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25.8.25

Diario di bordo n 144 anno III cosa implicano i gruppi mia moglie e simili ., perchè il caso marta sardo per una presunta molestia mentre Valentina Murenu minacciata di fare la fine di giulia cecchetin ha meno visibilità ?

immagine creata     tramite  meta IA
Questo   numero della  rubrica non periodica  diario  di bordo  approfondisce  e  replica alle contestazioni  sui  due  fatti salienti della  scorsa settimana   ma  che ancora   ache  se  in  misura  calante   tngono banco   sui  social e   sui media 1)    la  pseudo chiusura  ,  visto che continua  su telegram o snapchat del  gruppo (  mandrillli  arrati )  mia  moglie ., 2)  della  dubbia  molestia   denunciatra  da  Marta Sardo  e la  scarsa  visibilità social e mediatica      delle minacce  queste serie e  preoccupanti  << ti faccio fare la  fine  di Giulia  Cecchetin , ecc >>  fatta a  Valentina Murenu 
Inizio    il  primo   post  suggerendo a  voi lettori    quest interesante  e notevole articolo  del portale www.vistanet.it/ che   dovrebbe     rispondere   alla domanda  che sorge da    casi    come questi  : 
Cosa può fare in concreto una vittima? L'abbiamo chiesto a uno dei maggiori esperti di diritto penale dell'informatica, Francesco Paolo Micozzi . Ora lo so che m'ero promesso di non parlarne più . Ma ho ricevuto email in cui mi s'accusa d'essere bigotto e un falso libertario ,  che  non si può  trasgredire  ,   ecc . Ora rispondo che ciascuno di noi è libero di fare con il proprio partner ciò che gli s'aggrada perchè ciò che per ciò che magari per te va bene non va bene per me o viceversa . Ma l'importante come ho detto nei  post  precedenti soprattutto in particolare questo ci dev'essere consenso reciproco fra i due membri della coppia . Infatti Il gruppo ( eufemisticamente parlando ) "Mia moglie" e simili sollevano gravi implicazioni sociali, tra cui:

1. Violazione della privacy e del consenso
Infatti la condivisione di immagini intime senza consenso costituisce una violazione della privacy e della dignità delle persone coinvolte.
2. Cultura dello stupro e misoginia
Il gruppo sembra promuovere una cultura che oggettifica le donne, riducendole a oggetti di piaceremaschile senza riguardo per il loro consenso o dignità.E quindi si puo parlare di stupro virtuale
3. Perpetuazione di stereotipi dannosi
La comunità del gruppo sembra sostenere stereotipi sessisti e misogini, come l'idea che il valore di una donna sia legato al numero di partner sessuali avuti.come i peggiori film /video erotici / porno

idem precedente
4. Impatto sulla salute mentale
Le donne lo stesso dovrebbe valere nel caso di noi uomini ) coinvolte potrebbero subire gravi danni psicologici, come ansia, depressione e trauma, a causa della violazione della loro privacy e della condivisione non consensuale delle loro immagini.
5. Normalizzazione della violenza virtuale  e magari di quella  fisica \  reale 
La diffusione di contenuti intimi senza consenso può normalizzare forme di violenza virtuale e contribuire a una cultura in cui tali comportamenti sono visti come accettabili.
6. Sfide per la giustizia e la legge: La chiusura del gruppo su Facebook e la sua migrazione su piattaforme come Telegram evidenziano le sfide nella regolamentazione e nella persecuzione di tali comportamenti illegali online.

In sintesi, il gruppo "Mia moglie" rappresenta un fenomeno complesso che tocca questioni di consenso, privacy, cultura sessista e impatto sulla salute mentale, richiedendo una risposta multifacética per affrontare queste implicazioni sociali negative.

Per  il secondo    argomento  concordo tranne   nella  difesa ad  oltranza  del medico con quanto dice Maria vittoria dettoto ( trovate l'articolo sotto ) . Nonostante Io sono sempre dalla parte delle donne, e non smetterò mai di ribadirlo. Il rispetto è fondamentale in ogni contesto e le battute fuori luogo non vanno mai giustificate credo che ultimamente si stia andando un po’ oltre.Capiamoci: una frase idiota può ferire, soprattutto in momenti delicati, ma non possiamo definirla molestia. Usare parole così forti per episodi che restano comunque di maleducazione o scarsa professionalità rischia di essere un’offesa per chi ha subito davvero violenze o abusi.  Per questo   sono stato :  attaccato, accusato   di  essere  da @winylovecraft di thereads   d'essere  GianCazzo  ( riferimento all'ex  della  Meloni )  di  fare  mansplaining   solo perchè  ho messo il lik  del  post  precente    come  commento ad  un altro  in  cui le  vittima  di molestie  \ battutine simili  sempre  in ospedale   e il cui  cui chirurgo anni dopo   è stato arrestato per  violenza  di genere sulle  elle  pazienti ., di incorerenza visto  che  tratto    e denuncio in più post  femminicidi  , violenze  digenere  ,  sessismo , ecc    per  aver  espresso dubbi  nel post precedente   sulla  denuncia    di Marzia  sardo  . Soprattutto che  ho minizzato il  caso    considerandolo    semplicemente  come battuta sessista  . Vero . Il   problema  è    come  chiamare   certi comportamenti  per  quello  che  sono    visto  il  labilissimo  confine  \  limite   tra  :  molestia, insulto ,battuta sessista  Nel caso in questione    vero o falso che sia  questa frase, detta in un contesto medico, ha violato il confine tra professionalità e rispetto. Anche se non c’è stato contatto fisico, la frase ha avuto un impatto emotivo forte sulla  ragazza , tanto da spingerla a denunciare pubblicamente l’accaduto. È un esempio di come una “battuta” possa essere percepita come molestia verbale, soprattutto se detta da una figura in posizione di potere. Quindi   mi  chiedo  : <<  Cosa distingue una molestia da un insulto o da una battuta sessista ? >> .  La domanda  elucubratroria   non è solo teorica. Ecco cosa  mi ha  risposto  **** È urgente, concreta, e ci riguarda ogni volta che qualcuno dice “era solo uno scherzo”.Il caso di Marzia Sardo, che ha denunciato una frase sessista ricevuta durante una TAC (“Se ti togli il reggiseno ci fai felici tutti”), ha sollevato un polverone. Alcuni l’hanno definita “esagerata”, altri hanno parlato di “molestia verbale”. Ma cosa rende una frase molesta🔍 Non è solo questione di parole Una molestia non è definita solo dal contenuto, ma dal contesto, dal ruolo di chi parla, e soprattutto dalla percezione di chi riceve. Una battuta sessista, detta in un ambiente medico da un operatore sanitario, non è solo fuori luogo: è una violazione del rispetto dovuto alla persona. Non serve il contatto fisico per sentirsi violati. Basta una frase che trasforma un momento vulnerabile in uno spazio di imbarazzo o paura. In un  tuo post  su  fb   hai citato Valentina Murenu, minacciata di “fare la fine di Giulia Cecchettin”. Una frase che evoca violenza esplicita, eppure ha ricevuto meno attenzione mediatica. Perché? Forse perché la molestia “sottile”, quella che si maschera da ironia, ci riguarda più da vicino. È più diffusa, più quotidiana, e ci costringe a guardarci allo specchio.

