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27.4.23

mi fanno ridere quei cristiani che parlano di pensiero unico

Non condivido  i  toni   del post    riportato sotto    ma  nella  sostanza  ha  ragione .  i  tempi  sono  cambiati  ,   ed  tornare inietro  è  solo  nostalgia  . si può  essere   anche  credenti  ( nel  nostro  caso   cristiani  o  cattolici ) in modo laico  e  non  solo  confessionale  .  Ma  soprattutto    non è solo  l'unica  cultura  della  nostra  identità  



Ugo Giansiracusa

Se c'è una cosa che mi fa ridere fino alla nausea sono i cristiani che parlano di "pensiero unico" per tutto ciò che non rispecchia la loro ideologia. Amico cristiano e amica cristiana, forse non ve ne siete del tutto resi conto ma per circa 2000 anni il pensiero unico è stato il vostro. Libri messi al bando, teorie scientifiche bollate come eretiche, massacri di credenti (cristiani anche loro) che avevano una lettura leggermente diversa del cristianesimo, massacri di "infedeli", curatrici messe al rogo accusate di stregoneria e via discorrendo. Dalle

leggi alla morale alla scienza passando per la politica e ogni aspetto della vita quotidiana era improntato al pensiero unico cristiano. È solo con l'illuminismo che si comincia ad affrancarsi da una visione religiosa di tutto. Ora io capisco che vi scoccia un poco aver perso questo primato e il diritto di fare i roghi e le crociate e restare totalmente impuniti per i vostri orrori grazie al fatto che erano in nome di una divinità. Però dovete prenderla con un poco più di filosofia ! Anche se nelle scuole non si insegna più che l'uomo è stato creato da Dio avete pur sempre le vostre chiese dove tramandare le vostre strampalate teorie. E si, capisco che un mondo che non consideri peccato mortale fare sesso fuori dal matrimonio, magari pure sesso omosessuale, vi metta in profonda crisi ma, non so come dire in maniera esaustiva...ah, si: cazzi vostri. Lungi dall'essere un pensiero unico come lo è stato quello cristiano per due millenni, oggi puoi scegliere liberamente. Concordo nel fatto che questo possa creare un poco di confusione. I tempi andati in cui senza alcuna scelta battesimo, cresima, comunione, matrimonio 6 o 7 figli e via. E se non ti omologavi fiamme eterne! Comunque quei tempi sono passati. E capisco che guardiate certe teocrazie mediorientali con una certa invidia. Però, ecco, noi no. Ma la cosa bella di un mondo senza pensiero unico (benché voi pensiate il contrario) è che c'è la totale libertà di mandare i vostri figli in scuole cristiane. Poi potete mandarli al catechismo. In estate al Grest. In vacanza ai ritiri spirituali. Insomma, liberi di fargli vivere una vita di merda secondo la vostra ideologia. E finché siete liberi e libere di indottrinare i vostri innocenti figli con una marea di orribili e dannose corbellerie vi pregherei di astenervi dal parlare, proprio voi, di pensiero unico.

Cordialmente.

26.4.19

NEL GUADO DI © Daniela Tuscano


  di cosa  stiano parlando  


Forse è la famiglia, l’immagine più eloquente di questa Pasqua sanguinosa. Due famiglie, anzi. Le loro foto circolano insistentemente sul web, coi volti festosi e lucenti. Continuazione e prolificità.
L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, spazio all'aperto

