Visualizzazione post con etichetta notti notturne. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta notti notturne. Mostra tutti i post

18.7.16

La morte oscura di David Carradine di matteo tassinari




Sulle ali

del complotto
L’attore David Carradine è stato vittima di un omicidio? Vittima di un omicidio verso sé stessi, quindi un suicidio? Oppure un’accidentale disgrazia di magia sessuale? Parte tutto da qui quello che in Italia non sanno per la solita pigrizia italiana, una pigrizia che è come una scabianel cuore. Qualcosa di potente, molto forte, molto intrinseco, molto strano.
In certi luoghi corre insistentemente voce, che l’attore David Carradine di Kill Bill di Tarantino, sia stato ucciso da un “illuminato”, anche se la vittima risulta essere la stessa persona che ha commesso il crimine. Forse è stato assassinato perché era diventato un “ricercatore?”. Oppure l'hanno ucciso e poi hanno inscenato la finta e macabra posa?
A quanto pare, Carradine stava indagando per conto suo, sulle “società segrete”, sette orientali e sette sataniche. Secondo un giornale thailandese, l'attore è stato trovato in un armadio e svestito. A fornire un’altra versione, è il giornale online inglese The Sun, che afferma una possibile e nefasta conseguenza di un gioco erotico. Un ufficiale di polizia thailandese, ha detto che Carradine è stato trovato nudo, con la corda che gli stringeva il collo ed i genitali. Non oso pensare a prima. Non OSO pensare. OTO, semmai.



L’Ordine dei
Templari d’Oriente

Due dei personaggi più famosi dell’OTO(Ordine del Tempio Oriente), la fidanzata di Jack Parsons, ingegnere missilistico e occultista con simpatie sataniste, Marjorie Cameron Simbolista anch’essa occultista e l’attore Dennis Hopper, lui c’è sempre quando si mesta nel torbido. Per la verità l’Ordine dei Templari d’Oriente si può ricercare online, in quanto hanno molti legami espliciti con molte persone conosciute e famose e importanti, dall’attore John Carradine all’attivista gay Harry Hay.

Sex and Rockets
L’innovativo libro scritto da Carter nel 2000, “Sex and Rockets: The Occult World of Jack Parsons” e l’opera fotocopia del 2005 di George Pendle “Strange Angel”, forniscono maggiori dettagli, soprattutto per capire da dove provengano i soldi.

I libri su Parsons osservano che la spinta per la Loggia Agape arrivò da una visita alla sezione di Vancouver dell’OTO, nella quale Wilfred T. Smith s'incontrò con Aleister Crowley.


Organista
di una   setta
Ben presto Smith inviò dei soldi a Crowley per l’OTO di Hollywood, dove gli adepti erano molti. Attori, attrici, gente senza volto, parecchia umanità persa in cerca di qualcuno che gli dicesse cosa fare. Da qui molte cose strane ci hanno invaso la gola ed il buco del culo. Con Parsons che rimaneva nell’ombra, Smith chiese il permesso a Crowley per creare una sezione dell’OTO con il nome di Loggia Agape. John Carradine visitò la casa, forse perché era un membro dell’OTO oppure, a “scopo di ricerca. Di lì a breve avrebbe dovuto interpretare l’organista di una setta satanica nel film The Black Cat.

Carradine apparve in The Black Cat interpretando “l’organista della setta” dove rimane ucciso in un’esplosione, quando il mitico Bela Lugosi irrompe nella sede della setta.Si vede Lugosi che attiva l’ordigno e poi un’inquadratura dell’esterno con la casa che esplode. Le perversioni sessuali di John Carradine, come uno dei Bounty Drive Boys, sono esaminate anche nel libro Hollywood’s Hellfire Club scritto da Gregory Mank.

Carradine aBangkok
Dunque, il padre era un devoto membro dell’OTO negli anni Trenta, oppure in un classico stereotipo hollywoodiano, si stava solamente avvicinando a questa materia, come ha fatto di recente Heath Ledger nel ruolo di Joker, per approfondire le questioni proibite su cui stava compiendo ricerche.