Dove sta scritto che siccome sono una donna devo per forza prendere le parti di un’altra donna? Per me le donne vittime di violenza sono altre, non Marzia Sardo



In riferimento a quanto dichiarato dalla sottoscritta dalla prima ora sul “caso” della presunta molestia sessuale subita al Policlinico Umberto I da Marzia Sardo, vorrei sottolineare alcune cose.


Primo:
 non è scritto da nessuna parte che siccome sono una donna, devo per forza difendere o prendere le parti di un’altra donna, nella fattispecie Marzia Sardo, se quanto da Lei dichiarato o il suo comportamento successivo alla pubblicazione del suo video, non mi ha convinto dal primo minuto.


La mia esperienza di donna di quasi cinquant’anni al di fuori del mio lavoro di cronista, mi insegna che sopratutto nei casi di violenza sessuale occorre conoscere entrambi le versioni, della vittima e del presunto aggressore. In questa vicenda al momento conosciamo solo quella della signora Sardo che ha diffamato pubblicamente e messo alla gogna un professionista di fronte a tutta Italia e di questo si assumerà le responsabilità. In sede civile e penale.


Personalmente continuo a stare dalla parte del tecnico.

Secondo:
In nessuno degli articoli/post/video inerenti la suddetta giovane ho criticato la donna in merito alle sue scelte sessuali o politiche, che non mi interessano e non concernono il tema trattato nel suo video diventato virale Tantomeno ho postato sue foto alludenti ad atteggiamenti o espressioni sessuali usati dalla ragazza nei suoi profili social che tutti abbiamo visto e non mi interessano. Ognuno della sua vita fa quello che vuole, non sta certo a me criticarla o giudicarla in merito a questo.

Ma non fatene una vittima.

E questo è il terzo punto che ha la stessa importanza del primo. Da anni e anni come donna, madre, cronista mi occupo di violenza di genere sulle donne. Che sia fisica o psicologica per me hanno sempre avuto lo stesso peso.

Sul tema ho promosso manifestazioni, convegni, raccolte fondi per le donne vittime di violenza, scritto centinaia di articoli su donne violentate, derise, ammazzate. Prendendo le loro parti anche quando lavoravo per conto di altre redazioni o direttori. Esponendomi pubblicamente sempre a fianco delle donne realmente vittime di violenza e facendo di questo una battaglia personale.
Per me vittima di violenza è Tina Sgarbini la donna e madre di tre figli uccisa strangolata avantieri.. E’ Giulia Tramontano, e’ Giulia Cecchettin, e’ Francesco Deidda.
Di questi cognomi ne abbiamo una lunga serie in Italia perché come ho sempre detto non abbiamo pene sufficientemente dure nei comfronti degli assassini, molestatori o stalker.Non certo Marzia Sardo.


