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11.3.25

“Come si può criticare una mostra senza averla neppure visitata?” il caso dello scontro tra Gabriele Simongini,curatore della mostra alla GNAMC di roma sul futurismo e ,Leonardo Clerici Marinetti nipote di Tommaso Marinetti

“Come si può criticare una mostra senza averla neppure visitata?” Queste le parole con cui il curatore 


della mostra alla GNAMC, attualmente la più discussa (e visitata) di Roma, replica   su  arttribune  rispondendo alle dichiarazioni del nipote di Marinetti   che  trovate  qui su  arttribune   da  cui  ho preso  la   foto  .Ora  come   ho spiegato in   :  più post     del  blog , nei commenti di quelli che una volta erano Ng ( gruppi i iscussione ) e forum , e nei commenti pagine facebook e altri social , non sono un critico d'arte o un esperto di tecniche espositive e museali .Inoltre non ho fatto ne accademie ne licei artistici . ho semplicimente studiato prima alle scuole medie e poi al liceo scientifco ed anche per un esame universitario storia dell'arte  a livello scolastico .  Da profano m''interesso andando a mostre e nei musei . Quindi il mio è un giudizio da profano appunto  soprattutto  su opere    fondamentali    come   quelle    della avanguardie     del  secolo scorso in particolare quella   de il futurismo  appunto  .Infatti la mia risposta  a  tale quesito  posto  dal  titolo  dell'articolo  citato  : « Come si può criticare una mostra senza averla neppure visitata ? » è   un  po' personale    ( soggettiva  ) che  uso  per  esprimere  un giudizio  \  oservazione critica  su     quello che  : vedo , ascolto ,  sento  . 
Generalmente    la  risposta  è NO perchè  per   poter  criticare   \ stroncare   o  anche   lodare  \  esaltare  qualunque    cosa  ( fatto, persona ,  lavoro  \  opera  , ecc  )  bisogna  : leggere  , conoscere  ,  vedere  , ascoltare     per  intero  se  si  vuol  dare  un  giudizio  globale   o parzialmente  se  si  vuole  dare  un  giudizio  limitato  .  
Lo  stesso discorso    vale    anche    in ambito  artistico \ letterario  ma puà  verificarsi anche il  contratrio  cioè  SI    si  può  recensire  \  giudicare  un opera   ma    a detterminate  condizioni  cioè  se  è un artista   d  cui conosci  già   i  suoi precedenti  .  Infatti   in  questo caso tale  metodo  giudizio  aprioristico  è  in applicabile perchè  :
 non si   tratta  di  dare  un giudizio  sulle  opere    di autori noti  e  conosciuti     da  cui  sai già  cosa  aspettarti  \  dove   volgiono  andare  a parare     o sconosciuti   di  un genere  di  cui  sei  un conoscitore ( novizio  o  appasionato  )  o   hai   un  infarinatura anche  parziale   sulll'argomento  contesto  o  sul  genere  in cui essi  operano   Ma   qui si tratta      di un esposizione mostra  che non ha mai  visto    nè " al  vivo " nè   "  in streaming  "  o foto  \  reportage   i  riviste  o  giornali  . E quindi  non sai come  è stata  allestita  in  che  modo le  opere    di quel museo   note  ( già presenti ella  sua  collezione  temporanea  o permanete    )  o  poco note  (  prestiti  o donazioni esterne  )  sono state  allestiste   o  esposte  per  l'occasione  .  Quindi ecco che  : «  criticare  una  mostra    senza  neppure  averla vista  » mi  sembra  aprioristico   , oltre  che assurdo ed  fallace  

15.4.17

La storia di Uber Pulga, un 'Partigiano in camicia nera'



Leggi anche  
http://www.ultimavoce.it/partigiano-camicia-nera-uber-pulga/



Risultati immaginichi sa  come avrebbe reagito Davide  Lajolo  autore   de  il  voltagabbana  (  foto al lato  )     sua esperienza  autobiografica   che ha  passato una  cosa simile  a  questa  storia   intensa e drammatica di un travaglio che non è solo umano e personale, è quello di un intero paese. Di una generazione  di giovani   che  conobbe  solo il fascismo   e che   si trovò  in crisi  , quando esso si rivelò traditore  ,  e  soprattutto   quando   la storia  ( il 25 luglio e  l'8 settembre  del  1943  ) lo condanno  e  ne svelo'  gli inganni  . 



Uber, la spia fascista che divenne partigiano eroe della Resistenza
L’esordio letterario di Alessandro Carlini debutta domani «Cambiò idea dopo una stretta di mano con Mussolini»



Negli anni ’50 forse sarebbe finito in prigione, mentre negli anni ’70 sarebbe stato gambizzato Alessandro Carlini se avesse pubblicato un libro del genere: “Partigiano in camicia nera. La storia vera di Uber Pulga” (ed. Chiarelettere, 2017), da domani in libreria. Oggi è stato scritto ed è una conquista del pensiero democratico. Nella ricostruzione dei fatti l’autore non perde l’equilibrio. D’altronde, l’opinione sul protagonista cambia nel giro di pochi chilometri, coinvolgendo tre province vicine. A Mantova compare tra i Caduti della Liberazione. A Felonica, sopra l’ingresso del Comune, svetta una lapide in cui il primo inciso è lui. A Reggio Emilia, invece, è rimasto la spia che per anni i partigiani cercarono con la bava alla bocca. L’uomo che fece uccidere due di loro. Infine, a Ferrara, ci sono i suoi discendenti.

