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10.2.23

da una delle città del carnevale sardo ex carnevalista confermo quanto dice massimo fini sul FQ del 10\22023

 

IL CARNEVALE NON HA PIÙ SENSO: ORAMAI DURA TUTTO L’ANNO

Il Carnevale oggi non ha più alcun senso. Perché a parte il periodo Covid a cui dovremmo alzare altari e onorare con fescennini perché avrebbe potuto indurci a riflettere, cosa che non abbiamo fatto, ai nostri tempi è Carnevale tutto l’anno con un immenso spreco di risorse avvolto in un frastuono incessante.

I pur affascinanti carri del Carnevale di Viareggio e la sfilata delle barche fra i canali di Venezia non esaudiscono il vero scopo del Carnevale che non deriva da una fascinazione estetica, è uno sfogo liberatorio, un liberare l’aggressività anche fisica che è in ciascuno di noi e che oggi è monopolio dello Stato. Si tratta di incanalare questa aggressività e mantenerla entro limiti tollerabili. L’aggressività troppo compressa esplode inevitabilmente in maniera mostruosa nei “delitti delle villette a schiera”, come li chiamava Ceronetti. Esemplare è il massacro avvenuto a Novi Ligure il 21 febbraio 2001, città tranquillissima, quasi addormentata, compiuto dalla sedicenne Erika e dal suo fidanzatino Omar. Erika uccise con 97 coltellate la madre e i due poi si accanirono anche sul fratellino di lei, di undici anni. Eppure in quella casa tutto all’apparenza era tranquillo, non c’erano problemi economici, tutto era inquadrato nel consueto ordine piccolo borghese, con i comodini, i centrini, i fiori d’ordinanza.

Tutte le società premoderne, compresa la nostra, hanno elaborato istituti per controllare l’aggressività, senza avere la pretesa di eliminarla del tutto, limitandola a un certo periodo dell’anno (il Carnevale appunto). Fra gli Ashanti, tribù particolarmente bellicosa del Ghana, era consuetudine che per una settimana tutti potessero insultare a sangue chiunque, in particolare i vicini, e persino il re, senza conseguenze. Del resto i neri africani sono stati di insegnamento in questo campo con la festa orgiastica in cui ci poteva scappare anche il morto (oggi solo il Carnevale di Rio fa onore al suo nome), con la guerra finta detta rotana fra i Bambara per evitare la guerra autentica, la diembi, levando le alette alle frecce in modo da rendere il tiro impreciso e innocuo.

La compressione degli istinti in nome della Dea Ragione, della razionalizzazione dell’universo mondo, ha provocato guasti seri all’essere umano. Noi ci siamo allontanati troppo dalla Natura che non va idealizzata perché può essere anche matrigna (vedi il recente, terrificante terremoto in Kurdistan fra Turchia e Siria o, su un piano più simbolico, Un tranquillo weekend di paura di John Boorman) ma le sue leggi vanno rispettate e in questo rispetto ci sono anche i nostri istinti primordiali (“l’uomo è il ministro della natura, alla natura si comanda solo obbedendo a essa” afferma Francesco Bacone che pur è uno dei padri della Rivoluzione scientifica).