La Rivelazione 

del Metodo
David Carradine stava facendo qualcosa di simile a Bangkok e in altri luoghi? Carradine padre, sappiamo ora, che aveva lavorato con coloro e che stavano cercando di comprendere le versioni moderne degli Illuminati. I Carradine, hanno partecipato alla pericolosa partita dei doppiogiochisti? Nel decodificare il processo alchemico di questa vicenda, inutile dire che dobbiamo esaminare più a fondo quella che Michael Hoffman in Secret Societies definisce la “Rivelazione del Metodo”.
Gli indizi sono ovunque e la vicenda si svela in maniera inquietante davvero. Dobbiamo solo aprire gli occhi e guardare. Nel giugno del 2009, David Carradine è stato trovato cadavere nella sua stanza al Park Nai Lert Hotel, Bangkok. La polizia ha riferito che era morto da almeno 12 ore, spegnendosi il 3 giugno 2009. Le prime versioni di come è stato ritrovato, legato con delle corde intorno al collo, alle mani e al pene, sono state corrette e modificate, diventando sempre più confuse in ogni ripetizione della vicenda.
Il fatto che delle fotografie del cadavere siano state pubblicate sui quotidiani ha sconvolto gli americani che hanno visto David Carradine “impiccato” all’armadio della sua stanza d’albergo in Thailandia, il Kill Bill di Quentin Tarantino Volume 1 e 2.
Bangkoks 5-Star, qui in mezzo c'è l'hotel dove è stato ritrovatro Carradine




Le mani di Carradine
Mentre questa immagine potrebbe sembrare piuttosto esplicita, sembra che abbia gettato dei dubbi sulla “storia di copertura” delle autorità locali di Bangkok, sul fatto che si tratti di un chiaro caso di suicidio. Le mani di Carradine, legate, sono mostrate al di sopra della testa e ora ci si chiede come si sia potuto legare così le mani? Il servizio informativo di Infowars ha aggiunto un problema che fa ripensare alle posizioni dell’OTO.
Il corpo di David Carradine al Swissotel


Lmorte oscura

      dDavid
Ecco quello che hanno svelato: nel corso di un servizio che è andato in onda al Larry King Show, il corrispondente della CNN afferma che la morte di David Carradine “è stata anomala e anormale, un decesso non naturale. E le prove mostrano che c’erano delle corde legate intorno al collo di David e intorno ai suoi genitali e queste erano legate assieme. C’è un rapporto secondo cui c’erano delle corde legate ai polsi”.
David Carradine in Kill Bill di Tarantino
Più avanti, si sosterrà che un produttore e regista di nome Damian Chapa, che ha lavorato con Carradine, ha affermato che crede ci sia stata violenza gratuita nella morte di Carradine. E ha detto che nessun altro lo sa ad eccezione della sua famiglia, la famiglia di Carradine e i suoi amici e le persone che gli stavano più vicino, ma David era molto interessato nel fare indagini e a scoprire i segreti delle società segrete. Era un battitore libero in queste inchieste personali che in qualche modo influenzavano l’attore.

I segreti del luogo
Un aspetto della vicenda su cui sembra non si sia stato indagato a sufficienza è dove David Carradine sia morto. Quali sono le peculiarità di questo luogo? Perché lo chiedo? La toponimia mistica e il linguaggio del gergo alchemico, fanno parte di un processo che dipende dal matrimonio tra azione nel corso del tempo e posizioni fisiche sulla terra viste come “luoghi del potere dalla visione magico-geografica della criptocrazia che considera la terra come un’enorme scacchiera”. Sembra che Carradine avesse scelto accuratamente questo posto.