(....  continua  qui 
<<  Partigiano e fascista: oggi Uber Pulga è ricordato così. Com’è possibile? La storia di quest’uomo straordinario, raccontata da Alessandro Carlini con grande trasporto e la forza di un coinvolgimento personale e familiare, rappresenta un’occasione unica per tuffarsi e rivivere i conflitti e le contraddizioni di anni funesti come quelli della Seconda guerra mondiale. Nato nel 1919 a Felonica, in provincia di Mantova, Pulga sceglie il fascismo, si arruola, è addestrato al controspionaggio in Germania e inviato a Reggio Emilia come infiltrato in un gruppo di partigiani. Sarà promosso sul campo dallo stesso Mussolini che vorrà incontrarlo di persona. Spia e disertore, pluridecorato di Salò ed eroe della Resistenza, Uber Pulga è un uomo senza bandiere se non quella della propria coscienza. 
coscienza tormentata, mai pacificata, che lo porterà a vivere la delusione e il distacco dal fascismo ma non, come molti, cambiando casacca a guerra ormai persa
Libro Partigiano in camicia nera. La storia vera di Uber Pulga Alessandro Carlini
 I documenti che l’autore di questo libro ha raccolto in anni di ricerche sul campo restituiscono l’immagine di un fuggiasco che aiuterà la causa partigiana senza smettere la camicia nera. Un partigiano in camicia nera, giustiziato per tradimento dai suoi stessi camerati repubblichini all’alba del 24 febbraio 1945. >> ( da  https://www.ibs.it/
) . La sua è la storia intensa e drammatica di un travaglio umano narrata con impeto e l’ardore di un coinvolgimento personale da Alessandro Carlini, giornalista dell’Ansa e scrittore, il cui nonno, Franco Pulga, era cugino di Uber.
 << (.... ) E proprio dal nonno  >>  come afferma TITTI FERRANTE in   questa recensione   di  http://www.glistatigenerali.com <<Carlini trae la volontà di fare memoria della complessa vicenda di Uber, raccogliendo documenti, testimonianze, atti e tutto ciò che poteva servire per ricostruire il profilo di un fuggiasco che aiuterà la causa partigiana senza togliersi la camicia nera. >>
Partigiano e fascista. Oggi Uber Pulga è ricordato così. Com’è possibile? La storia di quest’uomo straordinario, raccontata da Alessandro Carlini con grande trasporto e la forza di un coinvolgimento personale e familiare, rappresenta un’occasione unica per tuffarsi e rivivere i conflitti e le contraddizioni di anni funesti come quelli della Seconda guerra mondiale

concludo  riportando quest'ultimo articolo  della  http://gazzettadimantova.gelocal.it/


(.....) «Questo testo racconta la storia di un uomo che non c’è più e che ha pagato le sue scelte con la vita - ha detto Carlini -: il libro è nato per dare voce a questa persona». La storia racconta la vicenda umana di Uber Pulga, originario di Felonica, fascista convinto, arruolato prima nel regio esercito e poi in quello della Repubblica sociale; infiltrato tra i partigiani negli ultimi mesi di guerra, decide di aiutare la Resistenza.Carlini ha ripercorso la trama del suo libro soffermandosi su alcuni punti, in particolare ha posto l’accento sul travaglio interiore di Uber e sul percorso che lo ha portato a fare una scelta di campo che gli costò la vita. Uber, infatti, fu addestrato dal reparto dei servizi segreti delle Ss in Germania e poi usato come infiltrato tra i partigiani in provincia di Reggio Emilia. «Uber passa tre mesi con i partigiani - spiega Carlini - loro sono diffidenti e parlano in dialetto, ma essendo lui di Felonica, lo capisce perfettamente. Li spia, ma nel frattempo ascolta i loro discorsi: li assorbe. Qualcosa cambia in lui, comincia a porsi domande e sorgono in lui dubbi sulla Germania e sulla Repubblica sociale, fino al punto di passare dall’altra parte».Durante la presentazione, Carlini ha parlato anche delle ricerche e dei documenti che ha recuperato per scrivere il suo libro. Poi ha lasciato spazio al pubblico che si è dimostrato molto curioso e interessato al tema, con diverse domande. La presentazione è stata ospitata nel Museo della seconda guerra mondiale e assieme a Carlini c’erano il direttore Simone Guidorzi e il sindaco di Felonica Annalisa Bazzi.Il libro è nato dai racconti di Franco Pulga, abitante di Felonica, nonno dell’autore e cugino di Uber. Carlini, sulla base delle memorie del nonno ha fatto un’attenta ricerca documentale, recuperato atti inediti e testimonianze e ha ricostruito l’avventura di quest’uomo che si è trovato, come tanti altri in quel periodo a dover fare una scelta di campo.(..... continua qui )




























iil caso d Suor Genevieve piange davanti alla salma di Papa Francesco piange davanti alla salma di Papa Francesco . amicizia o violazione del protocollo ? seconmdo me la prima .

Suor Genevieve infrange il protocollo e piange davanti alla salma di Papa Francesco: chi è l'amica di Bergoglio? Ah, perché piangere inf...