Rifarò qui l’esempio degli indigeni delle Isole Andamane che ho già raccontato su questo giornale, ma una decina di anni fa. Le Andamane sono divise in due parti, quelle “civilizzate” e quelle che non ne hanno mai voluto saperne della nostra civiltà. Nel famoso maremoto del 2004 le Andamane erano fra le terre più vicine all’epicentro. Bene: nelle Andamane “civilizzate” ci sono stati morti e feriti come nel resto dell’area, nelle Andamane non civilizzate né un morto né un ferito. Nelle Andamane “civilizzate” non solo i turisti ma anche gli indigeni, tanto li abbiamo ibridati, stavano a guardare con grande curiosità i granchi e gli altri animaletti del fondo marino senza rendersi conto che se il mare si ritira non per una marea conosciuta c’è un’inevitabile onda di ritorno. Gli indigeni delle Andamane non civilizzate intanto, per misura prudenziale, non costruiscono sul mare, ma poi gli è bastato osservare gli animali: molte ore prima che il mare si ritirasse gli uccelli hanno smesso improvvisamente di cinguettare e tutti gli altri animali sono corsi all’impazzata verso le colline (quando l’elicottero di soccorso indiano, perché formalmente le Andamane appartengono all’india, gli indigeni lo hanno accolto a frecciate e poi si sono rimessi a cantare e ballare in riva al mare perché è gente allegra con una predisposizione per gli scherzi osceni – le loro donne hanno dei bellissimi culi – che è quasi sempre un segno di serenità mentale). Del resto è noto a chiunque sia stato sul luogo di un terremoto, a me è capitato in Friuli, che i cani si mettono ad abbaiare qualche minuto prima delle successive scosse di assestamento. Noi umani siamo animali come tutti gli altri ma nel tempo abbiamo perso i loro istinti. Ma per tornare all’aggressività e al suo controllo, maestri come sempre sono stati i Greci con l’istituto del “capro espiatorio”. Chi era il “capro espiatorio”? Era un meteco, uno straniero che la polis manteneva e nutriva. Quando nella città si creavano tensioni insopportabili si sacrificava il “capro espiatorio” e tutto tornava alla normalità. Come si chiamava il “capro espiatorio”? Si chiamava

medicina. A noi danno gli psicofarmaci e gli ansiolitici.

LA FESTA NASCE COME SFOGO LIBERATORIO E SOLO QUELLO DI RIO MANTIENE LA TRADIZIONE

21.2.20

Carnevale ma non per tutti. Il dramma delle malattie.Il dramma di una donna di Tempio a cui occorre la cannabis terapeutica per sopravvivere ai dolori e alla invalidità.

Sento  e vedo dal balcone  di casa    il frastuono   dei carri  e   della gente  allegra  (  o   quanto meno  che  prova  ad essere allegra  per    evadere  almeno  per  un po'  dalle   brutture     e responsabilità  della  vita  )  ma  poi  leggendo  l'articolo   riportato   sotto   ritorno per  un attimo alla cruda realtà  di chi   non può permettersi   tale  allegria   sopratutto  quando   è lo stato    con la  sua    burocrazia  ed  assurdità   repressive  (  vedi  le  vicende  della  la  cannabis terapeutica )    che   ti rende  la  vita  difficile ed  ad  ostacoli    come  la protagonista  della storia     del post   citato  sotto  .



Stagioni e stazioni di passaggio, tasse obbligatorie a vita da pagare quando la vita stessa non sorride a 32 denti, transiti forzati verso altre strade, ostinate e contrarie, tunnel senza uscite, calvari quotidiani che ci sbattono su un letto di dolore e lacrime.La storia di Rosanna Galleri
una donna di Tempio a cui occorre la cannabis terapeutica per sopravvivere ai dolori e alla invalidità.




Il Carnevale è la festa delle trasgressioni, un misto di allegria e coinvolgimento generale che appartiene a questa città e alle sue tradizioni. Oggi, giovedì, inizia ufficialmente la sua giostra, di balli, sfilate, divertimento sfrenato e senza ostacoli. Per tanti ma non per tutti. Il contraltare sono le malattie che ce lo impediscono, i lutti recenti che ci impongono sentimenti diversi, la estreme derive sociali che costringono a stare rinchiusi nel dolore e in altre situazioni. Carnevale dunque ma non per tutti.foto galluranews-Carnevale 2017

Stagioni e stazioni di passaggio, tasse obbligatorie a vita da pagare quando la vita stessa non sorride a 32 denti, transiti forzati verso altre strade, ostinate e contrarie, tunnel senza uscite, calvari quotidiani che ci sbattono su un letto di dolore e lacrime. Le tristezze della vita, quelle che non tutti amano leggere a Carnevale, ma che ci sono e diventano violenza che si contrappone all’allegria. Sono storie, piccole e grandi, che fanno restare muti o poco propensi alla festa a tutti i costi.
Rossana, una giovane donna, vive un dramma, da tanti anni. Lei è sempre positiva ma è pura reazione ad una malattia devastante che ne ha compromesso la mobilità, la vede costretta ad un forzato digiuno di allegria mentre il suo corpo si veste di dolori fisici intollerabili. Sono ore di sonno perse a causa dei mali, la vita privata del piacere della festa, solo la mente e gli occhi scrivono del suo dramma Oggi anche la parola, da qualche tempo, si è impigliata come i suoi muscoli che non rispondono più.
Il solo sollievo è la cannabis terapeutica, un farmaco che riesce a distenderla, farla riposare e darle il senso degli anni giovani che ha e vorrebbe avere. Scrive su facebook.
«Carnevale per tutti, ma per me inizia il circo»
Rossana col marito Massimiliano