Magia sessuale

Un hotel di lusso a 5 stelle a Bangkok, il Swissotel che offre un rifugio straordinario nell’animata capitale thailandese, con ristoranti rinomati, un rigoglioso giardino tropicale di oltre tre ettari e delle graziose camere di rappresentanza. Ma dobbiamo cercare più in profondità e qui avviene l’incredibile. La posizione dell’hotel è fondamentale. La toponimia mistica degli obelischi in luoghi come Dealey Plaza e vicino al Lorraine Motel, potrebbero rispecchiarsi in un’analoga forma di chiaro simbolismo vicino al luogo della morte. 
Sappiamo che Carradine padre, era coinvolto con l’OTO. Non sappiamo in che cosa fosse interessato David Carradine, se stesse compiendo delle indagini o delle ricerche. E’ interessante il fatto che uno dei suoi primi ruoli, quando decise di intraprendere la carriera di attore, fu in una produzione televisiva per l’Armstrong Circle Theather, chiamata il documento segreto.
Dopo “Kung Fu” David Carradine intraprese il ruolo da protagonista nella misteriosa produzione underground – un nuovo genere di film d’azione – Death Race, il suo ultimo ruolo sarebbe tuttavia quello più enigmatico. La famiglia di Carradine ha chiesto all’FBI di indagare se l’attore sia morto di asfissia autoerotica o di omicidio. Hanno anche chiesto che venga effettuata una seconda autopsia. Le nuove risposte porteranno ad altre domande? O porranno fine ad ulteriori indagini su questa strana morte da “impiccagione”, concedendo una tregua a coloro che indagano su diversi altri “suicidi da impiccagione” poco chiari che potrebbero avere indizi con nomi e cognomi?
Il legale della famiglia Carradine, ha parlato allo spettacolo televisivo Larry King Live e ha smentito le voci di suicidio, sostenendo invece che David Carradine potrebbe essere stato ucciso da “sicari di una setta segreta di Kung Fu” dopo che è stato rivelato che Carradine stava tentando di portare alla luce dei gruppi che lavoravano nella malavita organizzata (Yakoza) collegata alle arti marziali. La famiglia Carradine si è lasciata andare ad altri commenti indicando che David Carradine è stato assassinato perché stava indagando sulle “società segrete dei signori del crimine Kung Fu”.
 Carradine e l'ex moglie, sessualmente ripugnante
La sua ex moglie, che stava valutando delle proposte per un libro su David Carradine, ha detto ai media: “Se fosse stato coinvolto nelle società segrete, era una cosa di cui anch’io non sapevo assolutamente nulla. Ma lui aveva dei grandi segreti”. Poi perché la Thailandia? Questo vorrebbe dire che stava compiendo delle ricerche nelle cosiddette gang di Muay Thai, è così.
Membro della Yakuza e tatuaggi in tema
Oppure stava effettuando una ricerca più vasta sulla Hung Society (la società del Paradiso e della Terra), le Triadi cinesi e la Yakuza giapponese? La teoria del complotto omicida ha delle forti somiglianze con la morte di Bruce Lee avvenuta nel 1973. Secondo fonti gettonate come Yahoo News la morte di Lee è imputabile ad un attacco cardiaco anche se la maggior parte delle persone ha parlato di edema cerebrale. Ci sono altri che credono che la leggenda delle arti marziali sia stata assassinata dalle Triadi cinesi. Considerando che il ruolo in “Kung Fu” era di Bruce Lee prima che venisse sostituito dalla politica di Hollywood da David Carradine, si tratterebbe di una coincidenza davvero affascinante per quanto inquietante.

26.2.16

Benedetta fra i fiumi

Chiedo scusa  al compagno di strada   Matteo  se  introduco un post  mandando a  Fncl    coloro che mi dicono    che   riportando tali post  invito  la gente  a  drogarsi  . Perchè tale gente  non ha capito niente degli anni  70  \80  o  gli ricorda  solo come  anni di droga e terrorismo  . Ma  soprattutto non conosce la  situazioni  \  le storie    di  chi  ci  è   caduto   come quella  di Matteo e  di questa  ragazza 


di cui parla    questo   documentario   di 



Regia: Antonello Branca
Formato originale: negativo 16mm
Produzione: Antonello Branca
Italia, 1976, bn, 66'



Documentario sulla penetrazione della droga a Milano negli anni '70. Filomena ha solo 24 anni e racconta con una lucidita' che toglie il fiato il suo percorso di bimba rinchiusa in collegio, scappata di casa, ripresa dalla famiglia e trattata come donna perduta. Racconta il matrimonio con un ragazzo emigrato in Germania, e la sua incapacita' di adattarsi a questa nuova situazione. Narra l'arrivo a Milano, l'incontro con Antonio e quello con la droga. Un dialogo a due voci traccia il quadro spietato della tossicodipendenza, della ricerca quotidiana della dose e dei tentativi di venirne fuori. Si tratta di un documento struggente, soprattutto per la lucidita', la misura, la maturita' e l'intelligenza di due figure indimenticabili.