Forse, sotto certi aspetti, poco interessanti. Scarsamente “artistici”. I volti sono belli e giovani; ma troppo “normali”, in modo quasi imbarazzante; testimoniano la gioia di trovarsi lì, e null’altro. Non celano alcun tormento interiore, che pure ci sarà stato, ma che si è sempre risolto davanti a un altare, dopo un battesimo o una cresima. Volti senza domande, perché le risposte le scioglievano nelle celebrazioni.Volti di cristiani cingalesi. Volti, adesso, scomparsi. Spazzati via dalla furia jihadista. È stato giusto, anche doveroso, mostrare al mondo attonito la fiumana di bare che hanno attraversato Negombo. Ma il momento supremo, ricapitolatore, per la storia spirituale di quelle persone, non si è chiuso in quegli istanti. Essi sapevano che era solo un passaggio; obbligato, improvviso e sanguinante, ma passaggio.
Ci spiazzano, questi volti. Disturbano. Sono volti d’evidenza, d’una mitezza tutta orientale che è rigore, perpetuità. Di fronte a essi, torna in mente l’invocazione disperata del dantesco Guido da Montefeltro: “Oh me dolente! Come mi riscossi/quando mi prese dicendomi: Forse/non pensavi ch’io loico fossi!”.Ma tanto “loico” non è. Non sono bianchi, quei cristiani. Appartengono a una minoranza, benché sembrino marea. Volti d’una Chiesa giovane e, al tempo stesso, convinta e serena. Antica, asiatica. Se la passano male. Abitano in paesi senza libertà, né religiosa, né civile. In fondo, nemmeno questo dovrebbe stupire. Sono oppressi; ma quale cristiano non lo è, da duemila anni a questa parte?“Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Anche se non sono conosciuti, vengono condannati […]. Sono poveri e rendono ricchi molti […]. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore” (“A Diogneto”, II sec. d.C.). Perfetto: pare proprio il ritratto di quelle famiglie.Qui, però, non sappiamo più interpretarlo. Scellerato perciò è chi, tra gli occidentali, pone sullo stesso piano gli assassinati e gli assassini, riducendo la strage a uno “scontro fra religioni”. Come ignorasse (e, ahinoi, ignora davvero) le turpitudini di cui si sono macchiati, e si macchiano, i regimi atei. Ma non si tratta di mera ignoranza storica - staremmo per dire, cronachistica - o di assenza di basi antropologico-filosofiche. È pervicacia della negazione, ostinato obnubilamento della memoria.Perché i morti dello Sri Lanka sono solo gli ultimi d’una lunga catena, consumata nella totale indifferenza dei professionisti dei diritti umani, delle femministe, dei terzomondisti salottieri e, anche, dei cosiddetti cristiani progressisti. Da Asia Bibi a Shahbaz Bhatti, da Rebecca Bitrus ai martiri di Sirte, dai copti alle bimbe siriane, rapite e convertite a forza, i cristiani extraeuropei subiscono da anni ogni sorta di soprusi, violenze, stupri, vendette e coercizioni. E il cristianesimo risulta la religione più perseguitata al mondoNon se n’è accorto nessuno, salvo alcuni media del settore, associazioni come Aiuto alla Chiesa Che Soffre, militanti per i diritti umani… di fede islamica (strano, ma vero). Il cristiano è il “pauvre chrétien”, il povero cristo, lo stupido. Difenderlo non sembra abbastanza “di sinistra”, gli/le italiane lo associano poi al Vaticano e, si sa, il Vaticano va respinto e irriso comunque, è “conditio sine qua non” per meritare la qualifica di intelligenti. E quel nome, nato presso i Romani come un’ingiuria… No, via. Normale che i neopagani attuali se ne scandalizzino.Ecco i reali motivi del disagio lessicale di Obama e Clinton (e, in misura minore, di Trump). “Cristiano” è diventato tabù. Ai tempi del massacro di Christchurch l’appartenenza religiosa degli uccisi venne evocata in termini molto netti, non si esitò a parlare di islamofobia, autorevoli donne del governo vollero dimostrare la loro solidarietà indossando vistosi veli. Adesso no, non vedremo alcuna ministra con crocifissi al collo, né udremo da parte loro dichiarazioni d’empatia. L’indecente perifrasi “adoratori della Pasqua” ha suscitato giusta indignazione, malgrado i grotteschi e, se possibile, ancor più spudorati tentativi di giustificarla da parte degli esegeti della “correctness”. Pur di difendere l’indifendibile, alcuni di essi hanno provato a liquidarla come polemica sciocca, altri si sono arrabattati nel ripescare affermazioni simili in contesti affatto diversi, altri ancora hanno voluto convincerci che la definizione voleva essere “inclusiva” – vocabolo tanto abusato quanto nauseante – poiché alludeva anche ai turisti alloggiati negli alberghi, in gran parte occidentali, ma non necessariamente cristiani… Alberto Melloni è giunto a sostenere che “le persone uccise dal terrorismo non possono essere divise in base alla fede per incentivare altro odio”; da ultimo, taluni sono giunti ad azzardare che la carneficina sarebbe una ritorsione per l'eccidio neozelandese; come se fino a un mese fa la popolazione cristiana fosse rispettata e amata, come se i terroristi appartenessero a classi sociali impoverite dal solito imperalismo occidentale e non - secondo quanto emerso dalle loro biografie - rampolli di famiglie benestanti e cosmopolite! (Non erano i primi: anche i killer di Dacca, tre anni or sono, provenivano da ambienti agiati.)Alle frasi paludate di costoro fanno riscontro i proclami netti e inequivocabili di chi non ha timore della realtà:“Finché l’Islam non si libererà dei predicatori d’odio e di morte e dei loro mandanti politici e morali, la nostra religione sarà perduta, violata e sconfitta da questi infami” (Maryan Ismail).