« Una settimana senza cannabis terapeutica…Bedrocan! Ora comincia il carnevale per voi…per me IL CIRCO! ARTICOLO 32 della Costituzione italiana: DIRITTO ALLA CURA! ABBIAMO BISOGNO DI CONTINUITÀ TERAPEUTICA!
Sono disfagica e non posso mangiare se non omogeneizzati e passati di verdure, regalino delle ultime malattie neurodegenerative. Senza cannabis terapeutica sarò costretta a cominciare una alimentazione parenterale perché non esiste alcun farmaco che mi distenda la muscolatura come fa la cannabis e mi permetta almeno di deglutire pappe per neonati.
La mia postura è sempre più spastica e le cadute ricominciano ad essere frequenti. Continuo a non chiudere occhio e ad avere attacchi ed assenze epilettiche a ripetizione giornaliera!
Non sono in grado di comunicare se non per via scritta perché anche le mie corde vocali stanno cedendo. I dolori sono tornati se possibile ancora più prepotenti. Questi sono solo alcune delle piccole particolarità che ributtano nel circo delle mie patologie appena in mezza Italia finisce la cannabis MEDICA! Se la situazione si protrarrà a lungo sarò costretta a far vedere come funziona il circo di alcune malattie neurodegenerative.
E non sarò alticcia per essere andata a bere con gli amici e festeggiare il carnevale!»
La speranza è quel farmaco che pare arrivi in quantità limitate che presto si esauriscono. La continuità terapeutica diventa un miraggio vincolato a troppi passaggi e costi che la sanità pubblica sostiene con sempre maggiori difficoltà.
Bisogna fare qualcosa, per Rossana e per chiunque si ritrova a sopportare malattie come la sua, un miscuglio di tanti altri mali che solo la cannabis riesce a tenere sotto controllo.
Facciamo anche questo, proviamo a comprendere che Carnevale se non per tutti, deve almeno consentire a chi soffre di regalarsi una tregua di dignità indispensabile

1.3.19

CHE FINE HANNO FATTO I VECCHI COSTUMI DI CARNEVALE . ? VA BENE INNOVARE MA OCCHI O A COME SI FA , EVITIAMO CASI COME QUELLi : DEL PICCOLO HITLER , DEL PIGIAMA A RIGHE , DELLA BAMBINA DA .... PROSTITUTA

le storie   di cui parlo oggi  mi  hanno    riportato  alla mente     queta   canzoncina     sigla  di uan  famosa  saga  di   cartoni




Va bene sian a carnevale , quello vero non quello imposto o snaturato di halloween , ed ogni scherzo vale cosi pure anche ( come evidenzia la vignetta riportata sotto ) Nessuna descrizione della foto disponibile. 

 il creare costumi nuovi od ispirati al cinema, alla letteratura , ecc . va  bene    che  il  carnevale è l'esorcizzare le brutture del mondo con l'allegria o come era in origine ed in parte ora scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza e che << (....)   Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.[6] ( .... )  >> (da https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale )  .   Ma qui si esagerato .   Si è  arrivati  a  mascherare   i propri pargoli  con dei costumi poco  adatti   alla loro  tenera  età   . 
 Il  primo caso  è  quello in cui  Il bambino col pigiama a righe, simbolo dell’Olocausto, ispirato al noto film di Herman del 2008, diventa all’improvviso un travestimento di Carnevale. La foto del piccolo, con indosso il famoso pigiama     affiancata    al fotogramam del film  ,  io  l'ho presa  da  https://informarexresistere.fr/  circola da qualche giorno in rete . 
carnevale
foto grande il bambino con abito da carnevale - foto piccola in alto a destra immagine di YouTube dal film "Il bambino con il pigiama a righe"