Ora  dopo   questa    premessa   lascio  la parola  a   Matteo ed  al  suo  post

Benedetta fra i fiumi


Come Paz avrebbe disegnato Benedetta

 Il Paz, Benny e io


di Matteo Tassinari                                  
Per quel che ne sola vita è breve, l’uomo è cacciatore, gli italiani sono tutti allenatori e per molto tempo saremo morti. Rimanemmo sull’ultimo concetto in forzosa meditazione, per la durata di diverso tempo. Da una busta quelle internamente con le bolle incellofanate da far scoppiare, trassi due insuline Terumo sterili da 5 cc l'una e in due cucchiaia sciogliemmo polvere bianca (Thailandia) e di brown (Turchia).
Infilai il braccio nel vuoto in modo che fosse teso con vene ben gonfie, pronto a farmi un dose d'ingiustizia pagata con soldi miei trovati chissà dove, ma vallo a spiegare alla gente, a chi si ritiene ragionevole, quindi bravi e zelanti indicatori di quale strade imboccare. Bazzecole? Non ho problemi. Però fatti una pera, poi diventane schiavo, scappagli se ti riesce e trovati, se non sei ancora morto nel frattempo, per lei malato fino alla morte dopo 33 anni che non vedo un milligrammo d'eroina. Allora, forse, potremmo intavolare un discorso, di quelli che si fanno guardandosi in faccia, alla pari. E sentirti dissociato ti farà solo bene, restando per sempre coinvolto in cose che preferisci non sapere. Non scrivo tutto ciò in giugno, a caso, e il giusto lavoro "sporco", lo faccio sempre molto volentieri. Un 16 giugno di 24 anni fa, a Montepulciano, per un pera qualsiasi, morì il miglior fumettista e pittore italiano del secolo scorso, Andrea Pazienza detto il Paz!, come fosse stato spintonato, ubriaco di Toradol, per poi essere appeso ad un vortice di polvere divenuto sciarada, ma non sappiamo cosa.

“Siamo qualcosa che non resta,
frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno”
                                                            (Francesco Guccini, “Incontro”)
Non so che anno fosseforse il 1982, quando un giorno accadde un fatto che oggi ricordo con buona memoria e vivido ricordo e non perché fosse più truculento di altri, niente affatto, perché era gelido come la Tramontana dopo che ha attraversato i Pirenei. Anche se sono trascorsi 33 anni, lo scrivo al presente quel giorno privo di compassione e vissuto con una mia amica, molto speciale.
   Il linguaggio gonfio
Una donna che sapeva leggere il linguaggio del non detto per pura nostra incapacità nell'essere leali, senza lasciare nulla d'incompiuto. Emergendo dagli abissi come un cadavere gonfio di un annegato di droga, Benedetta è alle prese coi fiumi che le fluttuano plasma. L'adolescenza sorprese a tradimento le nostre giovanissime vite e la schiantò con la furia indifferente e sciatta di un uragano, senza che nessuno se ne accorgesse. Nell'anonimato che vi rende tutti colpevoli nei confronti di Benedetta e di me, vigliacchi ipocriti falsi, che appena vi brucia un tendine pensate subito al tumore. Come si capisce che non siete abituati a dolore. Come si vede che vi piace da morire fare le vittime, anche quando siete dei soverchiatori. Vergognatevi di tutte le fandonie che avete detto su questo terreno.




















L'oppio,
la     nostra religione
E’ in una rovinosa ricerca di una vena. Le braccia di Benedetta, più grande di me di un paio d'anni, sono un cimitero di cicatrici: tagli, fori, calli, buchi, tentati suicidi, tatuaggi alla come viene viene. Febbricitante s’infila la spada e comincia il rituale ululato, poi il risucchio per vedere se l’ago aveva centrato la vena oppure no. Benedetta sta da far schifo, astinenza esplosa da un pezzo, per di più suda e trema dal dolore. E’ seduta su di una sedia in cucina. Assisto in silenzio, strafatto per conto mio e steso sul divano con gli occhi a fessura e la tv accesa con il volume al minimo, per cui non le dedico alcuna attenzione. 


















