Umiliazione allo stato puro, succede al tempo del coronavirus.
L’umiliazione. «Il dolore e la morte non sono il peggio che possa capitare a una persona. Il peggio è l’umiliazione». Scrive così Jo Nesbø ( 1960 - ) scrittore, musicista e attore norvegese. E quanti modi, parole, azioni servono allo scopo? Tantissimi, quante sono le infinite sfumature di un colore scuro. Infatti L’umiliazione è una parola che descrive un forte senso di imbarazzo o mortificazione – proprio come quella volta che alle medie, dopo averti accompagnato a scuola, tua madre ti chiamò “biscottino” davanti a tutti i tuoi compagni di classe. La parola deriva dal termine latino “humiliare”, che significa”umile”. Quindi, se ci si trova in una situazione che provoca questo tipo di sentimento, si può ottenere una perdita di autostima e del rispetto di sé. Ora sono , per poter continuare ad esporre il fatto con parole mie, talmente indignato ed sconfortato da non trovare le parole adatte che non siano di pancia e preferisco ( Lo sò che non è bello e