giochi: accogliendo il ricorso della procura generale, rinvia il processo alla corte d’assise d’appello di Bologna che, senza neppure riaprire l’istruttoria dibattimentale, ribalta le sentenze di Siena e Firenze. Per Melchiorre Contena la condanna è a trent’anni di carcere.
In estrema sintesi, i giudici di Bologna giudicano Curreli attendibile. Eppure sulla sua credibilità ha sempre avuto fortissimi dubbi perfino il suo avvocato, Fabio Dean, diventato famoso come difensore del sulfureo gran maestro della loggia massonica P2, Licio Gelli. Nel marzo del 1985, Dean spedisce una lettera in carcere a Contena. «Ho personalmente convincimento della vostra innocenza - scrive Dean -, maturata da impressioni derivate dal palese risentimento che Curreli manifestava apertamente nei vostri confronti». E ancora: «Mi riserbo di ribadire questa mia convinzione nelle sedi più opportune, sottolineando la natura assolutamente disinteressata di questo intervento che risolve solo un mio problema di coscienza».

*L’ALTRA INCHIESTA. *Curreli, uscito di galera subito dopo il processo, sarà assassinato poco tempo dopo alla periferia di Roma.
Ma il caso Ostini si evolve anche in un processo parallelo. Antonio Soru di Paulilatino, Pietrino Mongile di Ghilarza e Lussorio Salaris di Borore sono sospettati fin dall’inizio di essere coinvolti nel rapimento. Nel luglio del 1986, Salaris viene ucciso nel suo podere di San Donnino, al confine delle province di Perugia e Terni. In un macabro rituale, gli assassini gli mozzano le mani. Come dire: sei stato punito perché hai rubato. Per questo delitto, il 5 dicembre 1989, vengono condannati Soru e Mongile a 27 anni e sei mesi. Secondo la corte d’assise d’appello di Perugia, Salaris sarebbe stato punito perché avrebbe tenuto per sè parte del riscatto proveniente da un sequestro di persona compiuto dai tre e avrebbe poi cercato di “vendere” i suoi due complici ai carabinieri. Che si tratti del rapimento di Marzio Ostini è confermato dal procuratore generale di Perugia Di Marco nell’inaugurazione dell’anno giudiziario del 1988.
Conferme clamorose arrivano prima da Antonio Soru nel 1993 e poi da Mongile tre anni dopo. I due raccontano infatti che il sequestro era stato organizzato da loro e da Salaris e che quest’ultimo aveva ucciso l’ostaggio con un colpo di piccone in testa perché aveva paura di essere scoperto. Soru e Mongile dicono anche che loro non erano d’accordo sulla soppressione dell’ostaggio e che avevano eliminato Salaris perché questi si era tenuto parte del riscatto e li aveva poi traditi. Le loro confessioni sono suffragate da robusti riscontri.
Si arriva così a due sentenze radicalmente contradditorie, a due verità insanabilmente incongruenti. E’ quello che giuridicamente viene definito conflitto di giudicati. Eppure quella della revisione del processo per Melchiorre Contena è una strada ancora lunga. Infatti, sei anni fa la corte d’assise d’appello di Ancona dice no alla riapertura del processo. Ma nel maggio del 2004 la Cassazione interviene e trasmette gli atti del processo alla corte d’assise d’appello dell’Aquila che, nel luglio scorso, dice che Melchiorre Contena è innocente.

*«RISTORO MORALE». *L’avvocato romano Pasquale Bartolo, che ha difeso con passione il pastore orunese, è avaro di parole. Per lui l’importante è che sia stata restituita la dignità a Melchiorre Contena e alla sua famiglia: «Con un’epressione un po’ brutta dico che Contena e quella donna straordinaria che è sua moglie hanno diritto a un “ristoro morale”. Sulla vicenda giudiziaria non voglio fare commenti perché non è mio costume farli, anche se è impossibile non fare alcune valutazioni. La prima è che i sistemi giudiziari sono ragionevolmente garantisti quando si vive il processo in maniera diretta, mentre è molto facile sbagliare quando si giudica solo sulle carte. Devo anche riconoscere alla magistratura di essere capace di censurare i propri errori. E questo, fino a qualche anno fa, era impensabile».
Ora, anche per gli altri sette imputati, si apre la porta della riabilitazione. Dopo trenta lunghissimi anni.

10.11.08

Ci riprovano!

Proprio qualche giorno fa mi domandavo: "Ma a noi bloggers, quando pensano?". Già lo scorso anno, infatti, lo pseudo-governo di pseudo-sinistra, supportato da "Mr. Nessuno" Ricardo Franco-Levi, aveva tentato il colpaccio. Volevano (virtualmente?) metterci a tacere, ma non vi riuscirono. Beppe Grillo lanciò l'allarme, il popolo dei naviganti (ancorché santo e poeta) rispose entusiasta e sdegnato. E il dissennato golpe istituzionale fallì.