E' un pò più chiaro?
L’astinenza la costringe a scoreggiare forte e assumere piegamenti nel volto che la sua femminilità non avrebbe voluto. Spiegazione dovuta ai più: quando si è in down forte, come quello di Benedetta e hai la roba pronta nell'insulina già calda, l’emozione ti prende così forte allo stomaco che rischi di cagarti addosso senza dedicare al fatto molta attenzione, per cui continui a praticare l’iniezione ignorando completamente l’evacuazione solido-corporea. Se qualcuno storce il naso per lo schifo, allora vorrei dirgli quanto segue. Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche tabacco e alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita. E' un pò più chiaro? Non penso.


Aiutami, cazzo, aiutami!!!
Benedetta tira su il primo risucchio e dalla cannula della Terumo esce il primo fiotto di sangue. Ma la spada, come un gancio che si stacca dalla propria presa, esce dalla vena. Benedetta torna coll'ago a farsi spazio dentro il braccio. Con quella spada rimestola come avesse in mano un cucchiaio e girasse del minestrone. “Cazzo Matteo, aiutami! Non vedi che son fuori vena?! Dammi una mano, fa qualcosa, per la miseria! Qua si sta seccando tutto! Sto andando giù di testa! Aiutami, cazzo, aiutami!!! Mi scoppia la testa, mi tremano le mani e non riesco a beccare la vena più grossa per non andar fuori vena. La roba mi si raggruma tutta col sangue”. Più che pompargli l’avambraccio, cosa potevo fare? Le presi il braccio e strinsi forte per riuscire a vedere meglio dov’erano 'ste vene. Schizzò un fiotto di sangue sulle pareti e una piccola parte sulla pasta rimasta dal pranzo. Un fatto, in quell’istante, che a Benedetta importava quanto gliene poteva fregare di chi aveva vinto il campionato di Golf americano quell'anno, non essendosene accorta mai di entrambi i fatti.

La      Flebo
spontanea
Eccola di nuovo tornare alla carica come una Giovanna D'Arco di provincia. Inizia a forarsi in una mano, ma a nulla servì. Poi riprova in una gamba. Niente. Le vene erano massacrate e seccate. Nella furia di pizzicare un rigagnolo di sangue, mi butto e provo anch’io nella ricerca di quel rosso che ti fa capire di essere ad un passo dalla felicità malata, ma ridotto com’ero e beccare la vena, era come iscrivere uno che soffre di vertigini ad un corso di paracadutismo.
Il figlio illegittimo di Patty Pravo


Vene otturate
Le vene erano tutte otturate a forza di darci dentro, negli anni con furioso sdegno verso sé stessi, si formano canali che poi seccano, quelli che i tossici chiamano "Flebo spontanea".“No, no, sto perdendo la mia pera! Non ci posso credere, mezzo grammo buttato via! Si sta solidificando tutto, ummfff...”. L’angoscia è spessa: “Come cazzo faccio, non becco la vena, non becco la vena. Non la becco, ti sto dicendo”. Paranoia full immersion. Non beccare la vena significa non sentire il flash, l’impatto che l’eroina ti offre appena saluta il tuo sangue, cioè la parte migliore della storia, quella che ti stravolge e ti lancia per un periodo di tempo precisato nel regno dell’ovatta e degli abbandoni globali per poi ritornare come zombi. “Ma porca puttana vacca troia, evvaffanculo!". E' Benedetta, va capita.
 "Oggi avrei
voglia di quiete"
"Come faccio con ‘staroba! Non becco la vena" e imprecazioni di ogni risma e un suo urlo agghiacciante chiuse per un attimo quella follia, nel tentativo di farsi sta cazzo di pera, mentre con l'ago frugava nel crocevia della mano sinistra. Inizia ad emettere rumori strani, più strani degli altri. Dal suo stomaco partono gorgoglii in continuazione. Come rutti e scoregge si succedono uno dietro l’altra. Sarà al quarto buco. L’astinenza gli sta soffiando addosso tutta la sua inquietante per quanto certa presenza, avendo in mano l’arma che potrebbe spegnere tutte le sue angosce in un solo secondo. Non ho dubbi, è palese, direi.