 Ecco che   se  solo qualche settimana era montata la polemica per alcune dichiarazioni assolutamente fuori luogo del direttore di Libero, Vittorio Feltri che, scocciato dalla memoria della Shoah, ne invocava la cancellazione. Adesso come per assurdo, se ne ridicolizza addirittura l’importanza.il che  fa  si  che  Bambino col pigiama a righe: “Fuori luogo e di pessimo  gusto”
Ad evidenziare l’argomento, già ampiamente discusso sui social, ci ha pensato secondo quanto riportato da questo articolo di urbanpost.it << Gianni Simeoli nel suo programma radiofonico La Radiazza, insieme al Consigliere della regionale Regionale dei Verdi Francesco Borrelli. “È davvero fuori luogo e di pessimo gusto – afferma Borrelli – che un dramma come la deportazione nei campi di sterminio nazisti possa diventare spunto per un travestimento di Carnevale”. Inutile dire quanto numerosi siano stati i commenti e gli interventi radiofonici di sdegno per un simile travestimento. “È inconcepibile – continua Borrelli – la leggerezza [  infatti la  madre  ha giustificato la cosa  come  una innocente goliardata     e   a riderci  su   ]  con cui alcune persone affrontano la trattazione di uno dei punti più bui della storia”. >>   

Il secondo  caso    è la bambina vestita da prostituta di cui i genitori hanno postato con orgoglio le foto su Instagram».  
Esssend senza parole   lasciio  la parola  a   al consigliere  in questione  


Francesco Emilio Borrelli
Ieri alle 10:05
Bambina vestita da #prostituta a Carnavale nel #napoletano. Borrelli e Simioli: "scelta di pessimo gusto e assolutamente diseducativa. Si è perso il senso della misura e del rispetto per i #bambini". ---
"Nel napoletano il Carnevale sta diventando l'occasione per alcuni genitori di vestire i propri figli in modo estremamente discutibile.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
 Dopo il bambino travestito da ebreo deportato giustificato dalla madre come una innocente goliardata - raccontano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli - a suscitare nuove polemiche è la bambina vestita da prostituta di cui i genitori hanno postato con orgoglio le foto su Instagram. Una scelta a nostro avviso non solo di pessimo gusto ma anche diseducativa. Insomma ancora un travestimento fuori luogo e di pessimo gusto sbandierato sui social. La piccola, ovviamente, non ha nessuna colpa. La responsabilità di questa vergogna è dei genitori che troppo spesso ormai mettono in ridicolo i propri figli e sambrano usarli come giocattoli perdendo ogni senso della misura e del rispetto per la loro tenera età".
che   Dopo i #travestimenti di #Carnevale specchio di una società sempre più degradata, segnala sempre  sulla  sua  bacheca        



l'apice del cattivo gusto. Il sig. Arturo Favella ha inviato questa foto a Gianni Simioli battezzando questo scatto "Adolfino dolce forno". 
L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, scarpe e spazio al chiuso

Qualcuno insomma ha pensato bene di travestire un bambino da Adolf Hitler, un #dittatoreresponsabile di milioni di morti, ritenendo il fatto normalissimo. Oramai non c'è limite al peggio. Si continua a "scherzare" sulla pelle dei bambini inconsapevoli e innocenti e di tragedie mondiali.

mi chiedo  oltre    al titolo  del post    ,Ma  certi genitori  che .... Li mettono a fare al mondo i figli per poi ridicolizzarli così ?