Ora Il fatto che la  ragazza  studi recitazione non significa che stia necessariamente  fingendo come dicono molti . Io non so se è vero quanto dice la ragazzae  chi  abbia  ragione  o meno  , ma se è vero il tecnico in questione dovrebbe essere quantomeno ammonito e se  recidivo  cacciato 
 Il problema non è lo scherzo, ma le parole che si usano in esso  perché ognuno di noi ha una sensibilità diversa e ci sono luoghi  e posti che dovrebbero essere protetti e tutelati . Tra questi c’è anche l’ospedale. Il fatto che lei manifesti la propria preferenza sessuale non significa che la gente sia autorizzata ad utilizzare frasi sessiste e, onestamente, poco divertenti per le donne . Se fosse stato un uomo le avrebbero detto la stessa cosa? Credo che non sia giusto prendere parte in una situazione del genere, soprattutto perché se si prende posizione e poi si scopre che ciò che è accaduto é vero ancora una volta si sta dando la colpa alla vittima. Sarà chi di competenza a fare le dovute indagini, evitiamo di giudicare prima di sapere, mettendo sempre forza dalla parte di chi (in teoria) é in torto. Quindi   non si sa se  tale  accusa  sia vero o meno  e   su  cui  ho espresso dubbi vedere post   precedente  , visto che al momento abbiamo sentito solo la dichiarazione della ragazza. << A me delle sue scelte sessuali non interessa nulla>>---  sempre la Dettoto  -- << tant'e' che non ne ho parlato da nessuna parte. Ho preso la parte del medico perché se anche avesse avuto la ragione nel sentirsi offesa, con il comportamento che ha avuto sputtanando il medico pubblicamente, deridendo chiunque la pensasse diversamente da lei, è passata dalla parte del torto e a giudicare dalle migliaia di persone che l'hanno criticata, non sono la sola a pensarla in questo modo. >>  . Come  lei   , anche   se   non  al suo livello  << Mi batto da tutta la vita con azioni, scritti, convegni, raccolte fondi contro la violenza sulle donne. Ed il comportamento di persone come questa ragazza poi fanno mettere in dubbio anche chi la violenza la subisce veramente è non viene tutelata. Né prima, né dopo la denuncia. >>
Ma  soprattutto,e qui chiudo  almeno spero  su questa  vicenda,mi fa specieed rabbia   che Valentina Murenu, dopo aver ricevuto serie minacce (  vedere sotto il video   scaricato dalla  rete  ) durante la sua diretta Istagram, non abbia avuto la stessa "visibilità" sociale mediatica   avuta   dalla Sardo . 



Non voglio sminuire il malessere di nessuno, ma a una le hanno detto che l'avrebbero bruciata con l'acido e tanto altro, l'altra racconta un fatto accaduto. Una non piange, sta zitta e ascolta, dice solo che tutto quello che viene detto sarebbe stato materiale in più per la denuncia, l'altra non denuncia subito,ma  lo fa   due  ore  doopo  pubblicando  un video . Il mondo dei social e dei media   è veramente strano .  ecco  cosa    ho  imparato  da   questo  caso  e  dela discussione   avuta    vedere righe precedenti   che  🧠 Serve una nuova grammatica del rispetto . Non possiamo più permetterci di archiviare certe frasi come “goliardia”. Serve una nuova grammatica del rispetto, che tenga conto del contesto, del potere, e della sensibilità. Serve ascoltare chi dice “mi sono sentita violata” senza metterlo in discussione.Soprattutto  riuscire  a  distinguere  quando  è  vero è  falso  o  quando   lo  si  fa per  avere notorietà  Ma  sopratutto 
 
 
[....]

  co questo  è tutto  

24.8.25

denuncia o visibilità ? molestia o battuta rozza e maschilista ? il caso marta sardo di tik tok




Marzia Sardo ( foto sopra ) , la 23 enne che ieri ha denunciato una presunta molestia durante una tac a Roma, ha chiuso i commenti sotto il suo video su Tik Tok,
in quanto è stata ricoperta di insulti. 


 da   msn.it  

Denuncia di una 23enne. "Molestata in ospedale prima di fare una Tac"

[..] L'episodio a dir poco spiacevole è stato denunciato da Marzia Sardo, una studentessa, in un video che è presto diventato virale sui social. La giovane si riprende mentre è ancora in ospedale, la sera del 21 agosto, e con la voce rotta dal pianto racconta: "Mi portano a fare una Tac al cranio. Avevo la mascherina perché avevo anche un sospetto di Covid e un tecnico mi dice di togliere gli orecchini e di togliere la mascherina che ha il ferretto. Io gli chiedo ingenuamente: Ma allora devo togliere anche il reggiseno?. Lui risponde: No, no, la Tac è solo al cranio. E poi aggiunge guardando i suoi collegi, erano tutti maschi: Certo, poi se lo vuoi togliere ci fai felici tutti". Marzia nel video annuncia di volersi rivolgere all'ufficio reclami della struttura ospedaliera, ma aggiunge di non avere molta fiducia sul fatto di essere ascoltata e per questo spiega di aver scelto di girare il video quasi in diretta "sperando che si possa diffondere questa notizia" perché "quando succedono queste cose non bisogna fare silenzio". "Sono stanca di dovermi interfacciare ogni giorno con queste cose, anche in un ambiente ospedaliero che dovrebbe essere sicuro - conclude la ragazza -. Che cosa vi passa per la testa quando pensate che questa cosa sia normale? Che ci si possa ridere su?".


La ragazza, che ha denunciato tutto in un video diventato virale, sta predisponendo una denuncia da inviare all’Urp dell’ospedale romano. Il Policlinico, intanto, ha aperto un’indagine interna. L' attrice romana ( mah io non lo ho mai vista o sentita nominare neppure su video emozionali di story impact o kiko.co ) , si trovava ricoverata in ospedale Umberto I di Roma a seguito.di una emicrania.Giunta nella sala tac, si è trovata davanti ad un tecnico radiologo ed altri colleghi maschi dell'uomo. La ragazza ha domandato al tecnico se avesse dovuto levarsi il reggiseno prima ha detto no poi il tecnico avrebbe risposto: "Se vuoi levarti il reggiseno, ci fai tutti contenti".La ragazza ha interpretato la frase come una molestia sessuale nei suoi confronti. Ma anziché rivolgersi immediatamente all'ufficio reclami, a distanza di due ore dall'accaduto, ha pubblicato un video di denuncia del fatto nel suo profilo Tik Tok che diventa virale. Ecco alcuni degli insulti rivoltigli da Leo stessa riportati nel suo profilo Ig.