Adesso, però, siamo in presenza di un governo, cioè d'un potere, di destra estrema, e per nulla virtuale: anzi, molto reale. Questo potere gestisce e controlla la quasi totalità dell'informazione. Dessimo retta a giornali e tv, non sapremmo nulla dello sfacelo della scuola pubblica, del ritorno di Gelli, delle minacce cossighiane e degli assalti ai pochi cronisti rimasti liberi, della disoccupazione galoppante e il conseguente impoverimento del Paese.



Restava il web. Lo sapevano benissimo, al punto che il Capo aveva proposto, nella sua campagna per gli acquisti, cioè elettorale, di qualche anno fa, le famigerate "tre I": Internet, inglese, impresa. Da applicare a suo uso e consumo, però.



Ecco pertanto pronta la nuova "legge" ammazza-blog. Pare che dietro ci sia ancora lui, il Franco-Levi, lo spettro che s'aggira per la Rete. In questo caso, però, tutto tace. Il Grillo, da quando è tornato in sella B., si è tramutato all'improvviso in placida pecorella. Non manda a quel paese più nessuno, ricomparendo solo fra gli studenti, che l'hanno (a denti stretti) ringraziato ma messo subito in riga: qui non servono primedonne. Poi è rientrato nel suo cantuccio.



Un pacato silenzio, nelle case dell'Italietta felice, per non turbare i meritati sonni dei tranquilli connazionali. "Diffondere ottimismo, non ansia" (o forse intendeva "ansa"?), ecco il nuovo motto del Capo di Famiglia. E il suo vice Dell'Utri chiosa e - dopo il consueto encomio di Mussolini, Mangano e Gelmini e la "presa di distanza" (chiamiamola così) da Saviano e Caselli, precisa: vero, finiamola una buona volta coi giornalisti-dark.



Ma chi più "dark" dei bloggers? Non li si può nemmeno definire giornalisti (e infatti non lo sono). Gente indecifrabile, sfuggente, che trama dal monitor, velata dietro inquietanti nick, sicuramente degli insoddisfatti sessuali, degenerati insomma. Da fermare a ogni costo. Per il bene nostro e dei cittadini felici, amen.



Spetta ai cittadini felici decidere se soccombere in dissennata letizia nella falsa pace d'una democrazia da supermarket. Noi, la risposta l'abbiamo già data: non ci avrete.


25.6.07

nessun crack ha violato Harry Potte

nessun crack ha viilato  harry potter   . 


 da http://punto-informatico.it/

Roma
 "Hanno craccato Harry Potter", "Svelato il finale dell'ultimo Harry Potter", "Gli hacker (?) sconfiggono il mago": se ne potrebbero citare tanti di titoli con cui in tutto il Mondo in questi giorni è stato annunciato che un'email infetta ha consentito ad un hacker di accedere al testo dell'ultimo volume della saga di Harry Potter contenuto sui server della Bloomsbury Publishing fino a pubblicarne il finale, un "super-spoiler" apparentemente destinato ad impattare negativamente sulle vendite dell'ultima fatica dell'autrice. Una notizia-bomba, vista la popolarità della saga, che però non ha fondamento: il libro non è stato... craccato.
L'intera vicenda è infatti il prodotto di un'opera di sana disinformazione, quella studiata per mettere in allerta pubblico e giornalisti su quanto facilmente una news del tutto fasulla possa conseguire le prime pagine, e quanto poco ci voglia perché una bufala diventi un dato di fatto per milioni di utenti. Non è certo il primo esperimento del genere ma, vista la eco mediatica ottenuta dalla vicenda, è sicuramente uno dei più riusciti nel recente passato. "In meno di 48 ore - raccontano gli autori - una notizia fasulla è uscita su 200 quotidiani, 10mila blog, è stata oggetto di reportage televisivi dall'India all'America Latina".

In un messaggio di "smentita" spedito dagli autori di questo attacco mediatico si parla di un evento attuato utilizzando metodologie psicologiche militari (note come psyop(s)). "Vogliamo che la gente sappia - spiegano gli autori - quanto spesso sono vittime di attività psyop mascherate da parte di governi e grandi lobby economiche".