21.2.17

L'elzeviro del filosofo impertinente /4

Lo ammetto, detesto il periodo di carnevale e non ne capisco il senso. Non mi riferisco certamente ai motivi storici, bensì alla ragione di fondo che spinge i contemporanei a festeggiarlo. I bambini e le bambine hanno tutte le ragioni di questo mondo per giocare ad indossare i panni dei propri eroi ed eroine, ma qual è invece la causa nascosta che muove gli adulti a camuffarsi?
Forse un'infantilità latente o un profondo senso di inadeguatezza? L'etimologia della parola persona deriva dal latino, e significa proprio maschera. La stessa maschera indossata dall'attore per impersonare un ruolo. Nella vita di tutti giorni ci mettiamo addosso i panni di personaggi che non ci rassomigliano. Utilizziamo i social network per rappresentarci nel modo in cui vorremmo essere. Costruiamo, quindi, la nostra immagine sull'opinione degli altri, e non su quello che sentiamo o avvertiamo di essere veramente. Seguiamo la massa amorfa senza porci alcuna domanda. Vedere tutti questi adulti mascherati girare per le vie della città mi inquieta e non poco. Non sono minimamente sfiorati dal senso del ridicolo. Ovviamente si rasenta il grottesco quando vogliamo sollazzarci a tutti i costi come giovani adolescenti, e non accettare mai di responsabilizzarci; per quello, forse, c'è tempo. Ad esempio come razionalizzare ed assimilare la fastidiosa presenza di quei martelletti di gomma dati in testa, o quei coriandoli che ti entrano in bocca, oppure quelle insulse trombette suonate a più non posso? Di questa carnevalata salvo solo i carri allegorici con la loro proverbiale satira sui potenti che si rifà proprio alla ragione storica di questa ricorrenza. Ironia della sorte il mercoledì successivo al martedì grasso la Chiesa ci ricorda che siamo polvere, e polvere ritorneremo. In altre parole: 'Cari mortali, divertitevi pure tanto vi attende la tomba"! 
Ma perché pensiamo all'allegria e al divertimento come a un sinonimo di cialtroneria e di ritorno all'infanzia? Occorre, in tal senso, operare un ripensamento sul significato del riso. Io propongo un'alternativa: carnevale per noi umani dura tutto l'anno, dunque perché non provare, per un solo periodo, a buttare giù la maschera, e mostrare le nostre vere (varie) meschinità al mondo? Ci pavoneggiamo tanto su Facebook o Twitter del nostro grande altruismo (finto), ma in verità siamo meschini, misogini, razzisti, maschilisti, ignoranti, omofobi, pettegoli, saccenti, cattivi, egoisti ed opportunisti, sempre pronti a sparare a zero sulla vita dei nostri simili. Abili a lisciare il pelo a chi può assicurarci qualcosa, e altrettanto veloci nell'infangare chi, secondo il nostro metro di giudizio, ci ha usati per i suoi turpi scopi. Embè, non abbiamo fatto forse lo stesso anche noi? Impegniamoci, dunque, per essere più che apparire, e sono sicuro che un solo singolo momento di verità sarà molto più entusiasmante di un'intera vita costellata d'inganni. A voi la scelta.

Criap

                                                    ® Riproduzione riservata



22.2.14

carnevali sardi parte II


l'altra  volta http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/02/lo-che-ma-non-darli-torto-i-miei-vecchi.html  avevo dimenticato  i  carnevali più importanti  ed secondo me più autentici   come sempre   clicate  sulle immagini  per ingrandirle  , e  scusate  ancora   ma  ancora  non mi sono ripreso 










21.2.12

fritelle di carnevale

tempo di carnevale  e   di frittelle  eccovi le  fritelle di mia madre   , che in Gallura  \ Sassarese  chiamiamo frijioli  o   frittelle lunghe 

                                                     
per  problemi di sfasamento  template metto  una dimensione piccola , quindi se  volete  vederla  ingrandita cliccateci sopra  . 
Per   chi volesse la ricetta  eccovela  essa  è  tratta  da  http://www.ricetteecooking.com/



                  FRITTELLE LUNGHE SARDE ("zippulas" o "frisjoli" o "cattas")


