Sara…jeans a vita bassa e magliette attillate, troppo truccata per essere una bambina, troppo fragile per essere una donna, Sara…troppi sogni in un vicolo sporco alla periferia di Palermo, dove si cresce in fretta e le favole non esistono più o forse non sono mai esistite…Sara che canta a squarciagola le canzoni di un vecchio cd e si sente una diva, come quelle della televisione, balla e poi si inchina davanti ad un pubblico fatto di bambole di pezza, che la fissano con vuoti occhi stanchi. Quando era cominciato tutto questo? Gli uomini avevano iniziato a guardarla in quel modo strano, che un po’ la spaventava, ma la faceva sentire importante. La sera sua madre piangeva, stirava,lavava,badava ai suoi cinque fratelli e poi non faceva che piangere, sembrava una vecchia eppure aveva solo quarant’anni, suo padre quasi non lo ricordava, era andato via tanti anni prima…la notte rimaneva sveglia fino a tardi a sognare di scappare via da tutto quel dolore, da tutta quella miseria, no, lei non