Gli autori spiegano come il metodo seguito per "colpire" con la storia di Harry Poter si sia fondato sull'utilizzo di un argomento superficiale quanto popolare per il quale in tutto il mondo si nutrono aspettative. In più ci si è messa dentro una insalata di religionel'impossibilità per l'editore di smentire la notizia ("altrimenti tutti avrebbero pensato che allora è vero"). A funzionare anche il fatto che la "notizia" sia stata "distribuita" su una mailing list utilizzata perlopiù da esperti di sicurezza e hacker e che sia arrivata da un'indirizzo email di una free webmail con una connessione protetta da Tor.
Per dirla con gli autori: "Metti insieme tutti gli ingredienti, incollali con l'inglese stentato del wannabe annoiato medio e con un minimo di descrizione tecnica del furto, anonimizza la connessione con Tor, crea un account su una free webmail e pubblica il messaggio in certi ambienti. Poi aspetta che appaia sui media mainstream, potendo contare sul fatto che Harry Potter è un argomento ben noto a gente di ogni genere, che i giornalisti amano le notizie su hacking e dintorni e che la motivazione religiosa è anche attraente".
La dimostrazione della bufala è stata inviata nelle scorse ore non solo a giornali e associazioni per i diritti umani ma anche a bugtraq ed esperti di sicurezza, per dimostrare la "potenza" delle azioni psyop, "ampiamente utilizzate da governi non democratici di molti paesi nel mondo e dalle grandi lobby politico-economiche nei paesi occidentali". "Il nostro scopo - spiegano gli autori della bufala - è stato fornire ai cittadini del mondo una prova della vulnerabilità della società dell'informazione di oggi, e di spingerli a ragionarci sopra seriamente".
A detta degli autori, dunque, psyop vengono condotte regolarmente e di continuo in tutto il Mondo, spesso con schemi assai più complessi: "Possiamo distinguere ciò che è vero da ciò che è manipolato? Sei consapevole che la guerra dell'informazione è una cosa reale e non solo un buon tema per il best seller di qualche scrittore?". Sull'intera questione degli psyop gli autori hanno pubblicato quattro PDF, disponibili qui, qui, qui e qui.
In conclusione, dicono gli autori della bufala, rivolgendosi all'autrice della saga di Harry Potter "o a chiunque altro sia interessato", se quanto accaduto fa loro piacere e se ritengono utile il nostro metodo, allora possono fare una donazione a EFF, Free Software Foundation o Tor. (l'hacker citava il Papa e un suo vecchio riferimento al maghetto della Rowling), di tecnologie e linguaggio e su tutto questo giocava

31.5.07

Senza titolo 1867

concordo  con quanto dice  : uno dei  commenti nella pagina   di youtube   di cui riporto  sotto il titolo   : << dando un'occhiata ai siti dei tg rai e mediaset non trovo nulla in proposito... Mi convinco ogni giorno di più che l'informazione, quella vera, si trova solo in rete !! >> Non sono nè gay nè radicale: non ho l'onore di esserlo, parafrasando Chaplin... Questi episodi sono gravi,comunque la pensiamo. Sono un segnale di intolleranza e di repressione






"Le prove di come il regime di Putin continua a reprimere con ogni mezzo la libertà di espressione." Vi sono vicino...

22.5.07

Senza titolo 1847

Grazie STUDIO APERTO .. come faremmo senza di te



Questo è il video (tratto da scuolazoo) che ieri studio aperto ha mandato in onda dicendo che una ragazza a scuola sniffava cocaina... vedetelo e vedrete che per l'ennesima volta questo fantastico tg ha detto una cazzata!!! Questi ragazzi, infatti, fanno vedere all'inizio del filmato che la coca non centra niente... è solo creatina! Certo, sniffare creatina è comunque una cazzata ma è solo una goliardata  e niente più! Poi  ci si lamenta  dell'allarme  bullismo  .


19.5.07

Senza titolo 1840

Dopo aver letto  questo articolo  trovate  il testo  sotto di uno dei piùsagaci  scrittori italiani degli ultimi 27\ 30 anni  Lello  voce  sul il giornale  di sardegna del  19\5\2007 ,  mi sono accorto  che  a causa  dell'orgoglio troppo smisurato dei familiari delle  vittime con  il non voler permettere  che  chi ha sbagliato  vittima  consapevole ed inconsapevole di cattivi maestri  e soprattutto abbia  scontato fino in fondo  la pena  non  pentendosi per  convenienza  ( ma  facendolo , in alcuni casi solo dentro di se  )  abbia una seconda  possibilità . E   lo stato  che ha paura di togliere  il segreto su detterminate cose  e di  fare  uanlegge come  gli Usa  ( tanto  esaltati  e mitizzati )  che renda pèubblicidopo un certo numero di anni  documenti segreti  . Esisteranno sempre  morti di serie A  e serei B .  Quindi come giustamente suggerisce  Lello  occorre ricordare non solo  a senso unioco  e  al di là di cercare  una utopistica  memoria  condivisa . Lo <<
io non ho alcuna prova per    essere certo al di là di ogni   ragionevole dubbio della responsabilità del Commissario Calabresi nell’omicidio di
Pinelli  ferroviere precipitato dalle finestre della Questura di Milano durante le indagini sulla bomba di Piazza Fontana, mentre le forze dell’ordine, sbagliandosi di grosso, seguivano la pista anarchica.
Sono invece certo che, fosse stato anche Calabresi stesso a spingere fuori dalla finestra Pinelli, questo non avrebbe autorizzato nessuno a farsi
giustizia da sé. Sono altrettanto sicuro,però, che quelle  indagini le dirigeva proprio   Calabresi e che offende qualsiasi intelligenza  , credo anche quella  dei familiari di calabresi  la sola eventualità di dover  prendere  per  vera la  fantasmagorica tesi  del malore  attivo  secondo la quale pinelli si sarebbe suicidato ma non avrebbe preso lo slancio  necessario  a  giustificare  una qualsiasi parabola  di caduta compatibile con questa tesi perchè  era praticamente  svenuto  nel momento in cui  gettava da quella finestra .E    sono abbastanza convinto che    (quasi fosse la nemesi della  “pista sbagliata” . nell’assassinio   Calabresi c’entrino poco    Sofri e i suoi sodali
Qualche giorno è giusto,è stato celebrato il ricordo di Calabresi:ma f   credo si dovrebbe rendere  omaggio a Pinelli .Ben fatto .  Se fossi stato là, avrei applaudito anch’io, avrei applaudito alla vittima Ma non  avrei potuto fare a meno di   pensare che il medesimo applauso  andrebbe attributato a Pinelli e anche  a lui andrebbe resa  giustizia  perchè sono certo che il non  far luce  sul suo omicidio  è stato un metodo  subdolo ed inquietante  per lasciare  soli Calabresi e la sua famiglia  .
>>