A leggere i commenti sotto questo post non mi stupisco , da uno che lotta continuamente contro il suo maschio alfa , che abbia dovuto sospendere  quelli  al suoi  post  . Quello che mi  soprrende di più sono i commenti femminili, molti proprio vergognosi: ma ora  mi chiedi  voi, donne, non avrebbe dato fastidio una battuta simile in ambito ospedaliero con tutti uomini presenti? O chela  facciano o   l'abbiano fatta a vostra figlia, a vostra madre? E voi uomini... se l'avessero fatto alla vostra compagna, alla vostra moglie, alla vostra figlia ? .
Come dice **** << che ho sempre avuto il seno importante, ho sofferto fin da ragazzina i commenti che mi facevano per strada, vergognandomi fino ad indossare poi sempre qualcosa di largo per nasconderli.>> Metterei come suggerisce certi uomini che non riescono a controllarsi davanti ad una dottoressa, con la stanza piena di donne, che facesse una battuta sulla piccolezza dei loro genitali e poi fare un video iagnuccolo su social vediamo se succede la stessa cosa o peggio . ma poi riflettendoci è meglio di no . uno il perchè lo spiega beissimo la Giornalista M.vittoria Detotto

 

 se di molestia o di battuta rozza e volgare si tratta dipende dai punti di vista . Per  me   è  una   battutta sessista    e  maschilista . Anche  se   come  fa  notare   su thereads  

il  confine  tra  battuta  becera  da  maschio  alfa   e  mlestia  è  assai labile  .
La ragazza oltre a piangere ( comprensibilmente ) avrebbe dovuto segnarlo alla direzione e non solo   sui social con tutti i rischi boomerang che ci sono  rischiando anche oltre  che ( vedere il  video sopra )   gogna mediatica  per lei e   per  lui  , una denuncia    con processo per  diffamazione . 

29.7.25

Famiglia ebrea aggredita in autogrill in un'area di sosta lungo l'autostrada nel Milanese un altro caso come della TavernaSantaChiara” di Napoli o vera aggressione ?

dal video che circola in rete  i  protagonisti non sembrano essere, 
come quelli“Taverna Santa Chiara” di Napoli  di qualche  tempo  fa ,almeno per ora,dei  provocatori.
 Infatti   la  digos  sta indagando  e  la vicenda  è ancora  in corso  . Però
caldo   posso dire  da  critico   verso lo stato d'israele    per la sua politica , e di  certi israeliani   ed ebrei  sionisti  ( ovviamente senza fare   generalizzazioni inutili   perchè    non tutti  gli ebrei  sono sioisti   ed  israeliani  )  queste  cose  non mi    fano ribrezzo e indignazione  oltre  che  sconforto  come  se   dallìolocausto  \  shoah  e   delle persecuzioni precedenti   l'umanità   non ha  imparato niente   .
Ora   è
 vero che la vicenda del turista con la kippah aggredito mentre portava in bagno il figlioletto in un autogrill lombardo è microscopica rispetto agli orrori quotidiani di Gaza. Ma è altrettanto vero che quella vicenda con Gaza non c’entra nulla, perché nulla c’entrano padre e figlio con quell’orrore. E l’aggredito ha provato a spiegarlo: sostengono che va spiegato a Netanyahu che non deve bombardare? Ma io sono francese, non israeliano.La sintesi è che in Italia un uomo e il suo bambino sono stati aggrediti per via della loro fede religiosa, unico elemento che degli sconosciuti potessero percepire sul loro conto. Un pogromino da autostrada.Al di là che gli aggressori abbiano capito o no che quell’uomo è francese, e che gliene importi qualcosa, resta che in Italia in troppi pensano che un ebreo in qualche modo sia anche un mezzo israeliano. E questo è particolarmente pericoloso, in un Paese che gli ebrei li ha perseguitati e uccisi e in un periodo storico in cui il governo israeliano perseguita e uccide. Perché chi in qualche modo è un mezzo israeliano sarà necessariamente anche un mezzo italiano. E se non ha qualche diritto in meno, magari avrà qualche responsabilità collettiva in più.           
                  Caffe  scorretto unione  sarda  29\7\2025   di Angelino  Tabasso 

Concordo  in  attesa  dell'appurarsi  del reale svolgimentio  dei fatti  ,  con lui  specie   nella  chiusa  : <<A qualcuno, sconvolto dalla carneficina della Striscia, possono sembrano sfumature. Ma gli orrori germogliano sulle semplificazioni.>>
Ma Prendersela così violentemente con una famiglia Israeliana in questo caso che neanche conoscono è da vigliacchi e pregiudizievole ed è anche pericoloso.Giusto per correttezza: non sono israeliani, ma ebrei francesi. sono ebrei punto e basta. Esistono ebrei italiani , francesi, svizzeri. Magari Israele non l'hanno nemmeno mai vista e magai non sono necessariamete sionisti
infatti concordo anche    con Lorenzo Tosa   


perchè   descrive   la  differeza    tra  il nuovo antisemitismo ( non con  questo,come  spiegato  nel video  stesso, debba    essere  considerato  meno  vergognoso ed  abberrrate   e quindi  giustificare  chi  ci cade  , come  è  caita   anche al  sottoscritto  ,   per  poii  accorgesene  e  scusarsi pubblicamente   ,  e  trovate  traccia   nel'archivio   dei post  sul  blog   )  e  quello  "classico"  del secolo  scorso   ma  ancora  purtroppo  radicato  ancora  oggi  e che    al  90  %  dei casi  si mescola  e s'unisce  al primo  rendendone  difficile   la  distinzione 

Con questo è  è  tutto alla prossima se  Dio vuole  e  i  Carabinieri  lo  permettono  