“Il terrorismo non ha religione” (Abdelmajid Daoudagh).“L’islamofobia sta aumentando anche a causa di noi musulmani… La Gran Bretagna abbonda di storie simili. Basta fare un giro in un paese musulmano per capire come stanno le cose” (Ahmed Bouzidi).“Quanto è appena accaduto in Sri Lanka è un atto di terrorismo anticristiano. ‘Anticristiano’ perché non è la prima volta che i seguaci di Gesù subiscono tali atrocità solo perché cristiani. Lo abbiamo già visto con i copti e anche con gli yazidi, giustiziati e cacciati in esilio dall’oscurantista e diabolico Stato chiamato islamico. Non dobbiamo più tacere” (Kamel Abderrahmani). 
Simili pronunciamenti verrebbero bollati dai progressisti occidentali come razzisti, sovranisti, destrorsi e paccottiglia varia coniata dalla neolingua. E invece giungono da musulmani devoti (non “moderati”!), in virtù della loro fede e non malgrado essa. L’ipocrisia è pavida, la carità intrepida. Solo quest’ultima sa dialogare; il sincretismo “new age”, al più, tollera. E, col pretesto di unire tutte le diversità, in verità le cancella per omologarle in una indistinta melassa spirituale, il cui obiettivo ultimo è distruggere il cristianesimo. Chesterton ne previde l’avvento un secolo fa: “Ci sono quelli che odiano il cristianesimo e chiamano questo loro odio ‘amore onnicomprensivo per tutte le religioni’”. L’ecumenismo è ben altro. È ricerca, storia, confronto, anche scontro, a volte. È umanità piena, primigenia, quindi infantile, come i due bambini musulmani trucidati domenica scorsa nella chiesa di St. Sebastian. Vi si erano recati per accompagnare gli amici cristiani. Non erano uguali, erano pari. Per questo chi non si fa loro fratello/sorella, non è degno di arrivare al cielo.“L’Occidente non ama più sé stesso – si ode deplorare dalla sponda opposta, quella degli occidentali conservatori (pure di certi cristiani d’Oriente, in verità; ma ce ne occuperemo in seguito). – È in piena decadenza, morale e valoriale”. Queste tesi, il cui esponente più autorevole è Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, trovano ascolto anche presso molti commentatori atei, in passato indifferenti se non ostili alle questioni religiose, dalla cultura teologica alquanto approssimativa, trasformatisi improvvisamente in esegeti della Scrittura e severi fustigatori di costumi, in particolare di quelli che considerano cristiani esangui, svirilizzati (la forza, per costoro, è necessariamente maschia). Il loro cristianesimo s’identifica con la cristianità. Accuserebbero di buonismo persino Francesco d’Assisi, perché col sultano dialogava invece di muovergli contro le armi crociate.Naturalmente è vero che senza cristianesimo è impossibile comprendere l’anima dell’Occidente, i suoi principi di libertà, eguaglianza e democrazia; il valore del singolo, la dignità delle donne, il rispetto delle diversità; la sua arte, la sua cultura; e, non ultima, la laicità, bene irrinunciabile. Tuttavia questi concetti non vanno assolutizzati; nemmeno – potremmo dire – ristretti. Il cristianesimo è ANCHE l’Occidente, non SOLO l’Occidente; questa è precisamente la visione miope e distorta dei jihadisti, e ribadirlo non fa che prestare il fianco alla loro ingannevole narrazione.Dividere il mondo in due – di qua la ragione, la civiltà e la “cristianità”, di là la violenza e il fanatismo – ripropone, in forma secolarizzata, l’antico schema fedeli contro infedeli; e il divisore, si sa, è da sempre Satana.I volti dei cristiani srilankesi – o africani, o di altre parti dell’Asia – lo confermano. Il cristianesimo, laggiù, è di casa. Non è prodotto d’importazione. I cristiani di quell’angolo di mondo non sono credenti in senso costantiniano. Coniugano tranquillamente don Bosco e Tertulliano, Teresa d’Avila con Sergio e Bacco. E col loro passato, a volte sikh, a volte indù, a volte, da sempre, legato al profeta di Nazareth. Cittadini del mondo, certo, ma anche e pienamente orientali, nelle loro virtù e nei loro limiti. “Ci dicono che la saggezza è arrivata dall’Occidente verso l’Oriente – disse Gandhi alla conferenza delle relazioni interasiatiche, suo testamento spirituale. – E chi erano questi saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all’Oriente. Fu seguito dal Buddha. Lui apparteneva all’Oriente, apparteneva all’India. Chi ha seguito il Buddha? Gesù, di nuovo dall’Asia. […] E poi cosa accadde? Il cristianesimo, arrivando in Occidente, si è trasfigurato. Mi spiace dirlo, ma è la mia lettura”.Ci serve, un cristianesimo d’Oriente. Ci servono radici, ci serve “saggezza”, sempre in senso gandhiano. Ci serve la mistica, l’interiorità dell’Oriente.