Infatti  il Commisario Luigi Calabresi  non potè  difendersi  dalla  vigliacca e brutale  campagna  (  giusta  o sbagliata che fosse )  d'odio  del movimento ed  in particolare del gruppo Lotta continua  ---- poi diventato  una lobby  come   dice il libro il tonto in cui parlava del vero o presunto ruolo di lotta continua  nell'omicidio di mauro rostagno  di Aldo ricci  un libro censurato  e fatto ritirare dal commercio per le pressioni di  appartenenti a ex  Lc  qui ulteriori  news su tale libro    ---  e dalle  accuse  vere o presunte  di esponenti  dela  sinistra  exstra parlamentare  che trovate  nelle note  del libro anonimo e collettivo  (  linkato sotto ) strage di stato , perchè  fu ucciso  qualche giorno prima del processo  ijn cui era chiamato in causa  sulla morte di Pinelli  . E poi stava diventando scomodo anche per il sistema  infatti stava indagando  suigruppi eversivi di destra  in Alto Adige   legati  a Gladio .


                                          approfondimenti


contesto
   strategia della tensione e anni  Piombo

dal libro   contro inchiesta  "  strage di stato  "  della sinistra  extraparlamentare ( libro no copy right e disponibile  integralmente qui ) sulla a strage del 12\XII\1969 meglo nota  di piazza  fontana usato anche dalla magistratura  nel 1988 per  riaprire le inchieste da  leggere  con attenzione  anche le note 



Calabresi



         Pinelli



1.5.07

Senza titolo 1796

 Ricevo questo comunicato dalla MailList  dell'associaizione  del comitato verità giustizia  per  genova



<<
[comitato_verita_giustizia_genova] G8: Prima condanna per le violenze delle forze dell´ordine
comitato_verita_giustizia_genova@yahoogroups.com

Ebbene sì.
I processi a Genova continuano e qualcuno si conclude, purtroppo ne parlano solo i quotidiani genovesi. Il resto dell’Italia, ignora. Tutti i media,compresi quelli “alternativi” tacciono. Il processo per il delitto di Cogne fa molta più audience dei processi di Genova che vedono coinvolte centinaia di persone ferite e torturate, durante la più grave sospensione dei diritti civili in un paese “democratico” dal dopoguerra, come denunciato da Amnesty International.
Forse qualcuno pensa ancora che ci sarà una commissione d’inchiesta per i fatti di Genova, ma chi la vuole davvero? A chi interessa far luce sui gravissimi fatti di quei giorni? Certamente non al governo Prodi, non alla maggioranza e tanto meno all’opposizione in Parlamento.
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova

LA PRIMA condanna nei confronti del Ministero dell´Interno per le illecite e gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e cioè circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui il giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano  la memoria. Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie, quelle teste  rotte a manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano frutto dell´iniziativa isolata o dell´autonomo eccesso di qualche agente. Facevano invece parte di un più ampio disegno - così come le menzogne raccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta  una delle pagine più buie nella storia della Polizia di Stato.
Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini,pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti.
Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!". Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c´era una gran confusione e qualcuno tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra "buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come sottolineato dal giudice. I cattivi c´erano per davvero, ed erano i poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della pediatra triestina.
Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella ha deciso di condannare il Ministero dell´Interno. La cifra che verrà pagata a Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità, danni morali ed  esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.
«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di  violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il giudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un´iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e riportare l´ordine pubblico gravemente messo in pericolo». Perché l´intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano diverse decine; l´ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi (non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata.
La pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessaSpaccini è una persona di cinquant´anni, di cui giustamente si sottolinea  l´aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signora settantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica e allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio con  un sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».