24.7.25

ma la legalità vale per tutti o solo per i poveri diavoli ? il caso del venditore di rose ambulante che tutti a Mogliano Veneto conoscono come Rosario.multato di 5 mila euro

 canzone suggerita  
 Chi ruba nei supermercati? - Francesco De Gregori ⁕


Certi fatti dovrebbero farci venire la domanda : << [...] 
 Tu da che parte stai?\Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati?\O di chi li ha costruiti? Rubando ? >>  (   dall'omoima  canzone    suggerita    per il post  d'oggi  qui   il  resto del testo ⁕ )  .  In quanto  non  riusciamo a  distinguere   più la  regola  dall'eccezione  . Infatti
Strana nazione (volutamente in minuscolo) la nostra, sanzioniamo il povero e paghiamo un lauto vitalizio ad un Ministro rinviata a giudizio per aver truffato lo Stato che rappresenta !!!Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Legalità a targhe alterne, per cui si punisce in modo del tutto arbitrario con una multa assurda un povero cristo, mentre si chiude un occhio (quando non tutti e due) verso corrotti, concussi, elusori, evasori e chi compie condotte fraudolente nei confronti dello stesso Stato da cui è lautamente pagato. C'è di che vergognarsi umanamente e politicamente.
Molti  di  voi     diranno   ma  deve  rispettare le  leggi  come noi  italiani   e  .... bla  ... bla  ...  .
Verissimo ed  d'accordissimo   . Ma  se  una  persona  a prescindere   dalla nazionalità \ dall'etnia     fa per  vivere     \  tirare a  campare   un  qualcosa  di  dignitoso   e  non  criminale , basta un avviso  \ la possibilità  di mettersi in regola  e  non in nero    se  non  si  può  fare  a meno   d'essere  fiscali  . Se è recidivo   allora  lo si multa  e s'applica la  legge  . Ma   qui  s'esagera   e  si  fa  propaganda  . Si usa la legalità per  farsi  belli e  cercare  voti  . 
Leggo   da  Lorenzo Tosa    la  storia     che riporto   oggi  .

E la sua è una di quelle storie che ti fa vergognare di essere italiano. O direttamente umano.
È accaduto che Rosario stava vendendo come sempre le rose davanti a una caffetteria del paese, dove ormai è di casa.
La Polizia locale a quel punto lo ha fermato e lo ha sanzionato con una multa da capogiro: 5.000 euro. Perché Rosario è senza licenza.
5.000 euro! Ma vi rendete conto? Una cifra spropositata, folle, che ovviamente Rosario non potrà mai permettersi di pagare.
E invece di vergognarsi, il sindaco - leghista, strano… - ha ringraziato l’agente e delirato di “legalità” e “regole da rispettare”.
Loro.
Per fortuna però decine e decine di persone tra commercianti e cittadini hanno lanciato una colletta per permettere a Rosario di pagare questo sproposito.
È uno strano Paese il nostro, che si inchina ai potenti, al figlio di, ai super ricchi con tassazioni ridicole o inesistenti e bastona un povero cristo che per vivere vende rose in paese.
La legalità è una cosa seria, troppo seria per lasciarla in mano a ipocriti e pavidi burocrati privi di ogni umanità.

11.7.25

Unorthodox – Una fuga verso la libertà: la mia opinione sulla serie Netflix


per  chi  ha  fretta

📺 Unorthodox (Netflix)
Unorthodox è una miniserie televisiva tedesca e statunitense ideata e scritta da Anna Winger e Alexa Karolinski, diretta da Maria Schrader e basata sull'autobiografia del 2012 di Deborah Feldman Ex ortodossache ha lasciato il movimento Satmar, una comunità chassidica di New York. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche (Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots). La miniserie è stata scritta da Anna Winger e Alexa Karolinski,  Unorthodox è la prima serie di Netflix quasi interamente recitata in yiddish.
La miniserie, composta da quattro puntate, è stata resa disponibile internazionalmente sulla piattaforma Netflix dal 26 marzo 2020.[ una miniserie intensa, ispirata a una storia vera.
Segue Esty, una giovane donna in fuga da una comunità ultra-ortodossa per cercare libertà e identità.Più che una semplice fuga, è un viaggio umano tra fede, appartenenza e rinascita.
🎭 Personaggi complessi.🎥 Storia potente.🤔 Domande profonde: siamo davvero liberi di scegliere chi vogliamo essere?
👉 L’avete vista? Quale personaggio vi ha colpito di più? fatemelo  sapere   nei  commenti