Ci serve anche un Islam d’Occidente. Che è esistito, e ha portato frutti rigogliosi in Spagna, Italia, Corsica, Balcani... Che si chiamava Averroè, al-Kindi, Attar, Jamil, Avicenna e molti altri. Che ha saputo affascinare e godere. Che non era corpo estraneo, ma parte integrante dell'identità europea. Ed esiste, o meglio, vuol esistere ancor oggi, e le testimonianze sopra citate lo indicano; sta agli occidentali saperle esaltare e difenderle. Perché se esiste, come esiste, una vocazione dell’Europa, è proprio questa: essere ponte, ricapitolare tutto, mediare, allacciare culture, anime, persone. Saper essere inflessibile, anche: con chi vuol uccidere, o rinnegare, tale vocazione.Ma ci serve anche l’Occidente di per sé. L’Occidente complica, razionalizza, dubita, contesta. Talvolta, si perde in sillogismi. Talaltra, ed è la sua attuale malattia, diviene rinunciatario, scettico e amorale. Non dimentichiamo però che, nei suoi momenti migliori, è ricerca, felice insoddisfazione. Ed è anche spirito, perché la fede si trova anche qui, magari in recessi più nascosti. L’Occidente è il Siracide del mondo; ma quanto serve un po’ di sano dubbio, in mezzo a tante fanatiche certezze! Se occorre uscire da un'idea stereotipata dell’Oriente, si rende necessario cancellare pure l’occidentalismo: fenomeno studiato assai meno, ma non meno pernicioso dell'orientalismo. No, non siamo tutti decadenza, colpa, materialismo. Quanto poi al delirio dei fanatici, l’abbiamo conosciuto molto bene: guerre mondiali e religiose, dittature, roghi, persecuzioni, razzismo, colonizzazione, schiavitù, antisemitismo, discriminazione, sessismo, violenza economica, devastazione ambientale, riarmo.Lo sappiamo: parlare di ecumenismo, problematizzare, discorrere di diritti vecchi e nuovi, davanti a un profugo con la schiena tanagliata dai jihadisti, o che ha visto la famiglia sterminata dai medesimi, è compito improbo. Eppure, se esiste un fardello da portare, è questo. E lo dobbiamo portare assieme. È necessario ascoltarsi a vicenda. Un cristiano occidentale non è meno convinto perché critico e pensoso; un cristiano orientale non è più devoto perché ligio all’ortoprassi.Si avvicina la Pasqua ortodossa. L'attendiamo con gioia, e qualche trepidazione. Ci troviamo in mezzo al guado, in bilico tra il bene e il male, la retorica e l'azione, la violenza e il coraggio. Possiamo ancora scegliere. Cerchiamo di non sbagliare ancora.
                                       © Daniela Tuscano