>>

Putroppo  la  forza  (   da intendersi in senso  spirituale )  cher  avevsa  come cantava Andrea sisti nella bellissima  " non ricordo più del mare  "


Il mio nome è la memoria
Di chi ascolta la coscienza
Destinato dalla storia
Ho capito in un momento
Che un pensiero può viaggiare
Anche se va controvento
Genova lo sai, tante vite in una storia
Perchè si lotta e muore tutti uniti per un credo e la memoria
Genova dicevo, non è un idea come un altra
Non è un idea come un altra



 si  è  usarita   e ha prevalso   l'oblio come prefigurava la stessa canzone 

E l'assenza del ricordo
Fa più male del dolore
Fa più male dentro me

Ecco perchè  ricordo  e non bisogna mai dimenticare . Ma soprattutto  per me, tale argomento  , E poi come  potete vedere  da questo documentario  su peppino impastato ( di cui potete sentire  anche la voce  originale  )  l'oblio  insieme al silenzio  uccide





sarà aggiunto nelle faq e quindi , non ci ritornerò più ed email simili saranno cancellate .Per me ricordare cose come queste ( che non ho per l'età vivere in prima persona ) serve per mantenermi vivo e non subire dal potere ( culturale , politico ) che usa il passato come arma per opprimerti approfittandosi della nostra ignoranza d'esso perchè :  siamo ignoranti perchè ignoriamo  per parafrasare il trio Aldo Giovanni Giacomo . E poi come dice la nostra cdv PensieriVaganti in un commento ( non ricordo quale  blog ) al mio post   sul  25 aprile  : << Se il mondo è uno solo non dovrebbero esserci parti in conflitto fra loro, si dovrebbe essere come rami dello stesso albero o tralci dello stesso tronco....dalla propria parte si dovrebbe lavorare per l'intero non contro un'altra parte, ma l'umanità è ben lontana ... allora forse ricordare conviene. >>







12.1.06

Senza titolo 1086

Guardate questo breve documentario che riporta in esclusiva le immagini mai viste dello schianto dell'aereo (??) contro il Pentagono, l'11 settembre. Riflettete anche su tutte le osservazioni che vengono fatte...

http://www.pentagonstrike.co.uk/pentagon_it.htm

10.1.06

Senza titolo 1081

Non vi sembra alquanto offensivo il modo in cui è stato trasmesso il filmato dell'esecuzione di Quattrocchi? Non ci hanno fatto vedere - per fortuna - la scena più ripugnante, ma al momento del taglio, giornalisti e giornalai non hanno mancato di sottolineare che LORO, eredi di una democrazia illuminata (cioè quella degli americani che lanciano bombe atomiche e fosforo su città indifese) hanno tagliato - che peccato! - la scena "clou", mentre Al Jazeera se non lo ha trasmesso lo ha fatto in malafede. In più, commettendo la gaffe orribile per tutta la serata, insistendo anche di fronte alla sorella del povero Quattrocchi che la tv araba ha trasmesso molto di peggio! Tanto valeva, insomma, farlo vedere, visto che ci sono stati morti peggiori. Ci mancava solo il medico legale esperto di autopsie a "Porta a Porta" a spiegare la differenza tra l'effetto televisivo in una decapitazione rispetto a un'esecuzione da arma da fuoco. E l'esperto di balistica a spiegarci la dinamica dello spruzzo di sangue che - per rispetto alla famiglia e ai telespettatori un po' delusi - LORO hanno evitato di farci vedere.
Si è parlato più che altro di immagini autocensurate e di "retorica" della patria, mentre di patriottico c'era soprattutto la dignità di una persona che sa di ricevere il colpo fatale. Quattrocchi alla fine è stato presentato come un eroe "solo" per le parole spientemente registrate, ma i servizi di ieri che hanno limato, tagliato e amplificato sono i portavoce dell'eroe e quindi qualsiasi giornalista con la faccia imbronciata di circostanza e la tv stessa ha svolto un servizio pubblico di eroismo. Quasi quasi, alla fine dello speciale che riproponeva il fritto misto della giornata, speciale solo per la partecipazione della sorella giustamente incazzata con il sistema (non solo) televisivo, la tentazione era quella di appuntare una medaglia anche a Mimun. Un autoincensamento di cui non avevamo bisogno. Già c'è Vespa a candidarsi per il Nobel, non c'è bisogno di un vespaio che gli vada dietro.

9.12.05

Senza titolo 1026

Il nuovo scoop di RAINEWS 24

 

Dopo il documentario su Falluja arriva un altro reportage da premio Pulitzer, quello sulla battaglia di Nassirya dello scorso anno, in cui i nostri militari in "missione di pace" spararono e uccisero diversi civili. Il filmato è scaricabile qui


e ovviamente in tv è già stato censurato.

Per approfondimenti leggetevi questo articolo



Diffondete queste notizie, che tanto internet è l'unica possibilità di sfondare il muro di gomma della propaganda.

30.11.05

Senza titolo 1010


Se non l'avete ancora fatto, mettete sul vostro blog il banner al documentario sull'uso del fosforo bianco a Falluja. Il codice html da inserire nel template è:



<a href="http://snipurl.com/jor0"
target="_blank" title="Falluja"><center><img
src="http://snipurl.com/kdd9
"></center></a>


Guardatelo e fatelo vedere, perchè dubito che lo vedremo mai in TV... tutti devono vedere gli effetti dell' "esportazione della democrazia" compiuta dagli americani in nome della lotta al terrorismo... questo è terrorismo. Punto.


9.11.05

Prova matematica!

Sottopongo alla vostra attenzione un quesito di matematica che ho trovato nei meandri oscuri e disabitati del mio cervello, spremete le meningi quindi!


" Dati due punti a piacere, trovare sul piano corporale di una donna ricoperta di domopack il suo punto G, prima che vi addizioniate le mutande!