Incuriosito da questa serie suggeritami da amici fra cui un amica laureata in arabo del medio oriente ho approfondito tramite loro e un documentario di 20 minuti, Making Unorthodox, che racconta le riprese e il processo creativo dietro la serie.E altre recensioni e letture sula serie in particolare : Perché devi vedere assolutamente la serie Unorthodox su Netflix   di https://www.tag24.it/
ho approfondto    il contesto culturale di Unorthodox  e  ulteriormente  le mie  conoscienze sulla  cultura  ebraica e   le suye sfacetature \ interpretazioni   dei libri sacri  
La serie si basa sulla vita all’interno della comunità chassidica Satmar, un gruppo ultra-ortodosso ebraico con sede a Williamsburg, Brooklyn. Questo contesto, raramente esplorato nella narrativa televisiva, è fondamentale per comprendere la forza della storia di Esty.
La cultura Satmar è profondamente legata alla tradizione, con regole precise che regolano ogni aspetto della vita: abbigliamento, lingua, educazione, ruoli di genere, e perfino la musica. Lo yiddish è la lingua principale, e la separazione tra uomini e donne è marcata.
Per le donne, le aspettative sono chiare: matrimonio giovane, maternità e dedizione alla famiglia. In questo ambiente, il dissenso non è solo scoraggiato – è impensabile.
Unorthodox non giudica apertamente questa cultura, ma la mostra attraverso gli occhi di chi non riesce più a respirare al suo interno. Il contrasto con la Berlino multiculturale non è solo geografico, ma profondamente simbolico: rappresenta la collisione tra due mondi e la fatica del trovare un’identità tra passato e presente.
Unorthodox è una miniserie Netflix che racconta la storia di Esty, una giovane donna che decide di lasciare la sua comunità ultra-ortodossa a Brooklyn per cercare una nuova vita a Berlino. Ispirata all’autobiografia di Deborah Feldman, la serie offre uno sguardo intenso e realistico su un mondo poco conosciuto, affrontando temi come l’identità, l’autodeterminazione e il peso delle tradizioni .
Dal punto di vista tecnico, la serie colpisce per l’accuratezza della ricostruzione culturale,  infatti  si  mantenuta la lingua  originale   della  comunita   e l’interpretazione della protagonista, che riesce a trasmettere con grande forza le emozioni contrastanti del suo percorso. La regia è essenziale ma coinvolgente, e riesce a bilanciare momenti di grande intensità emotiva con una narrazione fluida e ben costruita  nonostante l'uso  eccessivo   dei  flashback e  un racconto   non  lineare  . 
Pur essendo una storia individuale, Unorthodox solleva domande universali: quanto siamo disposti a rischiare per essere liberi? Fino a che punto la cultura in cui cresciamo definisce chi siamo?
Personalmente, a  parte (  forse questione di abitudine ) la  poca linearità  nei  racconto  più  adatto a mio  avviso    a  un romanzo  che a  un  film ,  ho trovato la serie coinvolgente e ben realizzata. Nonostante alcune semplificazioni necessarie al formato televisivo, Unorthodox riesce a lasciare il segno.
Ecco una  cosa mi  ha colpito   dei ta ai personaggi principali di Unorthodox:I personaggi principali: tra fede, ribellione e ricerca di sé.  Infatti  uno  degli aspetti  più riusciti di Unorthodox è la caratterizzazione dei personaggi, che non cadono mai nel bianco o nero, ma mostrano sfumature e contraddizioni umane.Esty Shapiro
È la protagonista assoluta. Giovane donna cresciuta nella comunità chassidica Satmar, Esty incarna il desiderio di libertà e la fatica di liberarsi da un’identità imposta. La sua trasformazione, sia interiore che esteriore, è al centro della narrazione. Il modo in cui affronta il senso di colpa, la paura e l’incertezza del futuro rende il suo viaggio emotivamente potente e realistico.Yanky Shapiro Il marito di Esty, inizialmente può apparire come un semplice “antagonista”, ma la serie gli concede spazio per mostrarsi più complesso. È vittima di un sistema tanto quanto Esty, e il suo comportamento è spesso dettato dalla pressione della famiglia e della comunità. La sua evoluzione, tra fragilità e tentativi maldestri di riconquista, offre un ritratto credibile di chi è rimasto nel mondo che Esty ha scelto di abbandonare. Moische Cugino di Yanky, rappresenta la parte più conservatrice e aggressiva della comunità. Il suo ruolo è quello dell’inseguitore, ma anche lui è un personaggio tormentato. Il suo passato problematico emerge a tratti, lasciando intuire quanto sia intrappolato in una struttura che non perdona la deviazione.Robert e il gruppo di Berlino
Rappresentano l'altro lato del mondo di Esty: quello libero, aperto e multiculturale. Nonostante la loro accoglienza, Esty si rende conto che anche qui deve trovare il suo posto. Robert, in particolare, è il primo legame autentico che Esty sviluppa al di fuori della sua comunità, ma la serie evita ogni banalizzazione romantica, lasciando spazio a una relazione fondata su comprensione e rispetto. 
Ecco una riflessione da aggiungere dopo l’approfondimento dei personaggi, per chiudere in modo coerente e stimolante tale mia  recensione  di  Una storia che vive nei suoi personaggi è  quella   che  Unorthodox non è solo il racconto di una fuga, ma soprattutto la rappresentazione di un conflitto interiore che prende forma attraverso i suoi personaggi. Esty, Yanky, Moische e gli altri non sono semplici simboli o stereotipi: sono esseri umani intrappolati tra aspettative sociali, senso del dovere e desideri personali.
Ciò che colpisce è che nessuno dei personaggi è del tutto "buono" o "cattivo". Anche chi ostacola Esty lo fa spesso per paura, per convinzione o per incapacità di vedere un’alternativa. Allo stesso tempo, il mondo esterno non è dipinto come perfetto o privo di ostacoli: è solo diverso, e altrettanto complesso.
In definitiva, Unorthodox invita a riflettere su quanto la libertà sia una conquista personale e mai priva di costi. Ed è proprio grazie a questi personaggi – vivi, imperfetti, umani – che il messaggio arriva con forza e autenticità .Quindi   nonostante    sia   in molt  punti   caduta    nei  : «  Pericoli del flashback Affilato come la lama di una katana, il flashback è altrettanto pericoloso da maneggiare se non si è esperti. Impone cura e attenzione. I pericoli del flashback sono i suoi stessi pregi, ma al negativo. Primo fra tutti è il calo di tensione. Se utilizzato al punto giusto aiuta a rendere il testo più arioso e a rallentarlo un po’, ma che ne sarebbe del nostro testo se ne abusassimo? Se lo usassimo troppo spesso o se il nostro flashback fosse troppo lungo? Indovinato. Farebbe perdere al romanzo la tensione narrativa e si assisterebbe a quello che in sociologia viene definito ‘sbadiglio’. Il lettore si annoierebbe, inizierebbe a pensare alle vacanze o alle spese da fare o a quel grazioso vicino di casa che… e il testo sarebbe spacciato. È un bel rischio.»   ( da Il flashback, cos’è e come usarlo  di  Francesco Montonati|  )  Mi è piaciuto molto per   i motivi     citati   nella  sezione  i sintesi  \ per  chi  ha  fretta  .  
E voi vi siete riconosciuti in qualcuno di loro? Quale personaggio vi ha colpito di più, e perché?  E voi l’avete vista? Che impressione vi ha fatto? Vi è sembrata una rappresentazione equilibrata o troppo romanzata?Mi piacerebbe conoscere anche il vostro punto di vista nei commenti. 