 E ribuca la carne
Il liquido rosso nell’ago sta coagulandosi. Benedetta sa, e questo la manda in maggior tormenta, s'è possibile. Buca, buca, buca. E ribuca la carne color madre perla. Fruga e buca, fruga e buca, cerca, buca, fruga una vena che da qualche parte nel corpo avrai?! Con mani tremanti tira su lo stantuffo per vedere se l'ago è in vena. Niente. Nella spada solo aria, niente ampolle rosso sangue. Ci riprova, ancora. Poi ancora. Buca, fruga e stramazza. Benedetta mi guarda con uno sguardo mai visto prima, fra il terrore e l’impotenza. Decisa come pochi essere umani al mondo, tira su la maglietta per iniettarsela nel Deltoide, il muscolo dell’avambraccio, almeno, l’effetto della roba le verrà su parzialmente venti minuti dopo e senza risucchio, che è tutt'altra roba, per un tossico o tossica. Un esempio: è come per un alcolista mangiarsi una caramella al liquore oppure tracannarsi con infamia un bicchiere ricolmo di Vodka.















Urlerà ancora? 

Benedetta becca il muscolonon la vena, fa pressione sullo stantuffo e stak!, il plasma ormai denso ottura l’ago e schizzandomelo in vari punti della camicia, la faccia. le mani. Benedetta fugge, non so dove. Io rimango a casa sua da solo, bollito come un patata, o forse più lessato come quel tubero. Mi metto a sedere nel suo divano e piano piano mi allungo fino a stendermi. Apro gli occhi e mi trovo di fronte sua madre che mi chiede chi ero e cosa facevo in casa sua. In realtà mi conosceva e sapeva già di sua figlia e di me.

Sapeva che ci facevamo insieme al ritmo della mattanza, che eravamo quanto non si può dire, che avevamo fatto qualche colpettino assieme (furti, scippi, situazioni strane come trovarsi con un avvocato stimato e danaroso di Bologna in un divano galattico in un attico a far maialate di ogni tipo per poi farci sganciare una cospicua parcella per il nostro impazzimento). Sapeva tutto sua madre perché Benedetta, prima o poi, le raccontava tutto. Bella donna, dall’aspetto giovanile, nonostante gli anni.
Le rispondo con notevoli ammaccature grammaticali, di sintassi neanche parlarne: “Signora, come sta? Quando c’ero, lei c’era. Benedetta, Benedetta, Benedetta, dove ti trovi? Vuoi fuori? Non vedi, c'è mamma?!”.La madre mi guarda come si guarda un beota e parte:“Ascolta scemo quindicenne ho già troppi casini con mia figlia e il resto della mia vita. Se Benedetta fosse qui me ne sarei già accorta. Ma qui non c’è. Si può sapere dov’è?”, mi staffilò secco. Risposi: “Signora, guardi niente storie strane, cioè, non le sto facendo le menate, lo capisce no? Per davvero, non so dov’è Benedetta. Sarei il primo a saperlo volere”. Mi cacciò di casa come un appestato, e non (forse) aveva torto.
L'eroina è come una donna. Non ti perdonerà se oltrepassi la misura
L'eroina degli dei
M’incamminai verso il Roncoun fiume di Forlì dove c’era un bar, Il Lido, che ci radunava un po’ tutti, un luogo proprio adatto per gente come noi, isolato, pieno di scappatoie in caso di "perquise" e tante altre piccole comodità. Non c'ero con la testa. Pensavo a Benedetta. L'episodio in se non mi pare più terribile di altri, la differenza la faceva Benedetta.
Rivedendola, una decina di giorni dopo, fredda, occhi chiusi, bella e ben vestita di una cassa di legno. Un'overdose le aveva schiantato ogni legame con questo detrito di realtà dove c'è anche chi riesce a divertirsi. Pensai subito che non era la peggiore delle notizie che potessero darmi di Benedetta, fra tossici si fa presto a capire ciò che è riparabile e ciò che non lo è più e mettersi, non dico il cuore in pace, ma a farsene un ragione. Ma non so se questo serva qualcosa per aiutare a capire il modus-vivendi di chi, per un periodo della propria vita, ha scambiato Dio con l'eroina.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...