6.9.17

si puo' essere cristiani e fascisti o I CRISTIANI DEVONO CONDANNARE IL FASCISMO ANCHE DAL PULPITO ? dipende da come vedi il mondo tutto dipende

dopo la lettura  di  http://www.mistocolvitto.it/2017/01/10/ " i cattolici tradizionalisti anti immigrazione fanno un bliz contro famiglia cristiana"da  cui  ho preso la  foto  che  trovate  sotto  al centro

  dal titolo    alla  marzullo    ecco la mia risposta



dipende  se  si usamo le  vecchie , a volte  esse  sono ancora  attuali ,     terminilogie    come
dalla voce https://it.wikipedia.org/wiki/Fascismo_clericale


Il clerico-fascismo (o fascismo clericale) è una locuzione della dialettica politica, usata in Italia a partire dai primi anni venti del XX secolo 

Con essa si intendono propriamente le spinte interne al movimento fascista ed agli ambienti della Chiesa cattolica che separatamente operavano nei rispettivi organismi tendendo ad un avvicinamento fra le due entità, prima di giungere ad un vero e proprio mutuo riconoscimento.Dell'espressione è stato fatto anche uso traslato, ad indicare supposti favoritismi politici o materiali dello stato verso la Chiesa cattolica. Vi è stato inoltre chi ha utilizzato la locuzione per definire con essa altri generi di fusione o comunque estrema prossimità di regimi non considerati liberali con le gerarchie ecclesiastiche.Il termine è anche usato spregiativamente a connotare azioni od indirizzi della Chiesa cattolica politicamente giudicati "fascisti", nell'accezione più vasta (in genere in senso di illiberalità, antidemocraticità ed anticomunismo ) di quest'ultimo termine [.....]Il concetto di fascismo clericale è respinto da alcuni studiosi e il termine è controverso dato che alcuni storici hanno distinto il "fascismo dinamico" dal "conservatorismo clericale". Successivamente si riferisce ad aree del cattolicesimo di destra come l'Opus Dei in antagonismo al cattolicesimo di sinistra come l'attuale Compagnia di Gesù.


per chi  volesse   saperne di  più o  approfondire  tale  argomento  consiglio   questo articolo interessante   su https://forum.termometropolitico.it

 ma  secondo   questo articolo     de http://www.libertaegiustizia.it/2017/09/06/ messo   sulla   niostra pagina  facebook    da  Daniela  Tuscano    sembrerebbe  il  contrario 

I CRISTIANI DEVONO CONDANNARE IL FASCISMO ANCHE DAL PULPITO




Intervistato dalla collaboratrice de il fatto quotidiano.it Emilia Trevisani, fuori dalla chiesa di   a Pistoia, un giovanotto di Forza Nuova ha affermato che “un fascista è un buon cattolico”. Cosa intenda per cattolico non so e non mi interessa sapere.
I cristiani devono condannare il fascismo anche dal pulpito
Quel che è certo, è che un fascista non può essere cristiano, se essere cristiano vuol dire vivere l’ insegnamento di Cristo. Il cristianesimo afferma che esiste un solo Dio, ama la libertà politica e morale, predica la carità, la pace, la fratellanza degli esseri umani, l’ uguale dignità di tutti; il fascismo eleva lo stato totalitario a divinità da adorare, detesta la libertà politica e morale e la vuole piegata all’ esigenza superiore della disciplina imposta con la forza, disprezza la carità (leggete cosa scriveva Giovanni Gentile), ama la guerra come esperienza mistica nella quale eccelle la forza degli individui e dei popoli, disprezza i deboli, farnetica di razze superiori (destinate a comandare) e razze inferiori (destinate a obbedire).Se il fascismo è anticristiano, segue che dovere dei cristiani è combattere il fascismo con tutte le loro forze come fecero le migliore coscienze cristiane negli anni del regime. Ma allora, caro don Massimo Biancalani, perché, se la notizia è vera, ha stretto la mano ai fascisti che erano venuti nella sua chiesa a controllare le sue parole? Mi creda, le rivolgo questa domanda con il massimo rispetto per la sua persona e la massima ammirazione per la sua opera di accoglienza nei confronti dei migranti. Ma perché non ha severamente condannato dal pulpito chi è venuto nella sua chiesa per intimidire? Cristo ha cacciato i mercanti dal tempio a frustate. Mi pare fuor di dubbio che i mercanti siano meno detestabili dei fascisti. Perché non ha intimato loro di uscire dalla chiesa?Stringere la mano è un gesto di stima e di pacificazione, mi pare. In che senso li stima, e che pacificazione vuole ottenere con quella gente?Il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli ha inviato il vicario generale don Patrizio Fabbri a celebrare messa insieme a don Massimo Biancalani. Ottimo gesto di solidarietà; merita plauso incondizionato. Ma forse è necessario un gesto ancora più eloquente che faccia intendere a tutti che la Chiesa di Roma è antifascista e non è disposta a tollerare intimidazioni di nessun genere. Il Vaticano è stato complice del fascismo. Come capo della cristianità papa Francesco ha il dovere di chiedere scusa per quello che fece il suo predecessore Pio XI .Deve parlare dall’ alto della sua carica e del suo indiscusso prestigio personale. Se ci sarà un’ altra intimidazione nei confronti di un sacerdote, vada di persona e pronunci parole che nessuno possa dimenticare. Dica semplicemente: ‘se siete cristiani non potete essere fascisti’.Imparate, amici cristiani, dalla storia. Il 23 agosto del 1923 i fascisti assassinarono don Giovanni Minzoni, parroco di Argenta. Il suo Cristo stava dalla parte degli uomini che chiedevano giustizia. Nessuno, tanto meno i fascisti, poteva dargli lezioni di patriottismo. Servì nella Prima Guerra Mondiale come cappellano militare, e nonostante la terribile prova continuò a intendere la parola di Cristo come un insegnamento di libertà e di democrazia. A guerra finita, intervenne alle onoranze ai caduti con la sua medaglia d’argento al valore sul petto, non per alimentare lo spirito di vendetta, ma per rendere santo il loro sacrificio. Proprio perché era vero cristiano e vero patriota, Don Minzoni era antifascista. Era la sua coscienza cristiana ad imporgli di stare dalla parte della libertà, senza incertezze.Per queste sue idee i fascisti lo massacrarono. Papa Pio XI , se avesse avuto un briciolo di coscienza cristiana, avrebbe dovuto presenziare al funerale di don Minzoni e lanciare la scomunica sugli assassini e sui mandanti. Invece, non si fece vivo neppure l’ arcivescovo di Ravenna, monsignor Antonio Lega. Mandò a rappresentarlo un suo segretario.So bene che non siamo nel 1922, e che non esiste un pericolo imminente di eversione fascista. So anche il nuovo fascismo potrebbe rapidamente rafforzarsi sfruttando la diffusa sfiducia nel parlamento e nella classe politica, l’ odio verso i migranti, il razzismo, il desiderio di avere un capo che comandi senza limiti, la frustrazione di tanti giovani per la propria condizione sociale, la convinzione che i grandi valori politici siano ormai una zavorra del passato, la quasi totale perdita di memoria storica. In Italia non si può scherzare con i fascisti e considerarli dei poveri imbecilli. Dall’intimidazione alla violenza il passo è breve.
(*) L’autore è professore emerito di Teoria politica all’Università di Princeton e all’Università della Svizzera Italiana a Lugano. 
 trattto  da il fatto Quotidiano, 4 settembre 2017