Versare in una capiente ciotola le due farine e mescolarle; intiepidire il latte, sciogliervi il lievito ed unirlo gradatamente alle farine, impastando con un movimento circolare.
Continuare la lavorazione per un po', sollevando e sbattendo l'impasto con una sola mano dall'alto verso il basso, ed aggiungervi quindi la scorza grattugiata dell'arancio, quella del limone ed i liquori. Continuare a lavorare per almeno un quarto d'ora fino ad ottenere un composto liscio e morbido.
Coprire la ciotola con della pellicola da cucina e fare lievitare in un luogo tiepido e privo di correnti d'aria per circa un'ora: l'impasto deve raddoppiare, ed e' pronto quando si formeranno sulla sua superficie delle bollicine.
Versare l'olio in una padella antiaderente piuttosto larga e procedere alla frittura (  url  molto utile  per  chi  , ma non solo , non ha mai fritto o frigge per la  1  volta  )  non appena raggiunge la giusta temperatura (per verificare cio', versarvi un cucchiaio d'impasto: se quest'ultimo a contatto con l'olio si gonfia subito, si puo' procedere alla realizzazione delle frittelle).
La difficolta' maggiore nella realizzazione di questa ricetta sta proprio in questa fase, che richiede una certa manualita': e' indispensabile utilizzare un imbuto con un'apertura di circa 2,5 cm., possibilmente munito di un manico lungo per evitare di scottarsi con l'olio caldo mentre si fa scendere l'impasto nella padella; in alternativa, si puo' utilizzare una bottiglia d'acqua capovolta della capacita' di 1500 ml. precedentemente tagliata lungo la sua meta'.
Il procedimento e' il seguente: inumidire l'imbuto con dell'acqua e versarvi con un mestolo un po' di composto tappandone momentaneamente l'apertura con l'indice ed il medio di una mano; avvicinare la bocca dell'imbuto alla superficie dell'olio caldo e lasciarvi cadere l'impasto disegnando una lunga spirale, partendo dal centro della padella verso l'esterno in senso orario; questa operazione va effettuata piuttosto lentamente, avendo cura al contempo di controllare con l'altra mano la frittella che si sta gonfiando, allontanandola con una forchetta dall'impasto ancora crudo che si sta continuando a versare.
Appena la spirale di frittella assumera' un bel colore dorato, capovolgerla e farla cuocere anche dall'altro lato. Sgocciolare man mano le frittelle cosi' ottenute su della carta assorbente da cucina e passarle nello zucchero semolato,facendolo aderire   abbondantemente su tutta la superficie.
Procedere cosi' fino all'esaurimento dell'impasto. Servire calde. con miele  o con zucchero  . io uso entrambi 
 N.B
Il composto non deve essere troppo liquido ma sufficientemente denso da scorrere lentamente ma con facilita' attraverso l'imbuto; se occorre, si puo' aggiungere un po' di latte tiepido all'impasto. l'impasto dev'essere fatto lievitare davanti ad una fonte di calore ( mamma usa il caminetto ) per 60\90 minuti . 
Curiosità
Queste lunghe frittelle sono un dolce tipico della Sardegna; si fanno nel periodo di Carnevale con piccole varianti da zona a zona: c'e' ad esempio la ricetta che prevede le uova e quella che impiega per l'impasto l'acqua al posto del latte (od entrambi in parti uguali); sono chiamate "zippulas", "frisjoli longhi" o "cattas", a seconda del paese di origine. Questa ricetta, che non e' altro che una delle tante versioni esistenti, ne rappresenta sicuramente un giusto ed equilibrato compromesso dal risultato veramente gustoso !
  
Buon appetito 

16.2.12

tolleranza zero verso l'alcool e le ubriachezze sotto i 16


ti potrebbe interessare anche  il mio precedente   post  http://tinyurl.com/7t9nt4n



non è per  sembrare  bachettone  e moralista ipocrita , perchè  anch'io  fra  i 14 \16  anni mi  sono preso sia  a causa mia   perché volevo sperimentare  \ evadere  dalla realtà    o meglio dimenticare   sia perché avevo compagni  imbriaconi ubriaconi \  alcolizzati   che  ti facevano bere  a tutti  costi  anche quando avevi mal  di testa  per  aver  bevuto  un bicchiere  di troppo  . Poi verso  i 23\24   ho scoperto   che soffro di colite  e reflusso esofageo e mi faceva  male  anche bere poco  e prendeva subito, ma  soprattutto  mi sono chiesto  ( e  ho trovato una risposta  )   : << che senso  ha  continuare  in un'esperienza  ormai diventata  solo distruttiva . Va bene  quello   dovevo imparare  , l'ho imparato .  Basta  ubriachezze  selvagge   .  bere  si con moderazione  >> .Mi sono  fermato in tempo non sono , mai andato in coma etilico   per  giunta   come  è successo l'anno scorso   a carnevale   e come succede  ogni anno   a 13\14 anni  .
Ora  Approvo  ,   lo ringrazio con il video  sotto  ( era  ora  che qualcuno  anziché indignarsi  e  basta   gli lo facesse anche notare  )  l'iniziativa  di Roberto cossu   assessore  alla cultura  del mio comune 