31.5.25

femminicidio o non , sempre di violenza sulle donne si tratta il caso del delitto dell'autostrada ma le donne si lamentano per come ne parlano i media ma senza proporre alternative per parlarne

Lo so che dovrei smetterla di riportare scritti di altri\e su tali argomenti e scrivere le mie opinioni in merito a tali argomenti ma : 1) non riesco ad andare oltre l'ovvio e l'indignazione .,mi abbasserei a loro stesso livello di odio con il rischio di scadere nella morbosità o enlla polemica proprio come il commento lasciato nel titolo ad un intervento fatto da una vittima ( perchè anche se non muori , ma subisci violenze fisichè e morali lo si è ) ed ancora nonostantre la condanna del reo subisce la condanna da parte della società solo perchè ne uscità viva e ha denunciato ., 2) di non essere obbiettivo completamente     .
Infatti ,scusate la polemica ma molte persone la maggioranza , sottoscritto compreso  non hanno armi oltre l'indignazione per combattere ed insegnare \ educare figli o nipoti seriamente non solo a parole tali  problematiche 
Ma soprattutto non sono cosi bravo come parole come gli attori ed sceneggiatori questo video




 per dire con parole mie lo stesso concetto quando apprendo notizie del genere e in particolare questa di cui s'accena nel post d'oggi

 


E certo, il processo di beatificazione dell'uomodimmerda che ha lanciato la moglie dal cavalcavia è già cominciato.
Andrea Favaro avrebbe ucciso perché aveva paura di non poter più vedere suo figlio (cosa che evidentemente dal carcere gli riuscirà benissimo).Così cominciamo a leggere in stampa la prima rivittimizzazione della vittima, il giustificazionismo cieco, l'insinuazione che quindi, se questo povero padre aveva questa paura, allora la vittima era responsabile, magari lo aveva già messo in guardia sulla possibilità di una denuncia, anche perché col senno di poi, anche lo avesse pure messo in guardia, avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo a voler proteggere il figlio.Ma letta così, il sottotesto è "Poverino, era esasperato, aveva paura di non vedere il figlio, e quindi la colpa è certamente della madre". Non ne usciamo. O si cambia il linguaggio o non possiamo uscirne.E poi basta, con queste foto insieme, vittima carnefice, che sono rivittimizzanti, offensive, lesive di chi non c'è più e anche di chi sopravvive.Basta, sono anni che lo diciamo, che è una comunicazione profondamente sbagliata.



28.5.25

diario di bordo n 123 anno III .Al colle un tenore muto , A che serve vivere se dobbiamo morire ?, boiate del riformista sui sudari per gaza , picchiato dalla moglie davanti ai figli scatta il codice rosso

Pino Cabras
 22 maggio alle ore 01:00 ·
 AL COLLE UN TENORE MUTO

 
La vita di Sergio Mattarella, come quella di tutti, è fatta di priorità che seguono una gerarchia di valori e interessi, nel suo caso molto precisa, al limite della maniacale prevedibilità. Su certi temi, come la contrapposizione alla Russia, potete scommettere a colpo sicuro che ne parla tantissimo e sempre, fino a prodursi in analisi storiche acrobatiche e sconcertanti su materie per lo meno controverse: insomma se c'è da perorare il riarmo quasi si mette a cantare, come nel suo "Nessun dorma" che tanto è piaciuto alla santa patrona degli sprechi e dei rischi militari, Ursula Guerrafonderleyen. Viceversa, se si tratta di Israele, anche quando i soldati di Bibi il Genocida sparano ai soldati italiani anziché alle solite decine di bambini al giorno, come qualche mese fa, o anche quando regalano sventagliate di mitra ai nostri diplomatici, come ieri, le corde vocali dell'uomo del Colle si inaridiscono, senza che mai gli esca di bocca la parola Israele, senza una critica, un monito, un comunicato severo, una condanna, nulla di nulla. Su quella materia - trovandosi in mezzo ai lussi del Quirinale - finisce per ispirare la voce ai pezzi più sottilmente pregiati degli arredi: gli scendiletto in seta. E lì, sui crimini genocidi e sugli attacchi ai nostri, altro che "Nessun dorma"! Dormire, dormire sempre, invece, su ogni canale, a reti mummificate.
ho trovato, anche se  mediato   e quini non da  solo  ,   una  risposta  serie    i riposte  alla mia domanda   A che serve vivere se poi dobbiamo morire? fatta  su  Quora .   in  particolare   quelle  di :  Nico dottori  ,Giovani progi , re  artu,  milena colona  , vana ,  marina  ugolini  ,  GiuSi ,  tirrannoide , Franca  errani .   cioè  una  strada  \    e scegliere    come nel  Film Matrix: nella  Scena Pillola Rossa O Blu (Verità O Illusione) oppure  se  continuare,tra  alti e bassi    come  faccio sempre, a  usare   :  cuore &mente  ,  ying e  young , il  dolce  e  l'amaro  .   IL  viaggio continua  .