 io dico  che  sonbo  validi entrambi   perchè     come  ho   risposto  nel tirtolo    

  con questo  è  tuitto alla  prossima  

25.12.16

esistenza di un Dio comune alle tre religioni monoteistiche ? secondo me si perchè ...

..... Quest'anno la festa di Natale coincide con l'Hanukkah ebraica Lo scorso anno era in concomitanza con la nascita del profeta Maometto.


L'immagine può contenere: incendio e sMS 

Secondo me da lassù vogliono comunicarci che, col nostro comportamento, stiamo sbagliando tutto.

26.10.14

ebrei-cristiani-e-musulmani-insieme-convivere-in-pace-si-puo ? il caso di Djerbahood città graffito in tunisia

in sottofondo   e  consigliata immagine- John Lennon


da , foto  comprese  ,  da  http://www.caffeinamagazine.it/2014-10-20-12-41-28/street-art/


Sapete cos’è Djerbahood? Èun villaggio sull'isola di Djerba, in Tunisia e anche uno dei più grandi allestimenti di street art al mondo. Un progetto nato dalla passione di che, per realizzare a Djerbahood questa specie di "mostra", ha coinvolto più di 150 street artist provenienti da 30 paesi.



(Continua a leggere dopo la foto)






Tra i nomi di spicco che hanno prestato la loro opera sui muri di Er-Riadh ci sono BomK, Liliween, Shoof, Roa, C215, Faith47, Know Hope, Herbert Baglione, eL Seed e molti altri.



Ci sono voluti due mesi per fare il miracolo: far diventare quel piccolo villaggio un museo a cielo aperto.



Tutte le opere sono state realizzate con il consenso del sindaco di Djerba e con il permesso dei proprietari di muri e appezzamenti di terreno.




Nobile la missione dell'artista: «Ebrei, cristiani e musulmani qui hanno vissuto in pace per oltre 2000 anni. Il mio obiettivo è quello di consolidare questa convivenza e offrire agli artisti una tela unica nel suo genere».



Beh, secondo noi ne è valsa la pena... E secondo voi

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...