ATTENZIONE!!! : 


- Si richiede di trovarlo non di tracciare rette una volta trovato."


Questo si che mi fa amare la matematica!!!      

22.10.05

Senza titolo 913

incredibile   ma  vero   ho  letto  in internet questa  notizia incredibile  che qui  vi ripropongo  . Essa  è   comica se cosi  fose  mi chiedo  : ma  allora    tutti  i grandi media dovrebbero  invitare  gli utenti ad accedere poco  nei loro   siti o portali  . l’editoria italiana di questi ultimi anni può succedere di tutto, anche che un giornale sia costretto a chiudere perché ha troppi lettori. La  cosa  è  proprio   E’paradossale, ma purtroppo è quanto succede a La Gazzetta Web (http://www.lagazzettaweb.it) che chiude con il numero di oggi, e dalla fine di questa settimana non sarà più visitabile perché l’alto numero di contatti ha fatto scattare un aumento delle tariffe insostenibile per il giornale. E così il mondo dell’informazione perderà una voce importante e storica dell’editoria on line. Dalla sede della redazione torinese, Rita Rutigliano, fondatrice e direttore del settimanale dice: «Non so se e quando riusciremo a riprendere le pubblicazioni. A spingerci in una strada, per il momento senza uscita è stata, prima ancora del perdurare di una situazione che continua a vederci lavorare strenuamente in pura perdita economica, una notizia piovutaci addosso poche settimane fa: per rinnovare il contratto annuale, il server in cui è allocato il sito della GW esigerebbe una cifra molto, ma molto, più alta di prima». L’impossibilità di sostenere i costi di gestione ha portato quindi alla chiusura della testata giornalistica che da sempre fornisce un servizio informativo totalmente gratuito che comprende la rivista pubblicata in rete, la raccolta completa degli articoli in archivi liberamente consultabili così come il centro di documentazione costruito in sei anni di attività. «“la Gazzetta Web” – dice Rita Rutigliano- non ha mai avuto alcuna forma di sostegno né pubblico né privato. Contando soltanto sulle proprie energie e sull’autofinanziamento, ha tuttavia prodotto una considerevole mole di lavoro e migliaia di documenti relativi ai settori su cui maggiormente punta i suoi riflettori». Il successo di un giornale completamente autogestito sta nei numeri: più di 50.000 lettori, decine di Paesi d’accesso, oltre 3.700 iscritti alla newsletter settimanale, un archivio con oltre 3.300 documenti in rete. Ma questi numeri evidentemente sono una delle cause dello stop, dovuto anche al fatto che il sito non ha sponsor. Nel 2004 la Gazzetta Web ha vinto, per la categoria Internet, il primo “Premio Internazionale Turismo Torino” e quest’anno, come nel precedente, si e’ classificato fra i “Siti eccellenti” per la categoria “Informazione”, nel concorso nazionale “Donna” e’ Web/Premio Web Italia 2005. «Il responsabile dei servizi Internet – prosegue Rutigliano - mi ha fatto sapere che l’aumento sarebbe dovuto al fatto che il nostro sito “è ormai arrivato alla dimensione di un portale in tutti i sensi, soprattutto se analizzato dal punto di vista del numero dei visitatori e delle richieste”. Alle brutte notizie – si sfoga il Direttore de La Gazzetta Web - il nostro interlocutore ha poi aggiunto alcune considerazioni personali, sull’appetibilità di un sito come il nostro per inserzionisti che pagherebbero una cifra per pubblicizzare le loro attività». Sembra però che di inserzionisti il settimanale finora non ne abbia trovati malgrado la continua ricerca «si è rivelata perfettamente inutile la pubblicazione di annunci a proposito della disponibilità di spazi e strumenti promozionali – dice ancora Rutigliano- non vi hanno dato alcun peso neppure le molte realtà, grandi e piccole, delle cui iniziative abbiamo ripetutamente scritto sulle pagine della GW. Inoltre, impiegando anche per questo tempo e risorse finanziarie, abbiamo vanamente interpellato centinaia e centinaia di possibili inserzionisti. Ma tutto è risultato inutile». Nel momento difficile della chiusura del settimanale, Rita Rutigliano non vuole però darsi per vinta «perché – dice- il numero degli accessi al sito web e il plauso dei lettori ci incoraggiano e vogliamo continuare a realizzare la rivista come un servizio aperto a tutti. Ci piacerebbe, anzi, riuscire ad aumentarne le pagine incrementando la pubblicazione di articoli, sviluppando nuovi progetti, allargando il ventaglio delle rubriche per coprire altri ambiti tematici segnalatici attraverso i molti messaggi che quotidianamente giungono in redazione».