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Leggendo pur non condividendo per niente tale faziosita giornalistiche ( vedere prime righe dell'articolo sotto della fogna del riformista ) E' più blasfemo invece quello che sta facendo Netaniau con l'estrema destra religiosa . Che 💩👿 scusate la volgarita ma simili i idiozie o sono accettabili . Infatti questo gioralista o pseudo tale ignora o fa finta d'ignorare che israele non fa entrare a gaza nessuni gioralista ( maistream o non maiestream ) e rende impossibile la vita alle organizzazioni internazionali . Quindo è ovvio che i giornalisti di debbano basare su quello che gli dicono fonti palestinesi ( hammas compresa ) . quindi prima di scrivere boiate negazioniste pensiamoci bene e che le atroicità non sono mai da una parte .



Sabato scorso a Milano c’è stata una manifestazione – indetta da un noto personaggio presente in molti talk show, conosciuto per le sue posizioni pro Gaza – a cui hanno aderito anche molte amministrazioni comunali, il cui esito sarà devastante per gli ebrei e per Israele: lo slogan è “50mila sudari per Gaza”. Il numero viene dal fantomatico ministero della Salute di Gaza e non fa distinzione tra civili e combattenti (a conferma del fatto che Hamas combatte “tra” i civili e non “per” i civili). L’altra cosa grave è l’uso della parola “sudario”, che richiama la morte di Gesù e, quindi, rievoca immediatamente la millenaria accusa rivolta agli ebrei, come anche il più ingenuo e incolto vede.  ......  segue  qui 


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 da  questa   pagina  di    Quora  Storie di donne, croce e delizia

Gaza, le donne e le mestruazione L’olocausto dei corpi

A ottobre ho sanguinato per dieci giorni senza avere accesso a un bagno vero e proprio.La casa in cui ci siamo rifugiati – come la maggior parte dei rifugi a Gaza – non offriva privacy.Quaranta persone dormivano in due stanze. Il bagno non aveva porta, solo una tenda strappata.Ricordo di aver aspettato che tutti si fossero addormentati per potermi lavare con una bottiglia d'acqua e pezzi di  stoffa. Ricordo di aver pregato di non macchiare il materasso che condividevo con tre cugini.Ricordo la vergogna – non del mio corpo, ma di non potermene prendere cura.In guerra il corpo perde i suoi diritti,soprattutto il corpo femminile.I titoli raramente parlano di questo, di cosa significhi per una ragazza avere il ciclo sotto i bombardamenti, di madri costrette a sanguinare in silenzio e ad abortire su pavimenti freddi o a partorire sotto i droni. La guerra a Gaza non è solo una storia di macerie e attacchi aerei. È una storia di corpi interrotti, invasi e a cui è stato negato il riposo. Eppure, in qualche modo, questi corpi continuano a esistere.Come donna palestinese e studentessa sfollata che ora vive in Egitto, porto con me questo ricordo corporeo. Non come una metafora, ma come un dato di fatto. Il mio corpo sussulta ancora ai rumori forti. La mia digestione vacilla. Il mio sonno è frammentato. Conosco molte donne – amiche, parenti, vicine – che hanno sviluppato malattie croniche durante la guerra, che hanno perso il ciclo mestruale per mesi, i cui seni si sono prosciugati mentre cercavano di allattare nei rifugi. La guerra entra nel corpo come una malattia e rimane.Il corpo di Gaza è una mappa di interruzioni.Impara presto a contrarsi, a occupare meno spazio, a rimanere vigile, a reprimere il desiderio, la fame, il sanguinamento. La natura pubblica dello sfollamento distrugge la privacy, mentre la paura costante logora il sistema nervoso. Le donne che un tempo custodivano il loro pudore ora si cambiano d'abito davanti agli sconosciuti. Le ragazze smettono di parlare del loro ciclo. La dignità diventa un peso che nessuno può permettersi.Questo è il paradosso della sopravvivenza: lo stesso corpo a cui viene negata la sicurezza diventa lo strumento della resistenza. Le donne fanno bollire le lenticchie a lume di candela, calmano i bambini in cantina, cullano i morenti. Questi atti non sono passivi; sono radicali. Avere le mestruazioni, portare in grembo, nutrire, lenire – in mezzo alla distruzione – significa insistere sulla vita.Torno, ancora e ancora, all'immagine di mia madre durante la guerra. La schiena curva su una pentola, le mani tremanti, gli occhi che scrutavano il soffitto a ogni rumore. Non mangiava finché non lo facevano tutti gli altri. Non dormiva finché non dormivano i bambini. Il suo corpo portava l'architettura della guerra e della maternità allo stesso tempo. Ora mi rendo conto di quanto fosse politica la sua stanchezza – di come il suo lavoro, come quello di tante donne palestinesi, sfidasse la logica dell'annientamento.Non c'è una tenda per il corpo a Gaza.Nessuno spazio sicuro dove il corpo femminile possa dispiegarsi senza paura. La guerra ci spoglia – non solo delle nostre case e dei nostri beni, ma anche dei rituali che ci rendono umane: lavarsi, avere le mestruazioni, elaborare il lutto in privato.Ma anche senza un riparo, i nostri corpi resistono. Ricordano. Resistono.E forse, nella loro tremante perseveranza,scrivono la storia più vera di tutte.𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮 𝘒𝘩𝘢𝘵𝘦𝘦𝘣 - 19 maggio 2025 [ via Doriana Goracci ]


concludo     questa   mia   rassegna     settimanale   con   quest articolo  dell'unione  sarda  del 27\5\2025    delll'aplicazione  su pur rara ,   alla  faccia   di chi    dice  che  è una legge  fatta  solo per  le " nazifemministe  " ,  del  codice  rosso    in un caso   di  stalking    femminile 



con  qiuesto è  tutto   alla prossima   se Dio  e   i carabinieri    lo consentono 






Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...