                                                                 

Stamattina assieme alla mascotte Gallo Frisgiola   (  la  mascotte del   carnevale tempiese   foto    da me  fatta  a  destra   ) ho fatto visita ai ragazzi della scuola media. Abbiamo consegnato il messaggio dell'Asl per evitare le solite "capatine" fuori programma in coma etilico al pronto soccorso da parte dei minori di 16 anni. Un invito a divertirsi responsabilmente .... . Sempre  dalla  bacheca  facebook  del'assessore  alla cultura : <<   il messaggio era chiaro: "se fate visita al pronto soccorso ubriachi scatterà la denuncia automatica alla polizia dei vostri genitori" ;-) >> . Essa  ha  ricevuto molti apprezzamenti  il più  bello  è stato quello di  *****  <<  , speriamo serva a sensibilizzare i giovani, sopratutto quelli "più giovani" e far capire loro che ci si diverte anche senza bere in maniera esagerata. Allegri sì ma sempre con il controllo delle facoltà mentali e fisiche,tanto se si esagera si sta solo male e si fa star male anche il resto della compagnia rovinando il carnevale a tutti >> (  il corsivo  è mio  ) . E ora   che l'Asl  s'inc... di brutto  , non se  ne poteva  più  l'anno scorso  sui   70   finiti all''ospedale  di cui  20  i casi più gravi    il più piccolo aveva  appena  13  anni  . Infatti ecco l'appello dell'Asl  sull'unionmesarda  d'oggi 16\2\2012


La Asl e il gallo Frijola ( mia foto sopra a sinistra ) lanciano un appello ai giovani
«Divertitevi senza bere alcolici»

«No all'alcol ai giovani, no agli eccessi, attenzione nella guida. Sì al divertimento sano e attento». Suona così l'appello che la Asl di Olbia lancia ai ragazzi che si lasceranno andare al divertimento sfrenato in maschera. Un messaggio, questo, che il gallo Frijola, la mascotte del Carnevale, sta portando in questi giorni nelle scuole tempiesi. Considerato che negli anni scorsi si sono registrati numerosi casi di “etilismo acuto” (ubriacature), la Asl invita tutti «a godersi i festeggiamenti contenendo però l'uso di alcolici e impedendolo ai minori di bere». Nei 2009 sono finiti al pronto soccorso del Dettori 25 giovani. Nel 2010, furono dieci solo il giovedì grasso. «Il divertimento sano esiste - spiega il responsabile del pronto soccorso del Dettori, Elio Tamponi - l'alcol non aggiunge nulla. Anzi: è assurdo che dei bambini finiscano all'ospedale per questo». L'attenzione si deve avere anche alle basse temperature che, «associate all'alcol, aumentano il rischio di ipotermia (grave abbassamento della temperatura corporea)» conclude Tamponi. Ancora: «L'alcol è una sostanza tossica che nei soggetti che non hanno un'assuefazione alla sostanza può determinare un'intossicazione acuta e portare al coma», spiega Attilio Bua, direttore del pronto soccorso di Olbia. «Un appello particolare viene rivolto ai genitori, affinché vigilino sui i rischi legati all'uso e all'abuso di sostanze alcoliche», dice Salvatore Carai, direttore del servizio delle Dipendenze della Asl. ( s. d. )





 La denuncia sarebbe quindi di abbandono? Beh gli ci vuole. Ma io sarei pure per responsabilizzare i ragazzi. Magari dopo la sbronza una pulitina ai giardinetti per una settimana non sarebbe male :) speriamo solo ke x evitare problemi gli amici non li lascino oltre che in coma etilico ad assiderarsi in qualche viuzza....  .  Speriamo  che  questo serve  a responsabilizzare  i  genitori  che   non si curano dei loro figli  per poi lamentarsi contro scuola  , ecc  se  loro combino qualche casino  ,  anche   se io avrei responsabilizzato  i  ragazzi Magari dopo la sbronza una pulitina ai giardinetti per una settimana non sarebbe male :) o il volontariato presso gli alcolisti anonimi

  buon carnevale  a tutti\e

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...