Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie d'analfabetiu funzionali ivi contenuti , ne pubblico alcuni stralci ( il resto sono solo insulti e farneticazioni ) anzichè cestinarla per chiarire ai nuovi che non hano tempo o voglia di leggersi le FAQ e a quella parte di lettori\ lettrici faziosi e analfabeti culturali .
[ ...] ma come tu comunista non eri anti meloni . Non sei schierato con le nazifemministe o con quelle i area Lgbtq ? ti stai preparando a .... . [...]
In gioventu o preso per solidarietà le tessere delle diverse fazioni del pci nate dopo la svoltà centrista cioè il Pds , ma in realtà non mi riconoscevo e ancora continuo tutt'oggi in nessun partito \ sovvrastruttura . Ma essendo cresciuto e sviluppato il mio pensiero \ la mia formazione cultural e nella contraposizione tra destra e sinistra ( quella strorica \ della prima repubblica -guerra fredda ) mi sono formato sia con il cattolicesimo precociliare ( nonni ) e e deldissenso \ concilio zii ed amici di famiglia , comunismo marxista mio padre e mio zio , catto comunisti cattolici del dissenso mia zia materna . E letture di ambo le parti e d'anarchici , libertarie , no violente\ umanisti , femministe , ecc fatte per conto mio .
Non sono a mercè i nessuno\a ma sono libero un sognatore , un utopista insomma , come queli delle canzoni riportate come colonna sonora del post ( vedi fine post ) Ecco perchè riconosco il merito non importa , chi lì'abbia approvata ( sempre che lo sia e venga fatta bene e non sia solo repressiva come ho detto nel post precedente ) se a destra o a sinistra , tale legge .
Ecco la risposta a chi mi dice che sono nazifemmista , quando non è vero , anche se ne condivido alcune cose . Eco spiegato meglio il mio pensiero che riassume il miomaschile plurale cioè uniire pensieri " femminili " con pensieri " maschli "
CI mancano le parole. Le parole per raccontare le emozioni, per nominare i sentimenti, per spiegare cosa proviamo e come entrare in relazione con gli altri. E questa mancanza non è casuale: nelle scuole si insegna la grammatica delle lingue, ma non quella delle emozioni. Si studiano le formule della matematica, ma nonquelle delle relazioni dove sappiamo bene che 2+2 non sempre fa 4. Cresciamo sapendo che il participio passato di splendere non esiste,ma non sempre sappiamo dare un nome alla tristezza, alla paura, anche alla gioia condivisa con le persone che ci stanno intorno.Senza parole adeguate, fatichiamo a riconoscere e a esprimere ciò che sentiamo.Diciamo “sto bene” anche quando dentro soffia una tempesta, diciamo “non è niente” quando quel niente pesa come un macigno. Le
emozioni represse diventano silenzi, che alimentano incomprensioni, che si trasformano in distanza. E così impariamo a convivere con un linguaggio emotivo monco, dove il non detto è un iceberg nascosto sotto la superficie.Per questo, credo che sia necessaria anche In Italia una legge che introduca l'educazione alle relazioni nelle scuole come parte integrante dei programmi didattici. Perché le parole contano. Una parola non imparata oggi è un calcio in culo domani ( mi pare lo disse Don Lorenzo Milani ) Perché saper dire “mi sento ferito” è diverso da agire con rabbia. Perché dire “ho bisogno di aiuto” senza vergogna è il primo passo per il benessere emotivo. Perché chiamare l’amore, il rispetto, il consenso, la fiducia, con i loro nomi permette di renderli reali, concreti e ci permette di comprenderli e condividerli. Serve una "normativa" che garantisca uno spazio strutturato per insegnare ai giovani a riconoscere, gestire ed esprimere le proprie emozioni in modo sano e consapevole. Un’educazione che promuova il rispetto reciproco, la comunicazione non violenta e l’empatia, strumenti fondamentali per la crescita individuale e sociale. Solo attraverso un intervento sociale non solo istituzionale possiamo offrire alle nuove generazioni le competenze emotive di cui hanno bisogno per affrontare la vita con consapevolezza e responsabilità. Riappropriandoci di parole e di emozioni.