20.10.05

Senza titolo 909

colonna    thre end dei doors   qui  il testoqui la traduzione 


Ho appena finito di  la  puntata  odierna   dei simpsons Alla faccia della bandiera"Titolo originale: "Bart-Mangled Banner"  dopo  c'è  una violenta  satira  contro  la politica  di Bush . (  trovatee qui la trama  )  . Tutto ciò   mi ha fatto a perdere due ore   di  studio per  riguardare il   film (   ma ne  è valsa la pena  )   ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA - L?INGANNO DEI MEDIA ( WMD - WEAPONS OF MASS DECEPTION Regia: Danny Schechter; editori: Kozo Okumura con David Chai; supervisore alla post-produzione: Kristine Sorenson Cardoso; prodotto da: Danny Schechter con Anna Pizarro; produzione: Globalvision Inc.; distribuzione: edizione italiana a cura di Tekfestival, distribuito in dvd come supplemento al numero de L’Unità del 15 settembre 2005; durata: 98'  , un documentario di  98 minuti - lingua inglese - sottotitoli in italiano  che avevo preso il mese scorso  e dopo averne sentito parlare dagli amici del sito informationguerrilla e del  yahoogroups   grandenud  "appendice" dei sito http://www.ondalibera.org   e  il  forum di  indymedia . Esso  è molto scomodo  che nessun giornale o settimanale   salvo l'unità lo ha  voluto  distribuire   e  far dialogare \ chattare  l'autore via web  . Se avete visto  ( o volete   rivedervi  oppure vedere )  Fahrenheit 9/11 di M. Moore o  11.09.01  sappiate  che questo scuoterà di più le  vostre coscienze o  il  vostro  torpore  .   Infatti il sito www.frameonline.it   : << In  Iraq  si sono combattute due guerre; una con gli eserciti di soldati, con le bombe e la forza militare. L?altra con le telecamere, i satelliti, gli eserciti di giornalisti e le tecniche di propaganda.La prima guerra è stata giustificata come un lavoro necessario per trovare e smantellare le Armi di Distruzione di massa (WMD - Weapons of Mass Destruction).La seconda è stata condotta con armi forse ancor più potenti, le Armi di Inganno di Massa (WMD - Weapons of Mass Deception).I network televisivi americani hanno fatto della copertura non stop della guerra il loro programma di punta, utilizzando giornalisti ?embedded? e nuove tecnologie che hanno permesso agli spettatori di vedere per la prima volta una guerra da molto vicino. Ma altri paesi hanno visto un?altra guerra. Perché?Per chi, come l?autore, ha messo sotto osservazione la copertura mediatica, la guerra è stata più di uno spettacolo, è stata una maratona dell?informazione globale 24 ore su 24, una gara l?uno contro l?altro che ha distorto la verità e ha sollevato più interrogativi sui metodi dei notiziari tv che non l?intervento militare stesso che stavano coprendo e - in alcuni casi - promuovendo. (  ...  ) continua  qui  )  >>  . Infatti sempre secondo  lo stesso sito  WMD,  di Danny Schechter (  foto al lato  )  ,  un film documentario di 100 minuti,, analizza questa storia con gli strumenti di un esperto di media (diventato un outsider) ed ex giornalista televisivo:, uno dei più prolifici critici americani del mondo dell'infomazione .Un atto d'accusa, una straordinaria inchiesta giornalistica che svela la grande opera di manipolazione dei media americani per giustificare la guerra in Iraq . Per  coloro desiderassero 1)   mettersi in contatto con Danny Schechter può farlo scrivendo a  dissector@mediachannel.org 2)  comprarsi  il film posso andare  sul store dell'unità . meglio concludere qui   dire  , prima che le lacrime mi  bagnino completamente  gli occhi per certe scene del film ( che sconsiglio ai deboli di  cuore  )  sui bombardamenti  continui fin dal 1991  , l'embargo  ,  con i rispettivi morti per  mancanza di medicine e cibio , i  nati deformi per  quei cazzo  ( scusate lìeventualità gratuita  ma  non sono  , o  non  ho vloluto   fate voi   a trovare   sinonimi per  indicare  queste sporche bombe     )  di proiettili e  bombe ad uranio impoverito  ( che usano anche  nelle esercitazioni  della mia regione , ma questa  è un altra storia   di cui  vi parlerò prima o poi  ) , ...  ,  di giornalisti  televisivi e dela careta  stampata  che fanno in manierea  sfacciata da cassa di risonanza    e   coprendo  le  news  , ritardandole    , e  riportando  solo   quelle   imposte  dal  pentagono  ,,,  mi  fermoio qui altrimenti rischio d'annoiarvi e  di raccontarvi  il  film  che  vi sto consigliando . Con questo  è tutto   vi lascio  con   questa citazione  : << Oggigiorno non ci si combatte più a vicenda, non ci si combatte affatto. La guerra viene mossa dalle classi dirigenti contro i propri seguaci e l’oggetto della guerra non è quello di prevenire o di fare conquiste territoriali, bensì quello di mantenere intatta la struttura della società >> George Orwell in  1984 . Meditate  Gente Mditate 

 

18.10.05

Senza titolo 899

La coerenza, in politica come nella vita, dovrebbe essere una cosa da perseguire sempre. Ascoltatevi questa dichiarazione rilasciata da Berlusconi a Bari nel settembre del 2000, a proposito della riforma elettorale che l'allora centro-sinistra propose di fare (e che poi non fece) e traetene le vostre considerazioni... a suo modo è sconcertante fino a che punto può arrivare la falsità e la faccia tosta di certi individui, che non hanno idee, tantomeno ideali, ma soltanto interessi.
Per ascoltare il discorso CLICCA QUI
 
Sulle primarie dirò una cosa sola, semplice e limpida: gli elettori del centro-sinistra si sono scelti, fra 7 candidati, quello che li dovrà rappresentare come candidato premier alle prossime elezioni. Agli elettori del centro-destra, invece, questo diritto viene negato. Non solo: viene imposto un leader senza consultare nessuno, con l'arroganza del boss che non ammette critiche. C'è un uomo solo che dà ordini nel centro-destra, un uomo solo che comanda, uno solo che non permette che si discuta sul suo nome. Questo non è spirito democratico, è puro spirito autoritario.

22.9.05

Senza titolo 815


TORRI GEMELLE: CROLLI PASSIVI, O DEMOLIZIONI CONTROLLATE?

Di
Massimo Mazzucco



E' noto come le Torri Gemelle fossero state progettate per reggere all'impatto di mutlipli aerei commerciali, grazie alla poderosa serie di piloni centrali di acciaio di supporto, ed alla particolarissima struttura esterna, a maglie in acciaio incrociate, che permetteva di redistribuire il carico su quelle restanti, in caso che una parte di esse fosse venuta a mancare. Ed infatti, ambedue gli edifici avevano retto egregiamente agli impatti, oscillando, scricchiolando e vibrando per qualche minuto, prima di ritornare stabili e immobili, con il carico redistributo ben sotto i margini di tolleranza.

E gli incendi stessi, sviluppatisi a causa della fuoriuscita di kerosene, erano durati molto poco, senza mai raggiungere, nemmeno al momento delle esplosioni, le temperature necessarie ad indebolire l'acciaio delle strutture portanti. Svariati studi di architettura hanno respinto con decisione l'ipotesi dell'indebolimento progressivo dell'acciaio, ricordando che prima dei crolli il fumo di ambedue gli incendi era addirittura diventato nero, segno evidente...

... che le fiamme avevano ormai finito di consumare il materiale disponibile. Nel frattempo, si era vista gente affacciarsi dalle voragini stesse provocate dagli aerei, a conferma che in quella zona non ci potessero essere i 1500 gradi necessari a fondere l'acciaio. Inoltre, molte persone che stavano ai piani superiori, sono riuscite a scendere fino a terra, attraversando quindi i piani incendiati. Hanno tutte raccontato di aver incontrato moltissimo fumo, ma un calore minimo. La seconda Torre, poi, ha visto all'interno un incendio ancora minore, poichè la maggior parte del carburante è fuoriscita in diagonale, esplodendo nella terribile palla di fuoco che tutti abbiamo visto in TV.

Eppure, inspiegabilmente, misteriosamente, improvvisamente, dopo aver retto per circa un'ora ciascuna, le Torri sono ambedue crollate, accartocciandosi su se stesse, in maniera praticamente identica, tanto rapida quanto simmetrica, e senza minimamente danneggiare gli edifici circostanti. Il solo fatto che due Torri di 400 metri cadano, nel centro di Manhattan, senza colpire uno solo degli edifici circostanti, è certo da Gunness dei primati.

Stessa sorte, ancora più inspiegabile, è toccata nel pomeriggio al WTC7, un grattacielo in cemento armato di 40 piani, che aveva subito solo un incendio limitato, e non era stato nemmeno sfiorato dagli aerei. Un grattacielo molto simile ha bruciato di recente, a Madrid, per oltre 48 ore, sviluppando temperature decisamente superiori, senza che la struttura di acciaio cedesse minimamente in alcun punto.

Dall'inizio della storia dell'ingegneria civile, nessun grattacielo in cemento armato era mai crollato per effetto del fuoco. L'11 Settembre 2001, nello stesso luogo, e nell'arco di poche ore, ne sono caduti addirittura tre fra i più moderni e robusti del mondo.

Il fatto che vi siano molte testimonianze che parlano di "multiple esplosioni", avvenute prima e durante i crolli stessi; il fatto che i detriti siano stati lanciati con forza in orizzontale, a grande distanza, e addirittura verso l'alto; il fatto che tutto si sia ridotto in polvere finissima, senza che sia rimasto un solo blocco di cemento intatto; il fatto che tutto l'acciao dei piloni rimasto sia stato svenduto o riciclato in gran fretta, senza che nessuno potesse prima analizzarlo; il fatto che la proprietà - a sua volta fresca di poche settimane - avesse appena stipulato un vantaggiosissimo contratto assicurativo contro attacchi terroristici (ha di recente incassato 7 miliardi di dollari), e tanti altri particolari che qui non c'è spazio per illustrare, hanno fatto pensare a molti che si fosse trattato di demolizioni controllate.

Questo filmato offre dei semplici elementi visivi, senza commento di alcun tipo. A voi il giudizio finale.



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FONTE: www.luogocomune.net


complottismo e fake news perchè la gente ci crede

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